concentrandosi su quei ricordi che avrebbe dovuto abbandonare una volta per tutte. Successivamente percepì il calore del fuoco sbattergli praticamente contro e fu così forte che ebbe quasi la sensazione di poter andare a fuoco da un momento all'altro; eppure, sebbene potesse essere oltremodo complicato il mantenere salda la concentrazione, riuscì comunque a farlo mantenendo gli occhi serrati come due saracinesche. In definitiva, sarebbe stata una grossa menzogna dire che quando si sentì sollevato a mezz'aria non ebbe paura; però sapeva che dietro ogni gesto vi era la magia e l'altro gli aveva promesso che non sarebbe successo niente di grave. L'urto contro il terreno non fu sicuramente delicato e quando la schiena batté sul suolo si limitò a sbattere velocemente le palpebre; si sentiva strano e la prima cosa che raggiunse il suo udito fu l'altrui voce. « Credo di sì; cosa è successo? E tu? Come stai? » Era visibilmente preoccupato, soprattutto dopo aver incrociato l'altrui figura sdraiato allo stesso modo sul suolo.

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« Sto bene, sto bene. Sono solo un po' affaticato.. »
Mormorò nel tentare di mettersi quantomeno a sedere, combattendo contro i conati dati dalla nausea.
Con un gesto rapido del polso fece scomparire velocemente i segni della magia dal giardino, sperando non fossero stati visti da nessuno.
« Contati le dita e dimmi un po' se ci sono tutte, avanti.. »

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centro del pentagramma. « Qualsiasi cosa accada...? Però va bene, mi concentrerò su quelli. »

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« Qualsiasi, si.
Tu tieni gli occhi chiusi e fai silenzio, altrimenti mi deconcentro. »
Mormorò prendendo posizione anche lui ed aspettando che l'altro fosse pronto.
Dopo un paio di minuti fece comparire le ali ed iniziò a pronunciare l'incantesimo sottovoce, così da non richiamare troppo l'attenzione. Un cerchio di fuoco illuminò il pentagramma e circondò il gallo, coprendolo dalla visuale esterna.
Il caldo si fece intenso, certo, ma il fuoco non bruciò il ragazzo al suo interno: l'incantesimo strappò dalla mente altrui i tre ricordi, come fossero frutti maturi ed avvolse completamente il ragazzo con alte fiamme nere. Venne sollevato e poi lasciato cadere nel cerchio, spegnendo le fiamme e dandogli così modo di rialzarsi.

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Certo, per lo stregone fu un gran consumo energetico, infatti pure il corvino finì steso a terra per le vertigini e rotolò sul fianco per osservare l'altro ancora a terra come lui.

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« Stai bene? »

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vogliamo sottolineare il quanto potesse essere stupido, il gallo, al punto tale da attaccare facilmente bottone sarebbe stato facile comprendere quanto quella festività gli avesse fatto bene. Tuttavia, la sua somma sorpresa fu il trovarsi allo stesso tavolo Alistair: il mago che settimane prima gli aveva esplicitamente detto che avrebbe potuto tornargli l'arto perduto. Chiaramente, il giovanotto aveva accettato l'accordo senza pensarci più del dovuto ed onestamente nei giorni successivi non aveva pensato ad altro. Ecco perché, finita la cena s'avvicinò proprio al corvino richiamando la sua attenzione semplicemente facendo battere le falangi contro la sua spalla. « Io sono pronto. » Tre parole, niente di più, niente di meno; l'altro avrebbe capito.

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Per Alistair tutto ciò che stava succedendo era strano. La gente troppa, la festa troppo allegra, eppure Noah era felice.. tutti i suoi amici erano felici.. quindi stava cercando di godersi quei momenti di pace, senza farsi troppi problemi.
Al contrario del gallo, lo stregone sapeva perfettamente che lo avrebbe trovato a cena e quando si ritrovò lo sguardo stupito addosso ridacchiò, senza però dargli troppo peso.
Solo al termine della cena, quando si sentì picchiettare contro la spalla si girò ad osservare l'altro, prima di annuire senza aggiungere altro.
« Vieni. »
Aveva quindi risposto, facendogli cenno di seguirlo fuori dalla casa.

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con scritto "Allie" e poi sotto tutto quel pelo, due piccoli portachiavi in legno, che avremmo poi usato per la nostra casa. Lo guardai con un piccolo sorriso, sperando che il pensiero gli sarebbe piaciuto, nonostante non fosse un regalo molto elaborato.

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La prima cosa che notó fu, appunto, la rosa. Cosa che lo fece arrossire nemmeno poco, mentre sorrideva come un beota. Ed il resto non fu certo da meno, visto le manette ed il ciondolo che sembrava proprio da attaccare ad un collarino..
« Mi stai dicendo che mi vuoi più passivo, prossimamente...? »
con una piccola risata estrasse poi i portachiavi, mugolando un versetto intenerito, prima di sporgersi a baciarlo.
« Sono davvero meravigliosi.. Adesso apri il tuo.. »
Allie ci aveva speso parecchio tempo per quel regalo, ma era convinto che lo avrebbe trovato utile.. Aveva rilevato tutti gli appunti e gli studi fatti negli anni, in un librone scritto appositamente da lui per Noah. la copertina fatta in pelle nera e fiori essiccati (rose, margherite e lavanda) ed accanto ad ogni fiore elencato nelle pagine, magicamente, fioriva e si essiccava il medesimo, così da farlo vedere in ogni fase di crescita e raccolta.

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