Alien.

Mhm... Allora, se non ti dispiace, ti racconterò il sogno che ho fatto stanotte, che mi è piaciuto particolarmente.

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Sono sullo Scooter di mio padre, lo guido io, da sola. In autostrada, con il vento che mi scompiglia i capelli, non importa che sia una ragazzina con uno zainetto sulle spalle, è tutto giusto.
Arrivo a destinazione, un aeroporto nel bel mezzo del nulla, tuttavia pieno zeppo di gente. All'ingresso, posteggio in un attimo la moto e, all'improvviso, non trovo più lo zaino sulle mie spalle. Sento il mondo crollarmi addosso, lì dentro c'è tutto il necessario per andarmene, ma adesso è sparito. Chiedo con voce tremante a quei due signori lì accanto, un uomo e una donna messi male, probabilmente fanno l'elemosina, se hanno visto il mio zaino. Ma quando mi guardano impassibili senza parlare, io scoppio a piangere, perché tutto ciò che ho fatto finora è andato. Ad un tratto, l'uomo di poco prima mi consegna riluttante il mio zainetto nero. Dovrei essere furiosa, me l'avevano rubato, ma in realtà sono la persona più felice sulla Terra e finisco persino per ringraziarli. Quindi corro verso la mia meta, finché non mi accorgo che non ho idea di dove andare. Dov'è il mio gate? Mi guardo attorno, e mi sento di nuovo piombare nell'angoscia. Sto quasi per arrendermi, quando accanto a me vedo una ragazza che conosco, che parla con altre persone. Io e lei non siamo mai state amiche, ma è simpatica e gentile con me. La saluto e le chiedo se può aiutarmi a trovare il mio gate. Lei sorride e mi risponde di sì, anche se sembra un po' seccata. Mi accompagna in un grande ascensore, siamo solo noi due. Rimaniamo in silenzio per un po', poi l'ascensore si ferma ad un piano che non è il nostro e sale una donna con un bambino. La donna, vedendoci, esita ad entrare, sta per uscire, portando con sè il figlio, ma le porte si chiudono e il bambino rimane dentro l'ascensore, mentre la madre è già fuori. Allora io mi occupo del bimbo, che deve avere tre o quattro anni, mi avvicino e gioco un po' con lui. Dopo quella che sembra un'eternità, l'ascensore si ferma al mio piano. Ci sono delle guardie davanti alle porte, cui mi rivolgo per dir loro del bimbo, ma loro mi anticipano dicendo che c'è già stata una segnalazione. Prendono il bambino e lo portano via.
Nel frattempo, io sono arrivata al mio gate, quindi ringrazio e saluto la ragazza, che se ne va. Mi vedo prendere dallo zainetto nero il biglietto, c'è scritto Amsterdam, Olanda. Adesso che sono del tutto consapevole della mia meta, sorrido e m'incammino verso di essa.

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Bella domanda!
Attualmente, sono fissata con quello che reputo il mio “nome d'arte”, ovvero Delilah Jackson. Ma, da pochissimo tempo, ho scoperto che il mio vero nome, Dalila, nella lingua Na'vi (quella degli Avatar) si traduce con “Anilra”. Mi piace tantissimo il suono di questo nome, perciò penso che potrei farci un pensierino.
Per quanto riguarda il nome dell'album, non saprei, dipenderebbe soprattutto dal tipo di canzoni. Però mi piacerebbe chiamarlo magari “Le Origini”. Il sound delle mie canzoni sarebbe vario, nel senso che non voglio che i miei brani siano tutti simili tra loro, con lo stesso ritmo. Certo, vorrei che la gente pensasse “è lei” sentendo una mia canzone alla radio, ma, amando diversi generi, mi piacerebbe usare stili diversi, tuttavia non intendo certo passare dal jazz all'heavy metal.
Non so dirti come chiamerei le altre canzoni, non sono brava con i titoli. Però collaborerei con cantanti e gruppi che seguo, per esempio con gli Imagine Dragons, il cui stile sarebbe molto simile al mio. O con Sam Smith, di cui mi piace un sacco il timbro di voce. Non so se farei duetti con cantanti donne perché nelle canzoni preferisco di gran lunga il contrasto tra una voce femminile e una maschile.
Se ne avessi la possibilità, farei anche un album con canzoni incise da me o mie cover, dedicato ai libri che più mi piacciono, perché amo quest'idea e sarebbe una cosa straordinaria ed originale!

