Solo dopo un arco temporale più o meno lungo, che può variare dal tragitto da casa al supermercato agli anni dell’adolescenza all’età adulta, dopo una determinata quantità di passi e respiri, capita di sentirsi più leggeri, con le mani libere quando invece dovevano contenere qualcosa.
Si percepisce che c’è una mancanza ma non si riesce ad identificarla, a darle un aspetto o un nome o piuttosto a capire se effettivamente esiste, se non sia solo una scomoda impressione, uno scherzo della nostra subdola mente. Così si perdono le cose.
Altolà! Questa introduzione potrebbe trarvi in inganno e farvi profetizzare un chissà quale discorso filosofico sul perdere le persone, un amore, un amico, un’opportunità. No. Stavolta, con mia grande sorpresa, rimarrò coi piedi ben piantati a terra, precisamente sull’asfalto che tutti calpestano ogni giorno senza quasi rendersene conto. Se poi in ogni dove si può nascondere un risvolto filosofico, di questo non ne ho colpa.
Quando cammino per la strada, ogni tanto mi piace fermarmi ad osservare il colore del cielo, la forma delle nuvole, le decorazioni sopra gli edifici, i labirinti che creano i rami degli alberi. Mi piace scoprire ciò che mi circonda e non solo passarci attraverso - digressione filosofica evitata -.
Di recente, il mio sguardo è stato catturato proprio dall’asfalto su cui stavo camminando perché mi sono imbattuta in una carta da gioco: due di quadri rosso.
Che stranezza, persino un po’ buffa e insensata perché mi sarei perlomeno aspettata un due di picche per rimanere coerente col detto popolare e far quadrare questa assurda combinazione, ecco, per trovarle un senso, un nesso.
Invece no, sulla mia strada trovo un segno che, diciamocelo senza remore, non se lo fila nessuno.
Il segno dei cuori è l’alabarda di chi possiede un animo romantico e sognatore, ma che il mio traduttore interiore scriverebbe ingenuo e disilluso - digressione filosofica numero due evitata -, quello dei fiori è un po’ un passepartout perché un fiore rende migliore ogni cosa, e le picche hanno una forma subito riconoscibile, non le puoi confondere.
Ma i quadri, già il nome inganna di per sé, perché non ritraggono un bel niente, e potrebbero benissimo essere scambiati per rombi - digressione filosofica/identitaria numero tre evitata -.
Il come e quando questa carta sia stata persa, chi lo possedeva, quante partite abbia vinto o perso, se abbia mai avuto nella sua vita di carta un ruolo decisivo e cruciale, non lo saprò mai.
Avrei voluto fare una foto, non tanto per il ricordo o per la mia mania di fotografare tutto ciò che possa destare la mia ispirazione, quanto per avere una prova che qualcosa può anche non avere senso e che va bene comunque.
Volevo dare valore a quel due di quadri che si ritrovava da solo, per sentirmi un po’ meno sola tra tutte le cose perse e fuori posto, che non sanno il valore che possiedono proprio finché non si trovano da sole.
Digressione filosofica numero quattro evitata per un soffio.

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A volte mi piacerebbe tornare bambina, quando non riuscivo a contenere la gioia per un giocattolo desiderato da tanto e ricevuto in circostanze inaspettate.
Mi piacerebbe chiudermi nel silenzio delle montagne e parlare alle foglie, al vento.
Mi piacerebbe fare un giro in barca in un laghetto sperduto tra i monti. Svegliarmi ogni mattina con una vista mozzafiato sotto i miei occhi.
Mi piacerebbe chiudere gli occhi al cielo opaco e inespressivo della città, per poi riaprirli di notte in mezzo ad un prato posto su di una dolce collina, e scorgere così milioni di stelle.
Mi piacerebbe non dover cercare per forza un senso alla mia vita affannandomi e tentando di ottenere piacere dalle mere cose futili del mondo.
Mi piacerebbe avere dentro una forza ed una gioia incontenibili capaci di spezzare le catene che mi tengono legata al mondo visibile per volare verso l’invisibile ed all’eterna ed immutata felicità.

