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Anastasia Altair Bailey

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C'era una cosa che Anastasia non si sarebbe mai aspettata — non adesso almeno: essere salvata durante un momento così stupido; perché dai, stavano solo chiacchierando, aveva abbassato la guardia per due miseri secondi… ma come biasimarla! L'esperienza non era ancora dalla sua parte e l'adrenalina di poter essere vista di buon occhio la invadeva giorno dopo giorno, ecco perché si era buttata a capofitto quando Hawks accennó di questo combattimento.
Ma era una brava ragazza - nonostante alcune sue stranezze - e le buone maniere, la mamma, gliele aveva insegnate. Dovette riprendere fiato quando il biondo la salvò; il cuore le batteva nel petto come mai prima, nemmeno come quando la sua madrina Vados le aveva parlato del suo Destino. In questo momento era tutto ben diverso; non era più una ragazzina, una bambina piena di vitalità… si può dire che ora abbia conosciuto e studiato alcune sfaccettature del mondo umano e non. Tuttavia il comportamento che assunse il maggiore successivamente alla morte della creatura, la lasció sconvolta al punto che si mise in mezzo tra il biondo ed il demone troppo tardi. Beh questo era già morto ed Hawks non aveva motivo per sporcarsi doppiamente le mani.
«..hey basta..» mormoró piano la ragazza, afferrando con ambe le mani i polsi del biondo, così da portare la sua concentrazione su di lei. Non era consapevole in quel momento di cosa stesse facendo, la razionalità tuttavia l'aveva portata a compiere quel gesto.. in quel momento esistevano solo loro due. Gli sorrise, un sorriso bello e sincero, per ringraziarlo di averle salvato la vita.
«Non devi sentirti sminuito da nessuno. Lo so che prima hai preso le mie parole come un affronto ma non é così. Questo il tuo mondo e sebbene io appartenga minimamente ad esso, non sono nessuno qui.» oh povera ed ingenua Anastasia. Ricordava molto la sua adorata mamma con il papà… beh, un caso perdo così come Hawks. Ma non é vero che tutti gli angeli sono scorbutici e menefreghisti. Anastasia Altair é forte e degna del suo essere, ma é ancora un'adolescente bramosa di scoprire il mondo, di scoprire le persone e i loro comportamenti, poiché fin da piccola é stata cresciuta come un essere umano e solo dopo_ ha avuto modo di diventare ciò che é ora e ciò che sarà domani.
Ma davanti aveva solo un uomo come altri, un uomo che non ha reale interesse per lei se non ad un unico scopo, una trattativa a cui Ana non potrà mai scindere con questi patti barbari e peccaminosi.. atti impuri a cui lei dovrebbe dar punizione. Cercò solo di chiudere un occhio con il gesto compiuto dal biondo; erano pari ora. Gli lasció i polsi, ritornando nel suo spazio vitale ma comunque sia sempre sorridente.
«E adesso? ..ora il Purgatorio é salvo, Hawks?» chiese cercando deviare quel momento un po' sbizzarrino. Sentiva dentro di sé smuoversi qualcosa e Cupcake la chiamava.. la chiamava perché la paura aveva liberato la fase finale di un Serafino, di un Angelo della Giustizia.

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Eagle_Hawks’s Profile PhotoHawks
Hawks non sembrava essere uno dei primi fun di Anastasia anzi, non pareva nemmeno tifare per il coraggio che la ragazza stava ponendo nel suo compito, a partecipare ad una guerriglia che nemmeno era di sua competenza. C'era una grande differenza abissale tra i due contendenti, ed Hawks ne diede subito la riprova, mettendo la figura dell'angelo in oscurità per prendersi lui tutta la luce, con la semplice differenza che il maggiore godeva nel vedere quei demoni perire, la giovane Anastasia si limitava a rispedirli all'inferno: non era di sua competenza decidere la "vita" di qualcuno, solo il / suo / Dio poteva.
Si lasciò comunque sfuggire un risolino divertito per via del comportamento bambinesco adottato dal rosso che tanto ricordava alcune sfaccettature del padre. Si compiacque e per sostenere il suo comportamento da dio glorioso, gli applaudí le mani, osannando la sua forza.
Non che Hawks sia debole, per carità! lei d'altronde non poteva permettersi di giudicare qualcuno, non aveva le esperienze né tantomeno le capacità; ma Ana sapeva di valere tanto, é un Serafino.
Quando tutto finí, ella gli si avvicinó, ammirando quelle belle ali rosse, uniche.
«Sai, non ho mai visto nessuno con delle ali così.» ammise, intrecciando le dita affusolate dietro la schiena, un po' intimidita dal suo stesso complimento ma nemmeno troppo in realtà. Era ancora una fanciulla però, poteva permettersi tali incongruenze.
Ritiró le sue maestose ali, riprendendo le sue normali sembianze da adolescente e forse fu questo che le fece abbassare la guardia, come se la presenza di Hawks fosse un'area protetta per lei, ma quando quella feccia di bestia fiorí dal nulla afferrando brutalmente le caviglie della ragazza per portarla via con sé, tutto il suo mondo le crolló addosso: perché lo aveva fatto? Perché aveva permesso ad un qualunque essere di farle... questo?
«…HAWKS!!!» gridó, cercando forse un appiglio a cui ancorarsi, ora che sentiva sempre più le braccia dell'inferno accoglierla in quel mondo; oh, sicuramente Satana sarà felice di avere un Serafino della sua importanza lì nel suo regno, a ghignare contro il suo Dio Onnipotente.
Ma questa poteva essere l'opportunità per il rosso di salvarla — d'altronde era quello che desiderava prima, no? Si sa.. tutti gli esseri come lui, egocentrici e vanitosi, bramano i riflettori, il primo posto; e cosa può esserci di migliore se non salvare un Serafino dalle grinfie delle bestie?
Anastasia cercò di dimenarsi, ma anche lei era consapevole che - ora come ora - la sua forza proveniva dalle sue ali, ed ora che erano chiuse a conca dentro di lei, si sentiva debole ed imprigionata. Sempre più le mancava il respiro e la sua utilità andò presto a scemare via come i suoi sensi.
L'inferno le aveva dato il suo benvenuto.
«HAWKS!!» urló nuovamente, con quel briciolo di fiato che le era rimasto. Aveva paura ma urlare per ciò era inutile. Forse avrebbe fatto meglio a chiamare Cupcake; che figura ci farà ora?

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Eagle_Hawks’s Profile PhotoHawks
Anastasia si era ritrovata in una situazione molto squallida e a canto suo molto scomoda. Sperava di poter mettere in gioco le sue potenzialità - sebbene non ancora ben mature -, ma constatando la media delle creature attorno a lei, non si sentiva inferiore a nessuno, nemmeno a colui che avrebbe dovuto custodire e proteggere il Purgatorio; lo trovava ripugnante, ma era solo un parere personale e sperava di avere torto a riguardo. Lo stesso si poteva dire dei suoi sottoposti, i quali una volta iniziata la battaglia, invece di difendere i loro compagni, si limitavano ad una assurda ed obsoleta telecronaca non richiesta da nessuno; e Ana doveva mettere in gioco sé stessa per quattro babbei del Purgatorio? O Signore, aiuta questa povera fanciulla in mezzo a squallidi esseri bavosi. Perché sì.. loro non erano altro che guardoni peccatori! E si definivano creature del Purgatorio? Esseri importanti? Oh no.. povere orecchie angeliche! Loro non erano proprio nessuno e osavano infangare il nome del suo Dio?
L'avrebbero pagata, in particolare Hawks, per i suoi pensieri sporchi e peccaminosi. Ma non adesso… ora Anastasia si sarebbe occupata di quei demoni, i quali sarebbero tornati a casa loro, puniti dal Nemico.
Bene o male ognuno lì faceva la sua parte, anche Hawks non era da meno – stranamente: il suo potere aveva colpito molto la fanciulla, e quando egli lo sfoderó contro i nemici, la giovane rimase per qualche istante incantata.. catturata dalla potenza che un semplice gesto riusciva a emanare. Tuttavia per quanto fosse potente quel potere, aveva anche i suoi contro: nulla da togliere eh, ma sembrava una Sailor Moon ubriacone o ancora peggio, una Mew Mew mista a qualche alieno; in poche parole nulla di coinvolgente.
Proprio per questo Ana rimase poco a guardare le bestie strisciare ai piedi del biondo, e ci mise poco a prendere quel suo gesto come un guanto di sfida: la ragazza sfoggió le sue maestose quanto lucenti ali da Serafino; ricordavano molto la luce del Paradiso e per chi non era abituato, era un oltraggio sostenere lo sguardo su esse. Non avrebbe scatenato chissà cosa, in fin dei conti lei in primis sapeva di essere ancora acerba, ma per lo meno il coraggio non le mancava — essendo quella la sua prima "battaglia". Spiccó il volo in cielo e tenendo le sue due spade benedette in mano, iniziò a sfiorare creatura dopo creatura ed essi al solo tocco sparivano. No, non li uccideva, é pur sempre un angelo ancora troppo giovane per assumersi una tale responsabilità (sebbene un domani sarà il suo compito), ma li rispediva da dove erano venuti, a scontare le loro pene per il resto dell'eternità, a soffrire e a pentirsi di aver incrociato il suo cammino: era giovane ed inesperta ma sapeva farsi valere senz'altro. In fine voltò lo sguardo sul biondo e lanciandogli un occhiolino, si abbandonò ad una fragorosa risata, rilassando il suo bel visino angelico e adolescente.
«Sono stata abbastanza brava per te?» chiese, quasi a cercare la sua approvazione

