Probabilmente mi sono spiegato male, quindi te la metto giù meglio. Premetto che anche se la psicologia la considero una scienza imprecisa ho voluto per tornaconto personale partecipare al progetto. Diverse associazioni tra cui la mia hanno ricevuto una proposta da parte di un ente con cui collaboriamo a capo del nostro settore diciamo. L'obiettivo era che i membri minori (novizi) nostri, o di altre associazioni dello stesso genere, potessero farci domande in anonimo su un social pubblico che lo permettesse.
La base stava nel rispondere a certe domande fatte da questi ultimi che riguardavano le nostre attività o curiosità varie. Tali risposte che davamo essendo appunto pubbliche ci servivano per osservare le reazioni di altri utenti occasionali o non legate ai nostri gruppi, comprese eventuali forze dell'ordine per comprendere certi parametri di diffusione delle informazioni. Capire cosa potesse creare sospetti e cosa no, infatti nelle risposte che davamo dovevamo utilizzare un linguaggio povero e con denotazioni giovanili per verificare se questo approccio potesse rendere meno pesanti e sospette queste botte e risposte.
Te la sto facendo breve ma infine tra i tutti i campioni presi è saltato fuori che crearsi una figura poco seria sui social rende altamente improbabile eventuali controlli da parte di vari enti pubblici. Appurato questo abbiamo iniziato a portare il processo ad un livello più ampio ed effettivamente abbiamo ottenuto feedback molto positivi, riducendo i controlli delle autorità del 77% rispetto al triennio precedente. È paradossale che mostrando quello che facciamo con un comportamento scherzoso i controlli siano drasticamente diminuiti rispetto a quando tenevamo tutto nascosto. Il fatto che io sia tanto riservato quando si parla di terzi fisici o giuridici sui nuovi profili è semplicemente per rispetto, per quando riguarda me non ho problemi a mostrarmi in certe attività, anche se ne mostro una piccolissima parte.
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