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Non posso proprio dirti il “miglior protagonista di sempre”, perché ho visto tantissimi film che mi sono piaciuti, e ricordarli tutti è impossibile.
Quindi risponderò con la protagonista di un film che ho finito di vedere poco fa, e che mi ha colpito molto. Il film, a quanto pare tratto da un libro, è di genere drammatico e s'intitola Quel che sapeva Maisie, che parla appunto di questa bambina di circa sei o sette anni. Maisie, nonostante la sua età, è estremamente intelligente e comprende tutto ciò che vede. Purtroppo, non ha una famiglia “sana”, i suoi genitori sono divorziati, la madre è una cantante che si è risposata con un uomo più giovane di lei, Lincoln, e il padre non so nemmeno che lavoro faccia, ma viaggia molto, e si è risposato con l'ex tata della bambina. Maisie deve quindi passare dieci giorni con un genitore, e dieci giorni con un altro, e vive quest'esperienza non proprio nel migliore dei modi. Se non ché, fa amicizia proprio con Lincoln, il nuovo marito della mamma, e la sua ex tata.
È un film un po' triste, e Maisie è una bambina straordinaria, capace di una sensibilità e serietà quasi impossibile nei suoi coetanei. Affronta la realtà con coraggio, e dona completamente il suo cuore alle persone a cui vuole bene. Penso che l'attrice che la interpreta, Onata Aprile, sia più unica che rara.
Dovremmo tutti prendere esempio da Maisie.

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Dato che parlo sempre degli stessi libri, oggi cambio, scegliendo Cime Tempestose di Emily Brontë.
Generalmente leggo pochi classici perché impiego abbastanza tempo a leggerli e finisco per scocciarmi. Tuttavia, ho letto Cime Tempestose in meno di una settimana e mi è piaciuto moltissimo! Lo stile di scrittura non è troppo pesante, né troppo formale, il ché è un beneficio per la scorrevolezza della lettura. Trovo strana e particolare la tecnica del “racconto nel racconto” usata dalla scrittrice, e spesso troviamo non uno, non due, ma ben tre narratori della storia.
Non posso dire che ci siano bei personaggi, poiché, intendiamoci, sono tutti dei pazzi psicopatici, ma forse è proprio per questo che i miei sentimenti si alternano tra amore e odio. Catherine, Heathcliff, Hindley, Isabella, Cathy, li odio e biasimo tutti, l'unico che compatisco in parte è Edgar Linton, che mi sembra la povera vittima di tutto questo. Sono tutti egoisti, arroganti, privi di alcun tatto! Però, sono reali. Così veri e umani che riesci quasi a toccarli, a conoscerli e a immedesimarti in quelle orribili persone da infinite sfaccettature, che nutrono un amore insano e distruttivo.
Ci sono tre citazioni che mi sono appuntata, una delle quali ho già scritto qui su Ask.fm, e un’altra che è la più famosa, ovvero
“Se tutto dovesse perire, e lui rimanere, continuerei a esistere; ma se tutto rimanesse, e lui fosse annientato, l'universo per me non esisterebbe più”.
Tuttavia, ne approfitto per scrivere l'ultima citazione, che non ha un significato profondo, ma che mi è piaciuta per la sua violenza
“E quando l'inferno l'avrà come ospite, sarà dieci volte più nero di prima!”.

