#strano

Malinconico.

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Guardate cosa ho ritrovato, per caso. Era Dicembre del 2019, all'epoca tenevo con cura una specie di blog dove ogni tanto scrivevo, non so se esista ancora, sono anni che non fa più parte della mia vita. Era un periodo strano, mi stavo riprendendo ancora dall'anno prima: dalla depressione, dagli attacchi di panico e dalla paura. Conobbi una ragazza che non dimenticherò mai, una persona di quelle che non incontri per strada, ma con cui - proprio su quella strada- vorresti passeggiare, mentre la città nuovolosa sembra aspettare il dolore vostro per iniziare a piangere. Purtroppo è rimasta solo nei miei ricordi, per motivi che è giusto rimangano tra me e lei. Questo è quello che ci dicemmo proprio durante quell'ultima passeggiata, quell'ultima sera. Si, alla fine certe volte, certe cose succedono davvero.
E io dovetti scriverle quelle cose, per evitare che un giorno potessi dimenticarle.
Sul blog scrissi questo:
"Non è un racconto, anche se credo certe cose credo sia bello raccontarle e forse lo sto facendo con voi perché è tutto così intimo che non riuscirei a farlo con persone che conosco, credo che con degli sconosciuti funzioni meglio. Chi sia stato a dire cosa seglietelo voi, tanto non cambia nulla; sappiate solo che un pezzo del mio cuore è rimasto li, in quella stradina di una Roma triste e bellissima."

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-" ... questo tuo modo di fare, rende tutto un po'una favola."

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-" prima o poi mi manderai un messaggio? "

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-" non lo so, ma non contarci troppo"
Tu lo manderai a me?

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- "non sap...

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-" buona vita e buona fortuna per tutto, non scordarti mai chi sei. Ti voglio bene

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-" te ne voglio anche io, addio"

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Ciao. Vedi, è un periodo particolarmente fiacco per la mia vita psichica, e ultimamente torna un poco quell'idea del “galleggiare” di cui parlavo qualche tempo fa. Avessi una ricetta contro questo genere di status, giuro ne avrei fatto dipendenza. Non sto male, non posso dirlo dopo tutte le belle novità che mi sono capitate, ma sento di non poter neppure affermare di star bene. E' altro, lo star bene, non questo - e in linea generale faccio sempre fatica ad usare quella frase - non scrivere sopra un letto, avvolta ad una coperta stile vermiciattolo [Heidi Klum icona di stile], febbricitante e con una tosse che proprio non vuole andar via. Potrei riassumere il mio ultimo mese e mezzo in questo modo, ma ehi, tu mi hai chiesto di parlare di cose felici, e allora io ti parlo di cura, dei gesti che ricevo quotidianamente da chi mi vuole bene. Questo mi rende felice, mi tiene il cuore in caldo.
Sai, son le chiamate da casa, il conforto dei miei genitori in serate fredde e solitarie, mamma che mi chiama “il suo ossigeno”, i messaggi audio registrati dai nonni, commuoversi per quel piatto di minestra che nonna M. mi promette di preparmi con tanto amore, il moroso - di recente mi hanno fatto notare l'uso improprio del termine “compagno”, che per me suona estremamente poetico ma a quanto pare fa strano sentirlo, dunque vada per il moroso - che insiste nel farmi sentire bella perfino mentre faccio l'aerosol, e infine aggiungo le premure delle amiche, che non mancano di rivolgermi pensieri incoraggianti. Faccio tesoro di ogni cosa, ne assorbo la potenza per poter tornare a stare meglio; spesso non le si considera nemmeno, talvolta ci risultano scontate, eppure di cure dovremmo nutrirci ogni giorno. Mi sento fortunata in tal senso. In questo mio galleggiare, custodisco queste piccole [grandi] certezze.🍃

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Sinceramente, e premetto che io la detesto, penso la cosa sia così tanto discussa esclusivamente perché si tratta di lei.

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È uno strano paradosso. È a capo di un partito politico che ha fatto crescere, tra gli altri metodi, facendo appello alle frange più arretrate del pensiero, strizzando l'occhio anche a correnti filo fasciste senza per questo esplicitarsi come tale... E da quel genere di persone ci si aspetta naturalmente pregiudizio e disprezzo verso ogni genere di minoranza e dei diritti di queste, donne comprese.

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Quindi, già la questione di desinenze e articoli è in discussione da un po'.
Poi ti trovi con un capo di stato donna per la PRIMA VOLTA e bisogna capire se adeguare o meno il termine.

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Il fatto è che ritengo se a esprimere tale parere fosse stata una persona... Beh, non vicina a certe correnti di pensiero, avrebbe probabilmente fatto meno scalpore.

