#luce

Ultimamente, c’è una piccola abitudine che ha iniziato a prendere un posto importante nella mia vita quotidiana: la colazione. Ogni mattina, un semplice bicchiere di latte freddo accompagnato dai biscotti diventa il mio rito immancabile, quel momento intimo e tranquillo prima che il mondo intorno inizi a correre. È un gesto semplice, ma in quella semplicità trovo un ancoraggio, una sorta di pausa tra il sonno e la veglia, un attimo tutto mio che mi permette di iniziare la giornata con una nota di calma. C’è però un altro piccolo rito che mi dà una sensazione simile, e che forse per me è ancora più significativo: la passeggiata al mercatino del venerdì mattina. Mi piace aggirarmi tra le bancarelle, lasciandomi avvolgere dal chiacchiericcio dei venditori e dei passanti, immersa in quella miscela di voci, odori e suoni. Le vie sono spesso cupe, soprattutto d’inverno, con la luce che fatica a farsi strada tra le case e i tendoni delle bancarelle. Ma è proprio in quell'atmosfera che trovo una sorta di calore. Ogni angolo sembra avere la sua storia, ogni banco ti accoglie con un pezzo di vita, e a volte è come se fossi entrata in una piccola comunità dove ognuno parla il proprio dialetto, regalando a chi passa la sensazione di essere un po’ a casa. Le parole si mischiano nell’aria, un po’ in italiano, un po’ in calabrese, e nonostante io sia solo di passaggio, mi sento come se appartenessi a quel piccolo mondo fatto di dettagli e gesti quotidiani. Il mercatino è uno spazio che cambia e si trasforma, dove posso perdermi, osservare e, allo stesso tempo, ritrovare quella sensazione di familiarità. Non è solo una questione di fare acquisti, ma di camminare senza fretta, osservando la vita che si muove intorno a me. Tra una bancarella di frutta fresca e quella del pane, c’è sempre qualcuno che ti guarda e ti sorride, che ti invita con un gesto a fermarti, come se non ci fosse fretta, come se quel momento potesse durare un po' di più.

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la bellezza ha un potere straordinario: può incantarci e ispirarci, ma a volte può anche intimidirci. la paura della bellezza non deriva dalla bellezza in sé, ma dal timore di non riuscire a coglierla a pieno, di non essere abbastanza sensibili da comprenderla o meritarla. essa ci ricorda la fugacità della vita e mette in luce la nostra vulnerabilità e i nostri limiti.

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spesso, la paura della bellezza è legata alla nostra inadeguatezza o alla pressione sociale di conformarci a certi standard, ma il timore più profondo nasce dal fatto che la bellezza ci rende emotivamente esposti. quando ci confrontiamo con qualcosa di immensamente bello, siamo costretti a lasciar cadere le nostre difese e ad aprirci completamente all'esperienza, un atto che richiede fiducia e coraggio.

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tuttavia, è proprio questa vulnerabilità a dare valore all'esperienza della bellezza. non dobbiamo temere di perderla o di non comprenderla del tutto; piuttosto, dovremmo viverla intensamente, accettandola nella sua transitorietà. la bellezza ci invita a essere presenti, a lasciarci toccare e a riconoscere la sua capacità di insegnarci qualcosa di profondo su noi stessi. la vera sfida non è evitare la bellezza, ma abbracciarla, con tutto ciò che comporta.

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/Mis sábados suelen variar porque de por sí suelo moderar por ahí a las 12 PM y me quedo por ahí unas dos o tres horas siendo la mínima que hace de stream la persona, ya luego iré bañar a mi perrita, como el preparar el almuerzo y ya por ahí descansaré así sea una hora, no dormí bien por unos vecinos que estaban arreglando cosas y estaban usando el taladro y el martillo para arreglar unas cosas. Ya más tarde iré acompañar a mi novio al discord para que hablar un poco mientras rolea en el GTA, mi novio se luce hasta para cantar con guitarra ciertas canciones hasta que se vaya a dormir. Luego veo si me paso para un server a ver una película con varias personas más y allí estará una amiga a la que considero de mi twin, lo bueno es que ya hice todos mis pendientes desde muy temprano, tengo el día prácticamente libre.

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Nel mondo di Ginevra, l'amore è un enigma intricato, una danza di gioia e dolore intrecciata in modi imprevedibili. Quando Leonardo decide di concludere la loro storia, un'onda di tormento la travolge, lasciandola alla deriva in un mare di rimpianti. Anche le parole gentili delle sue amiche non riescono a lenire il suo cuore infranto.

