#pessimista

Beh, diciamo che difficilmente mi faccio coinvolgere emotivamente (e perciò a tal punto da non esser più lucido) dalla tristezza di persone che non mi sono molto molto vicine, ma tolto ciò vedo la tristezza come qualcosa di normalissimo io essendo un pessimista d'eccellenza e non mi permetto mai di giudicare la sofferenza altrui talvolta paragonandola a qualche mia presunta esperienza dove io abbia dimostrato maggior forza e resistenza, motivo per cui io non sento il bisogno di far paragoni, ma soprattutto questo tipo di paragoni, perchè bisogna accettare di esser diversi dagli altri e che l'empatia non è una cosa semplice.
Motivo per cui a differenza di molte persone che predicano bene e razzolano male, ammetto umilmente che sotto questo punto di vista io come molti abbia dei limiti, poichè riuscire a percepire sulla propria pelle il dolore altrui, penso sia veramente difficile e io accetto questa mia "incapacità" magari a differenza di qualcuno ahah!

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Posso dirti che la mia mentalità non mi porta a deprimermi quando qualcuno sfoga la propria tristezza con me, anche se la esprimesse in maniera infantile, irritante e fai tu, perchè di sicuro io non vivo per dimostrarmi di essere più forte o meglio di qualcuno, io nel mio piccolo cerco di offrire soluzioni e non sopportare ciò che non potrebbe mai esser cambiato e voltata la faccia lamentarmi di chi addosserebbe in me tristezza, poichè, pazienza, al massimo se per davvero voglio dedicare del tempo a qualcuno lo faccio innanzitutto volontariamente e con l'intento di confortare tale persona, perchè semplice, io non devo aver bisogno di nessuno per star bene seppure ci siano molte persone che mi aiutano, ma tolto ciò il concetto rimane così ahah!

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Diciamo che tristezza altrui non mi "spaventa" e mi permette ugualmente di restar lucido e consigliare ciò che sia forse più corretto agli occhi di chi magari ha smarrito la ragione e razionalità.

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Scusami se mi sono dilungato, piuttosto tu cose mi potresti dirmi a riguardo?

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Eppure credevo che il mio tocco fosse stato abbastanza leggero, oppure l'avevo, semplicemente, spaventata? Lo sapevo! Mi sarei dovuta avvicinare schiarendomi la voce o camminare rumorosamente, le avrei risparmiato la paura e la figuraccia a me. Feci qualche passo indietro così da regalarle un po' di spazio personale.
Restò ad osservarmi, forse un paio di secondi, per me furono interminabili; a cosa stava pensando? Parlava la mia lingua? L'avevo disturbata? Una miriadi di domande di tartassavano il cervello mentre le mie gote si tinsero di una vivida tinta rossa: ero davvero in imbarazzo. La tensione mi si sciolse una volta che quella ragazza mi mostrò un sorriso amichevole. Doveva essere la sua risposta, quella. Positiva, dunque. Anche a me venne da sorridere.
« Okay, grazie! Speravo fosse quello giusto. Ehmm. . . Scusami se ti ho disturbata o spaventata, non era mia intenzione. Sai, la mia compagna di camera non è voluta venire, dice che i musei la annoiano. Non so come faccia a non apprezzare l'arte, è da matti. Non trovi? »
M'ero lasciata andare, volevo fare conversazione. Mi auguravo solamente che la mia interlocutrice non fosse infastidita dalla mia presenza; detestavo sentirmi sola all'interno di un gruppo ed Emily, la mia psicologa, mi ripeteva quasi sempre di tentare di approcciarmi agli altri e intrattenere dei legami, anche delle semplici conversazioni. Metti caso che da una chiacchierata potesse nascere una bella amicizia? Prima di incontrare Emily ero fott'utamente pessimista, ora, invece, avevo tutt'altra visione.

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Grazie per la tua domanda.

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Assolutamente nessuno, cercherò ugualmente di stare a casa e di uscire il meno possibile. È normale che tutti usciamo pazzi ma se può continuare ad aiutare perché non farlo? Non hanno detto che il virus è sparito, se pur i contagi stiano diminuendo, cosa non ci dice che ritornando a darci alla pazza gioia non faccia peggiorare nuovamente la situazione? E no, non sono pessimista, sono semplicemente realista, penso sia capitato a tutti notare gente in giro nei giorni precedenti dove in cui si era espressamente detto di limitare le uscite, purtroppo però ci sono determinate persone che sono dure di comprendonio. Tutti soffriamo a stare a casa, non esiste chi più, chi meno, siamo tutti nella stessa barca quindi supportiamoci a vicenda. Perché rischiare? Per andare al bar o per fare la passeggiatina con gli amici ma al diavolo, se non ci stiamo attenti non ci sarà nulla più.
Posso essere esageratamente tragica questo non lo metto in dubbio ma non è che siccome la restrizione forzata è finita allora possiamo ritornare a fare quello che ci pare e piace ma anche no, ormai non è più così. È una situazione complicata e invece di comprenderla ci sono persone che continuano a sminuirla o che addirittura hanno grandi progetti per questo rientro alla normalità, io spero che la gente si renda conto delle azioni e che ci pensi prima di agire.

