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Astrid Reonhato

🌼 pt.2 🌸 @levireonhato

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*Presero posto a tavola e il cameriere portò loro il menù del giorno. Ah.. era così invitante che solo i nomi mettevano già l’acquolina in bocca.*
- io devo assolutamente provare il risotto coi funghi. È come se fossero nell’aria, mi stanno chiamando.
Tu cosa ordini stupido fratello?
*Molto probabilmente avrebbe trascorso la restante giornata a insultarlo senza riguardi.*
- né senti, dopo andiamo in esplorazione?
Il nostro itinerario ha inizio domani, oggi abbiamo il pomeriggio libero e poi, contando le ore di volo, non sarei in brado di muovere mezzo muscolo. Ci compriamo le attrezzature che ci servono e poi so che qui c’è una sorgente termale naturale..
*Astrid la sapeva stranamente più lunga di quel che voleva ammettere, come se già avesse programmato tutto. E come ammiccò per quella sorgente termale!
Infine ordinò il suo risotto e una bottiglia di acqua naturale e si godette il meraviglioso panorama montano.*
pt2  levireonhato
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Latest answers from Astrid Reonhato

-Piccola e dolce Astrid, le mie rosee aspettative su di te sono state abbondantemente superate- Un fiume di parole che sanno dove andare, ruffiane come un gatto che si fa accarezzare, è il sibilo del serpente infernale -E se ti servissero consigli, Myenka è a tua disposizione- In ogni posizione.

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*I demoni ribussano alla porta.
Dicono che si torni sempre dove si è stati bene – e se Astrid, di Myenka, benché ignara che fosse l’artefice delle sue peggiori malefatte, continuava a portare con sé quell’alone di mistero che la sua povera testolina ingenua non riusciva a decifrare. E anziché tenersi debitamente alla larga, si tuffava a capofitto in quella che era la tana del lupo – e lei, agnello sacrificale.*
- oh... ohohoho∼ ma cosa vai dicendo Myenka
*L’imbarazzo l’assalì, colorando le guanciotte di un rosso intenso, porpora, a giungere perfino sino alle orecchie. Nascose il viso tra le mani – e cosa sei, un’adolescente? Sempre e comunque – Myenka rimarrà un grande punto debole.*
Piccola e dolce Astrid le mie rosee aspettative su di te sono state

🍓 parte due 🍓 @Cloud2k23

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[...] Astrid, che il significato porta le stelle, amata dagli dei, quel medesimo scintillio che una volta ogni tanto schioccava negli occhi del padre. Le lacrime solcarono il viso della castana, che crogiolò in una lieta risatina isterica; Yuna, con un solo cenno, a fingere che avesse previsto tutto e infine il corvino, inespressivo e impassibile per chi non lo conosce, ma che invece stava già dicendo tutto. Schiuse la bocca, esalò un respiro; accavallò le gambe, i gomiti appoggiati sui braccioli della poltrona.*
J: «Tch!»
*Si limitò solamente, ma senza mai distogliere lo sguardo dal biondo. Era una sfida bella e buona. E per quanto Astrid desiderasse proferir parola, al contempo sapeva che intromettersi avrebbe solo smorzato l’atmosfera.*
J: «Sai Cloud (e che il cielo si apra per averlo chiamato col suo nome) alla tua età sono morto (ora inizia con le storielle depre). Ah, ma prima sono stato posseduto da un arcidiavolo (come se Cloud sapesse di che cosa sta parlando) ma non mi aspetto che tu possa capire. Tuttavia, capisco / io / cosa voglia dire essere posseduti, che è il caso di Astrid.»
*La castana puntò gli occhi verdi sul padre, fissi e commossi al contempo: dove voleva andare a parare? Lei non era posseduta da alcuna creatura infernale – ebbene no, ma peggio, sì.*
J: «Però sai.. non ho mai creduto nell’amore. O meglio, ho sempre pensato che uno come me non potesse né dovesse - specialmente - trovare l’amore. Lo pensavi anche tu, dico bene? Questo mio pensiero è svanito il giorno che ho incontrato la madre di Astrid, nonché mia moglie. E date le tue parole presumo sia lo stesso per te»
*Applausi per James e le sue frasi filosofiche alla Yuna.*
J: «Non dico che ti accetto, nessun uomo verrà mai accettato da me. Ma ti affido mia figlia, Cloud. Qui lo dico, qui lo nego. Perciò sappi che ogni ferita che le verrà inferta, che sia carnale o morale, io la infliggerò a te, due volte più forte. Che sia tu o siano gli altri.»
*L’uomo parlò, senza esitazione. Il tono della voce pacato ma al contempo rigido, velatamente minaccioso ma molto, molto rispettoso. Dominò lui, maschio alfa, padre di Astrid. Non aggiunse altro, non potè aggiungere altro, poiché Yuna nel bel mezzo del silenzio a cui si era promessa (il che è strano dato che nonna Yuna è una macchina da guerra), esordì con uno sbuffo, rivolgendo lo sguardo alla porta, come se stesse attendendo l’ingresso di qualcuno.*
Y: Sai Cloud, mio figlio non è cattivo. Ammetto che mi ha spiazzato, ma lo coprendo in quanto genitore. È solo un orso. Un can che abbaia ma non morde.. Sono contenta che Astrid abbia trovato un ragazzo come te, sono certa che sarà protetta da tutto quanto. E troveremo il modo per contenere la creatura dentro di lei. Abbiamo molte conoscenze noi
*Nonna Yuna riusciva a confortare gli animi, con la sua umile pacatezza, la voce amorevole che abbraccia gli animi pur rimanendo al suo posto, composta.*
- grazie di tutto, Cloud ❤︎
J: «Grazie di niente!»