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Eagle_Hawks’s Profile PhotoHawks
Anastasia era ancora giovane nel mondo, ma grazie a suo padre aveva imparato a non farsi mettere i piedi in testa, mescolando questo lato con la gentilezza della madre. Non era facile per chi doveva dividersi tra un mondo e l'altro; ella era un paradosso un po' triste, sarebbe potuta diventare chi voleva e come voleva, invece aveva deciso di limitarsi ad essere sé stessa. Forse era questo che la rendeva davvero forte, una forza che non aveva mai sprigionato ancora. Probabilmente era per questo che si era offerta di aiutare Hawks, non tanto per il collegamento con la sua religione, poiché il Purgatorio si sa, é solo una "fantasia" di Dante; ma esiste! esiste ed é unicamente collegato con il suo Dio.
Non disse più una parola. Sul suo viso si dipinse una terrificante serietà; ricordava molto il padre in quei momenti in cui non era serio; metteva davvero paura senza dover dire niente: o per lo meno così narrava la sua famiglia; fortunatamente lei non si era mai ritrovata in situazioni così scomode. Rimase semplicemente ad osservare le gesta dei suoi uomini, domandandosi come fossero stati creati.
Li trovava affascinanti e non per la loro estetica o carattere – se fosse stato per questo percepirebbe solo ribrezzo – bensí per la loro natura; chissà, magari dato che esistono da tanti secoli, possono darle qualche risposta. In primis poteva ritenersi unica nell'aver avuto modo di ammirare, anche se per poco, il famoso Purgatorio.
Ma in quel momento Anastasia era lì per combattere e non per fare la ragazza studiosa. Si mise nell'angolo, lasciando che i padroni di casa esercitassero il loro potere; non voleva rovinare la festa. Sarà anche un Serafino, ma come ho detto, Ana è costretta a dividersi in due mondi, e in lei scorre il sangue di Damon Bailey.
Incroció le braccia al petto, le iridi rosse cremisi fisse sui loro nemici.
«Che Dio sua con voi.» mormorò la giovane tra sé e sé, spettatrice di dilettanti showman. Faceva ridere all'inizio, ma dopo un po' il fastidio pervase il corpo della giovane. Ah, nulla da ridere eh! Ma parliamo pur sempre di un soldato addestrato dagli angeli di Dio; lei appartiene al suo esercito, non é propriamente solita ad assistere a queste scemenze; prende sul serio le situazioni e Hawks non sembrava essere del suo stesso pensiero.
«Tck!» esclamó, affondando un passo nel terreno, per avanzare verso l'esercito di demoni e mostri vari.
«Dio vi punirà per le vostre azioni» inizió, alzando le mani al cielo, invocando la forza del suo Signore Onnipotente.
«..e per voi sarà la fine. Ma io oggi sono qui per mettere fine alla vostra debolezza e lasciare che vostre putride anime siano per sempre sotterrate negli abissi dell'inferno.» proferì Anastasia, con tono serio e severo. Era ormai diventata una donnina, un'importante donnina, dominatrice di questo mondo. Sfoggió le sue spade: non avrebbe ucciso, chiariamo! per quanto essi siano demoni, ella non si sente ancora responsabile di Giudicare; eppure é l'angelo della giustizia.

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[role pt.2]

anastasiabaileyb’s Profile PhotoAnastasia Altair Bailey
Poteva presentarsi meglio così da ricevere un rispetto maggiore, ma cosa le faceva credere che sarebbe cambiato qualcosa? D'altronde é ben risaputo cosa accade nel Purgatorio, il luogo più neutrale sì ma al contempo messo a disposizione solo per chi ha trovato realmente pentimento e lei, Serafino giustiziere, sapeva bene di cosa stava parlando. Tuttavia non sapeva come poter approcciarsi con l'uomo… dirglielo o non dirglielo? In quel momento sembró non essere un dettaglio importante dato lo sguardo leggermente preoccupato dell'uomo, e fu in quel momento che le parole da lui poc'anzi proferite le tornare in mente, pronte per essere usate in sua difesa.
«É questo il momento per dimostrare ai tuoi uomini la forza, non il wasabi.» Anastasia sembrava avere sempre la parola pronta per ogni situazione, fin da piccola. Ma la realtà era ben diversa. Non aveva nulla a che vedere con la sua natura o l'esperienza che ancora aveva fatto di lei una semplice adolescente normale… forse però se il loro cammino si era incrociato, un motivo c'era.
Ciò non tolse il fatto che lo sguardo severo rimase persistente sull'uomo; il rispetto non si fonda sulla natura bensí sull'approccio, ed il maggiore non aveva totalizzato ancora alcun punto.
«Sono pronta!» asserì solamente, seria e decisa, assumendo la posizione da soldato.
Era una combattente anzi, era La combattente del suo amato Signore! Avere lei a disposizione é come avere tutto, specialmente se si tratta del Purgatorio. É dunque questa la missione per rendersi giustizia nel mondo? Sarà! Sperava solo di essere all'altezza delle aspettative di Raguel e del suo Dio.
Dunque Hawks, non sprecare l'occasione.

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role pt2

1) https://ask.fm/Eagle_Hawks/answers/153936215847 2) https://ask.fm/Eagle_Hawks/answers/153948005415