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Buona luna! ☘

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Queste sono domande che mi fa piacere ricevere, perché posso dare risposte lunghe e concise.

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Dunque, chi era Cassandra e a cosa si allude quando la si cita?

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Cassandra era la figlia di Primo, il re di Troia.
Era bella a tal punto che persino il dio Apollo in persona se ne innamorò.
Egli, per indurla a concedersi, le donò il potere di fare profezie. Apollo infatti, era proprio il dio dei vaticini (oltre che della musica, della poesia e dell'arte.). Il suo santuario verso Delfi era molto famoso posto in cui durante l'antichità si recavano molte persone per fare le più disparate domande.

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Nonostante il dono, la principessa si rifiutò di concedersi ad Apollo e di soddisfare così i suoi desideri, il quale, essendo un dio, non poteva di certo perdonare tale cosa subito, così decise di vendicarsi vanificando il dono che le aveva elargito in precedenza.

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La principessa continuò a prevedere il futuro, ma da quel momento ebbe la sciagura di non essere più creduta.

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Infatti, esordì invano Paride a non partire per Sparta (luogo in cui avrebbe rapito Elena causando in quel modo la guerra di Troia), altrettanto inutili furono i suoi avvertimenti a non accogliere nella città il famoso cavallo che conteneva i soldati Achei.
Ella comunicò diverse profezie su futuri eventi negativi, ma non vennero mai prese in considerazione.

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Quindi essere una "Cassandra" significa prevedere situazioni sgradevoli senza essere creduta.

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Questa Sindrome, in psicologia designa una vera e propria patologia, relativa ad un comportamento eccessivamente pessimista e dallo sfondo ossessivo - maniacale, che porta a prevedere costantemente disgrazie per sé o per altri.

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Davi estava completamentando um mês. Ele estava gordo e bagunceiro, claro que para idade dele. Tudo ele gritava, principalmente quando ele queria algo que estava fora do seu alcance, nunca havia visto uma criança tão expressiva. Eu era uma tia babona. Ah, tia e madrinha, eles chamaram eu o Wesley para sermos padrinhos.

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— Ei, isso é meu — Wesley falava com ele, enquanto ele franzia testinha não gostando da atitude dele. — É, isso do tio. Não é seu… Hum… Você cagou… Sim, você cagou.
— Aproveita e troca, Wesley — Alani disse.
— Eu não, não fiz filho nenhum — ele disse.
— Vem que a tia troca — estiquei meus braços e peguei o Davi no colo. — Vamos com a tia, gostoso? Vamos deixar essa bundinha cheirosa? Vamos! Alani, você vai ter que me ajudar.

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Peguei o gordinho e fomos até o quartinho dele que estava todo lindo. Alani mandou eu coloca-lo em cima do trocador de fralda, era esse o nome? Não tenho a menor ideia, mas coloquei ele em cima do negócio.

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— Já conversou com Wesley sobre a faculdade? — Alani disse, me passando uma fralda.
— Não — soltei um suspiro. — Eu estou com medo da reação dele.
— Mas você já se decidiu? — disse tirando a fralda suja e jogando no lixo.

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Peguei os lenços umedecidos e limpei a bundinha dele. Ele mexia as perninhas gordinhas me fazendo ri.

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— Sim. Eu não passei para faculdade daqui do Rio, minha nota foi boa mas não tão boa. E, caramba, é uma faculdade pública — joguei o lenços no mesmo lugar da fralda. — Conversei com a minha mãe, ela disse que vai me bancar no começo, ela me deu tanto apoio, meu pai também, disse que vai me apoiar em tudo
— Eu também apoio, Eloá. Porque é seu futuro — começou a botar fralda no Davi. — Mas não quero que se arrependa depois. Wesley é complicado, você melhor que ninguém sabe disso. Não é querendo ser pessimista, mas ele não vai lidar bem com isso.
— Alani, ele diz que me ama. Se ele realmente me ama, ele vai me apoiar e nós vamos dar um jeito — acho que no fundo eu estava tentando me convencer disso. — O gordinho está lindo e cheiroso?
— Fica com ele enquanto eu faço a janta?
— Sim senhor, dona de casa.
— Vá se fuder!
— Bebê não escuta isso — falei as orelhinhas dele com as mãos.

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