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Posso modificare un tantino la richiesta? In realtà, al posto di un hotel, o un ristorante, vorrei aprire una libreria. Ti basti sapere che nella mia città ce n'è solo una, ed è quasi sempre sfornita. Tuttavia, la mia idea non è quella di una semplice libreria. Innanzitutto deve essere grande, meglio ancora se ha più piani, ma non troppi, magari due. Al primo piano si allestiranno tutti gli scaffali con i libri di vario genere, al secondo, invece, ci sarà il bar con tavolini e divanetti su cui rilassarti mentre leggi un buon libro e bevi cioccolata calda accompagnata da donuts. Ovviamente wifi gratuito, e una volta a settimana un evento di qualsiasi genere. Che sia un firma-copie di uno scrittore, o un club del libro, un dibattito, una recita. Chissà, potremmo anche aggiungere una piccola sala cinema al progetto!
Non so te, ma io finirei per vivere lì dentro.

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Parlerei di Frozen, o di Big Hero 6, o uno qualsiasi della Disney, ma c'è un cartone, un po' più vecchio di quei due ma abbastanza moderno, che ho sempre amato alla follia.
E questo è Sinbad – La leggenda dei sette mari, della DreamWorks. Se non lo conoscete, andate suuubito a vederlo!
Sinbad è un pirata, ha la sua nave e la sua ciurma, e si arricchisce rubando. Di conseguenza, ha tanti nemici, tra cui Eris, la dea della discordia, e il regno di Siracusa, il cui principe Proteo è il suo ex migliore amico. Quando Eris ruba il Libro della Pace, assumendo le sembianze di Sinbad, il re accusa proprio quest'ultimo, condannandolo a morte. Sinbad insiste sulla sua innocenza, finché Proteo non si offre come sostituto. Sarà lui ad essere decapitato qualora Sinbad non trovasse il libro o non tornasse in tempo. Allora il pirata si mette in viaggio, portando inconsapevolmente con sé la fidanzata di Proteo, Marina, che s'infiltra nella nave senza essere notata per controllare Sinbad.
Vabbè, poi io non so riassumere le trame delle storie. Comunque è davvero un bel cartone, è fatto bene, è divertente, fa tanto Pirati dei Caraibi e l'ambientazione è stupenda!

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Questa è Eris, che io adoro.

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Tralasciando i film della Disney, guardavo tantissimi cartoni animati giapponesi e non, alla TV. Adesso non li ricordo tutti, però all'epoca avevo persino una cartella sul computer dove salvavo le immagini dei miei personaggi preferiti per ogni cartone che seguivo.
Sì, è una cosa abbastanza patetica, ma cosa non si fa a otto anni?
Guardavo Mermaid Melody, Mirmo, Hamtaro, Lupin, Detective Conan, Mila e Shiro, Totally Spies, le Superchicche, Sugar Sugar, i Celestini, L'orso nella casa blu, la Melevisione, Spongebob, le Mew Mew, Pengui... La lista potrebbe non finire mai, ma mi fermo qui, e scelgo un cartone animato che rimarrà per sempre nella storia, Winx Club. Chi non guardava le Winx, dai?
Assurdo, le amavo da impazzire, e ricordo ancora la sigla originale! Ovviamente, con le mie cugine, ci dividevamo i personaggi, ed essendo tre, avevamo due Winx l'una. Io ero sia Musa, la mia preferita da sempre, che Aisha. Non ho idea della stagione in onda attualmente, ma io sono arrivata a Enchantix, dopodiché abbandonai per sempre la mia infanzia.
Pensandoci adesso, mi viene da ridere e prendermi in giro da sola, ma del resto ero, anzi, eravamo tutti piccini e quelli sono stati gli anni più spensierati della nostra vita, era non solo legittimo, ma doveroso divertirsi! E per me, che ero (e sono) figlia unica, significava passare del tempo con quelle che allora erano le mie migliori amiche in assoluto, le mie cugine. Adesso ci guardo e mi chiedo se non fosse meglio tornare a quand'eravamo bambine e il nostro unico pensiero era quello di accendere la TV alle ore tot per riuscire a vedere i nostri cartoni animati.
Con un pizzico di nostalgia, ecco a te la mia cara, vecchia Musa:

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