Eagle_Hawks’s Profile PhotoHawks
Anastasia si sentiva avvolta da un uragano di confusione, dovuto alle sensazioni che il suo magro petto le suscitava. I tanti pensieri navigavano in quel grande oceano e lei non sapeva più che pesci pescare, nonostante fosse ancorata al suo povero Cupcake, torturato per ricevere delle semplici risposte. Sapeva bene che Raguel era lì, ad assistere a tutta la scena ma in particolar modo a prendere atto della persona con la quale Anastasia aveva a che fare. Non stava giudicando l'uomo, in cuor suo la giovane adolescente percepiva in lui bontà e giustizia, un uomo non piantato davanti ad un luogo neutro solo per coprire un ruolo inutile, bensí qualcuno che – sebbene sembrasse tutto fuorché responsabile – aveva il fatto suo; non lo avrebbe giudicato per questo, ma il suo linguaggio villano e forzato non le garbavano per nulla. Nonostante ciò aveva imparato da sua madre a mantenere la calma, nonostante lo sguardo rigido e severo che il suo viso stava pian piano plasmando; in quel frangente riuscì a comprendere il motivo per il quale avessero proclamato Santa sua mamma: costui non era nemmeno una briciola rispetto a suo padre – il quale ovviamente ama e rispetta in tutto e per tutto! – e non osó immaginare la moltitudine di pazienza che mamma Lain aveva versato su papà Damon.
Purtroppo però, per l'uomo era stata sfortunata incontrare la giovane Anastasia. Ella era dolce e buona, gentile e amorevole, con tutte le fattezze del più bell'angelo del Paradiso, rispecchiava tutti i colori eterei; tuttavia il suo ruolo tra la schiera angelica era ben definito e non si sarebbe lasciata prendere in giro — specialmente da qualcuno che sentiva fin troppo familiare.
Ma quando Ana iniziò a parlare – riuscì solo a schiudere le labbra – qualcosa o meglio, qualcuno piombó dal cielo come una stella cadente, andando ad impattare col pover uomo, già nervoso di suo. La fanciulla provó a correre in soccorso di egli, ma una barriera potente ed alquanto insolita aveva coperto l'uomo. Rimase un paio di minuti fuori da quel vortice, minuti che utilizzò per chiedere spiegazioni al suo Arcangelo guida: Raguel faceva parte della schiera degli Arcangeli, membro di questi sette più importanti, amico di Dio, rappresentante della Giustizia, Equità e Armonia; la guida perfetta per la giovane Anastasia, ancora un po' ingenua sul da farsi di questo mondo — e soprattutto con persone come Hawks. In realtà nemmeno lei aveva una solida spiegazioni sul come conoscesse il nome dell'uomo, ma Raguel si apprestó subito a spiegarle in breve chi egli fosse e cosa lei potesse fare con chi faceva parte di un mondo unico come il Loro; oramai é più facile incrociare la strada di un demone che di un angelo, figurarsi quella del Guardiano del Purgatorio. Si sentì emozionata all'idea, giustificando il comportamento scorbutico del maggiore, ma una volta liberatosi da quella barriera, Anastasia non riuscì proprio a trovar ragione per lui. Dovette rinunciarci.
[Pt.1]

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https://ask.fm/Eagle_Hawks/answers/153693651239

Eagle_Hawks’s Profile PhotoHawks
Anastasia era sempre stata una ragazza sveglia e intelligente, con gli occhi ben aperti e pronti a capire chi e cosa la circondasse. Dopo la sua "visita" in Paradiso e l'affido all'Arcangelo Raguel, la sua visione del suo amato pianeta Terra era stato ben rivoluzionato. Tuttavia, in quel momento, la giovane era stata messa faccia a faccia con qualcuno che si portava dietro un odore famigliare ma che - probabilmente per la poca esperienza - non riusciva ad indentificare. Si chiedeva però come potesse un uomo tanto villano e volgare come lui avere qualcosa in comune con lei.
Anastasia sedeva sui più alti troni del Paradiso, vicino al Padre, amava e venerava il suo Dio: lei in primis non avrebbe mai affermato canti e purezze in quel mondo sebbene la luce avvolgesse, benedetta, i loro corpi, ma costui aveva un comportamento troppo maleducato.
Strinse a sé Cupcake, il suo orsacchiotto di pezza, facendo ammenda ad esso… l'Arcangelo Raguel riposava nel peluche e l'aiuto ch'ella chiese fu subito risoluto, svelando finalmente questo enigma che, per quanto duró poco, la stava attanagliando più di ogni altra cosa. Destino volle che egli stesso rivelasse la sua provenienza - e dunque il suo ruolo -, costringendo la giovane a seguirlo; sì, questo con un limite di pazienza poiché l'uomo aveva superato la soglia.
Il viso della fanciulla si fece appena più serio, ed una volta affondati, con decisione, i piedi sull'asfalto, per inerzia fermó anche l'uomo: Anastasia lo osservó severamente, quasi volta a rimproverarlo, sentendosi mancata di rispetto e non tanto per il suo ruolo angelico bensí come persona. Non andava affatto bene. Che diamine stava facendo egli?
l'Arcangelo Raguel riveló subito alla fanciulla il nome dell'uomo, il quale usó come escamotage a suo vantaggio.
«Hawks» asserí seria. Il suo tono di voce echeggió maturo, nonostante la sua adolescenza ingannasse un po' questo suo attuale stato di maturità. Non poteva considerarsi ancora una donna a tutti gli effetti, ma sicuramente poteva privilegiarsi della scelta che il Signore Dio suo aveva fatto su di lei… su di loro.
Hawks si portava un compito da non prendere sotto peso; essere il guardiano del Purgatorio non doveva assolutamente essere un compito facile; ma se Dio lo aveva scelto nonostante i precedenti, é perché Egli avrà sicuramente colto qualcosa in lui. Ecco perché Anastasia non rinunciò alla compagnia, a patto che non venisse più toccata né mancata di rispetto e/o vista come il giocattolo di un uomo.
«Non mi aspetto le tue scuse, sono certa che tu non abbia capito chi io sia e né mi interessa che accada… tuttavia, non sono una bambolina a tuo piacimento» asserì, marcando nuovamente la serietà.
«Mi chiamo Anastasia Altair» aggiunse poi, mollando appena la presa sul suo peluche.
«Cosa ci fai sulla Terra? Come mai hai lasciato il Purgatorio?» domandó sebbene la strada non fosse un degno posto per parlare di argomenti tali.
«Il wasabi attenderà. Non sei ancora pronto per esso.»

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https://ask.fm/Eagle_Hawks/answers/153578529063

Eagle_Hawks’s Profile PhotoHawks
Ormai tante cose erano cambiate nella vita della non più tanto giovane Anastasia: era cresciuta in un batter d'occhio, fino a qualche giorno prima era bellissima undicenne, ancora nel pieno della sua infanzia, della sua ingenuità e creatività. Adesso invece, indossava le vesti di una adolescente seria e matura, palese che si porta un grande peso sulle spalle. E in effetti il suo ruolo era proprio quello di essere il più forte e bell'angelo del paradiso; il nuovo Serafino aveva fatto il suo ingresso al fianco del Padre, conoscendo i suoi simili, amando finalmente ciò che aveva sempre sentito é mai visto, un luogo che a pochi è permesso l'accesso, solo ai benedetti, ai puri. Anastasia aveva un volto grazioso, puro, una bellezza eterea, era proprio bellissima!
Ma certe volte non basta la bellezza bensì l'animo, e lei esprimeva l'anima più candida che il Paradiso abbia mai visto. Era molto fortunata lei. La sua persona non apparteneva solo alla Terra, all'amore per gli uomini e per la giustizia; faceva anche parte di quel famoso pianeta da dove, gran parte della sua famiglia, arrivava sebbene fossero anche loro terrestri. Purtroppo la ragazza non aveva ancora avuto modo di poter esplorare coi suoi bei rubini rossi il pianeta, dal medesimo nome originale della Terra: Gaia! Oh, Anastasia adorava quel nome! Lo trovava elegante, e dalle descrizioni della sua famiglia, Gaia II era prorpio elegante. Tuttavia quel giorno, l'angioletto, aveva messo da parte il suo compito da Serafino per dedicarsi un poco alla vita quotidiana, a quell'umanità che ancora non aveva perso e che sua mamma le aveva lasciato come dono particolare. Diceva che nei Bailey era difficile trovare qualcuno dagli usi e costumi della specie umana, per quanto simili potessero apparire, in realtà avevano sempre l'asso nella manica; e a sua mamma, in realtà, andava più che bene così. Ma voleva solamente che la sua unica figliola fosse speciale e non troppo diversa dai suoi simili. Entrambe erano entrate assieme nel mondo cristiano, con la Chiesa e con un Dio contrapposto alla scienza: per loro era sempre un dilemma, ma quest'ultima non la si può abbandonare! Accettarono ambe le religioni, trovando modo di combaciarle. Nella borsetta a tracolla, posizionata al suo lato sinistro, era semi-nascosto il suo adorato orsacchiotto di pezza marrone Cupcake, il quale camuffava la reale natura dell'Arcangelo Raguel nonché il suo angelo guida su queste terre vergini per lei. Erano assieme fin dalla tenera età. Tuttavia solo una volta egli aveva fatto la sua apparizione; ma adesso, ciò che si palesó agli occhi di Ana, nella sua più totale calma, allarmó persino l'Arcangelo stesso, il quale nonostante rimase nella forma di orsacchiotto, l'avvisó ugualmente di ciò che stava accadendo. Ana in quel momento era esterefatta, chiusa in una strana posizione.
«E-emh… sì» disse solamente all'uomo che nel frattempo le aveva rivolto parola. Lo sguardo di lui era severo, rigido.
«…lei sta bene?» domandó stranita.