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parte due  Cloud2k23

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*Astrid era profondamente grata della quiete che aveva impregnato l’atmosfera. Sembrava potesse crearsi - finalmente - una conversazione civile – che fosse opera di nonna Yuna? Il suo viso si spostava da Cloud a James, continuamente; di loro non voleva perdersi nemmeno un dettaglio – che bel grattacapo! Sospirò, cercando di medicare dolcemente le ferite del biondo, mentre nonna una si occupava di quelle di James; nonostante i borbottii di quest’ultimo, le coccole erano sempre state un suo punto debole. Sorrise nuovamente. Era un bel quadretto quello a cui stava assistendo e se finalmente Cloud poteva far parte della sua vita quotidiana, si chiese cosa avrebbero pensato mamma Laia e Levi di lui – specialmente quest’ultimo. E la curiosità di interpellarlo fu alta, ma il disagio le salì fino al cervello, bloccando ogni tipo di impulso – che il cielo sia lodato per una volta! Persa in questi pensieri interni, non prestò attenzione ai vari battibecchi che i due maschi si stava scambiando, sembravano veramente due ragazzini capricciosi e dominanti – aveva letto su una rivista per adolescenti, che il più delle ragazze - soprattutto quando sono fortemente legate ai loro papà - tendono spesso a cercare un uomo che gli somigli, e Cloud non era poi così diverso dall’uomo; non saprebbe affermare se essere fortunata o meno, James era una bella gatta da pelare (beata ignoranza di Astrid, lei che pensa di essere caratterialmente a posto). Ritornò coi piedi per terra in un momento cruciale: James puntava gli occhi vispi e glaciali sul viso di Cloud, più cercava di intimorirlo più il biondo parlava a raffica, come una macchinetta, pronunciando quel tipo di parole che nessuno - chi lo conosce - si aspetterebbe di sentire da lui.
Per certi versi, suo padre le ricordava Levi – la mela non cade lontana dall’albero, dopotutto.
Nonostante l’aria si stesse impregnando di imbarazzo - Cloud che cosa hai mangiato a colazione? Pane e amore? - Astrid rimase imbambolata, rapita dal suono che il biondo emanava, mentre elargiva i sentimenti e le emozioni più sincere. Aveva atteso una vita l’accettazione, quel tipo di amore che non nasce dalla carne ma dal di più, capace di farti morire. E credeva di averlo provato - ma n fondo al cuore non poteva negarsi che quello era illusorio, nato da un’ovvietà - mentre Cloud... lui era quella palpabile realtà di cui Astrid, anima fragile, necessitava per poter affrontare le sue giornate.
Aveva gli occhi a cuoricino, occhi incastonati nei suoi, mani nelle mani, a percepire il cuore palpitante suonare per lei. La bocca incurvata in un tenero e sornione sorriso, le gote armonizzate dal timido rossore, e James: padre di una famiglia che portava il cognome Reonhato, patriarca di quel quadretto, come poteva non essere contrariato a tutto?
‘’Questo matrimonio non s’ha d fare, né domani né mai.’'
Eppure.. eppure una scintilla luminosa trapassò i suoi occhi – e Astrid la vide, così come Yuna stessa la vide.
[parte uno]