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Ma poi, nel bar dove Ginevra lavora, arriva Tommaso. Lui è gentile, premuroso, e, senza sforzo, riesce a penetrare le sue difese, offrendole conforto e un ascolto che va oltre le parole. La sua presenza diventa un rifugio sicuro per Ginevra, mentre il suo sorriso diventa la luce che dissolve le ombre del passato.

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Il legame tra Ginevra e Tommaso si intensifica rapidamente, trasformando entrambi. Tuttavia, quando Leonardo fa ritorno inaspettatamente e Tommaso sembra nascondere un segreto, il fragile equilibrio che Ginevra ha faticosamente costruito vacilla di nuovo. L'amore, che sembrava finalmente a portata di mano, si trasforma in un campo minato di emozioni contrastanti.

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Per Ginevra, questo è un viaggio di rinascita e resilienza, dove impara che l'amore non è solo gioia e felicità, ma anche sfida e crescita personale. Mentre naviga tra le incertezze del cuore, deve confrontarsi con la difficile verità che non tutti gli amori sono destinati a resistere, e che talvolta è necessario superare le proprie paure per trovare la vera serenità

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Non sono stato io a trovare la scrittura, ma lei a trovare me in un periodo particolare della mia vita. Ero in un momento di transizione, pieno di incertezze e di dubbi sul futuro. Sentivo un bisogno profondo di esprimere ciò che provavo, ma non riuscivo a trovare il modo giusto per farlo.
È stato allora che la scrittura è entrata nella mia vita, come una luce che illumina un sentiero buio.

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In lei ho trovato una via d'uscita dai miei pensieri più cupi, una cara amica che mi ascoltava senza giudicare. Ogni volta che mettevo penna su carta, sentivo un senso di liberazione, come se stessi dialogando con la parte più profonda di me stesso.
Scrivere mi ha permesso di esplorare i miei sentimenti, di dare voce alle mie emozioni e di connettermi con gli altri attraverso le storie che raccontavo.
È diventata una compagna fedele, sempre pronta ad accogliermi e a darmi conforto nei momenti difficili. Così, la passione per la scrittura non è solo nata, ma è cresciuta e si è radicata profondamente nella mia vita.

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C'era una volta, in un piccolo villaggio sul mare, un giovane pescatore di nome Marco e una bella ragazza di nome Lucia. Marco passava le sue giornate a pescare, mentre Lucia aiutava la sua famiglia nella locanda di paese. I due si incontrarono una sera di primavera durante una festa in piazza e fu amore a prima vista.

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Nonostante le loro famiglie fossero in disaccordo da generazioni, Marco e Lucia iniziarono a vedersi di nascosto. Si incontravano ogni notte sulla spiaggia, sotto la luce delle stelle, e sognavano un futuro insieme lontano dalle rivalità dei loro cari.

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Ma il destino aveva altri piani. Una notte di tempesta, Marco uscì in mare per una pesca rischiosa, deciso a guadagnare abbastanza per fuggire con Lucia. La tempesta fu più feroce del previsto e la barca di Marco non fece ritorno. Lucia aspettò invano sulla spiaggia, pregando per il suo amato.

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Quando finalmente la tempesta si placò, il corpo di Marco fu trovato sulla riva, portato dalle onde. Lucia, devastata dal dolore, si gettò in mare, sperando di ricongiungersi a lui nella morte.

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Il villaggio pianse la perdita dei due giovani amanti e, commossi dalla loro tragica storia, le famiglie di Marco e Lucia misero da parte le loro rivalità. Ogni anno, il giorno dell'anniversario della loro scomparsa, il villaggio si riunisce sulla spiaggia per ricordare l'amore eterno di Marco e Lucia, un amore che neppure la morte è riuscito a spezzare

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Come vedi non mi sono rifiutato, amo le sfide e credo anche di aver vinto!

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È stata una bella domenica, felice.
Il mio ragazzo mi ha regalato un girasole. Ne ha portato uno anche a mia sorella - ha avuto un pensiero carino per ogni persona presente della mia famiglia - e poi siamo andati a pranzo fuori tutti insieme per festeggiare il compleanno di mio padre appena trascorso. Tornati a casa, nel pomeriggio, abbiamo riposato l'uno accanto all'altra, nel suo letto grande e poi abbiamo cenato con fast food scadente, ma in qualche modo comunque soddisfacente, con la luce soffusa a bordo piscina. Ci ha raggiunto un amico e abbiamo giocato a carte.