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https://ask.fm/ChangeBodyButNotMySoul/answers/154843129761

ChangeBodyButNotMySoul’s Profile PhotoRanmaru Jeon (蘭丸)
Ana si trovò leggermente confusa alla sua risposta, ricordandosi poi che il ragazzo non amava propriamente assumere usi e costumi umani, probabilmente anche avere un indirizzo elettronico non gli era di grande aiuto né tantomeno di riserva. Poteva capirlo da una parte; eppure lei ci teneva a conoscere meglio Ranmaru, magari scambiarsi qualche messaggio, qualche e-mail… sarà meglio optare per qualche lettera: ma anche lì, se sprovvista di indirizzo, questa non sarebbe mai arrivata a destinazione.
Era un po' confusa sul da farsi, e ne pensó profondamente, lungo il tragitto della sua dimora in città, là dove zia Katherine la stava attendendo già da un po' probabilmente, seppur consapevole di dove Anastasia sia stata realmente per tutto questo tempo. Non era solita cacciarsi in qualche garbuglio strano, ma questa volta aveva -forse- trovato qualcuno con cui fare amicizia, beh qualcuno di interessante!
Tutta una la undicenne non si scoraggiò e anzi, le successive parole di Ranmaru la riempirono di gioia, più convinta del fatto che anche lui, magari, nutriva gli stessi pensieri della fanciullina; forse anche lui vedeva almeno una piccola parte di tutte le belle cose che vedeva Anastasia. Beh forse lei era un po' esagerata, piena di affetto da donare a modo suo alle persone, ma il ragazzo non si era tirato indietro su ipotetici incontri futuri, le sue parole gliel'avevano fatto intendere — o per lo più, così lei ha interpretato. Questo voleva certamente dire che stava crescendo bene, che era una persona interessante non solo per la sua natura non umana bensí per il suo carattere; sua mamma sarebbe orgogliosa!
«Ah va bene» rispose inizialmente, scrollando ingenuamente le spalle, cacciando via un sospiro amaro. Guardó Cupcake, il quale parve sussurrarle qualcosa, ma in modo talmente impercettibile, da non esser riuscito a giungere nemmeno all'udito dell'undicenne.
Ci pensò da sola Ana, la quale prendendo coraggio, ribatté alle parole di Ranmaru.
«..beh sai, magari l'indirizzo di casa tua è troppo, ma non hai un telefono, un computer… qualcosa dove poterti rintracciare, ecco!» non demorse la ragazza e anzi, scavó fino in fondo ma non troppo, per non essere invadente o fastidiosa.
Nel mentre della conversazione, giunsero subito nella grande villa nel cuore della città. Era davvero immensa, nonno Jared come al solito esagerava negli sfarzi, eppure dava persino l'impressione di essere una dimora modesta ma mai come lo chalet sul lago, nel bosco.
Anastasia preferiva mille volte quest'ultima, immersa nella flora e nella fauna, in particolare nella quiete. Ma anche la villa in città non era da meno; il nonno l'aveva costruita per mamma e papà e la zia, quando ai tempi andavano a scuola — beh la mamma ancora adesso.
«Eccoci qua!» esclamò in fine, piantandosi davanti al cancello con un grande sorriso sul volto. «Allora ti aspetto, okay Ranmaru?» mormoró piano, timidamente… Anastasia non vedeva l'ora di rivederlo!

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https://ask.fm/ChangeBodyButNotMySoul/answers/154760977057

ChangeBodyButNotMySoul’s Profile PhotoRanmaru Jeon (蘭丸)
Furono fonte di riflessione le parole che il maggiore proferí alla giovane Ana; si era sempre chiesta cosa fosse, chi fosse, perché esistesse… probabilmente domande che chiunque, giunti ad una certa età e con un certo livello di maturità, si domanda, a partire dagli esseri umani, proseguendo.
Erano domande a cui difficilmente si trovava risposta, ma Anastasia aveva già tutto, più o meno: sarebbe stata un bellissimo angioletto, dalla sfaccettature sia terrene che non, dall'animo gentile ma giustiziero. Si dice che certe persone nascono con un destino già segnato, altri si creano da soli il proprio fato; ebbene Anastasia era una di quei pochi che avevano già il destino segnato e per quanto avesse potuto, in un futuro, tentar di mutare il suo percorso, in un modo o nell'altro sarebbe giunta al termine prestabilito.
Da una parte, la giovane, trovava questo noioso ma dall'altra non vedeva l'ora di scoprire. Chissà se anche Ran era come lei.
Malgrado ciò, questo piccolo problema creó forte sconforto nell'animo della giovane e si sentì tremendamente distrutta dentro. Ci teneva tantissimo ad andare al luna park col ragazzo, ma ancora una volta egli riuscì a salvare questa debolezza della fanciulla, confortandole il buon animo sensibile.
Il sorriso tornó subitamente sulle labbra di Ana, bello e solare, amichevole e puro come lei. Il cuoricino tornó a battere dalla gioia e non ci pensó due volte alla risposta da dare: era sicurissima!
«Torniamo un'altra volta Ranmaru, torniamo quando io sarò grande e tu sarai ancora più grande» rispose, forse troppo entusiasta nelle sue parole, ma cosa poteva farci? Questo era il suo pensiero attuale, la sua gioia presente, non poteva rinnegarla solo perché non conosceva la sua futura lei, così come non conosceva il futuro Ranmaru.
Magari sarebbero state ancora due persone diverse caratterialmente, o magari col tempo Anastasia avrebbe assunto un comportamento più temerario… chi poteva dirlo? Nemmeno il destino definiva l'evolversi di una persona; ciò che era certo era la sua purezza e la sua bontà, il suo senso di giustizia che fin da adesso aveva iniziato a dare i suoi frutti. Anastasia sarebbe diventata parte integrante di quelle immense comunità; un ponte per giungere da una parte all'altra.
«Adesso… adesso vuoi venire a casa mia? Ti faccio conoscere la mia zia super e poi, ti prometto che per oggi ti lascerò andare. Ma come posso fare per trovarti ancora?» chiese, desiderosa di sapere, di avere la possibilità di non venire meno alla sua promessa. Era un dovere per lei ma ancor di più, era una cosa che voleva fare personalmente, umanamente! Ranmaru era un ragazzo dallo sguardo enigmatico e appetibile agli occhi di chi sapeva guardare bene. Lei lo aveva capito… aveva capito quanto importante poteva essere avere un ragazzo come lui al proprio fianco.
«Mh.. sì sì, ti va?» ribadí successivamente, stringendosi Cupcake al petto magro, sorridente e amorevole.

