@eroswins

₵uρidσ

Ask @eroswins

Sort by:

LatestTop

vorrei chiederti una tua opinione: se ti piacesse un ragazzo e volessi conoscerlo, inizieresti la conoscenza facendogli un regalo o mai nella vita?

Le attenzioni non si comprano; non l'interesse, non la simpatia, non il rispetto. Usa la sincerità, senza troppi fronzoli, che questo consumismo io non la comprendo. Fatevi bastare le parole, il tempo condiviso e le vostre doti di persona. Abbiamo un universo dentro, usatelo. I beni materiali sono soltanto aggiunte di circostanza.
Fidati di Cups.
Liked by: Morgana. merak

Che belva si sente nella vita?

Una affamata d'arte, di bellezza, di energia luminosa; quella che cerco negli altri, anche quando spesso non ve n'è. Certe volte - tipo spesso - mi torna lampante questa cosa, come una sete che sento di poter saziare soltanto quando nelle cose che mi appartengono e riguardano, nel quotidiano, ci porto nel mezzo un colore sempre nuovo, un dettaglio, un ingrediente che possa dar vita a qualcosa di originale, di inebriante. E come spiegarlo? La linfa della musica ad esempio, la voglia di strafare quando - in qualsivoglia contesto - ho voglia di sporcarmi le mani, la spinta vomitativa - io la definisco in questo modo, seppur poco elegante - che mi spinge a voler letteralmente buttar fuori le mie idee, quella voglia di esprimermi che non saprebbe sfogare neppure si trattasse di platonici org@smi col cosmo. Sono una belva camaleontica, insaziabile di vita.
🎨

View more

Liked by: Morgana. mr.banality

Com'eri da bambino?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Felice. Davvero felice e felice per davvero.
Mi viene spontaneo rispondere in tal modo, dato che l'infanzia ha rappresentato per me un periodo dorato, come quello che ogni bimbo dovrebbe poter avere. Potessi - e soprattutto sapessi - rappresentarlo su carta, sarebbe per me come una bolla dai toni arcobaleno, ove ogni essere somiglia al buono ed ogni azione conserva del bene. L'ingresso nella prima adolescenza [in parole povere > scuole medie] ha rotto l'illusione in maniera piuttosto brusca, violenta per certi versi. Ho scoperto che la bontà non sempre basta, che l'altruismo rappresenta virtù di pochi, che la sincerità spesso taglia, che sognare in grande non attutisce i colpi di una società che ci vuole grandi possibilmente subito, e che esistono maschere che vanno ben al di fuori di quelle usate in teatro, in un semplice carnevale o in quelle favole che tanto mi piaceva leggere.
Ero una bambina magica - l'avevo forse raccontato, che ero convinta di possedere i superpoteri - col sorriso sempre in volto; l'amica di tutti [veramente di tutti], che apprezzava le cose semplici - una crocchetta offerta da zia al banco del supermercato quando passavo a salutarla, le pesche tagliate a fette da nonna in spiaggia, le scarpe luminose, le monete da un euro con cui potersi procurare le palline sorpresa dalle macchinette - quella che se ne stava spesso a colorare, a riempire pagine bianche di nastrini ed adesivi. Che tempi. Ma non sono cambiata, a dirla tutta; quella bambina ancora [re]esiste, ma resta protetta tra le viscere, lontana dallo schifo del mondo, dal dolore - ove possibile - dai torti che un tempo hanno provato a scalfirla. L'anima mia vi fa da scudo.
🤲❤️

