@eroswins

₵uρidσ

Se dovessi creare una band creerei una jazz band: Gli Amici Immaginari. Voi invece che band creereste? E che nome dareste ad essa ed ai suoi componenti? Io ad esempio sarei Frank Usignolo, cantautore assai pignolo. Mi farei scrivere le canzoni dal famoso poeta Sam Manomozza

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Ho trovato questa domanda tra le tante e son subito partita di immaginazione. Ora come ora, la mia sarebbe una band Alternative Indie, probabilmente con accenni rock e adrenalina da vendere. Se devo inventare un nome su due piedi ti dico: Pynkie Vibes. Un nome, una garanzia. I componenti probabilmente sarebbero tre, oppure cinque, e il mio nome somiglierebbe a quello di un fiore, in alternativa a quello di un frutto, tipo Cherry e qualcosa. Rido, mi vien da pensare al gelato all'amarena che tengo nel freezer, uno dei miei gusti preferiti fin da bambina. Ne mangiavo veramente tanto, le ciliegie poi sono una chicca speciale. E nulla, questo breve ragionamento mi fa giungere ad una conclusione: Amarena sarebbe il nome perfetto. Regalerei biglietti a chi si dimostra gentile e pretenderei di suonare in luoghi e paesi sconosciuti, o comunque insoliti rispetto alle solite tappe da concerto: Roma, Milano e Torino spostatevi proprio. Mi piacerebbe un pulmino color confetto, sai tipo stile Scooby-Doo, e uno di quegli omini dalla testa pesante e ciondolante sul cruscotto, magari una scimmietta, oppure un unicorno. Decisamente, sarebbe il massimo. Non uscirei mai senza un filo di trucco sul viso e porterei gli occhiali da diva anche solo per entrare al supermercato. E dato che sto sognando e posso aggiungere quel che mi pare, non mi farei mancare un distributore di granite, sempre interno al furgoncino. Io adoro la granita.🍒
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vorrei chiederti una tua opinione: se ti piacesse un ragazzo e volessi conoscerlo, inizieresti la conoscenza facendogli un regalo o mai nella vita?

Le attenzioni non si comprano; non l'interesse, non la simpatia, non il rispetto. Usa la sincerità, senza troppi fronzoli, che questo consumismo io non la comprendo. Fatevi bastare le parole, il tempo condiviso e le vostre doti di persona. Abbiamo un universo dentro, usatelo. I beni materiali sono soltanto aggiunte di circostanza.
Fidati di Cups.

Che belva si sente nella vita?

Una affamata d'arte, di bellezza, di energia luminosa; quella che cerco negli altri, anche quando spesso non ve n'è. Certe volte - tipo spesso - mi torna lampante questa cosa, come una sete che sento di poter saziare soltanto quando nelle cose che mi appartengono e riguardano, nel quotidiano, ci porto nel mezzo un colore sempre nuovo, un dettaglio, un ingrediente che possa dar vita a qualcosa di originale, di inebriante. E come spiegarlo? La linfa della musica ad esempio, la voglia di strafare quando - in qualsivoglia contesto - ho voglia di sporcarmi le mani, la spinta vomitativa - io la definisco in questo modo, seppur poco elegante - che mi spinge a voler letteralmente buttar fuori le mie idee, quella voglia di esprimermi che non saprebbe sfogare neppure si trattasse di platonici org@smi col cosmo. Sono una belva camaleontica, insaziabile di vita.
🎨