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https://ask.fm/kaelgod/answers/154005920334

kaelgod’s Profile PhotoKaede Bailey
Il futuro era più vicino di quanto qualcuno potesse pensare. Oramai Anastasia, come chiunque, cresceva a vista d'occhio e già aveva raggiunto i suoi splendidi quindici anni, un'età là dove tutti desidererebbero rimanere; ma lei aveva ancora tanto da dare e al contempo da ricevere, metter radici adesso limiterebbe fin troppo la sua mente.
Sua mamma, tuttavia, a quindici anni aveva già raggiunto il pieno della Vita, amando e odiando tutto ciò che la circondava, persino sé stessa; oh, non che qualcuno sentisse il bisogno di vedere la giovane e bellissima Anastasia come la fotocopia di sua mamma, eppure dava l'impressione che l'adolescente avesse imboccato proprio quella strada. Fu una sorpresa anche per lei scoprirsi tanto importante per qualcuno.
Non si trattava solo della sua Natura, Ana era molto di più per la Terra… per Gaia II.
Ah, ma per il momento era meglio dedicarsi al suo pianeta nativo e tenere al sicuro ciò che, inevitabilmente, un domani crollerá.
Quella notte, però, la ragazza decise di perdersi tra i meandri del suo bosco e contemplare la Luna sotto un'ottica ben diversa, più matura e più aperta. Aveva sempre visto il mondo come una giostra su cui vagare e divertirsi sebbene non ignorasse completamente i malefici umani; era solo troppo ingenua per apprendere la conoscenza di ambi gli elementi, in particolar modo i suoi genitori l'avevano protetta dai traumi, i quali entrambi avevano vissuto: non potevano permettersi di vedere la loro unica figlia sofferente già in tenera età!
Anastasia era stata forte ed ora, poteva concedersi un pezzo di controllo autoritario, nonostante da imparare avesse ancora molto, moltissimo! Amava il suo bosco, amava la natura in generale; la flora e la fauna erano i suoi migliori amici quando, la sua vera persona, non c'era o era lei ad essere assente al suo fianco.
Chissà come era diventata, chissà se sarebbe piaciuta a Saieko anche adesso, sotto queste sfaccettature più serie ma ugualmente morbide, sotto la sua nuova Natura, sotto il suo comando… aveva fatto un po' di cambiamenti Anastasia.
Non saltellava più come prima, né tantomeno canticchiava più come prima; era rimasto il suo Cupcake stretto al petto, quel guscio che conteneva il suo "angelo custode", e non solo metaforicamente.
La sua aura era ben percettibile, non per la forza bensí per la purezza che Anastasia riusciva a emanare, tanto da saper attirare la curiosità dell'essere umano stesso.
Tuttavia, era certa che di umani in quel bosco non ve n'erano; difficilmente essi si addentravano, in particolare nel cuore della notte: che sia un disperso?
Si avvicinò, studiando prima l'essere, ed una volta "compresa" la sua Essenza, gli si mostró: seria sul viso ma dagli occhi benevoli, rossi come rubini magici.
«Ti sei perso?» gli chiese, tenendo uno sguardo alto e fiero, matura nonostante i soli quindici anni; era sempre stata grande dentro lei. «Hai bisogno di aiuto? Come ti chiami?» aggiunse poi, stringendo Cupcake, priva di vergogna.

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ChangeBodyButNotMySoul’s Profile PhotoRanmaru Jeon (蘭丸)
«Temo sia... una reazione naturale» rispose sebbene non molto sicura della sua affermazione. Non si era mai posta il problema delle sue timidezze o dei suoi imbarazzi o più semplicemente cercava di ignorare questa realtà per paura di essere derisa o giudicata in malo modo, fraintendendo. Ranmaru era un ragazzo da prendere veramente con le pinze, ma anche Anastasia non scherzava, nonostante la sua giovane età e la spensieratezza che ancora la caratterizzava.
«La mia mamma era umana..» iniziò a parlare, mentre mosse i primi passi fuori da quel parco, orientandosi bene, alla ricerca del luna park da far visitare al ragazzo.
«..forse é per quello che spesso mi esprimo come tale sebbene io non lo sia» concluse successivamente, dopo una piccola pausa nella sua spiegazione. Poteva essere una ipotesi di giustifica al suo comportamento generale ma non era una teoria affermata; anche gli angeli stessi hanno sempre vantato di emozioni simile agli umani o spesso anche più amplificate in quanto amanti del Signore. Anastasia era proprio sprovvista di risposte a riguardo, e dopo i quesiti del ragazzo, iniziavano a non mancare anche nella mente della giovane.
Volle a tutti i costi delle risposte.
Ma in quel momento non potevi permettersi un tale privilegio, in particolar modo per la presenza della tigre in cittá. Non era certo un animale che non dava nell'occhio e al luna park sarebbe stato un vero casino: non avrebbero mai permesso ai due giovani di entrare con la tigre ed era sicura che sarebbe sorta una guerra tra il quadrupede ed il ragazzo e Ana, tutto questo, voleva evitarlo. Si fermó di colpo, poco prima del ciglio della strada, con aria dubbiosa espressivamente dipinta sul volto.
Ci aveva pensato troppo tardi, e adesso? Come poteva migliore a questo errore?
«Emh..» si schiarí un attimo la voce, comprendendo questa volta il suo stato di imbarazzo, dovuto all'errore non progettato in partenza. Se solo avesse allargato gli orizzonti della città come suggeritole da sua zia... a quest'ora avrebbe potuto fare quello che voleva assieme a Ranmaru e senza il bisogno di dover pensare alla bellissima tigre.
«Non possiamo.. andare al luna park» Mormoró sottovoce, guardando fissa il marciapiede, sebbene il volto dispiaciuto fosse ben visibile agli occhi eterocromi del ragazzo. Si sentì fortemente in colpa per il disguido, un errore compiuto da lei stessa.
Era talmente eccitata dall'idea di poter condividere una nuova esperienza assieme al maggiore che non aveva conteggiato, accidentalmente, la presenza dell'animale.
«Le tigri non posso entrare al luna park..» si spiegó poi. La voce era flebile, tremante e strozzata; cercó di trattenere i suoi tumulti, i quali si erano espansi nel suo cuore giovane e infranto. Era un'ingiustizia, e adesso? Come poteva permettere a Ranmaru di vivere qualcosa di bello come il luna park? Quella doveva essere un'esperienza indimenticabile per lui, eppure Anastasia era riuscita a rovinarla, nonostante l'inconsapevolezza.

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Che tipo di abbigliamento preferisci: comodo o elegante?

«Molto semplice, nulla di troppo esaustivo.» rispose la ragazza, con tono fermo e maturo, accennando ugualmente ad un fievole sorriso. Anastasia era cambiata e non solo esteticamente, ma questo non faceva di lei una sconosciuta: era pur sempre cresciuta tra gli insegnamenti umani di sua mamma, ed essere un Serafino scelto non le dava il diritto di mutare la sua essenza primordiale.
Che tipo di abbigliamento preferisci comodo o elegante

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Saieko_Otis
Anastasia si tormentava con troppi pensieri negativi, pensando ad un futuro che ancora non le apparteneva; cosa sarebbe successo una volta completato il suo ciclo tortuoso?
I pensieri suoi si sarebbero fatti più fitti e a salvarla, probabilmente, sarebbe stato quel Paradiso a lei ancora ignoto.
Ma chi decideva quando e come?
Scosse piano la testa, sorridendo dolcemente all'amica quand'ella le lasció quel bacio sulla fronte, donandole armonia.
Saieko aveva un grande potere su di lei. Il loro legame era fortissimo e Ana teneva alla corvina in modo smisurato: erano queste le sue paure. Lei apparteneva a Dio per un certo senso, la paura di poter perdere Saieko era incomprensibile persino all'amica stessa. Certe filosofie non valgono, quando d'inanzi si manifesta il Dio Onnipotente e Onnisciente!
A tirarla via dal suo dolore fu Kadoc stesso, il quale pronunciò la natura ancora indefinita di Anastasia. Sorrise la fanciulla, carezzando nuovamente il viso del piccoletto; oh Kadoc non crescere mai!
Lo adagió sul divano, sempre tra lei e l'amica, unendo poi le sue mani al grembo, sorridente ma con un velo di amarezza.
.. quanto le faceva male quel "per sempre".
Perché avevano fatto di lei qualcuno di importante? Perché avevano scommesso tanto su di lei? Oh non fraintendiamo, Anastasia era fiera del suo essere, era il perfetto frutto d'amore tra Damon e Lain, due animi opposti in grado di completarsi; ciò che non trovava giusto erano le differenze sociali: Saieko era buona ma dentro sé sentiva il peccato flagellarle le viscere… avrebbe combattuto per lei, anche a costo di lasciarci il sangue.
Respirò! Il suo respiro fu uno di quei soffi di quiete e di benessere; aveva scacciato per un po' la tempesta nei suoi tarli, permettendo al sole di prendere posto.
«Nemmeno io ti lascerò mai Saieko e non voglio neanche lasciare tuo fratello. Tu sei la mia migliore amica e lui é un bambolotto bellissimo, con due occhietti uguali ai tuoi.» Mormoró vitalizzata da un'energia calda e angelica, quasi potente; avrebbe potuto dar fastidio a loro ma in quel frangente, la sua luce brillante, erano le emozioni da lei espresse unicamente per loro.
«Prometto che diventerò grande e diventerò forte e potente non solo fisicamente ma anche per far sì che alcuna creatura del Paradiso possa far voi del male.» ed era tanto quello; probabilmente non da parte di Anastasia ma era tanto…
Nessun angelo di Dio poteva permettersi relazioni con i demoni, indipendentemente da! Si finisce per cadere giù, cacciati dal giardino della Grazia e vivere nelle viscere sofferenti dell'Inferno; é questa la più grande paura. Si alzó in piedi, con Cupcake sempre tra le sue braccia.
«Ora peró devo andare, ci vediamo presto prestissimo, okay? Verró io, ve lo prometto! E spero di vedere Kadoc più grande» disse, consapevole che anche lei qualcosa sarebbe cambiato… e la paura era tanta, un po' folle forse, ma credeva nelle parole di Vados e di sua mamma.
«Ciao amici miei, vi voglio bene!»