View more

Comeri da bambino

Related users

Se tu dovessi spiegare ad un bambino come ci si sente ad avere il cuore spezzato, cosa diresti?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Sorrido nell'immaginare il pezzo con i miei bambini, come tante altre volte in cui, pazientemente, mi sono ritrovata a spiegare loro la funzione delle cose più semplici ed i loro occhietti sempre addosso, come fossero carta e matita delle immagini che a parole stavo esprimendo.
Precisazione: bambini non miei, non ancora; parlo dei miei amici del nido, quelli che mi fanno le feste, che mi ascoltano e che usano il mio nome a metà: _ A _ _ [❤️].
Senza troppi giri di parole - che tante non ne servono con i bambini - direi loro che avere il cuore spezzato significa sentire un peso proprio sopra al petto, dove si respira. Proprio come quando si riceve una botta e quello stesso punto poi fa male, spiegherei loro che avere il cuore spezzato somiglia a ricevervi una botta. Ci si lamenta, si piange un poco, ma poi passa; piano piano passa, magari con una coccola, una carezza, una bella promessa oppure un bel gioco con cui distrarsi. Suppongo potrebbero capire e, conoscendoli, accompagnerebbero alla consegna un bell'abbraccio stretto.
Mi sciolgo.

View more

Cupido che stumento musicale suoni?

Neanche uno, pensa che ciofeca. Al massimo posso cantarti una canzone [cit.]. Dovessi scegliere, però, opterei per la chitarra. Mi piacerebbe un sacco ma al solito la mia anima si divide nella curiosità per quella classica e melodica, da un lato, e per quella elettrica e strimpellante dall'altra. Mi ci immagino in entrambe le versioni. Un pochino hippie, un pochino rocker. 🌸🤘

Come si impara a stare bene con se stessi?

È un percorso lungo, faticoso, spesso non lineare. Credo non esista una formula univoca per tutti, essendo che ognuno conserva e ricama una propria storia personale. Nel mio caso ha tanto aiutato l'attenzione sul mondo, osservare l'esperienza di chi prima di me aveva affrontato certe cose. L'amore è l'esempio più spontaneo che posso portare: non ho mai avuto fretta di innamorarmi e di trovare, di conseguenza, qualcuno da poter tenere accanto. Ho sempre preferito nutrirmi di storie, trasformare senza pressione alcuna quel curioso appetito in vera e propria sete, assicurandomi intanto di prendermi cura di me stessa, ascoltando le mie gioie ed i miei drammi consapevole di voler, un giorno, condividerli con qualcuno che potesse capirmi davvero. Ho preparato il terreno, in poche parole. Per il resto, credo che tanto faccia il carattere: non ho mai avuto fretta nelle cose e mai, dico mai, avuto fretta nell'imparare ad accettare la mia percona, che comunque ha vissuto complessi e complessità sempre differenti, e tante volte mi son data la colpa per i miei modi di fare; tuttavia, nel dar fronte alle mie fragilità, ho pian piano imparato ad apprezzarle e ad individuare anche i pregi. Credo di essere abbastanza - potrei fare di meglio, so anche questo - consapevole di me stessa, e sono orgogliosa per i progressi raggiunti fino ad oggi, sono onesta. Certo, le giornate in cui ci si sopporta poco non mi mancano, quelle in cui frantumerei lo specchio, in cui mi terrei chiusa in una stanza a lasciarmi frignare, come anche quelle in cui mi costruirei un piedistallo, in cui mi vedo bellissima e le volte in cui duplicherei la mia stessa persona solo per potermi dare al mondo. Alti e bassi, amore ed odio, come ogni rapporto noto che esista. La perfezione, a mio avviso, resta mera leggenda.