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Ora sono seduta sulla sdraio. Fa freschino eppure tutto sembra immobile, tranne l'acqua. Li osservo mentre sono concentrati a giocare a biliardino e mi perdo così tanto nei piccoli dettagli che finiscono per sfuggirmi le cose più evidenti, difatti non ho capito chi sta vincendo. Mi piacciono i momenti come questo, fatti di cose semplici che si rivelano sempre, alla fine, le più importanti. Non importa se abbiamo mangiato il gelato al caffè con la forchetta, se mi hanno massacrata le zanzare e se fa freddino. Siamo felici.

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Grazie mille per il complimento! La scrittura è una passione che mi accompagna da molto tempo e che mi permette di esprimere i miei pensieri, le mie emozioni e le mie idee in modo unico e personale.

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La scrittura è per me un viaggio continuo di scoperta e di creatività. Quando scrivo, mi immergo in un mondo in cui posso esplorare diverse prospettive, raccontare storie e dare vita a personaggi e mondi immaginari. È uno strumento potente per connettermi con gli altri, condividere esperienze e riflessioni, e talvolta anche per portare alla luce questioni importanti o sollevare domande significative.

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Il processo di scrittura richiede dedizione e pratica costante. È un'arte che si affina con il tempo, grazie alla lettura, alla scrittura continua e al feedback costruttivo. Ogni parola scelta, ogni frase costruita, ogni paragrafo sviluppato è un'opportunità per migliorare e crescere come scrittore.

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Inoltre, la scrittura è un mezzo attraverso cui posso esplorare me stesso. È un rifugio sicuro dove posso riflettere, elaborare le mie esperienze e dare un senso alle complessità della vita. Attraverso la scrittura, riesco a trovare chiarezza e comprensione, e talvolta anche a raggiungere una sorta di catarsi.

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La passione per la scrittura mi spinge a cercare sempre nuovi modi di esprimermi e di connettermi con il mondo. Mi riempie di gioia sapere che il mio modo di scrivere viene apprezzato, e spero di poter continuare a migliorare e a condividere la mia passione con gli altri

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Da qualche giorno, dopo aver ricevuto un messaggio inaspettato, mi sono trovata a riflettere su molti aspetti della mia vita. Oggi, tornando su questa piattaforma per annoiarvi un po', mi imbatto in una domanda che mi chiede di rappresentare la mia crescita personale come un albero. La mia mente corre a un recente scambio con un'amica che mi ha inviato la foto di un albero di ciliegio cinquantenne, affetto da gommosi e indecisa sul suo destino. Questo albero ha suscitato in me una riflessione profonda sulla mia stessa crescita personale. Mi ritrovo a identificarmi con un albero da pesco, desideroso di sbocciare i suoi delicati fiori bianchi, ma costretto ad affrontare le avversità della vita. Come l'albero, anch'io ho sperimentato malattie interiori, momenti di fragilità e di incertezza sul mio futuro. Come il pesco affetto dalla gommosi, ho rischiato di lasciarmi andare troppo velocemente alla disperazione. Tuttavia, proprio come l'albero che continua a crescere nonostante le sue ferite, ho trovato la forza di affrontare le mie sfide e di continuare a crescere. Ho imparato che la crescita personale non è mai un percorso lineare, ma è pieno di ostacoli e difficoltà. Ho imparato a piegarmi senza spezzarmi, a trovare la resilienza necessaria per superare le tempeste della vita. Ogni ramo tortuoso e ogni cicatrice raccontano la mia storia di resilienza e di crescita. Nonostante le avversità, non ho smesso di crescere e di maturare. Proprio come un albero che, nonostante le tempeste, continua a crescere verso il cielo, anch'io continuo a cercare la luce e la crescita interiore, nella speranza che i frutti offerti siano meno acerbi della malattia vissuta.

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Sarei la mia pipa di plastica celeste: in origine probabilmente era il pentolino giocattolo di una bambola di mia sorella; la tenevo stretta tra le labbra mordicchiando la cannuccia di plastica e camminando su e giù per tutta la camera, lente di ingrandimento alla mano, facendo finta di riflettere alla maniera di Sherlock Holmes, o Basil l'investigatopo più verosimilmente, uno dei miei cartoni preferiti. Qualche anno dopo assieme alla pipa si aggiunse anche una scatoletta di fiammiferi che avevo ricavato da un pezzetto di legno opportunamente disegnato, con quello potevo anche far finta di accendere il caminetto che immaginavo di avere. Perciò, rispondendo alla tua domanda, me ne sto lì, nel cassetto assieme a questo pezzettino di legno che ogni tanto rivede la luce per qualche breve istante ispirando ricordi di un'abitudine malsana ma di cui ancora oggi, soprattutto leggendo autori come Simenon o Guareschi, subisco il fascino.