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🍓 parte due 🍓 @Cloud2k23

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- perché gli hai fatto tutto questo?
«Se l’è meritato»
*James schioccò la lingua sul palato, accasciandosi sul divano con nonchalance. Sbuffò.*
«E non credere che abbia finito con te. Lo faremo di nascosto da Astrid, è ancora troppo piccola per / certe / cose»
*Ogni riferimento è puramente casuale. Riferimento che Astrid non colse e nella sua ingenuità, sbatte le ciglia come un cerbiatto tontolone. Portò del ghiaccio per il padre ed altrettanto per Cloud – Yuna li avrebbe lasciati alla loro sorte. Chi la fa, l’aspetti, dopotutto. E Yuna era più da punizione severa, il poliziotto cattivo.*
- papà, mi dispiace tantissimo per averti disobbedito così. Non ho dubbi che fossi in pensiero per me, ma non sono mai stata in pericolo
«Astrid... ogni volta che esci di casa sei in pericolo perché tu sei un pericolo. Hai la predisposizione a cacciarti nei guai. Figurati su di un altro pianeta, con uno sconosciuto. Sei tornata con un / coso / dentro di te»
*E James sapeva bene cosa significasse avere dentro qualcosa.*
- oh papà eddai.. mica sono così sbadata..
*Occhiata veloce a Cloud in cerca di sostegno.
Niente?
Nulla?
Antipatici tutti quanti.*
«E tu, porco spino dai capelli ossigenati, e se ora quel coso dentro di lei decidesse di distruggere questo pianeta e mia figlia? Ah, ma a te che te ne frega.. torneresti nel tuo mondo come se nulla fosse. Come faccio a sapere se quello che mi hai detto è vero? Soprattutto... che la / ami /.»
*Squillino le trombe.
Rullino i tamburi.
Sguardo minaccioso di James.
Occhi a cuoricino per Astrid e Yuna.
A te la mano, Cloud.*

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parte due  Cloud2k23

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*Lo scenario era diventato catastrofico – molto più di quanto era in origine. Per Astrid, poi, assistere a tutto questo fu uno sgomento ben maggiore: come avrebbe potuto fermare suo padre e il ragazzo che aveva portato a casa, dall’ammazzarsi a vicenda? Domanda ancora più importante: suo padre avrebbe seriamente ammazzato Cloud?
Tra loro ci fu un botta e risposta di pugni e nessuno dei due aveva intenzione di fermarsi né tanto meno di andarci leggero. Astrid lanciò velocemente uno sguardo in direzione di nonna Yuna la quale, al contempo sbigottita, sembrava non capacitarsi di quanto stava succedendo. Era il caso di fermarli? Certo. Il problema era il come – se solo ci fosse un uomo di casa per poterlo fare!
Sembravano due ragazzini nel pieno di un litigio per una ragazza – ne vale la pena? Ovviamente, dato che si trattava di Astrid. Ma le parole che proferì Cloud, quasi sull’orlo di una forte esasperazione, colpirono in pieno la castana e il suo cuoricino – dunque, sperò che potessero far centro anche nel cuore di James; peccato che egli, al posto di un cuore, avesse una voragine profonda.*
«Davvero pensi di potermi fare paura, porco spino? Quella è mia figlia!»
- ed è proprio perché sono tua figlia che dovresti smetterla di fare a botte con lui
S: ⟪Che sorprendente e meraviglioso scenario! Non mi aspettavo che in questo pianeta vi fossero creature tanto esilaranti. Oh, se solo potessi uccidervi tutti quanti.. ah, ma io posso!⟫
- no che non puoi! Sei nel mio corpo! E poi cosa stai facendo! Chi ti ha interpellato.. non vedi che siamo nel bel mezzo di una discussione familiare?
«Ma che cazzø è quella roba lì? Qualcuno mi spiega che diamine è successo? Mamma ma dove cazzø hai mandato mia figlia? Dov’è papà?»
Y: ottima domanda. Non so risponderti proprio. Felice che quanto meno abbiate smesso di farvi la guerra
*James abbassò la pistola – solo dopo aver sferrato un colpo secco in mezzo alla fronte del biondo. Era stanco e stufo – la vecchiaia iniziava a farsi sentire. Il problema Astrid riuscì a distogliere l’attenzione - per un attimo - dall’idea che si era fatta su Cloud. Avrebbe ripreso più tardi a torturarlo. Ma il viso rattristato e sgomentato di sua figlia lo stavano massacrando da troppo e ancora non riusciva a capacitarsi di quanto successo.*
«Qualcuno mi spiega - cortesemente - cosa è successo?»
- vedi papà... quando ero su Tera è sbucato fuori questo cattivo Sukuna. E io ho scoperto essere una specie di contenitore... e vabbè... hai capito... eh!
«Hai preso la scemenza di tua madre»
Y: a me sembra più la tua
«Ma cosa vai dicendo ma’?!»
- in poche parole Sukuna è dentro di me, io posso usufruire dei suoi poteri e tutto quanto
S: ⟪Il giorno in cui le oche pisceranno⟫
«Ti ammazzo»
- papà... dovresti ammazzare me
«Troverò il modo di ammazzarlo senza dover ammazzare te»
*Astrid si affiancò a Cloud, prendendo il suo viso tra le mani, carezzando delicatamente i lividi che stavano prendendo colore sul viso.*
[pt.1]