View more

Qual è il tuo miglior pregio e quale il peggior difetto

Te lo riassumo in un'unica parola: sensibile.
Sono sensibile, e in quanto tale l'arma più potente e letale che mi si potesse affidare come persona, caratterialmente parlando. In fatto di pregi, l'esser sensibile mi porta a cogliere il dettaglio più piccolo, a vedere e sentire cose che gli altri non vedono, il che comprende - ad esempio - stati d'animo, posture e portamenti, dettagli del mondo, ricchezze, sfumature lontane dalle consuetudini. Mi permette di mostrare empatia, di guadagnare fiducia per via del mio saper cogliere ed accogliere, nel provare quanto sta provando l'altro anche senza una necessaria introduzione; con me, spesso le parole risultano superflue, mi basta uno sguardo. D'altro canto, quel mio > sentire le cose oltre i sensi < mi porta a farmi del male, a soffrire per le cose più sciocche, in apparenza banali, a restarci male laddove dovrei solo passar avanti. Il difetto dell'essere sensibili è il tenerci troppo e il sapere, a priori, di esser condannati a farsi male qualora non si sappia porre un filtro, una protezione tra quel qualcosa ed il suo malsano potenziale. Sento il doppio, vivo il doppio, amo il doppio, soffro il doppio, sempre. Nel bene e/o nel male. Fa parte di me e non lo posso cambiare, non lo vorrei; non sarei più io per come mi conosco, per la versione che tanto più spesso esibisco al mondo.
Mi viene in mente una frase di Cremonini:
“Una come te, per una rosa può morire,
solo perché ancora non sa togliere le spine” [...]
Speciale; mi piace sempre tanto quel pezzo🥀

View more

Cosa ti vuoi perdonare oggi?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Compatire forse, ecco il termine corretto: oggi compatisco il non essere in grado di tenermi forte sempre, compatisco i momenti di sconforto di fronte ad ombre che da non troppo ho incontrato e processato, la paura di non saper affrontare quanto il destino ha scelto. Il perdono si concede a chi sbaglia; io sono semplicemente umana e in quanto tale sono esposta a fragilità, e ne ho tante, al pari di quelle che sono le mie forze. Vorrei sapermi proteggere dal male dell'incertezza ma non ne sono capace, non tutte le volte in cui si presenta il problema e allora ho bisogno di rifare tutto da capo, di toccare il fondo e poi risalire in apnea, ma solo ed esclusivamente con le mie energie. Complicato aiutarmi, non accetto di buon grado seppure mi appoggi, spesso, a chi sappia darmi conforto. Ho imparato a concedermelo negli anni, col tempo, tra prove ed errori. Compatisco questo periodo di altalene emotive costanti, mi abbraccio, mi consolo con le buone speranze, che tanto altro non so fare; non posso. Soltanto il Fato mantiene le redini; non siamo che impacciati spettatori, in attesa di un incipit e poi di un epilogo nello stato delle cose.
Sospiro. Respiro.

View more

Cosa ti vuoi perdonare oggi

Se qualcuno vi dicesse che rispecchiate bene la casistica dell'italiano(/a) medio, come la prendereste? Come un punto di merito, un'offesa o una cosa neutra?

SelfossFigaRossi’s Profile PhotoPost-self
Offesa, e pure bella forte. Ma il problema non sta nel mancato spirito patriottico, no: da quel punto di vista, sono un'incallita turista della mia terra, una cultrice del bello, un'amante del carboidrato, una gesticolatrice professionale [non professionista], una che se le chiedi where are you from ti risponde italia-sardegna, quando in realtà - per essere precisi - io son dell'universo. Il punto sta in quella parolina nel mezzo, un giudizio > “medio”, che trovo non mi appartenga. Mi incasella in qualcosa che non va oltre il discreto, un range di spazio che non comprende originali fluttuazioni di pensiero, come le mie, non patemi per decidere quale persona essere al mattino, non crisi catartiche dalle sembianze mostruose che, poi, si rivelano puntualmente preziose [anzi, -issime] rivelazioni interiori. Sono troppo complessa per poter essere considerata media, il che bada non significa che io mi ritenga oltre, come neppure che io possa stanziarmi nei bassi fondi del nulla. Io sto, e basta; non amo le etichette, non i paragoni, mi fanno stare fisicamente ed emotivamente male, come quando mi associano ad una maestrina soltanto perché porto il pane a casa a forza di cambiare pannolini e canticchiare motivetti allettanti per 6 ore al giorno [la banalizzo, ma veramente ci sta un mondo dietro il lavoro che faccio, ed è bellissimo]. Maestra no, casomai educatrice, ma non ci siamo comunque; non ho quella malizia, non il pensiero mediocre che molte colleghe si portano dietro, tra la frustrazione di una vita che poco le soddisfa men quando si pettegola sulle scelte altrui. No way, non fa per me; e porto gli occhiali, e vesto camicie, ogni tanto mi partono discorsi da boomer, sì, ma non sono una media. Forse una media di tante cose, questo mi piace, lo preferisco.
Dunque, in soldoni, quel qualcuno farebbe meglio a risparmiarsi le generalizzazioni e a lasciar perdere i cliché; con me non attaccano. ✂️

View more

Liked by: Post-self

Come stai passando la serata?