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Com'eri da bambino?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Felice. Davvero felice e felice per davvero.
Mi viene spontaneo rispondere in tal modo, dato che l'infanzia ha rappresentato per me un periodo dorato, come quello che ogni bimbo dovrebbe poter avere. Potessi - e soprattutto sapessi - rappresentarlo su carta, sarebbe per me come una bolla dai toni arcobaleno, ove ogni essere somiglia al buono ed ogni azione conserva del bene. L'ingresso nella prima adolescenza [in parole povere > scuole medie] ha rotto l'illusione in maniera piuttosto brusca, violenta per certi versi. Ho scoperto che la bontà non sempre basta, che l'altruismo rappresenta virtù di pochi, che la sincerità spesso taglia, che sognare in grande non attutisce i colpi di una società che ci vuole grandi possibilmente subito, e che esistono maschere che vanno ben al di fuori di quelle usate in teatro, in un semplice carnevale o in quelle favole che tanto mi piaceva leggere.
Ero una bambina magica - l'avevo forse raccontato, che ero convinta di possedere i superpoteri - col sorriso sempre in volto; l'amica di tutti [veramente di tutti], che apprezzava le cose semplici - una crocchetta offerta da zia al banco del supermercato quando passavo a salutarla, le pesche tagliate a fette da nonna in spiaggia, le scarpe luminose, le monete da un euro con cui potersi procurare le palline sorpresa dalle macchinette - quella che se ne stava spesso a colorare, a riempire pagine bianche di nastrini ed adesivi. Che tempi. Ma non sono cambiata, a dirla tutta; quella bambina ancora [re]esiste, ma resta protetta tra le viscere, lontana dallo schifo del mondo, dal dolore - ove possibile - dai torti che un tempo hanno provato a scalfirla. L'anima mia vi fa da scudo.
🤲❤️

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Comeri da bambino

La follia più grande che hai fatto?

SimoSk33051’s Profile PhotoSimo
Da sarda, innamorarmi di un veneto. E quaanto bello [🏼].
🔥💧
Ma voi, giusto in proposito, l'avete mica mai visto Elemental?
La follia più grande che hai fatto

Se tu dovessi spiegare ad un bambino come ci si sente ad avere il cuore spezzato, cosa diresti?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Sorrido nell'immaginare il pezzo con i miei bambini, come tante altre volte in cui, pazientemente, mi sono ritrovata a spiegare loro la funzione delle cose più semplici ed i loro occhietti sempre addosso, come fossero carta e matita delle immagini che a parole stavo esprimendo.
Precisazione: bambini non miei, non ancora; parlo dei miei amici del nido, quelli che mi fanno le feste, che mi ascoltano e che usano il mio nome a metà: _ A _ _ [❤️].
Senza troppi giri di parole - che tante non ne servono con i bambini - direi loro che avere il cuore spezzato significa sentire un peso proprio sopra al petto, dove si respira. Proprio come quando si riceve una botta e quello stesso punto poi fa male, spiegherei loro che avere il cuore spezzato somiglia a ricevervi una botta. Ci si lamenta, si piange un poco, ma poi passa; piano piano passa, magari con una coccola, una carezza, una bella promessa oppure un bel gioco con cui distrarsi. Suppongo potrebbero capire e, conoscendoli, accompagnerebbero alla consegna un bell'abbraccio stretto.
Mi sciolgo.

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Cupido che stumento musicale suoni?

Neanche uno, pensa che ciofeca. Al massimo posso cantarti una canzone [cit.]. Dovessi scegliere, però, opterei per la chitarra. Mi piacerebbe un sacco ma al solito la mia anima si divide nella curiosità per quella classica e melodica, da un lato, e per quella elettrica e strimpellante dall'altra. Mi ci immagino in entrambe le versioni. Un pochino hippie, un pochino rocker. 🌸🤘

Come si impara a stare bene con se stessi?