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🍓 parte due 🍓 @Cloud2k23

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*Esclamò sorniona Astrid, avvinghiandosi alla donna come un koala.*
- aaaah, hai sentito che stavo morendo di fame e sei venuta a salvarmi?
Y: oh no signorina! Direi che ti sei presa quanto più tempo libero possibile. Era ora di tornare a casa!
- ma io...
Y: ma io un corno!
*E quando nonna Yuna emette sentenza, niente e nessuno può contraddirla.*
Y: Cloud tesoro, è un piacere rivederti. Mi spiace che sia stato... come dire... improvviso! Ma era necessario. Non preoccuparti, mi sono presa la briga di avvisare i vostri amici.
*Nonostante le parole rassicuranti di Yuna, qualcosa nell'aria sembrò comunque mutare, una sensazione simile a quella percepita su Tera ma che aveva tutte le sembianze di un caos ineguagliabile e indescrivibile. Astrid, involontariamente - o non - rivolse lo sguardo verso la porta d'ingresso, la quale venne immediatamente disintegrata - il che portò la giovane, in un primo momento, a credere di essere lei l'artefice di tutto - ma quando la figura virile e incazzata di James fece il suo ingresso, persino Sukuna desiderò scappare via. Ah, ma Astrid è ingenua e alla vista del padre non poté che scattare in piedi, con un enorme sorriso a fiocco e gli occhi innamorati. Gli balzò tra le braccia, stringendolo forte e l'uomo in primis l'accolse, la strinse amorevolmente, sì assicurò che fosse sana e salva. Poi la serietà. Uno sguardo che nessuno vorrebbe vedere, uno sguardo d'ira tutto rivolto ad Astrid. Ed ella si intimorì, confusa dall'improvviso cambio del maggiore.*
- papà... sei arrabbiato?
J: «Mi chiedi se sono arrabbiato, Astrid?»
- dai papà, non adesso. Vieni che ti presento.. emh.. Cloud!
*Lei ci provò. Da piccola quando combinava qualche guaio le era sempre bastato fare gli occhioni dolci da cerbiatto per risolvere la cosa. Ma per quanto rimarrà sempre la piccola di papà, piccola non era più. Gli occhi di James erano accigliati, strette le fessure inchiodate sulla figura della figlia. Lesta fu la mano che si alzò, impattando violentemente sul viso della castana. Il suono che ne uscì squarciò il disagio, creando timore e angoscia, panico e paura. Astrid trasalì, con il viso girato dalla parte opposta, la mano tremante sulla guancia e gli occhi verdi inumiditi; le lacrime solcarono presto sul viso, preludio di un pianto sonoro.*
J: «Cazzø Astrid! Sei sparita per settimane senza dire una føttuta parola a tuo padre, senza prenderti la briga di un cåzzø di niente e ti aspetti che stia qui a farfallare e a conoscere il brutto cøgliønė che ti porti dietro?! Ma che cos'hai, cinque anni?! Hai idea di quanto io e tua madre ci siamo preoccupati, eh?!»
*Fu lo sbottare di un padre preoccupato. Per quanto si fosse imposto di non reagire così, l'amore che nutriva nei confronti della figlia era talmente immenso che in quelle settimane di assenza la paura l'aveva sgomentato.*

