Aʅastyɲ

⠀⠀⠀
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀（⠀⠀⠀ＯＣＥＡＮ⠀⠀⠀）
ʰᵉʳᵉ ⁱˢ ᵃ ˢʷᵉˡˡⁱⁿᵍ ˢᵗᵒʳᵐ,
ᵃⁿᵈ ⁱ'ᵐ ᶜᵃᵘᵍʰᵗ ᵘᵖ ⁱⁿ ᵗʰᵉ ᵐⁱᵈᵈˡᵉ ᵒᶠ ⁱᵗ ᵃˡˡ.
ᴬⁿᵈ ⁱᵗ ᵗᵃᵏᵉˢ ᶜᵒⁿᵗʳᵒˡ,
ᵒᶠ ᵗʰᵉ ᵖᵉʳˢᵒⁿ ᵗʰᵃᵗ ᴵ ᵗʰᵒᵘᵍʰᵗ ᴵ ʷᵃˢ,
ᵗʰᵉ ᵇᵒʸ ᴵ ᵘˢᵉᵈ ᵗᵒ ᵏⁿᵒʷ
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀Al, qual'è il posto perfetto per te?
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀L'oceano, ⠀anche se non ci sono
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀mai andato.
⠀ ⠀⠀ ⠀
ᴵ ʷᵃᵗᶜʰᵉᵈ ᵐʸ ʷⁱˡᵈ ʸᵒᵘᵗʰ,
ᵈⁱˢᵃᵖᵖᵉᵃʳ ⁱⁿ ᶠʳᵒⁿᵗ ᵒᶠ ᵐʸ ᵉʸᵉˢ.
ᴹᵒᵐᵉⁿᵗˢ ᵒᶠ ᵐᵃᵍⁱᶜ ᵃⁿᵈ ʷᵒⁿᵈᵉʳ,
ˢᵉᵉᵐ ˢᵒ ʰᵃʳᵈ ᵗᵒ ᶠⁱⁿᵈ.
ᴵˢ ⁱᵗ ᵉᵛᵉʳ ᶜᵒᵐⁱⁿᵍ ᵇᵃᶜᵏ ᵃᵍᵃⁱⁿ?
ᵀᵃᵏᵉ ᵐᵉ ᵇᵃᶜᵏ ᵗᵒ ᵗʰᵉ ᶠᵉᵉˡⁱⁿᵍ ʷʰᵉⁿ,
ᵉᵛᵉʳʸᵗʰⁱⁿᵍ ʷᵃˢ ˡᵉᶠᵗ ᵗᵒ ᶠⁱⁿᵈ.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀E come puoi saperlo?
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀Certe cose si sentono,
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀e appartengo all'oceano.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀E' come me, capisci?
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀Anche quando è calmo
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀non è mai immobile.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
⠀ ⠀⠀ ⠀▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬
⠀ ⠀⠀ ⠀⠀ ⠀⠀ ⠀⠀ ⠀⠀(https://youtu.be/dKlgCk3IGBg)

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⠀⠀⠀ＨＩＴ⠀⠀ ＩＴ
⠀⠀⠀E' una cosa terribile imparare da bambini che si è un
⠀⠀⠀essere separato dal resto del mondo, che niente e
⠀⠀⠀nessuno soffre i nostri medesimi dolori di scottature alla
⠀⠀⠀lingua o di sbucciature alle ginocchia: che ognuno è solo
⠀⠀⠀con i propri acciacchi e le proprie pene.
⠀⠀
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ＵＮＴＩＬ
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀Ancor più terribile, invecchiando,
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀scoprire che nessuna persona – non
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀importa quanto vicina – potrà mai
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀capirci davvero.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀ＩＴ ⠀⠀⠀ＢＲＥＡＫＳ
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀I nostri io sono ciò
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀che ci rende più
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀infelici, ed è per
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀questo che
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀bramiamo
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀perderli, non
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀credete?

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Non ci piace ammetterlo, ma l’idea di perdere il controllo è una di quelle che affascinano persone controllate come noi più di ogni altra cosa. Tutti i popoli davvero civilizzati – gli antichi non meno di noi – si sono civilizzati grazie alla volontaria repressione dell’originario io animalesco. Siamo davvero, noi in questa stanza, molto diversi dai greci o dai romani? Ossessionati dal dovere, dalla pietas, dalla lealtà, dal sacrificio? Tutte quelle cose, insomma, che impressionano i moderni?
Ed è una tentazione per qualsiasi persona intelligente, e specialmente per perfezionisti come gli antichi e noi, cercare di uccidere l’io primitivo, emozionale, animale. Ma è un errore. Perché è pericoloso ignorare l’esistenza dell’irrazionale. Più civilizzata è una persona, più è intelligente, più sarà repressa: e più necessiterà di un sistema per incanalare gli impulsi primitivi che si è studiato così tanto di uccidere. Altrimenti quelle potenti antiche forze si accumuleranno e diverranno di tale intensità da liberarsi violentemente, con maggior violenza a causa dell’attesa, e avranno spesso tale vigore da spazzar via del tutto la volontà.