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«Anaaa~ tei tupeee- beittima tu. Ma io porto bede/e le tue ali? Tono come que/e di nonno?» e l'ingenuità della piccola Nassie aveva colpito ancora ma di più, la curiosità nelle cose belle e Ana era la cugina bellissima.

Nessiebailey’s Profile PhotoRenesmee
«Ness!» esclamó euforica la giovane adolescente, accogliendo la piccola tra le sue braccia – che tanto piccola non era.
Anastasia non aveva mai sfiorato nulla di così tanto morbido in una persona; ricordava tanto una bambolina o ancor più bello, il suo orsacchiotto di pezza.
Dalla mano, Ana le mostró una caramellina alla frutta, di quelle morbide, in gelatina; gliela regaló per il bellissimo complimento fattole, annuendo più facilmente al piccolo quesito che la cuginetta le aveva posto.
In effetti, Renesmee era come il suo papà o gli altri membri della sua famiglia; certo, la sua luce era amplificata rispetto agli altri Serafini ma la sua preoccupazione era dovuta alla natura ancora piccola di Ness. Avrebbe resistito a tutto quel bagliore?
Scrolló le spalle, dubbiosa sul da farsi. Poi, un'idea le balenó nella mente, trovandola come la soluzione migliore.
«Quando diventerai poco più grande potrai vedere le mie ali. I tuoi bellissimi occhietti adesso sono ancora un po' fragili. Ma se aspetti ti prometto che ti farò vedere le mie ali e voleremo insieme!» esclamó, promettendo davvero, sul suo Dio.
Un segno della croce sul cuore, che per Anastasia valeva più di mille parole.
Ci ricavarono entrambe — forse più lei che la piccolina, ma ogni volta era torturata e combattuta dal dolore delle ali; doveva trovare una soluzione, con Raguel magari.
«E tu dimmi, come stai Ness? La mamma Illyasviel? É col mio papà su Gaia II?» Anastasia si tuffó sulla conversazione, ignorando per un attimo la giovane mente libera che aveva davanti; ah! Renesmee era proprio un toccasana per la sua famiglia, soprattutto ora che tutti quanti avevano un lavoro da fare e la presenza sulla Terra, dei loro animi, scarseggiava.
Ne sentiva tanto la mancanza; ma come poteva lei prendere decisioni affrettate e incoscienti? No no, non avrebbe fatto il passo più lungo della gamba, era / giusto / così.

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ChangeBodyButNotMySoul’s Profile PhotoRanmaru Jeon (蘭丸)
Anastasia sbiancó nuovamente alla sua affermazione tanto diretta; si era sentita sprofondare nelle viscere del ridicolo e.. oh!, quanto avrebbe voluto fuggire via da lì.
Era stata condannata; ma come poteva non comportarsi così? Era stata solamente una reazione umana, era valida come giustificazione dalla sua parte?
«Non é nervosismo» lo corresse, dopo aver accumulato un profondo respiro lento, rilasciato piano piano tramite le parole, scandendo bene le sue pause; la voce si fece appena più profonda, ma ciò nonostante risultò ugualmente fanciullesca e cinguettante, ornata dal suo bel sorriso angelico sulle labbra.
«É umanitá, timidezza… lo si confonde spesso col nervosismo ma non é pienamente nervosismo, si può dire che ne sia una caratteristica» si espresse più sorniona, stringendosi al petto il suo pupazzo; in quel momento si poteva ritenere "nervoso" il povero animo di Ana, tenuto tanto sottopressione per quella povera figuraccia – ma soprattutto per la risposta appena proferite al maggiore.
E come se non bastasse, un'ennesima botta scalfí il grande cuore della giovane; si sfioró le labbra, chiedendosi se avesse veramente esagerato: perché non poteva chiamarlo Ran? …era ancora un po' ingenuotta Anastasia, e se lei dalla sua considerava il ragazzo già suo amico, questo legame non era assicurato anche dalla sponda opposta.
Doveva andare passo dopo passo.
Aveva avuto a che fare solo una volta con una persona del sesso maschile, al di fuori della sua famiglia.
Non poteva perdere così facilmente. Il suo buon animo la inducevano sempre al meglio; gli angeli esistevano per questo, indipendentemente da quale sia la creatura: non si guarda in faccia a nessuno.
Una filosofia discreta, da poter adottare con Ranmaru; per Anastasia che era alle prime armi non doveva essere tanto difficile.
Si decise di optare per il luna park, dopo aver chiesto scusa per il suo comportamento: magari Ran non gli piaceva; non le avrebbe fatto male pronunciare gioiosamente il suo nome per disteso; lo trovava molto bello, così come lo era il ragazzo esteticamente: bello e particolare, alto e slanciato, dalla mente brillante e scalatro… questa caratteristica aveva attirato molto la curiosità di Ana.
«Allora, visto che é la prima volta per te, vorresti venirci con me?» chiese, nuovamente suscitata da imbarazzo, timidezza. Non ne sapeva realmente i motivi; non che fosse sempre tranquillo il suo cuoricino nel petto, ma non era così avventato al punto da sentirsi cedere le gambe per aver proferito una misera frase.
Lei però era quella più piccola; la ragazzina al fianco di un ragazzo, di un bel ragazzo!
Chissà a scuola quante sono le fanciulline che gli fanno la corte, come nei libri.
Ah, lei aveva tanto amore per il suo Dio; ne era proprio devota, anche se gli errori li aveva commessi pure lei! Ma erano per amore, per una buona causa; non avrebbe lasciato la sua migliore amica solo perché demone.
«...quindi, vuoi venire?» ripeté in un sussurro soave.

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Seraphinus || Justitæ Angelus

anastasiabaileyb’s Profile PhotoAnastasia Altair Bailey
[…]
Non so come descrivervelo, amici miei.. il Paradiso, anche per Dante é stato quasi impossibile. Io ho avuto la divinazione dei miei simili, loro mi hanno accolta osannando l'amore del nostro Dio Onnipotente, hanno carezzato le mie membra e le hanno benedette.. la Vergine Maria mi ha offerto le sue labbra e mi ha baciata sulla fronte; da quel giorno sento forte vibrazioni nel mio petto. Io non so se esistono aggettivi tali da appellare alle mie emozioni provate.
Raguel non mi ha mai lasciato la mano... abbiamo camminato nei giardini paradisiaci, ed é vero che il Paradiso é rigoglioso di serenità, armonia, passione ed uno stato di grazia che solo i meritvoli possono provare.
Sono stata al cospetto di Dio. L'ho amato e venerato subito e mi tornarono in mente le parole di mamma Lain, lei che ne sente i suoi sussurri ma per lei, la vista é cieca con Egli. Ora io posso capire, ma ahimé non rimembro; quanto dolore mi fa ciò.
Serafino... sono le uniche parole che mi pervadono i meandri della mente, echeggia giorno e notte quella parola, unica che mi è concessa ricordare nel colloquio col mio Signore unico.
Sapete amici, io sono sulla Terra perché ho un compito e finalmente posso capire cosa intendeva Vados quel giorno di pianto; ma ero piccola ed ingenua ed ignorante. Oggi conosco le meraviglie, oggi si proiettano ai miei occhi le verità nascoste dei Testi Sacri ed io, ho_ il potere_ tale per rivoluzionare e giustiziare questo mondo in nome di Dio, per lui e per sempre, nei secoli dei secoli.
Amen, amici miei e che le vostre anime siano benedette.