Nel tentativo di formulare frasi che vadano oltre la risposta insipida, abituata come sono a scrivere poemi; ecco che faccio, ma tutto si fa confuso, non parlo penso troppo ed inevitabilmente mi si incastra tutto. Vorrei, sai cosa? Gridare, consumare la voce. Dicono faccia bene, ricordo ancora un insegnante al liceo che si mise ad urlare per la classe solo al fine di darci l'esempio; mi fece spavento, sono onesta, anche se a ripensarci mi diverto un poco. Voglio dire, immagina la scena. Abreare, parlava di abreare. E ci son volte in cui tanto vorrei non fosse che la gente qui dorme; quando ne ho voglia in generale la gente fa cose tipo andare e venire come burattini, ed ecco che mi raggiunge la solita domanda: "sono l'unica a pensare tanto?". E non esagero. Mi infastidisce non riuscire ad esprimere tutto; in questi momenti avrei voglia di scriverle sui muri certe parole, dato che a voce non arrivano e mi tocca infilarmi due cuffiette alle orecchie soltanto per poterle richiamare.
"Cupido, Cupido [!], ma che ti prende mai?"
Mi prende che il bene che uso mi si rivolta contro quando la vita ci si mette nel mezzo, e non mi abituo all'idea di perdere gli affetti. Soffro le mancanze. Tanto tanto, tanto.

View more

Tu cupido il tuo vestiario di che colore è rosso come quello delk'amore?

Il mio vestiario comprende una palette piuttosto variegata, ma il colore e lo stile che scelgo di indossare dipendono dal mood con cui mi sveglio al mattino: la mia persona in data x-y-z dipende sostanzialmente da quale fetta di me primeggia nella corsa ad ostacoli, e ve ne sono molti in quel pasticcio che definiamo mente.
Devo essere onesta: ultimamente tendo a vestire scuro, a ricercare il nero ove possibile. Mai successo, ma nella vita abbiamo tutti una prima volta; vivo i 27 come fossero dieci di meno 🤷‍♀️
Liked by: Morgana.

Come sta il tuo cuore in questo momento?

longoangelina87’s Profile PhotoAngelina Longo
Soffre, galleggia in un bicchiere di malinconia e tristezza; credevo di averne avuto abbastanza e invece tocca ubriacarsi di nuove sfide, spine da mandar giù come pasticche. Cerco la forza in riserve dimenticate, in strati di me che sono e sono stati importanti, che tornano ad esserlo in mancanza di riferimenti. Ma che casino queste introspezioni, cercare la luce quando i fari sono spenti; afferrare l'aria nel buio.🥀
Liked by: Space

Quali sono le tue parole non dette?

JDreyer’s Profile PhotoBetty
Ne ho tante, talmente tante da averne lasciato indietro una stanza intera, tutte accumulate fra loro e premute di forza contro quelle confinanti, pronte ad implodere in caos dai mille colori. Ne ho trattenute troppe per anni e questo per il semplice fatto - e non solo questo, in vero - che ho spesso lasciato correre: vuoi il quieto vivere, vuoi la bontà d'animo, vuoi un'immatura consapevolezza di me, vuoi la noia di dover sempre render chiare le cose o la scarsa voglia di discutere. Troppe cose son state d'ostacolo al mio dire, quando per la testa gridavo proteste che soltanto io ho potuto sentire. Tante opinioni sincere, tante verità scomode, qualche cattiveria - ehi, non siamo immuni da questo - tante care cose che ho preferito tenere per me; ne trovi di ogni tipo, di parole non dette. Un peccato, ma sto imparando a tirar fuori poco a poco, a fatica, ma ci sto provando. E ora come ora, quel che preme fra i denti e la voglia di render chiaro ciò che sono: non un'etichetta, non una bella faccia, non una persona costantemente disposta alla pazienza. Sono altro, lo sono diventata e tanto, dico tanto, vorrei darlo a comprendere. Resta il fatto che, forse, in questo caso le parole non bastano. E che fare altrimenti? Come si usa dire tra i giovani d'oggi [e ovviamente mi ci includo dentro, tzk]: manifesto. Manifesto al massimo delle mie forze.
🌟