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₍ᴇꜱᴛʀᴀᴛᴛᴏ₎↷ Artem & Al
who is in control?◝

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❪ … ❫ ‹ ‹ Ti lascerò amarmi se non ti precluderai alcunché, Alastyn. Vivi la tua vita al mio fianco. Con me e senza di me al contempo. Puoi promettermelo? Puoi promettermi che cercherai d'esser felice?› ›
‹ ‹ Con te e senza di te al contempo stesso?› › mormorò Worick. ‹ ‹ Non affrontiamo giorno e notte nella nostra quotidianità? Sarebbe ugual cosa. Con te verrebbe il giorno perché accendi il mio animo, senza di te…calerebbe la notte. Ma non ho paura del buio.› › le sue mani scivolarono lungo le braccia dell’uomo, fino a capitolare sulle gemelle riposte sui propri fianchi e scostarle da essi. ‹ ‹ Altre mani ti toccheranno, come altre ti hanno toccato dopo il mio passaggio. Verranno altre labbra che ti baceranno, verrà altro corpo che stringerai, verranno altri occhi che ti guarderanno. E verranno altri a dirti ciò che io ti ho detto. Perché è questo che tu ricerchi. › ›
Sorrise, Alastyn, un tenue sorriso di quelli che un adulto farebbe ad un bambino. ‹ ‹ Questa tua anima solitaria è un faro per anime come le mie. E tu sei come il lampione dietro di te in questo momento. Attiri, ti gravitano attorno…. Qualcuna cadrà, con le ali folgorate, qualcuna se ne andrà.› › Le sue dita si strinsero in quelle del’uomo, nuovamente, ma v’era ferocia in questa nuova stretta, una ferocia che saettò anche nello sguardo del giovane. Artem si accorse del mutamento. ‹ ‹ Alcuni se ne sono andati, e questo ti ha destabilizzato. Ti hanno abbandonato. Sono volati via. E, la reminiscenza di questo dolore, ti ha fatto correre qui. Da me. Da io che ti lascio.› ›
Qualcosa era cambiato, come se si fosse attivato un meccanismo ad Artem sconosciuto. Worick sembrò diverso, un'altra persona. In quel medesimo istante, Worick lasciò la presa sulle mani dell’ucraino e Artem sentì chiaramente il corpo barcollare, nonostante nella realtà non stesse accadendo.
‹ ‹ Quando abusarono di me nessuno mi accarezzò il volto o asciugò le mie lacrime. Se piangevi, anzi, ti prelevavano e ti facevano dormire fuori all’aperto, nudo. E, Dio, scusami… Io non pensavo di riuscire a farti piangere.› › una lieve risata venne trattenuta dalle labbra del ragazzo, ma nei suoi occhi il divertimento era palese. La testa di Artem vacillò. Era stato una pedina, un passatempo, niente di più. Alastyn era stato bravo a fingere. ‹ ‹ Hai davvero pensato che potessi amarti? Davvero pensavi di potermi mettere in lista d'attesa insieme ai tuoi altri sfortunati amanti e usarmi a piacimento? Tu. Tu che ricordi il mio aguzzino? Non v'è amore, non v'è salvezza. La vita è un gioco e se non sei tu a fare dama per primo, qualcun altro ti divorerà. › ›
Artem serrò la mandibola e mascella nel tentativo di frenare quelle lacrime che tentavano di sgorgare dagli occhi scuri. Poi, gli stessi, cercarono quelli di Worick. Una lunga pausa. E si volse, andandosene.

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━Pᴀʀɪɢɪ﹐ ₂₀₁₂ Tᴏʀʀᴇ Eɪғғᴇʟ ⁰²:⁰²〗