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Seraphinus  Justitæ Angelus

«[…] I cerchi primi t'hanno mostrato Serafi e Cherubi. Così veloci seguono i suoi vimi, per somigliarsi al punto quanto ponno; e posson quanto a veder son soblimi. Quelli altri amori che 'ntorno li vonno, si chiaman Troni del divino aspetto, per che 'l primo ternaro terminonno.» -Dante

vadosangel’s Profile Photo.[V].[Ä].[Ð].[Ö].[Ş].
Il Paradiso non è sempre stato quel luogo sereno e benedetto che il nostro Dante scrisse, e quest'oggi vorrei raccontare la storia che mi è stata impressa sulla pelle. Io sono Anastasia Altair, serafino e devota al mio Signore Onnipotente e angelo della giustizia di Gaia II.
Sapete, sembra tanto da dire ma per noi angeli in realtà è poco.. non posso raccontarvi molto di come si espande il giardino su Gaia II, un pianeta simile alla Terra ma tante tantissime volte più grande; o così mi narra papà quando a volte faccio i capricci e lo obbligo a raccontarmi la stessa storia quasi tutte le sere, prima di andare a dormire - hey ho 15 anni, mica sono tanto grande!
Comunque, dicevo, che ora vi racconterò la mia storia del Paradiso ed entrerete con me in questo viaggio: ah no, non sono sola, il mio compagno di avventure Cupcake, anche lui è stato mio complice nell'esperienza paradisiaca, e in realtà.. non si chiama Cupcake, scherzetto! il suo vero nome é.. Raguel, nonché l'amico di Dio, proprio così. Indovinate? Lui é l'Arcangelo che rappresenta la giustizia, buffo no?! Come me! Siamo proprio perfetti, per questo é il mio compagno di avventure da quando sono piccola.. mi é sempre stato affianco anche se io non lo sapevo.
E' accaduto un giorno.. la primavera era appena spuntata e i primi fiori germogliavano nel giardino di casa, lo chalet di nonno Jared. Ero appoggiata sul davanzale della finestra a guardare l'acqua cristallina del lago, con ovviamente il mio orsacchiotto tra le braccia - anche lui doveva guardare. Era bellissimo e magico... ma improvvisamente sentii il corpo pervadermi di un dolore straziante e urlai e piansi disperatamente ma nessuno mi sentiva, nessuno corse da me per aiutarmi. Dovetti arrivare al punto di vedere il buio prima di poter sfiorare la luce. Sapete, il Paradiso è diviso in cori e in ognuno di essi, di sottofondo, vive una "musica delle sfere" che varia, semplicemente perché ogni gerarchia é identificata con una delle orbite degli astri, dalle quali proviene un coro, un'armonia recondita. Ecco, io sono un serafino e sono l'angelo più vicino a Dio, colei che riceve in forma immediata (assieme ai miei simili ovviamente) le idee e le direttive con cui far evolvere un complesso cosmico. I serafini vivono nel cielo Empireo o Cristallino e noi, in forma angelica, emaniamo una luce così potente e brillante, che nessuno, se non occhi divini, può guardarci.. ma con voi non lo farò, non preoccpatevi! Noi regoliamo il movimento del cielo con la nostra voce, e ardiamo di amore e zelo per Dio.
Dopo di noi ci sono i Cherubini, e i Troni. Nella seconda sfera ci sono Dominazioni, Virtù e Potestà; mentre nell'ultima sfera, ma non meno importante, vi sono Principati, Arcangeli e infine gli angeli. Ecco di loro purtroppo adesso non posso parlarvi, dobbiamo entrare nel Paradiso.
Raguel mi accolse tra le sue possenti braccia. E' un Arcangelo bellissimo, dalla chioma lucente e due occhi che ricordano il ghiaccio e l'immenso mare.
[…]

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I cerchi primi thanno mostrato Serafi e Cherubi Così veloci seguono i suoi vimi

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deepobscuremere’s Profile PhotoAmi Sawada
|| aspetta… mi fa male, no! ..basta. ||
Tanto era il dolore che germogliava nel petto della giovane Anastasia, così come tanto era il dolore ogni volta che le sue ali si rivoltavano al suo volere e spiccavano nella loro maestosità, squarciando quelle pelle morbida e liscia, candida come la neve.
Piangeva Anastasia… piangeva per il dolore e teneva stretto Cupcake, al petto. Il suo orsacchiotto di pezza marrone era l'unico che poteva capire quel dolore; lei era certa che vi fosse qualcuno all'interno che sorvegliava su di lei come un angelo custode. Sua mamma ne aveva uno simile ma in quanta Santa, a vegliare su di lei, v'era un'altra Santa: chi non vorrebbe Giovanna d'Arco come sostenitrice? Punto di forza per ogni scelta, ogni decisione. Un po' Anastasia cercava di riprodurre il comportamento della madre, ma quando questa se ne accorgeva la rimproverava millantando la sua forza e la sua importanza! Anche la sua madrina Vados le esprimeva le medesime parole, e lei a quel punto crollava con la testa in gran confusione. Aveva appena varcato la soglia dell'adolescenza e già si sentiva insicura di sé stessa, piena di domande che mai avrebbero avuto risposta, piena di problemi che non avrebbero trovato soluzione; quanta importanza il mondo aveva deciso di darle? Se solo il suo Signore l'avesse aiutata un po' di più… la fede, sì; quanta fede poteva avere verso L'Essere che però ancora non le aveva lasciato alcun messaggio? Si strinse ancor di più a Cupcake mentre passeggiava tra i sentieri rigogliosi del bosco, tra un passo felpato ed uno saltellato, scacciando quei brutti pensieri intenti a lasciare il posto ai bei ricordi ingenui ed infantili.
Era bastato un attimo per riempirsi l'animo di tristezza, non che Anastasia fosse veramente triste, nonostante tutto aveva sempre il suo sorriso angelico ad ornarle il bel visino, ma gli occhietti talvolta lasciavano una scia amara nei rubini grandi.
Si canticchiava nella testa una qualche preghiera melodiosa, pensando a quanto sarà magico poter ascendere al paradiso o visitare quel pianeta ancora ignoto!
Uffa… ma per lei sarebbe mai arrivato il momento di compiere il giusto passo?
Era cresciuta, quanto doveva aspettare?
Diventare adulta? ..era da un po' che non vedeva più la sua migliore amica e questa distanza le faceva male; voleva mostrarle quanto era cresciuta e quanto appena più matura si fosse fatta: le sarebbe piaciuta?
«Oh Cupcake, cosa posso fare?» gli domandó, sebbene la domanda fosse rivolta a sé stessa. Trovava conforto nel colloquiare col suo orsacchiotto; lo riteneva addirittura più saggio di certe persone! Il suo compagno si era esteso in una grandissima campagna colorata e fu bellissima quella visione tanto che il sole arrivava in picchiata e dovette cercare l'ombra, riparandosi magari sotto un albero. L'unico, purtroppo era già occupato da un ragazzino triste e solo, come lei in quel momento. «Posso sedermi?» Mormoró, indicando lo spazio fresco accanto a lui e gli sorrise sorniona.