È un percorso lungo, faticoso, spesso non lineare. Credo non esista una formula univoca per tutti, essendo che ognuno conserva e ricama una propria storia personale. Nel mio caso ha tanto aiutato l'attenzione sul mondo, osservare l'esperienza di chi prima di me aveva affrontato certe cose. L'amore è l'esempio più spontaneo che posso portare: non ho mai avuto fretta di innamorarmi e di trovare, di conseguenza, qualcuno da poter tenere accanto. Ho sempre preferito nutrirmi di storie, trasformare senza pressione alcuna quel curioso appetito in vera e propria sete, assicurandomi intanto di prendermi cura di me stessa, ascoltando le mie gioie ed i miei drammi consapevole di voler, un giorno, condividerli con qualcuno che potesse capirmi davvero. Ho preparato il terreno, in poche parole. Per il resto, credo che tanto faccia il carattere: non ho mai avuto fretta nelle cose e mai, dico mai, avuto fretta nell'imparare ad accettare la mia percona, che comunque ha vissuto complessi e complessità sempre differenti, e tante volte mi son data la colpa per i miei modi di fare; tuttavia, nel dar fronte alle mie fragilità, ho pian piano imparato ad apprezzarle e ad individuare anche i pregi. Credo di essere abbastanza - potrei fare di meglio, so anche questo - consapevole di me stessa, e sono orgogliosa per i progressi raggiunti fino ad oggi, sono onesta. Certo, le giornate in cui ci si sopporta poco non mi mancano, quelle in cui frantumerei lo specchio, in cui mi terrei chiusa in una stanza a lasciarmi frignare, come anche quelle in cui mi costruirei un piedistallo, in cui mi vedo bellissima e le volte in cui duplicherei la mia stessa persona solo per potermi dare al mondo. Alti e bassi, amore ed odio, come ogni rapporto noto che esista. La perfezione, a mio avviso, resta mera leggenda.

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Qual è il tuo miglior pregio e quale il peggior difetto

Te lo riassumo in un'unica parola: sensibile.
Sono sensibile, e in quanto tale l'arma più potente e letale che mi si potesse affidare come persona, caratterialmente parlando. In fatto di pregi, l'esser sensibile mi porta a cogliere il dettaglio più piccolo, a vedere e sentire cose che gli altri non vedono, il che comprende - ad esempio - stati d'animo, posture e portamenti, dettagli del mondo, ricchezze, sfumature lontane dalle consuetudini. Mi permette di mostrare empatia, di guadagnare fiducia per via del mio saper cogliere ed accogliere, nel provare quanto sta provando l'altro anche senza una necessaria introduzione; con me, spesso le parole risultano superflue, mi basta uno sguardo. D'altro canto, quel mio > sentire le cose oltre i sensi < mi porta a farmi del male, a soffrire per le cose più sciocche, in apparenza banali, a restarci male laddove dovrei solo passar avanti. Il difetto dell'essere sensibili è il tenerci troppo e il sapere, a priori, di esser condannati a farsi male qualora non si sappia porre un filtro, una protezione tra quel qualcosa ed il suo malsano potenziale. Sento il doppio, vivo il doppio, amo il doppio, soffro il doppio, sempre. Nel bene e/o nel male. Fa parte di me e non lo posso cambiare, non lo vorrei; non sarei più io per come mi conosco, per la versione che tanto più spesso esibisco al mondo.
Mi viene in mente una frase di Cremonini:
“Una come te, per una rosa può morire,
solo perché ancora non sa togliere le spine” [...]
Speciale; mi piace sempre tanto quel pezzo🥀

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Cosa ti vuoi perdonare oggi?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Compatire forse, ecco il termine corretto: oggi compatisco il non essere in grado di tenermi forte sempre, compatisco i momenti di sconforto di fronte ad ombre che da non troppo ho incontrato e processato, la paura di non saper affrontare quanto il destino ha scelto. Il perdono si concede a chi sbaglia; io sono semplicemente umana e in quanto tale sono esposta a fragilità, e ne ho tante, al pari di quelle che sono le mie forze. Vorrei sapermi proteggere dal male dell'incertezza ma non ne sono capace, non tutte le volte in cui si presenta il problema e allora ho bisogno di rifare tutto da capo, di toccare il fondo e poi risalire in apnea, ma solo ed esclusivamente con le mie energie. Complicato aiutarmi, non accetto di buon grado seppure mi appoggi, spesso, a chi sappia darmi conforto. Ho imparato a concedermelo negli anni, col tempo, tra prove ed errori. Compatisco questo periodo di altalene emotive costanti, mi abbraccio, mi consolo con le buone speranze, che tanto altro non so fare; non posso. Soltanto il Fato mantiene le redini; non siamo che impacciati spettatori, in attesa di un incipit e poi di un epilogo nello stato delle cose.
Sospiro. Respiro.

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Cosa ti vuoi perdonare oggi

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