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Ne sperimento i sintomi sin da quando sono bambina, andando a peggiorare sempre più con l'avanzare dell'età.

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Inizia tutto con un accennato tremore alle mani, per poi estendersi in tutto il mio corpo: un dolore lancinante al petto, un nodo in gola, una concentrazione acidula nel mio stomaco, una forte emicrania e importanti sensazioni di freddo in qualsiasi periodo dell'anno, che vi siano quaranta gradi o solamente sei.
Credo che l'ansia sia uno dei disturbi che più mi causa sofferenza ed inquietudine, ancor più dei malori fisici: mi rende incapace di ragionare, mi debilita a livello fisico e mi isola dal mondo circostante, facendomi chiudere all'interno di una dimensione non reale, dove le visioni sono estremamente contorte e irrazionali; ciò mi provoca un senso di claustrofobia che, per quanto tenti di resistervi, non posso in alcun modo evadere.
Tutto ciò che provo può essere riassunto come un infinito tormento al quale sono condannata, dove non vi è alcuna luce alla fine del tunnel, per quanto tenti di convincermi del contrario.

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Mi affiderei alla musica sciamanica.
Tra le melodie dell'antica arte, c'è una voce che risuona come un richiamo ancestrale, quella di Olena Uutai. Le sue note e i versi degli animali intrecciati al suono della jaw harp, richiamano l'energia primordiale della natura e fermano il tempo. Quando la ascolto, sento la luce interiore brillare con un'intensità diversa, perché mi permette di connettermi. Ed è solo quando sono realmente connessa, che sento di poter affrontare qualsiasi oscurità con coraggio e fiducia nel mio spirito. Pertanto, se dovessi fronteggiare un'ombra oscura, lo farei abbracciando questa musica, come guida e compagna di viaggio. La sua melodia incantata e il suo potere curativo, mi proteggerebbero guidandomi verso il risveglio.

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https://youtu.be/XP3RkDEGiXY?si=wT_RENf8F0l5TftY

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Ci sono diversi modi per gestire le piante in casa quando si è via per un periodo più o meno lungo e non si ha nessuno che le accudisca:

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Preparazione:

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Scegli le piante giuste: Alcune piante sono più resistenti di altre e richiedono meno cure. Quando si sceglie una pianta da tenere in casa, è importante considerare quanto tempo si è in grado di dedicarle. I cactus, le succulente e le sansevierie sono solo alcuni esempi di piante che richiedono poca manutenzione e sono perfette per chi è spesso via.
Rinvasare le piante: Se le tue piante sono in vasi piccoli, potrebbe essere necessario rinvasarle in vasi più grandi prima di partire. Questo darà loro più terra in cui crescere e aiuterà a trattenere l'umidità.
Dare loro una bella annaffiata: Dare una bella annaffiata a tutte le tue piante un giorno o due prima di partire. Questo aiuterà il terreno a trattenere l'umidità e a durare più a lungo mentre sei via.
Mantenimento dell'umidità:

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Aggiungere un vassoio di umidità: Posizionare le piante su un vassoio di ghiaia umida aiuterà ad aumentare l'umidità intorno a loro. Assicurarsi che il fondo dei vasi non tocchi l'acqua, altrimenti le radici potrebbero marcire.
Raggruppare le piante: Raggruppare le piante insieme aiuterà a creare un microclima umido intorno a loro.
Utilizzare un umidificatore: Se hai un umidificatore, puoi usarlo per aumentare l'umidità dell'aria in casa tua. Questo è particolarmente utile se vivi in un clima secco.
Irrigazione:

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Sistema di irrigazione a goccia: Un sistema di irrigazione a goccia è un ottimo modo per annaffiare le piante mentre sei via. Puoi impostare il sistema per innaffiare le piante automaticamente a intervalli regolari.
Irrigatore per bottiglie: Se hai solo poche piante, puoi utilizzare un irrigatore per bottiglie per annaffiarle. Basta riempire una bottiglia d'acqua, praticare un piccolo foro nel tappo e capovolgere la bottiglia nel vaso. L'acqua gocciolerà lentamente nel terreno, mantenendo le piante umide.
Gel idratante per piante: Il gel idratante per piante è un prodotto che può essere inserito nel terreno per rilasciare lentamente l'acqua alle piante. Questo è un'opzione utile se hai intenzione di stare via per un lungo periodo di tempo.
Luce:

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Posizionare le piante in una posizione luminosa: Posizionare le piante in una posizione luminosa della casa prima di partire. Questo aiuterà a garantire che ricevano abbastanza luce solare anche mentre sei via.
Luci di crescita: Se le tue piante non ricevono abbastanza luce solare naturale, puoi utilizzare delle luci di crescita per integrarla.
Altri consigli:

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Chiedere a un amico o un vicino di controllare le tue piante: Se hai un amico o un vicino che vive nelle vicinanze, puoi chiedergli di controllare le tue piante mentre sei via. Possono annaffiarle e assicurarsi che stiano ricevendo abbastanza luce solare.
Assumere un house sitter: Se hai molte piante o se devi stare via per un lungo periodo di tempo, potresti prendere in considerazi

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L'amore è come un'armoniosa sinfonia che risuona nell'anima, intessuta di note delicate e accenti vibranti. Non si confina a un solo senso, ma si diffonde attraverso ogni fibra del nostro essere, permeando la nostra esistenza con una sublime intensità. Non è legato a un sapore tangibile, ma piuttosto alla dolcezza di sentirsi avvolti da un abbraccio, dal calore della presenza di chi amiamo. L'amore è una danza senza fine, un incontro di cuori che si intrecciano in un balletto eterno. È la luce che risplende nei momenti bui, la mano tesa che ci sorregge nei giorni di tempesta. È la gentile carezza di una parola di conforto, il riflesso di un sorriso sincero che risplende negli occhi di chi amiamo. Nel labirinto della vita, l'amore è la bussola che ci guida, la bussola che ci orienta verso la felicità e la comprensione reciproca. È la forza che ci spinge a superare gli ostacoli, a celebrare i successi e a condividere le gioie più profonde. L'amore è un viaggio senza fine, un'avventura che ci immerge in un oceano di emozioni. È la sensazione di essere completi, di trovare un rifugio sicuro nel cuore di un'altra persona. È il dono più prezioso che possiamo offrire e ricevere, una fonte inesauribile di ispirazione e speranza. Nella sua essenza più pura, l'amore è una promessa di eternità, un legame indissolubile che unisce due anime nella danza eterna dell'esistenza. E in questo intricato intreccio di emozioni e sentimenti, troviamo la vera essenza della vita: amare e essere amati. Tendo a pensare che non abbia sapori perché, tutto ciò che associo, è un viaggio vero tenendosi per mano.

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È iniziato con un brutto imprevisto, un forte spavento, e le tessere di un gioco da tavola cadute sul pavimento della cucina. Quando gli equilibri sono così sottili, pesa troppo persino un respiro. Qualcuno mi ha ricordato che avere paura è normale. Mi sono messa in stand-by e ci ho dipinto su.
È stato un fine settimana emotivamente impegnativo e ne ho risentito anche fisicamente, ma mi sono ricordata di respirare, tra le braccia del mio ragazzo, ed ho recuperato un po' di luce. Sabato mattina siamo andati al vivaio e poi a trovare la mia nonna: le abbiamo regalato una dalia arancione e lei ci ha accolto con una cheesecake al lampone.

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• Altre piccole cose belle che mi hanno tirato su: un gattino grigio con il collare verde, le mani del mio fidanzato sporche di terra, apprezzamenti sui miei capelli, pranzare con mia sorella, avere dei carciofi in omaggio al supermercato, dipingere con i miei nuovi pennelli, la playlist di mio fratello, un pokè fuori orario, le patatine dell'Ikea.
Il sole, la doccia insieme.
Sentire che qualcuno mi vuole bene.

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La domenica si è conclusa con una tachipirina e una consapevolezza importante. Ero seduta sul suo letto e lui piantava una rosa gialla.
Non tutti i giorni sono semplici, ma io sono esattamente dove vorrei essere.