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Role pt.2 to: @Saieko_Otis

anastasiabaileyb’s Profile PhotoAnastasia Altair Bailey
Io prediligo il bene e la giustizia come mi hanno insegnato i miei genitori, come mi ha insegnato Dio e Gesù e tutti i suoi angeli.»
Disse a pieni polmoni, seria e un tono di voce ben più adulto, maturo. Anastasia aveva sempre usato il suo cervello per pensare diversamente rispetto ai suoi coetanei. Forse era la Bibbia ad averle dato una spinta in più o forse era stato il suo peluche di pezza che spesso le faceva scherzi parlandole addirittura – si sentiva pazza in quelle circostanze uniche.
Ma ciò che voleva dire lei alla sua amica, é che ad ogni modo mai l'avrebbe ferita: angeli e demoni sono come vampiri e licantropi: due nemici di natura. Tuttavia, per quanto Anastasia fosse un serafino, Saieko non era una demone pura e avrebbe fatto di tutto per mettere Dio nell'ottica che la sua nuova prescelta non avrebbe commesso alcun peccato al punto di divenire una caduta.
l'Onnipotente é rigido, per quello la giovane si mise nell'ottica di contraddire l'amica sulla fusione di sua zia; non doveva commettere alcun errore, Cupcake glielo diceva sempre.
«Tuo fratello é davvero il demone più bello che una creatura di Dio possa aver mai visto» pronunciò, guardando prima Kadoc e poi l'amica con una dolcezza tale da aver riacceso la sua luce calda attorno ai due fratelli, coccolando loro del suo amore angelico. Avrebbe osato fare la rivoluzione lei probabilmente, invocando cristianesimo, Cabala, ebraismo e tutte le sue discendenze: lei era la Giusta.
«Anche lui si può trasformare in un bellissimo lupo come te, Saieko?» le domandò successivamente, energica e super sorniona, avendo messo da parte i suoi profondi pensieri; non era ancora ora.

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Role pt2 to SaiekoOtis

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Saieko_Otis
La giovane Anastasia inizió a farsi l'abitudine nel tenere il piccolo Kadoc tra le sue braccia, e anche egli pareva non dispiacersi del rigido contatto con lei.
Emanava aria poco affidabile, tentennante; ma era comprensibile il motivo: non aveva mai tenuto tra le braccia un neonato e l'idea di poter essere poco coccolosa e/o amorevole, le metteva i brividi. Ma Saieko non si tiró indietro nel complimentarsi con lei e così fece anche Kadoc, il quale mutó il suo serio sguardo in uno più morbido, sorridente quasi amichevole.
Sicuramente lui era stato il primo a comprendere la paura della giovane; una paura che non solo derivava dalle loro nature diverse, bensí da un aspetto umano.
Malgrado le parole rafforzative che la sua adorata amica proferí, Anastasia sapeva bene qual era la realtà del suo mondo non ancora definito. Da una parte aveva un compito, dall'altra ne aveva un altro e si trovava sempre in difficoltà sulla scelta è sul tipo di comportamento. Ancora non aveva trovato il suo angelo guida; lo sentiva ma non sapeva come indirizzarsi. Da dopo il battesimo… da dopo la visita di Vados… tutto per lei si era fatto più difficile e farsi comprendere le era impossibile: non si capiva nemmeno lei in primis, come poteva aprire le porte a qualcuno?
Non voleva essere vista come la persona fragile, quella Bailey indifesa.
Sua mamma e suo papà l'avevano cresciuta per permetterle di diventare qualcuno di importante sia in Paradiso, sia sulla Terra che su Gaia II.
Ah, ci aveva litigato un po' col padre per quel pianeta a lei ancora estraneo, ma le aveva detto di fidarsi dunque, come potersi tirare indietro alle parole morbide del padre? Aveva ancora i brividi ma questa volta il suo cuore era più calmo.
Non avrebbe /mai/ negato l'amicizia e l'affetto di Saieko e nel caso, un domani, di Kadoc, il loro legame Dio suo Signore lo avrebbe compreso; ma le loro nature erano troppo opposte e la realtà era quella.
Non poteva indietreggiare Anastasia, aveva fatto un giuramento.
«Temo però che tua zia non potrà mai essere una pura del paradiso. Gli angeli sono solo messaggeri dell'essere umano, anche in Paradiso esistono gerarchie ed io…» si fermò. Le sue parole le aveva espresse in un sussurro rammaricato, triste.
Nei Testi Sacri si narrava senza censura delle guerre tra angeli e demoni, tra inferno e paradiso e di certo Dio non schierava l'esercito degli angeli, bensí erano la prima e la seconda sfera ad esseri mandati per vincere e vinceva sempre il bene!
Non era la guerra ciò che cercava, specialmente non verso la sua migliore amica e la sua famiglia; ma lei era nata per adempiere ad un dovere divino, espresso personalmente dall'Onnipotente; cosa diventerebbe se non fosse all'altezza del suo compito? Non voleva pensarci eppure le parole di Saieko l'avevano messa in quella condizione, così come l'innocente e candido sorriso del piccolo Kadoc.
«Io non voglio farvi del male, io non voglio perderti Saieko e lotterò per questo! […]

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Anastasia, nonostante sembrasse persa tra i suoi pensieri o attenta solo alle parole proferite dal ragazzo, osservava molto profondamente Ranmaru, senza perdersi alcun dettaglio, nemmeno quello frivolo.
Piano piano stava raccogliendo informazioni sul maggiore, e la frutta poteva essere un punto a vantaggio per lei, specialmente quelle banane che egli tenne da parte su un primo momento, per gustarsele poi, come fossero la prelibata ciliegina sulla torta: per lo meno non era comune agli altri… già, come se lei conoscesse chissà chi per potersi permettere di "giudicare" Ranmaru in base a degli stereotipi banali. Non era così che sua mamma Lain l'aveva conosciuta, ma si poteva davvero dire il contrario?
Anastasia tuttavia si era basata sulla sua famiglia. La maggior parte dei componenti Bailey erano conosciuti per essere grandi divoratori, sua cugina Illyasviel, ad esempio, era un pozzo senza fondo come il padre di questa ovviamente. Il papà di Ana, era un uomo molto sobrio, seppur ben stravagante ed un po' unico nel suo genere — e non sono persona da parte io!
Chiunque lo avesse conosciuto opzionava tra soli due unici sentimenti: odio o amore.
Non c'erano molte vie di fuga.
La ragazza finì poco dopo Ran di bere la sua bevanda fruttata, e come egli fece, anche lei buttó accuratamente nel cestino il contenitore, stando attenta a centrare quello giusto: oramai anche in Giappone la raccolta differenziata era ben rigorosa e Ana non avrebbe mai rovinato un grazioso parco come quello.
Tuttavia, la domanda che seguì lasciò la giovane un po' pensierosa. Difficilmente metteva piede in città e quelle poche volte era sempre accompagnata dalla zia, la quale la portava a destra e sinistra, in particolare dentro negozi che poco le interessavano ma con la corvina si divertiva sempre, non poteva negarlo.
«Mmh..» mugugnó solamente, guardandosi attorno per non puntare i suoi rubini negli occhi eterocromi del ragazzo, imbarazzata da quella domanda che ancora era priva di una risposta.
«Io ecco… io solitamente sto in laboratorio con la mia mamma. Lei mi insegna la tecnologia e tutti i suoi esperimenti, collegando le fondamenta della scienza. Sono un'aiutante di laboratorio…» si espresse mormorando, ridacchiando quasi forzatamente alle sue ultime parole, cercando un appiglio divertente che però risultó ben scadente, forse pessimo per una mente raffinata come quella di Ran.
Non era molto brava con le battute lei, avrebbe dovuto prendere dalla cugina o dallo zio Jay, assolutamente geniali con il divertimento; chissà se strapperà mai un sorriso divertito al bel ragazzo. Ne era un po' imbarazzata ma si rilassó, ammirando la semplicità del parchetto che anche lei avrebbe arricchito e/o aiutato.
«Ran, sei mai andato al luna park? Sai, io ci sono stata da piccola ma ne conosco uno molto speciale» disse, consapevole di quanto fosse riservato il ragazzo e su questo ne era prevenuta; la sua mente aveva già elaborato un piano in caso avesse accettato.

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