Molti amano il romanticismo tedesco. Riprende in maniera neanche velata temi di un forte nazionalismo basato su imprescindibili elementi quali l'etnia e la cultura. È un'accezione bio fisica quella tedesca.
La gente lo ama. Lo sai? Se chiedi in giro si fanno i gradassi, lo esaltano. Gli ignoranti. Perché il nazionalismo tedesco, orientale, di cui il romanticismo si fa portavoce, esprime concetti che sfociano nel razzismo, nell'eugenetica, getta le basi per regimi dittatoriali. La Germania Guglielmina, Hitler. La predominanza odierna in Europa.
Accadde, all'epoca, che mentre il discorso si faceva pesante in Germania, si esaltavano i valori di appartenenza alla razza tedesca, la figura virile dell'uomo e della donna invece delimitata, povera, al focolare domestico, gli intellettuali più intellettuali se ne dissociassero.
Per loro il nazionalismo era un concetto astratto, un espediente creato dai poteri forti per esercitare potere su di un territorio confinato. Un espediente che limitava la libertà degli individui. I veri intellettuali, non i poeti, gli scrittori, i pittori mercenari esaltati dal discorso di superiorità razziale tedesco latente alla corrente del romanticismo, sì, quelli che voi amate e di cui parlate, ecco, non quelli, intendo, i sociologi, gli studiosi tedeschi, le menti brillanti ne presero le distanze.
Sognavano un tipo diverso di nazionalismo. Come quello francese, basato su un'accezione volontaristica; chiunque volesse essere parte dello stato Francese, poteva, a prescindere dall'etnia, era tutto basato sulle regole del contratto sociale.
Basi gettate da antiche democrazia quali quella Ateniese.
Sapevano che quel discorso di sangue e discendenza comune avrebbe provocato effetti irreparabili.
Guarda oggi, quasi due secoli, il nazionalismo è un cancro sempre più grande.
Quelli lì.
Quei filosofi.
Scrittori.
Studiosi.
Emarginati. Messi alla gogna. Costretti al suicidio, alcuni trucidati. Nemici della patria.
Hitler usò i gas tossici sugli stessi tedeschi per depurare la razza da persone inutili; disabili. Anziani. Omosessuali. Donne sterili.
Quelle menti che lo avevano predetto messe a tacere.
In un'altra vita sarei lì a penzolare impiccato con negli occhi un sogno di un mondo denazionalizzato e libero.
In un'altra vita sarei un emarginato e mi sta bene così.
Con una sigaretta in bocca, cortesemente.
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