https://ask.fm/musicofspirit/answers/167132610892
*La testa premeva e pulsava. Voleva tanto staccarsela dal collo. Si trascinava. Sulle spalle aleggiava una pesantezza fastidiosa. Camminava per inerzia, una calamità circospetta. Non avrebbe mai trovato alcuna spiegazione e momentaneamente non si poneva alcuna domanda. Ogni tarlo era libero, vuoto, puro. Lontana da ogni quesito e ciò non si sa se essere negativo o positivo. Avrebbe saputo in che modo agire? Comprendere la situazione in cui si stava addentrando? Fu troppo tardi, una volta giunta al cospetto di Myenka, una volta attraversate le mura, Astrid capì di essere prigioniera delle sue stesse malefatte e tentazioni. Era un uccello in gabbia, poteva solo limitarsi a fare ciò che le veniva richiesto, prendere una decisione secondo le regole imposte. Non era vero niente! Non c’era libertà, non poteva permettersi di alzare i tacchi e indossare una corona. Come tante altre, era solo un’altra pedina su un’enorme scacchiera – e lei non sa giocare a scacchi. Sospirò. Gli occhi sgranati palesavano il suo stato di dubbio e terrore, reso tutto più amplificato dagli effetti stupefacenti. Si guardava attorno, incapace di proferire parola. Non ricordava più il leone ruggente della savana, pareva un semplice insetto nascosto sottoterra.
La stanza in cui era finita ricordava le pareti di un inferno immaginario: che quello fosse un girone dedicato esclusivamente a lei? Faceva passi da gigante con la mente, nemmeno all’inferno avrebbe tanta attenzione. Myenka iniziò a parlare poco dopo. La sua voce le giunse lenta e profonda; le parole erano scandite nitidamente e sebbene tutto girasse intorno alla stanza, era abbastanza lucida per prendere una decisione, per pensare e realizzare. Il cuore scalpitava in gola come una persona che sta per annegare nel mare. La bocca era secca, i muscoli del corpo rigidi e il respiro accelerato. Le erano state imposte due opzioni dalle quali non sarebbe potuta sfuggire e prendere consapevolezza di un tripudio aberrante come quello, non era faccenda alla leggera.
Ancora una volta, dalla bocca schiusa, scivolò solo fiato caldo.
Tre uomini circondarono l’esile quanto formoso corpo della castana. I loro ormoni si cucirono sulla pelle di Astrid, sussurrandole i loro desideri proibiti. L’aria era lussuriosa, come gli occhi di quegli uomini. Dunque era questo il suo destino o era un mero sogno nel quale stava perendo? In entrambi i casi avrebbe accettato una tortura, temendo che il gioco sessuale potesse risultare di suo gradimento. Nella testa riaffiorò il piacere della notte passata con Myenka. Alzò lo sguardò verso di lui, ella seria sul volto, non trapelava nulla. Lui coperto dal corpo di due ragazze ignude; le loro schiene ricurve e i glutei quasi perfetti suscitarono una scia d’invidia in lei. Non era mai stata abbastanza per nessuno. Le gambe tremavano ma trovò la forza di inginocchiarsi, vittima della famelica fame di quelle bestie. I loro membri eretti puntavano verso di lei.
// parte uno //
La stanza in cui era finita ricordava le pareti di un inferno immaginario: che quello fosse un girone dedicato esclusivamente a lei? Faceva passi da gigante con la mente, nemmeno all’inferno avrebbe tanta attenzione. Myenka iniziò a parlare poco dopo. La sua voce le giunse lenta e profonda; le parole erano scandite nitidamente e sebbene tutto girasse intorno alla stanza, era abbastanza lucida per prendere una decisione, per pensare e realizzare. Il cuore scalpitava in gola come una persona che sta per annegare nel mare. La bocca era secca, i muscoli del corpo rigidi e il respiro accelerato. Le erano state imposte due opzioni dalle quali non sarebbe potuta sfuggire e prendere consapevolezza di un tripudio aberrante come quello, non era faccenda alla leggera.
Ancora una volta, dalla bocca schiusa, scivolò solo fiato caldo.
Tre uomini circondarono l’esile quanto formoso corpo della castana. I loro ormoni si cucirono sulla pelle di Astrid, sussurrandole i loro desideri proibiti. L’aria era lussuriosa, come gli occhi di quegli uomini. Dunque era questo il suo destino o era un mero sogno nel quale stava perendo? In entrambi i casi avrebbe accettato una tortura, temendo che il gioco sessuale potesse risultare di suo gradimento. Nella testa riaffiorò il piacere della notte passata con Myenka. Alzò lo sguardò verso di lui, ella seria sul volto, non trapelava nulla. Lui coperto dal corpo di due ragazze ignude; le loro schiene ricurve e i glutei quasi perfetti suscitarono una scia d’invidia in lei. Non era mai stata abbastanza per nessuno. Le gambe tremavano ma trovò la forza di inginocchiarsi, vittima della famelica fame di quelle bestie. I loro membri eretti puntavano verso di lei.
// parte uno //