‹ Al, ma non sarà pericoloso? ›
‹Non preoccuparti Camille, seguimi! ›
E così fece. Senza alcun indugio afferrò la mia mano, saldamente, sorridendomi come per dirmi che sì, si fidava di me e mi avrebbe seguito.
Quella sera volevo mostrarle uno dei miglior panorami che Parigi aveva da offrirle, uno dei miei preferiti che volevo condividere con lei. Così nel cuore della notte, dopo essere passati per le retrovie grazie all'amicizia con una delle guardie, ci infiltrammo nella Torre Eiffel. Scivolammo nell'ombra del cuore della struttura d'acciaio e l'ascensore si azionò non appena entrammo. Abbassai lo sguardo verso Anthony e lui ammiccò nella mia direzione. Sussurrai un grazie di rimando.
‹ Hey Camy, non sembriamo dei ninja? › le dissi gioioso, imitando buffamente una qualche mossa che ricordai d'aver visto nei cartoni animati. Camille ridacchiò divertita.
‹ Ma i ninja non fanno... › ribadì lei con un tono paternalistico, gesticolando alla rinfusa nel vano tentativo di imitare le mie mosse speciali. ‹ ... così. Sembri una tartaruga che cerca di rigirarsi, sei buffo Al! ›
‹ Ben detto! Sono una delle tartarughe ninja! ›
E mentre scambiammo battute, ricordando la nostra infanzia attorniata dalle figure dei più classici cartoni animati, giungemmo in cima alla torre in breve tempo. Entrambi ci muovemmo all'unisono verso la parete vetrata, attratti dalle moltitudini di luci della città d'arte sottostante. I nostri fiati andarono ad appannare un pannello e lasciammo le nostre impronte su di esso. Forse non eravamo ninja poi così capaci.
Rimanemmo nel silenzio totale, affascinati dalla vista, entrambi senza fiato quando una canzone echeggiò nell'aria e si espanse tramite altoparlanti. Alzai lo sguardo, sorpreso. Camille fece lo stesso. Ci scambiammo uno sguardo curioso e accigliato, poi, colti da un'illuminazione che colpì entrambi, scrollammo le spalle ridendo. Anthony, la guardia, doveva aver scambiato Camy come mia ragazza e solo allora mi spiegai quell'occhiolino d'intesa.
Tesi la mano verso colei che, sangue del mio sangue, carne della mia carne, aveva salvato da una strada oscura e le chiesi:
‹ Accettate un ballo, my beloved sister? ›
Mi chinai con reverenza, sottecchi le vidi increspare le labbra. E Camille, stando al gioco, alzò il mento posando delicatamente la sua mano sulla mia.
‹ Vi farò questa grazia, mio bonario fratello. ›
‹ Posso ritenermi l'uomo più fortunato del mondo oggi. ›
Lei rise.
Io risi.
Poi, ballammo e il mondo sfumò nell'indefinito sotto i nostri passi.
Avete presente il futuro?
In quel momento, lo sorpassammo. In quel momento noi eravamo infinito.

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( . . . )
‹‹ Stai bene? ››
‹‹ Sì. ››
‹‹ Non sembri star bene. ››
‹‹ Allora smetti di guardare. ››
‹‹ Alastyn, devi stare al gioco. ››
‹‹ Uh? ››
‹‹ Pensi che non l'abbia capito? So che non ti interessano le ragazze. ››
‹‹ Cazzo hai? Un gay radar? Ve lo siete inventati così da scovarci e ucciderci? ››
‹‹ Al, io riconoscono un mio simile. ››
‹‹ ．．． ››
‹‹ Lo dico per il tuo bene, Al, stai attento. ››
‹‹ O finirò come Jack? ››
‹‹ O finirai come Jack. Il funerale ci sarà dopodomani. Ti consiglio di andarci dopo la sepoltura. ››
‹‹ E' ingiusto... Maledizione è ingiusto! ››
‹‹ Lo so, Al, lo so. Per ora, prenditi cura delle ferite. Tieni è una pomata lenitiva fatta da Bayan in persona. E' una sorta di stregone credo. ››
‹‹ Grazie Yuri. ››

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La Russia lo lascia ogni giorno senza parole . Pensare che nel 2017 esistano dei campi per rieducare uomini ❝dall'orientamento sessuale non tradizionale o sospetto❞ fa davvero rabbrividire. La dignità e la libertà degli uomini, a prescindere dal proprio orientamento sessuale, non possono essere lese così per nessun motivo ed in nessuna parte del mondo. I campi di concentramento per gay ci riportano al nazismo: tutti dobbiamo far sentire il nostro sdegno. E Worick, col capo chino sulla sua branda, non può far altro se non piangere per l'amico ucciso Jack.

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‹‹ ．．．Non è giusto．．． ››

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◜ ; ◝
2017

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Si ha nostalgia delle persone, non delle categorie. Di sua sorella, proprio lei, non delle sorelle. Di suo padre, non di un padre. Il suo amore non è un amore: è il suo. Non gli manca l'amore: gli manca lui. L'assenza è una presenza costante, ti sfida in un corpo a corpo quotidiano, ti assedia. Ti vuole nella lotta, misura il tuo respiro. La nostalgia è fisica, poi. E' proprio impossibile colmare la mancanza di un corpo vivo: quell'odore, quella morbidezza della pelle, quella voce quando ti chiama. Quel tipo di resistenza docile all'abbraccio, quel modo di piegare il collo. Non c'è niente, nessuno che possa sostituire l'assenza di qualcuno. Solo il sogno.
Quando lui torna profumato e vivo nei sogni, con il corpo e con la voce è felice. Si sente felice quando lo sogna. Si sveglia felice.
E poi piange.

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