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parte due  Cloud2k23

🍓 parte tre 🍓 @Cloud2k23

astridreonhato’s Profile PhotoAstrid Reonhato
J: «Dovevi solo startene via qualche giorno con tuo nonno.. ma come stracazzo ti è saltato in testa di vagheggiare su di un altro pianeta, in un'altra dimensione, eh?!»
Y: James, ora basta!
J: «Basta un cazzo. Voi, e le vostre idee di merda. Ma come avete potuto affidare / mia / figlia ad uno sconosciuto?! Chi cazzo è mo' quello lì?!»
- papà aspetta.. non è come pensi..
J: «Ancora che ribatti Astrid?»
*L'ira è incontenibile.
L'ira è funesta, si abbatte sui propri cari con l'amore folle di chi perde il senno. E lo sgomento taglia il cuore, lo spezza. Entrambi erano feriti, coniugati dalle varie incomprensioni.
La mano dell'uomo nuovamente si alzò, senza l'istinto di voler riprovare quel dolore di poc'anzi, che aveva martoriato più lui che la figlia, ma in quel preciso momento, qualcosa toccò James in profondità:
S: ⟨⟨Azzardati un'altra volta e ti distruggo⟩⟩
James compì qualche passo indietro, allibito da quanto gli era successo e in un primo momento era certo di essere uscito di senno — si riprese, troppo perfetto per perdere la testa. Dunque, la risposta era solo una. Gli occhi glaciali si spostarono su Cloud, senza se e senza ma, pregiudizio nato da un illogico principio, si diresse verso di lui, lo afferrò per il colletto e lo tirò a sé.*
J: «Io ti ammazzo inetto di merda. Che cazzo hai fatto a mia figlia?! Che cazzo è il mostro che ha dentro di sé?! Tu sei morto!»
*Veloce come mai era stato finora, in tutta la sua vita, ripescando la fermezza da soldato qual era, estrasse l'arma dalla tasca puntandola alla tempia del minore. Il proiettile pronto per essere sparato.*
J: «Le tue ultime parole, mërdøsø stuprätøre di ragazzine?»
- papà... papà ti prego, cosa stai facendo? Non ucciderlo! Ti prego, ti prego...
J: «Astrid, amore di papà... vedi, in questo momento mi ci pulisco un po' il culø con le tue preghiere. Ora, voltati dall'altra parte. Farò veloce ma sarà un bel massacro»
*Incredibile come James riuscisse a mantenere una certa solenne sobrietà in questi momenti.*