View more

Le domande che vengono fatte in shoutout qui su ask oscillano tra riflessioni shopenhaueriane e robe talmente cringe che mi chiedo cosa sia successo alle persone

Ideem. Che poi, in realtà, credo che la maggior parte di ciò che arriva venga generata in automatico dal sistema. Ciò spiegherebbe la mole insensata di domande che mi ritrovo nella casella 'personale'. Ma prendiamo il buono della cosa: quelle frasi ci lasciano riflettere e, agli estremi, ci strappano un sorriso. Divertente leggere di liti immaginarie a senso unico, non trovi?
Ciao tu 🌙

+ 1 💬 message

read all

Hai un gesto scaramantico che fai prima di qualcosa d'importante?

Cieo! Beh, prima di un evento importante non posso fare a meno di tirarmi dietro il mio personale portafortuna, una sorta di mini astuccio contenente ulteriori porta fortuna di natura sacra e/o profana, che colleziono e tengo con me fin dai tempi delle medie, se non addirittura prima. Mai manchi: una strofinata con le dita e via tra le tasche dei miei indumenti. Per il resto poco altro. Ritengo di essere una tipa scarimantica ma nel giusto, senza troppe fissazioni! 💫

Capricorno

Presente! Rispondo al tuo richiamo sirr, al richiamo delle teste dure. Che tipetti che siamo, ci penso spesso, e siam strani e tutti contorti a modo nostro, ma che fighi posso dirlo? 😎

Cupido puoi aiutarmi. Conosco da un mese un ragazzo, lui è cotto di me. Non lo so se riuscirò nel ricambiare i suoi sentimenti ho paura di amarlo ma non abbadtanza3. Quanto vorrei, cosa posso fare? Consigli utili

Nessun consiglio, soltanto un invito molto semplice: datti tempo. Non aver fretta di giungere a conclusione, specialmente per quell'idea malsana che si debba aggiungere un'etichetta a tutto quanto. Certo, rassicurante capire cosa sia quel qualcosa che senti per aria quando ne hai a che fare, rassicurante sapere cosa sia lui per te e tu per lui, come anche sapere di potersi scrivere spesso senza cadere in smancerie da "troppo innamorati", oppure da troppo poco amici. Semplicemente goditela, vedi come va, esplora il tuo cuore e non esagerare con le aspettative. Facile perdersi nelle prime impressioni; un mese, credimi, conta ancora troppo poco per saper giudicare. Conoscetevi, ascoltatevi! E fatevele quelle domande scomode, senza bloccarvi alle stange blu, ai messaggi [non] subliminari tra le stories di ig, al m'ama non m'ama e tanti altri perditempo. Dai sostanza alle concretezze. Avanti 💗 e buona fortuna!

View more

Liked by: Space Δlεssια⚘

Hai un podcast dove poterti ascoltare Cupido?

