@CacciatoreDiCerebrolesi

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Io faccio la cameriera a Londra,guadagno 1600£ netti al mese. Cio' mi permette di fare molti viaggi durante l'anno e a Febbraio parto per Napoli. Sono arrivata due anni fa senza riuscire a dire una parola sono subito stata assunta come cameriera senza passare da altri lavori e accontentandomi di qua

quaqquaraqquà. A Londra con 1600 sterline ci campi una settimana.

Ma buonaseraaa🌙. DOMANDA DEL GIORNO: Sei mai rimasto/a bloccato in un posto, aperto o chiuso che sia? Se si, hai saputo gestire la situazione od il panico ti ha travolto/a? Secondo te, quale sarebbe il posto peggiore in cui rimanere bloccati?

Mi è capitato solo una volta. Ho mantenuto la calma e fino a che non sono venuti a liberarmi me ne sono stato buono buono a succhiare il nutrimento dal cordone ombelicale.

Buongiorno belli e brutti😌. DOMANDA DEL GIORNO: La ventenne Katherine Stone, per aiutare i suoi genitori che hanno perso la casa in un incendio, mette in vendita la sua verginità per circa 340 mila euro. Voi saresti disposti farlo? Se lo facesse un vostro familiare come reagireste?

Trapanare il condotto del Frejus è costato meno.

Mi racconti una storia?

C'era una volta un bambino nel suo grembiule blu. Aveva un cestino giallo con l'orso Yoghi nel quale la mamma gli lasciava la merenda e una scatola di Lego. Appena le porte dell'asilo si aprivano lui la salutava con la tristezza nel cuore, un po' perché gli sarebbe mancata, un po' perché il pranzo delle cuoche non gli piaceva, né amava granché passare il tempo a imparare quelle stupide poesiole.
Ma sopratutto perché sapeva già, il povero bimbo, che quando avrebbe aperto il suo cestino giallo con il buffo orso disegnato sopra, quando avrebbe estratto la scatola dei Lego e si sarebbe ritagliato un angolo di tranquillità nel grande salone dei giochi, sarebbero arrivati il grasso bulletto e i suoi compari.
L'avevano preso di mira, e cinque anni non sono tanti ma già abbastanza per capire cosa sia la persecuzione. Mentre sua mamma gli insegnava l'amore il bulletto, con i suoi scherni, gli insegnava cosa fossero l'odio e il rancore.
C'erano quelle volte in cui si avvicinava e gli distruggeva la gru o la casetta che aveva costruito con i Lego. Il bambino, pazientemente, la ricostruiva. O quelle volte in cui gli rubava la merenda, i tramezzini al formaggio con l'insalata e il tonno. Il bambino, pazientemente, soprassedeva. Altre volte il bullo gli prendeva a calci il cestino giallo, urlando "Quest'orso fa schifo", sputando sull'immagine della faccia burbera di Yoghi e di uno spaventato Bubu. "Gli orsetti sono roba da checche!" aggiungeva mentre lanciava il cestino giallo contro la parete. E il bambino, sospirando, lo lasciava fare per poi raccogliere il cestino sempre più ammaccato e martoriato. E poi venne il giorno in cui il bimbo fu bloccato in un angolo da due di loro mentre il leader del branco, grasso e rubicondo, staccava l'adesivo di Yoghi dal cestino per appiccicarglielo sulla faccia. "Sposatelo questo orso! Ti piace eh?! L'amico degli orsi ahahahah!"
Il bambino non ne poteva più ma ancora una volta, con tanta fatica, abbozzò. Si staccò l'adesivo dalla fronte e lo riattaccò di sbieco sul cestino giallo mentre i tre lo squadravano dall'alto a braccia conserte.
Ma in tutto questo mai, nemmeno una volta, il bambino provò il seppur minimo desiderio di vendetta. Troppo grande e radicato era il concetto di 'rispetto', troppe volte la sua mamma gli aveva ripetuto che è sempre meglio 'porgere l'altra guancia'.
Poi però sono cresciuto, tante cose sono cambiate e quell'esperienza mi è servita a divenire un uomo migliore.
Anche se è una magra consolazione.
Nei pochi istanti che mi rimangono da vivere, mentre gli occhietti vispi dell'orso Yoghi mi guardano dal cestino giallo sulla mia scrivania, ho compreso una delle lezioni più amare della vita: prima o poi ogni piccola viuzza del nostro passato tornerà ad incrociare la strada della nostra vita quando meno te lo aspetti.
E mentre il bambino, ormai uomo, mi punta un fucile sulla faccia e preme il grilletto maledico un'ultima volta me stesso per le volte che ho preso a calci il suo ridicolo cestino.

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in cosa consiste per te A. la normalità?

Normalità dovrebbe essere il vecchio modo di licenziarsi.
Ovvero entrando nell'ufficio del direttore del personale e sbattendo sul tavolo, con un fragoroso PUMM!!, la lettera di dimissioni accompagnando il gesto con epiteti volgari tipo "me ne vado da (' questa società di merda ' or 'questo posto del catzo' )", o meglio ancora sedersi di fronte all'odiato responsabile del vostro salario, chiedere un aumento con la lettera di intenti di un'altra società che freme nella tasca posteriore dei vostri calzoni pronta a balzare fuori di fronte a un suo rifiuto.
E ora, niente di tutto questo.
Queste vecchie soddisfazioni ci sono state vigliaccamente negate, sostituite da una fredda comunicazione ordinaria e prestampata da inviare con un click dal sito dell'INPS. Non si possono neanche aggiungere dei vafanguli o pochiddii.
"Beh dai, almeno è comodo" direte voi.
Scopro che per loggarsi al sito dell'INPS bisogna richiedere un PIN di 16 cifre. Ebbene sì, non l'ho mai fatto e shame on me. Lo richiedo e le prime 8 cifre mi arrivano per mail, le restanti 8 inviate per posta, manco fosse il codice d'accesso al caveau dell'Opus Dei. Già mi sta passando la voglia di licenziarmi.
Con queste 16 cifre, pensavo di avere tutto. Mi loggo nel sito dell'INPS, inserisco il codice e scopro che mi verrà generato un ulteriore PIN sostitutivo di 8 cifre.
Si fa strada dentro di me, dopo uno stream di bestemmie concatenate, l'idea di FARMI LICENZIARE ma persevero. Uso questo nuovo PIN e:
'per inviare lettere di licenziamento serve il PIN DISPOSITIVO. Per ottenerlo clicchi qui e poi inserisca le 8 cifre ricavate dalle 16 cifre ricavate dall'unione della mail e della posta che mio padre al mercato comprò'.
Mi fremono le mani. Non so cosa mi trattiene dal denudarmi e elicotterare il pisello in una riunione per farmi cacciare in tronco. Ma ora voglio vedere dove può arrivare la follia burocratica. Richiedo questo fantomatico pindispositivo, inserisco le 16 cifre e:
'congratulazioni! ora deve inviare un MODULO a questo indirizzo POSTALE e poi FAXARE i suoi documenti FRONTERETRO e poi spingere il tasto Q, il dottor Thomas non è in sede.'
Tutto questo naturalmente entro il 15 del mese, perché dal 16 in poi la data di decorrenza del preavviso inizia il PRIMO GIORNO del mese successivo.
E niente, invecchierò qui.

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