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La prima cosa che non sopporto è la falsità. Preferisco essere sincera, anche a costo di sembrare antipatica. E la sincerità ha un prezzo e io quel prezzo l’ho sempre pagato e anche caro.
Non sopporto l’intolleranza, quando qualcuno non rispetta le opinioni o le differenze degli altri.
L’invadenza.
Non sopporto chi pretende che gli rispondi subito. Come faccio ad essere una persona minimamente interessante se non mi dedico alle mie passioni? Perché ti arrabbi se ti rispondo dopo alcune ore? Magari sto lavorando o disegnando o leggendo, oppure ho poco tempo e ho una routine prestabilita.
Non sopporto chi ti cerca solo per avere dei favori, senza chiedere nemmeno un semplice “come stai”. Ma mi hai preso per un distributore che esaudisce desideri? Sono una persona gentile, la maggior parte delle volte, ma questo non significa che puoi approfittarti di me.
Non sopporto chi ti giudica per le minime cose. lo ho un sacco di passioni, se non puoi accettare che mi possono piacere i manga, gli anime, i videogiochi e i BTS, spiegami come puoi essermi amic*? La mia personalità è strana, ma non ho più intenzione di nascondermi.
Non sopporto chi ti interrompe mentre parli o non ti lascia parlare.
Non sopporto la maleducazione. Quando qualcuno è eccessivamente presuntuoso e si considera superiore agli altri. Non sopporto chi con vuole prevalere sugli altri a tutti i costi, calpestando i piedi e fregandose delle altre persone, tutto per arrivare a saziare una stupida sete di potere. Quelli che se gli dai un minimo di potere credono di essere dio sceso in terra e non sono più in grado di usare il buonsenso e portare rispetto verso le altre persone.
Ma soprattutto, non sopporto me stessa, dell’essere così buona con tutti. Tch.

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“Chissà che hanno da brillare, le stelle
Forse da sole si annoiano
Nel loro prato d’ebano
Forse tentano, invano, di comunicare a noi, stupidi mortali
La sofferenza della loro solitudine
Il riassunto dell’esistenza
Nel battito di atomi di idrogeno
E chissà che hanno, poi, di così magnetico
Colombo, Ulisse e chissà quanti altri
Guidati nel destino beffardo dell’eternità
A scontare la pena dell’esser soli
Ci guardano, ci invitano
E ci accarezza l’idea di tendere la mano
A quelle lontane frequenze
In cerca di cosa, poi...
Destinate a bruciare
Destinati a bruciare
Ma nell’oscurità del mondo
Che altro puoi vedere
Se non quell’immortale scintillio?
E allora mandi l’Uomo sulla luna
Tesoro di segreti
E la interroghi, la supplichi
Di confidarti il senso di tutto questo dolore
Ma resta solo il silenzio
E le stelle rimangono lì
Misteriose
A compatire la nostra miseria
O forse non vogliono nulla
Vogliono solo consumarsi nell’ipocrisia dell’essere
Usate, gettate e usate nuovamente
Da chi volge lo sguardo all’abisso
Per l’ego del loro sesso
Capiranno mai il loro valore?
O il cielo diverrà sempre più buio?
La clessidra ormai è vuota
E anche se nulla ha più senso, mi chiedo
Chissà che hanno da brillare, le stelle”.

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Ti insegna ad essere indipendente, prendersi cura di se stessi. Decidere, lavorare sodo per il proprio miglioramento. Per non aspettare che gli altri facciano le cose per te.
Stare da solo ti lascia decidere da solo. Quando le cose si incasinano, non puoi giustificare i tuoi errori. Non puoi incolpare nessun altro perché sei tu a fare le scelte. Ti insegna ad essere responsabile.
Stare da soli aiuta a conoscere di più te stesso. Quanto puoi fare e quanta strada puoi arrivare se solo ci metti il cuore in quello che stai facendo. Ti fa capire le cose a cui tieni. I tuoi valori, i tuoi sogni. Chi sei quando sei al meglio e quando sei stressato. Ti fa amare di più te stesso.⚘️
Stare da soli è divertente, ma / non / sempre.
Ci sono anche momenti in cui non amerai stare da solo. Tempi in cui il tuo corpo si arrenderà ma non ci sarà nessuno che si prenderà cura di te. Tempi in cui non riuscirai a darti consigli o motivazioni e non potrai chiedere nemmeno agli altri. Tempi in cui vorrai condividere le tue vittorie e le tue sconfitte ma non ci sarà nessuno a cui dirlo. Tempi in cui sarai troppo stanco per funzionare ma non ci sarà nessun altro che possa fare il lavoro. Momenti in cui ti sentirai così pesante da voler solo un abbraccio stretto per sentirti vivo, ma l'unica cosa che potrai fare è dormirci sopra e desiderare che svanisca con i tuoi sogni. Tempi in cui ti sentirai così distante e disconnesso. Momenti in cui ti sentirai così solo. Stare da soli è liberatorio, ma di sicuro comporta un sacco di pianti...

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