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Riconosco a questo mio tempio il merito di non essere la costola di nessuno, di essere un corpo indipendente, che ha sopportato il meglio e il peggio di me. Ci sono affezionata, anche se non è come vorrei e ci sto lavorando su con calma, per regalargli finalmente l'attenzione che merita e che in questi anni non gli ho mai concesso.
È un corpo morbido e delicato, segnato qui e lì da cicatrici. È quasi fin troppo fragile per la mia forza, infatti ho la pelle chiara e dal livido facile...e non sai come divento quando arrossisco, mamma mia.
Oggi è meno tondo di quanto potessi sperare, ma è perché ci sto lavorando con cura. Voglio essere sepolta in un bel tempio e ce la farò.
L'ho impreziosito con un tatuaggio che amo e presto arriveranno anche gli altri. Voglio dare a questo corpo un po' triste, tutta la felicità che si merita, impreziosendo ogni cosa che ho sempre visto come brutta, cominciando dalle smagliature e tutti i segni inflitti dalla rabbia e dal dolore.
La sua forma è quella della classica clessidra, ho la vita più stretta in proporzione al resto e per questo sono solita indossare capi che la rendano evidente e snelliscano la figura. Mi piace valorizzare i punti di forza del mio corpo, vestendomi sempre in modo casual, ma attento. Non metto mai vestiti che possano evidenziare le criticità.

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Il mio corpo è la mia opera d'arte più grande, la tela sulla quale ho dipinto ogni mio dolore e ogni mia gioia, quindi gli sono grata per aver resistito così tanto. Nemmeno io avrei mai pensato di arrivare così lontano. Ho imparato a camminare guardando fissa in avanti, senza mai abbassare lo sguardo, tenendo la schiena dritta e impassibile, perché è così che voglio essere: una donna elegante e fiera, che sfoggia la sua sicurezza e il suo passato in un tempio curato, impeccabile ed unico.

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Che domanda meravigliosa, davvero.
Non è facile reagire bene, o comunque prepararsi ad una cosa del genere, ma se questo sentimento non è destinato ad evolversi è giusto che muoia.
Io sono quel tipo di persona che lo lascia andare lentamente, staccandomi piano da questa idea, ma senza comunque coinvolgere altre persone, o illudermi che qualcosa possa cambiare. Sono fatta così, pur avendo la consapevolezza che questa cosa non andrà avanti, ci metto davvero tanto a lasciare andare anche un'illusione, questo perché se mi ci staccassi di botto, probabilmente ne soffrirei molto.
Finché tengo tutto quanto per me, non penso di ferire altre persone. Se sono solo io a sanguinare, mi sta bene perché so di meritarmelo, ma non potrei mai lasciare che questa mia "presunzione" possa far soffrire qualcuno e, nel bene degli altri, sarei disposta anche a levarmi tutto quanto dalla testa subito, come uno strappo.
Non sono immortale, ma sono forte e supererei anche questo, resistendo ad ogni tentazione o ferita. Io ho un intero castello attorno e i sentimenti non sono che piccole schegge se non sono destinate a diventare emozioni.

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Spero che le persone guardino questi programmi solo per pura noia o amore per il gossip, altrimenti non potrei mai spiegarmelo.
Io non riesco a guardare quei programmi idioti, li trovo stupidi. Mi dispiace che al tv sia stata sacrificata a favore dell'ignoranza, quando io la sfruttavo per seguire documentari molto interessanti.
Uno dei miei preferiti era relativo alle torture e questi due ragazzi ricostruivano e testavano su dei manichini le torture più impensabili.
I documentari e questo tipo di programmi favorisce il nozionismo e crea una cultura, seppur inutile, che può offrire ottimi spunti di riflessione.
Ho dedicato allo scritto della maturità un'intera parentesi sulla pesca intensiva del krill e sul relativo impatto ambientale, come vedi i documentari aiutano...ma Uomini e Donne? Questi programmi mi fanno solo annoiare, trovo che siano stupidissimi.

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Ho sempre visto in Verga un occhio abbastanza tragico e disilluso, forse è per questo che ci ho messo davvero poco a capire cosa girasse per la sua mente. Il Ciclo dei Vinti, sebbene non sia mai stato concluso, raccoglie in pieno la concezione poetica dello stesso autore, parlando di progresso collegato però all'ideale dell'ostrica.
Io sinceramente non penso che l'uomo di bassa estrazione sociale sia per forza vincolato alle sue origini e che non possa, quindi, per mancanza sia di denaro che di conoscenze, portarsi ad uno stato sociale più elevato. Questo pensiero ha perso di valenza nel momento in cui le istituzioni si sono interessate anche ai ceti più bassi, fino ad eliminarli. Il progresso personale di ogni individuo è abbastanza tutelato. Ora la differenza di denaro è l'unica distinzione sociale che porta chi ne ha di più ad avere un tenore di vita più alto, garantendosi il potere di distinguersi.

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Non sono contraria al progresso, ma il pensiero di Verga è purtroppo attuale. Chi si occupa di far progredire la società, spesso lo fa a spese di chi non è sufficientemente ricco o istruito per potersi difendere. Nella condizione peggiore, questo può davvero portare ad una selezione naturale. Difatti la parvenza di parità sociale, è un diritto che si sono presi solo i paesi più ricchi, lasciando gli altri in uno stato di degrado semi assoluto.

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Il mio primo pensiero è caduto sull'eugenetica, che in parole povere dovrebbe portare ad una effettiva e reale selezione della razza umana. Detta così può sembrare solo la teoria più crudele al mondo, ma pensiamo per esempio a quante malattie ereditarie e del genoma potremmo dire addio. L'eugenetica potrebbe veramente rappresentare il perfezionamento della specie umana.
Uscendo però da una teoria utopica e completamente positivista, sono sicura che useremmo questa possibilità per eliminare le minoranze. L'eugenetica nazista ne è un esempio chiarissimo, visto la preservazione della razza ariana e l'eliminazione di vite ritenute "indegne" in quanto appartenenti a persone affette da disabilità.

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Il progresso porta quindi al bisogno di prevalere e, tragici o meno, ha sempre dei riscontri negativi. Questo perché viviamo in un mondo folle, convinto di poter sopravvivere solo sulla sofferenza degli altri, però io continuo ad avere fiducia, augurandomi che presto il progresso sarà attuabile senza che nessuno debba rimetterci la vita. Il Darwinismo Sociale non può garantire un continuo progresso, in quanto nel mondo è chiaro il bisogno di diversità.

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