Devi essere un bravo ometto. 1/2
Tum, tum, tum...
...
..
.
"... Devi... Devi fare come noi, piccolo" disse suo padre tra le lacrime e i singhiozzi. Quell'uomo bello, alto e che l'aveva sempre protetto, ora ridotto a una cosa così debole e stanca, spaventata. Il piccolo Richard non capiva cosa stava succedendo: perché il suo meraviglioso papà e la sua bellissima mamma erano tristi? Perché stavano piangendo? Non li aveva mai visti piangere così.
"È per il tuo bene, amore mio... davvero, ci dispiace, ma noi non..." sua madre non riuscì a completare la frase a causa del groppo alla gola e delle lacrime. Richard avrebbe voluto consolarla, ma non sapeva come.
Erano chiusi in cucina da tanto tempo, e da quel momento la mamma e il papà erano stati tristi e arrabbiati. Parlavano e piangevano tanto. Ma Richard aveva solo 5 anni, non poteva capire, continuava a giocare con le sue macchinine sul pavimento, immaginando di sfrecciare tra le strade di una grande metropoli sfidando altri corridori, diventando il più bravo di tutti: sognava, faceva ciò che un bambino sa fare meglio.
Non badava ai discorsi e al pianto dei genitori.
Ma questa volta era diverso.
Stavolta parlavano (o, per meglio dire, singhiozzavano) direttamente a lui. E papà aveva in mano la sua pistola, quella che Richard non doveva MAI MAI MAI toccare, tantomeno giocarci.
"... Non ci riusciamo, non possiamo farlo, non a te..." l'uomo terminò la frase per la moglie, che continuava a disperarsi seduta al tavolo della cucina. Richard era sempre più confuso. Che stava succedendo? Chi stava bussando alle porte della loro cucina? E perché papà le aveva bloccate con delle assi? Chi c'era in casa loro? Forse era per quello che i suoi genitori, coloro che dovevano proteggerlo da ogni male, erano così disperati?
La porta dietro alla madre di Richard sussultò, e i cardini iniziarono a cedere.
"Non... non c'è più tempo..." disse con un sospiro la moglie "... È ora..." E scoppiò in un pianto più violento del solito. Richard avrebbe voluto dirle qualcosa, ma era paralizzato, lì in piedi nel mezzo della cucina dove aveva giocato così tante volte accanto a sua madre, mentre lei cucinava quei pasti così invitanti.
"Ti... ti ricordi cosa devi fare?" Richard annuì alla domanda del padre, che ora stava stringendo più saldamente la pistola.
"Bravo ometto..." rispose, e sorrise al figlio. Piangeva e sorrideva? Richard era sempre più confuso.
La porta stava cedendo.
"... amore..." disse sua madre, rivolgendosi al marito "È ora"
"Lo so"
...
..
.
"... Devi... Devi fare come noi, piccolo" disse suo padre tra le lacrime e i singhiozzi. Quell'uomo bello, alto e che l'aveva sempre protetto, ora ridotto a una cosa così debole e stanca, spaventata. Il piccolo Richard non capiva cosa stava succedendo: perché il suo meraviglioso papà e la sua bellissima mamma erano tristi? Perché stavano piangendo? Non li aveva mai visti piangere così.
"È per il tuo bene, amore mio... davvero, ci dispiace, ma noi non..." sua madre non riuscì a completare la frase a causa del groppo alla gola e delle lacrime. Richard avrebbe voluto consolarla, ma non sapeva come.
Erano chiusi in cucina da tanto tempo, e da quel momento la mamma e il papà erano stati tristi e arrabbiati. Parlavano e piangevano tanto. Ma Richard aveva solo 5 anni, non poteva capire, continuava a giocare con le sue macchinine sul pavimento, immaginando di sfrecciare tra le strade di una grande metropoli sfidando altri corridori, diventando il più bravo di tutti: sognava, faceva ciò che un bambino sa fare meglio.
Non badava ai discorsi e al pianto dei genitori.
Ma questa volta era diverso.
Stavolta parlavano (o, per meglio dire, singhiozzavano) direttamente a lui. E papà aveva in mano la sua pistola, quella che Richard non doveva MAI MAI MAI toccare, tantomeno giocarci.
"... Non ci riusciamo, non possiamo farlo, non a te..." l'uomo terminò la frase per la moglie, che continuava a disperarsi seduta al tavolo della cucina. Richard era sempre più confuso. Che stava succedendo? Chi stava bussando alle porte della loro cucina? E perché papà le aveva bloccate con delle assi? Chi c'era in casa loro? Forse era per quello che i suoi genitori, coloro che dovevano proteggerlo da ogni male, erano così disperati?
La porta dietro alla madre di Richard sussultò, e i cardini iniziarono a cedere.
"Non... non c'è più tempo..." disse con un sospiro la moglie "... È ora..." E scoppiò in un pianto più violento del solito. Richard avrebbe voluto dirle qualcosa, ma era paralizzato, lì in piedi nel mezzo della cucina dove aveva giocato così tante volte accanto a sua madre, mentre lei cucinava quei pasti così invitanti.
"Ti... ti ricordi cosa devi fare?" Richard annuì alla domanda del padre, che ora stava stringendo più saldamente la pistola.
"Bravo ometto..." rispose, e sorrise al figlio. Piangeva e sorrideva? Richard era sempre più confuso.
La porta stava cedendo.
"... amore..." disse sua madre, rivolgendosi al marito "È ora"
"Lo so"