Amor, sarebbe una cosa davvero carina, non fosse che la mia voce non rientra esattamente tra gli affari che di me simpatizzo con leggerezza. Okay, non ci crederesti e suona effettivamente contraddittorio, ma di fatto sono una chiacchierona: amo parlare, raccontare, ridere ad alta voce e anche cantare; quel che amo meno - in fatto di estranei - è farmi ascoltare. Ritengo di non avere una voce sufficientemente carina sebbene in molti ne apprezzino l'accento [e proprio quest'ultimo mi fa sentire grossolana but ad ognuno il proprio]. Che poi sono paranoie, quasi certamente lo sono - per non dar la colpa all'autostima che lavora intermittente come lampadine scariche - ma andiamo trovami qualcuno a cui piaccia la propria voce per davvero! Eppure nelle imitazioni me la cavo sai, mi piace scimmiottare e dare tono a personaggi che non sono i miei, come quando mi trovo a leggere libri illustrati ad i miei bimbi. Ed inoltre son timida caro/a, concedermi il lusso di espormi tanto sarebbe fin troppo per una come me, che preferisce - il più delle volte - lavorare nel dietro le quinte. Una mia amica vorrebbe tirarmici dentro ad un podcast, ora che mi ci fai pendare, ed io le ho fatto intendere di dover passare per alte prove di convincimento prima di sperare di poter farmi cedere: si tratterebbe di un'intervista su temi legati all'interiorità, al modo di percepire se stessi in connessione agli altri, alle consapevolezze del sé e cose simili, discorsi su cui - ormai sapete - mi piace spendermi parecchio. Ma, ehi, mai dire mai. Magari un giorno mi sveglio e corro ad incidere un pezzo. Chi potrebbe saperlo? 👀

View more

Liked by: Space Morgana.

Come si fanno uscire tutte quelle parole che ci sono rimaste incastrate in gola...?

In tanti modi; a me viene facile imprimerle su carta, a meno che certo non siano tanti forti o abbondanti da rompere gli stessi flussi di pensiero, quei catalizzatori immaginari che dovrebbero tenerle in ordine al fine che ogni discorso possa trovare un senso. Spesso mi capita che il tutto imploda e che finisca per aria come pop corn evasi dal sacchetto in un singolo scoppio, e allora tocca portarsi sulle punte per acchiappare quelle frasi che [s]fuggono e che si uniscono a discorsi totalmente opposti e/o randomici, come pensare ad un bel giorno di sole e ritrovarsi poi a ragionare sul modo di comunicare delle balenottere azzurre. Questo esempio stupido solo per dirti che gestire ogni pensiero non è cosa semplice se ci si abitua spesso a reprimerli. Mi accade, altrettanto spesso, che le parole non dette vengano fuori col pianto, in quelle lacrime calde che prego ed imploro fino all'ultimo possano tenersi nascoste dalla vista altrui ma, aggh, le persone sensibili sanno di non poter vincere contro quella calca: case di carta contro un vento che soffia potente, si fatica a stare in piedi. Ma piangere aiuta, io questo lo dico sempre. Altro modo per raccontare taciti discorsi: la musica. Gli artisti usano parole che noi altri stentiamo a ragionare, utilizzando talvolta frasi semplici che però, cavolo, aprono mondi incantati per davvero; ci fanno sentire compresi, accolti, parte di un qualcosa che accomuna problemi e pensieri simili. Dedicare una canzone, poi, rappresenta un atto davvero importante - motivo per il quale non lo faccio spesso - in quanto lascia tacito un messaggio ben chiaro: io ti sto parlando, ti prego di ascoltarmi. È un modo prezioso di comunicare. Ma in tal senso esiste anche l'arte, la passione, gli hobby, mille altri modi per lasciar andare quel che [ci] lega [in] noi stessi.🌱

View more

+ 3 💬 messages

read all

Mi consigli un libro da leggere?

L'arte di essere fragili, di A. D'Avenia.
A me sta piacendo tanto, ma devi aver voglia di far funzionare i pensieri 🧠🦋✨

Vorrei dormire con te

Occhio, guarda che scalcio: agito i piedi fin quando non si scaldano, mica ti conviene! Ah, e ogni tanto emetto suoni a caso - dicono - e mi domando a sto punto in che dimensione mi trasportino i miei sogni, a giudicare da quelli che ne risultano i contenuti. Non voglio neanche pensarci brrr.

Next

Language: English