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Che cosa rappresenta oggi la figura di Giovanni Falcone?

>>> Risponde Giacomo Bendotti, autore di "Giovanni Falcone" http://bit.ly/GIOVANNI-FALCONE
Rappresenta dei valori che trascendono la stessa lotta alla mafia. Falcone ha dedicato la sua vita al tentativo di sconfiggere Cosa Nostra perché era un uomo che aveva un enorme senso del dovere nei confronti della società. Da magistrato ha posto il suo ruolo pubblico al di sopra delle sue vicende private, ha sacrificato gli agi e la tranquillità personale per un’idea di giustizia. Oggi mi sembra che questi esempi siano rari.

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Perché sbattezzarsi, se non si è più credenti? Che differenza fa?

>>> Rispondono Alessandro Lise e Alberto Talami, autori di "Quasi quasi mi sbattezzo": http://bit.ly/SBATTEZZO
La risposta è scema: non c’è un buon motivo e sono tutti buoni motivi.
Per una sintesi seria sulla questione vi rimandiamo a questa pagina [http://bit.ly/UAAR-Sbattezzo], dove i motivi sono spiegati senz’altro meglio di come potremmo spiegarli noi.
Per quanto ci riguarda, Alberto si è sbattezzato per “tutelarsi” in caso di morte: lo sbattezzato non può avere il funerale in chiesa. Voleva essere sicuro che, quando morirà, non ci sarà un prete a dire l’ultima parola su di lui.
In generale comunque il motivo più convincente è forse quello legato alla “sudditanza” del battezzato rispetto alle gerarchie della Chiesa. Il Catechismo della Chiesa cattolica dice esplicitamente che il battesimo «incorpora alla Chiesa» e che «il battezzato non appartiene più a se stesso […] perciò è chiamato […] a essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa». La cosa sembra priva di conseguenze, ma non è così. È famoso il caso dei coniugi Bellandi – di cui parliamo più diffusamente nel libro – che, nel 1958, per essersi sposati civilmente, vennero definiti pubblici concubini dal vescovo di Prato. I Bellandi avevano un negozio che fu boicottato dai fedeli. Quando fecero causa al vescovo, la persero perché, da battezzati, continuavano ad essere sottoposti all’autorità ecclesiastica.
Certo, stiamo parlando degli anni 50, ma le leggi nel frattempo non sono cambiate.
È chiaro quindi che più gente si sbattezza e più la cosa da fenomeno “goliardico” diventa significativo. Che lo sbattezzo dia fastidio alla chiesa lo dimostra il fatto che di recente il papa ha modificato il diritto canonico per impedire agli sbattezzati di sposarsi in chiesa. Per farla breve e non entrare nel tecnico: Alessandro, che non è battezzato, se volesse potrebbe sposarsi in chiesa con il rito misto; Alberto che è sbattezzato, no.
Tuttavia il punto non è questo: a noi sembra che gran parte di quelli che pongono la questione dell’utilità dello sbattezzo abbiano fondamentalmente perso le speranze e si siano rassegnati a vivere in un paese in cui il concetto di laicità è quantomeno “elastico”. È una posizione cinica, che non accettiamo, ma che ha un fondamento: lo sbattezzo in sé non serve a nulla se non è la fine e/o l’inizio di un percorso personale/politico.

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