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Ciao Selfos,
eh... ad avercene di bifolchi these days.
Se non altro, e per definizione, nella loro non rifinita e limitata conoscenza, si limiterebbero a parlare dei buoi di cui si occupano nelle loro stalle, e non invece di ogni e qualsiasi argomento, a partire da quelle stalle per arrivare fino alle stelle.
O forse invece ho detto una sciocchezza, e nemmeno loro sarebbero immuni dalla piaga del tuttologismo "stellare", saccente e pretenzioso?
Perché, a proposito di stelle, mi è giusto venuto in mente che "bifolco" è il nome della costellazione in cui si trova Arturo. Quella stella dalla luce rossa e intensissima che sta sul prolungamento del timone del Grande Carro e che nella personificazione degli astri è colui che guida i buoi che lo tirano lungo la volta del cielo.
Coincidenze?
Non lo so. Ma per non commettere l'errore di trarre io stessa conclusioni errate, vengo più concretamente alla tua domanda, anche se con una certa difficoltà.
Non tanto perché non intravveda chiari esempi di ciò che chiedi, quanto perché faccio sempre fatica a usare la parola "stupido" in riferimento a persone, pensieri e azioni. Mi pare gratuitanente offensivo usare questo termine al di fuori di un contesto di deficit cognitivo; e anche in quell'ambito ci sono definizioni più tecniche e meno sminuenti dell'individuo. Che, a prescindere, merita rispetto.
Tuttavia mi preoccupa e trovo piuttosto stolto, rischioso e irresponsabile l'abbandono del pensiero critico e l'affidamento di processi e decisioni a una intelligenza che viene da fuori del nostro cervello. Non perché io non sia favorevole al progresso tecnologico (passami il termine generico) ma perché ho un po' la sensazione che si siano mollati gli ormeggi troppo rapidamente e troppo a 360°. E che nella fretta di partire verso nuove frontiere, siano state messe nella valigia degli accessori anziché in quella dei capi indispensabili, cose come l'etica, la morale, la deontologia. Riuscirà a non sfuggirci di mano tutto ciò?

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·PURA·
La purezza è un concetto intrinsecamente legato alla nostra percezione del mondo e della vita stessa. È una qualità che ci ispira e ci affascina, spingendoci a cercarla nei luoghi più inaspettati e nelle esperienze più profonde. Uno dei luoghi dove possiamo trovare la purezza è nella natura stessa. I boschi, i fiumi, le montagne offrono un rifugio dalle impurità del mondo moderno, consentendoci di riconnetterci con la bellezza e la semplicità della vita. Il suono di un ruscello che scorre, il profumo di una foresta pluviale, la vista di un tramonto sulla cima di una montagna: sono esperienze che ci riempiono di una sensazione di purezza e di serenità. Possiamo trovarla anche nelle relazioni umane, nei gesti di gentilezza e nella compassione che dimostriamo gli uni verso gli altri. Un abbraccio sincero, una parola di conforto, un atto di generosità possono illuminare la nostra vita con una purezza che va al di là delle semplici apparenze. Si manifesta anche nella creatività e nell'arte. Un dipinto che cattura l'essenza della bellezza, una melodia che tocca le corde più profonde dell'anima, una poesia che esprime i sentimenti più puri: sono tutte forme di espressione che ci aiutano a raggiungere un senso di armonia. La purezza è un concetto complesso che può essere trovato ovunque siamo disposti a cercarlo. Dalla natura alla creatività, dalle relazioni umane alla nostra stessa interiorità, la purezza ci circonda, offrendoci un rifugio dalla complessità e dalle impurità del mondo. È attraverso la ricerca e l'apprezzamento di questi momenti di purezza che possiamo trovare la pace.
La foto che associo al significato del mio nome è una sagoma di luce.

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Quando parliamo di “vita significativa” non si può non citare Viktor E. Frankl, psichiatra viennese del Novecento, fondatore della Logoterapia e dell’Analisi Esistenziale.
Tale approccio mette fortemente in luce come l’uomo non possa fare a meno di desiderare che la sua vita abbia un senso.
Per l’autore, la vita ha senso in ogni momento e in qualsiasi condizione, anche in quelle più avverse. Pertanto, l’essere umano è chiamato a “scoprire” di volta in volta i diversi “significati” nelle diverse esperienze di vita.
Ho avuto modo di approcciare il pensiero di Frankl nel corso degli studi ed è stato per me “amore a prima vista”, difatti ho scelto poi di approfondire la tematica del senso della vita nei miei due lavori di Tesi.

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Giorno dopo giorno mi impegno di “scoprire” ciò che per me è significativo. Mi do la libertà di “rallentare”, di godere della bellezza dei momenti, del tempo presente, e di prendermene cura.

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