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parte tre  Cloud2k23

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Cloud2k23’s Profile PhotoCloud Strife
*Notte lunga.
Notte intensa.
Notte che si era trasformata in giorno.
Giorno che portava con sé nuovi sapori e avventure.
Giorno che doveva essere iniziato con tutte le energie del mondo — badare bene però che Astrid era stata sottoposta ad una intensa attività fisica e che il suo stomaco era a digiuno da un numero ignoto di ore, quindi, direi che la sua reazione fu più che legittimata e per nulla esagerata.*
- c i b o ~
*Il formato zombie non subentrava da quella volta in cui Astrid aveva litigato con sua mamma e lei, per ripicca - ragazzina capricciosa! - si era messa a digiuno, scommettendo che sarebbe resistita e che avrebbe vinto lei, anche a costo di morire di fame. Un omicidiø c'era quasi stato! E anche questa volta stava succedendo, ignara delle sue azioni, la fame aveva preso il sopravvento, evocando il mostro che risiedeva in lei — altro che Sukuna!
________________
S: ⟨⟨Qualcuno ha osato pronunciare il mio nome invano? Vi stermino tutti quanti, sudici insetti insignificanti⟩⟩
- nessuno stava parlando con te! *Linguaccia*
______________
Evitato l'omicidio, Astrid rimase inerme nel letto, con la lingua fuori dalla bocca a penzoloni, gli occhi sgranati iniettati di sangue, le fauci secche e lo stomaco che intonava il borborigmo, in attesa di ricevere la pozione magica.
"È pronto" — veramente si aspetta che una come lei si alzi dal letto? In questo stato? Come minimo doveva portarle la colazione a letto: e invece no! Altro che gentleman, prima prende e poi manco dà! Quantomeno si era degnato di prepararle un banchetto coi fiocchi. A quella visione, Astrid non attese alcun permesso, e si rifocillò — buon sangue non mente, dopotutto è una Reonhato!
Tornata fresca e cristallina, eterea come una rosa, giovane fanciulla fatata e sorridente - come se nulla fosse - i due giovani cominciarono dovutamente la loro giornata — e cosa se non con una divertente mlmlmlmlml? No? Niente? Astrid aveva atteso abbastanza per ricevere la sua arma. Si incontrano con Zack e Tifa in città - sguardo ammiccante di lei, di chi ne sa una più del diavolo. Astrid imbarazzata dal suo sapere - tuttavia, passò poco che quel cielo sereno si ricoprisse di nuvole grigie e di cariche elettriche tempestose.*
- oh no, che peccato!
*Pigolò la giovane, portando gli occhi tristi al cielo. Ma perché mai due gocce d'acqua dovrebbero frenare il suo shopping sfegatato? Certo, due gocce di pioggia no, ma due mani senz'altro. Quelle scene alla spazio/tempo, tratte da film sci-fi e fantascientifici, che trattano quel magico mondo interdimensionale che tutto sa eccetto che di realtà; Astrid viveva in un mondo dove, effettivamente, le dimensioni esistevano e i due giovani che provenivano da mondi differenti ne erano una riprova. Ciò nonostante, essere sballottati improvvisamente è sempre uno shock e benché Astrid fosse tornata a casa, lo status confusionario le fu concesso. Ma alla visione di nonna Yuna, come si può non essere felici?*
- nooonninaaaa!!!~

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🍓 parte seconda 🍓 @Cloud2k23

astridreonhato’s Profile PhotoAstrid Reonhato
Il suono che i loro corpi battenti produsse, si schiantava con il rumore dell’acqua, creando un finale armonico, che si fondeva e orchestrava con il suono delle loro voci gaudenti e libertine. Si dilettavano in una danza tribale, s’abbandonavano ad un ritmo insaziabile e ingordo, senza riguardi per sé stessi, il solo ed egoistico desiderio di soddisfarsi, di raggiungere quell’apice nell’altrove assoluto.*
- oh sì Cloud, così!! Non ti fermare, ancora ancora
*La voce di Astrid scivolava in sonori ed acuti pigolii, ad echeggiare nell’aria, a rimbombare fino allo stremo, fino ad urlare quel piacere, senza espressioni. Le mani del maggiore che, ancora una volta, tastavano quel corpo formoso, percorrevano le curve sode e giovani, lisce e profumate. Le lambiva con la bocca, le gustava con le fauci e tutto di lui si riversava dentro di lei, infondendosi nella fiamma dell’amore che si alimentava nell’anima.
E lei si appagava, estasi etereo, puro come la miglior drøga.
La prendeva per le spalle, un corpo contro corpo che non si staccava più, e quasi non cedette per la frenesia superlativa, non si conteneva più. Tutto il corpo crogiolava nell’atto, desiderio carnale che superava lo spirito felino, offerta al pathos, ad un Eros viziato e affamato, a quei corpi che non consacravano null’altro se non unicamente soddisfazione.
Occhi che si decantano, parole che vengono pronunciate, sentimenti dichiarati nell’estremità dell’amplesso. Sospiri affannati che s’intrecciano, preludio ad un intenso bacio.
Astrid s’avvinghiò a lui come una bambina, assaporando la sua bocca, la virilità che la stringeva, avvalendosi del suo corpo, impossessandosi di lei – ormai definitivamente sua.*
- tenterò sempre la tua testa, la tua anima e il tuo amichetto qui sotto
*Gli sussurrò sulla bocca, mentre afferrava dolcemente nella mano il membro ancora gonfio e pulsante, stuzzicando biricchina il muscolo, la parte superiore, con le dita affusolate. Piccola vipera subdola, palese il ghigno divertito che contornava il viso. Leccò la sua bocca, il collo, morsicò l’incavo, le carni, petto contro petto, e dispettosa strusciò i loro sês.sï liberi, ma solo una scossa che si disperse nell’aria, come polline portato via dal vento.*
- ora però basta eh, pensi sempre a questo!
*Da che pulpito signorinella!*
- se continuiamo così, morirò.
Ora laviamoci seriamente
*Detto, fatto.
Lo girò e da brava donna gli lavò / per davvero / la schiena e tutto il corpo e così si fece fare altrettanto - senza strani pensieri, anche se il suo corpo è un ammiccamento unico - e dopo ore uscirono da quella doccia, alla ricerca del letto che mai era stato più invitante prima d’ora. Ci si tuffarono e Morfeo, che mai era stato più gaio, li accolse, cullandoli nel sonno profondo, accompagnati dal tiepido calore dell’alba. Persi, mano nella mano, a fare sogni dolci, a recuperare le energie, a sigillare un amore artefatto e passionale.*

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parte seconda  Cloud2k23

https://ask.fm/Cloud2k23/answers/173161098285 https://ask.fm/Cloud2k23/answers/173175213357 https://ask.fm/Cloud2k23/answers/173175213869

Cloud2k23’s Profile PhotoCloud Strife
*Oh giovane Astrid, che la bocca ti dovresti lavare con il sapone - se tuo padre venisse a sapere che cosa sei in grado dire - spendendoti senza soste dritta in convento a fare un prolungato - perché no, perenne - ritiro di conversione e perdono, che agli occhi suoi non sei solo suora, ma santa, pudica, pura come un bambino appena nato.
E invece sembra appena uscita dal grembo di mamma Lilith e papà Saty – qui è meglio fare l’esame del DNA.*
- ma ma ma... ma cosa dici Cloud
*E ci rimase veramente male per il suo rifiuto. Lo guardava allontanarsi, via da sé, con il labbruccio inferiore incurvato, triste e desolata, sconsolata – quasi ad obiettare le parole del maggiore. Ah! Ma è cocciuta la signorina ‘’so’ brava solo io’’, e manco fosse affamata e famelica - insomma, questi giovani, chissà dove la nascondono tutta questa energia - irruppe nel bagno stile SWAT - ha ereditato le brutte abitudini di nonna Yuna - placcando il biondo contro il muro.
‘’Ti lavo la schiena’’.
‘’Ti lavo il pirulino’’.
‘’Ti lavo’’.
Cloud non ne voleva più sapere di essere toccato; Astrid era la vedova nera e prima o poi gli avrebbe staccato la testa solo per il gusto di farlo. Va bene essere alfa giovincella, ma non solo quando vuoi tu!
‘’Lavami tu la schiena’’ : il detto dice che se non è Maometto ad andare alla montagna, sarà la montagna ad andare da Maometto. E i promontori sodi si palesarono a ‘’Maometto’’, in tutta la loro essenza. Carezzarono, invitarono, incalzarono, fino ad appicciare nuovamente il desiderio e la frenesia di ricadere daccapo in quel piacere astrale; effetto incondizionato quello di stringere i fianchi, di carezzare la schiena ricurva, di avvolgere nella mano la lunga chioma color nocciola, di marchiare ardentemente la pelle, il fertile terreno sul quale seminare tutto il proprio nettare, assaggiare il tessuto dal sapore fresco ed esotico, lontano retrogusto di lampone e menta.*
- Oh Cloud... fai piano, è la... la mia prima volta
*Era la loro / prima volta / e tale condivisione aprì un varco colorato di pathos e smania nella mente arzilla di Astrid, la quale ora poteva sancire anima e corpo il loro legame. Concedergli una parte incontaminata, inesperta, inviolata.
L’acqua scivolava sulla cavità, la inumidiva come rugiada sui petali alla mattina. Lui fece pressione col mëmbrø, piano fino ad entrare in profondità, totalmente. Astrid gemette, il suono riempì la stanza. Dapprima il dolore, fintantoché il corpo si abituava alla presenza. La schiena scuoteva, le ginocchia tremavano, reggendosi con le braccia al muro e il capo appoggiato sul proprio arto, mentre si distendeva quanto più possibile, premendo contro il bacino del biondo.*
- muoviti
*Ordinò la castana, tra un ansimo e un respiro strozzato. Si sentiva trascinare in una profondità esotica, un piacere che mai aveva assaporato prima. Il diletto le partiva dalla punta dei piedi e come un animale marino, solcava le onde della schiena, poi il collo e infine la testa. [...]

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Language: English