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E anche se non dico non sia un discorso che ha una sua importanza, ritengo impallidisca di fronte a quelli che sono effettivamente i problemi sociali e politici attuali, che lei si troverà a dover gestire (o meno), compresi quelli sui diritti umani, e su cui certamente dovrà misurarsi anche il nostro giudizio.
Imbastire una mega polemica su questo è un volerle dare contro per partito preso, e anche se simpatizzo con l'idea e a tratti la condivido, purtroppo trovo sia un modo sterile ed inefficace di opporsi a qualcuno (ed è tra l'altro il metodo che adotta di norma LEI).

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Mi piace corteggiare, ho un’animo molto romantico, quindi ti direi che mi trovo più a mio agio nel fare. Sono molto spontanea e naturale, raramente faccio qualcosa di “plateale”, se non per festeggiare qualcosa.
Non c’è una fase per corteggiare, è fondamentale anche dopo che si sta insieme, dopo che si sa tutto l’uno dell’altro e quindi si diventa più abitudine, mantenere vivo il rapporto. I complimenti mi imbarazzano da morire, quindi figurati i gesti , mi fanno sentire piccolissima, non so mai bene come reagire perché il mio cuore ride per la minima dimostrazione. Se una persona arriva a fare qualcosa per me, stando a come sono fatta io, vuol dire che c’è dentro con tutto se stesso, e io non posso fare altro che commuovermi. Sarà che l’amore non è mai toccato a me, spesso mi è capitato di dire “non serviva.” Ma il mio cuore dentro fa “bum-bum”, fa una festa dentro.
Amo chi corteggia con gli occhi, chi si guarda senza dire nulla e non si ostina a riempire i silenzi, lì due sguardi comunicano-diventano complici-quando ci si parla-quando si discute bisogna guardarsi e non fare altro, è sicuramente uno strano modo di vedere il corteggiamento da parte mia ma dimostra presenza-che sta prestando attenzione sia con il fisico quindi con gli occhi, sia con la mente perché è li. Ovviamente io sono quella che ti prende un portachiavi nuovo se ne vede uno e ti pensa, sono quella dei messaggi inaspettati durante il lavoro che fanno un rumore tremendo dentro la persona che li riceve, almeno per me.
Ho ricevuto messaggi mentre l’altra persona lavorava, e automaticamente mi sono sentita trasportata, sono quella che si sveglia in piena notte e ti scrive qualcosa che leggerai quando ti sveglierai.
Sono quella che organizza i weekend, che vuole essere inclusa nella tua vita e se non arrivi a fare una cosa tu, vado io. Sono quella che si lascia andare mentre stiamo a casa a un commento dolce, SEMPRE accompagnato da ironia perché sono una bilancia. Ironizzo su tutti i miei sentimenti. Trovo sempre tempo per l’altra persona, per giocare insieme, per fare pace prima di andare a dormire.. l’attenzione è il modo migliore ma dovrebbe essere quello più spontaneo, accorgersi dell’altro, fare attenzione a non ferirlo durante una discussione, non soffocarlo ma lasciargli lo spazio di essere qualcuno anche all’infuori della relazione.

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Perché ognuno di noi ha dentro un energia molto potente (so che sembra strano o da troll ma segui il discorso fidati) e in questo caso si tratta dell’energia s3ssuale, sai per riesci a dormire? Perché appunto rilasci quell’energia, non noti che in qualsiasi momento quando hai un orgvsm ti senti un po’ di più senza forze? Credimi che è intrippante questa roba.. prova ad esempio a non “praticare l’atto” per più tempo possibile, avrai tanta energia nel sistema che neanche immagini.. bene tirando queste somme, quell’energia la devi canalizzare, perché giustamente quando ne hai troppa per così dire, il tuo corpo cos’è che dice? “Embhe!! la vogliamo fa uscí st’energia in qualche modo? 😂 ed è lì che ti viene voglia di mastur**rti quindi o la fai uscire in quel modo altrimenti puoi canalizzarla, e questo che significa.. significa che invece di “darti alla pazza gioia” come alternativa puoi usare quell’energia per qualsiasi altra cosa, come ad esempio un allenamento oppure una meditazione o qualsiasi hobby che richieda la tua concentrazione, anche se l’attività fisica è il modo in assoluto migliore per canalizzare l’energia s3ssuale.. quindi adesso capisci il discorso? Per questo riesci a dormire, perché vai a dissipare una buona dose di energia che hai in quel momento nel corpo e che è andata pian piano ad aumentare.. quindi come soluzione secondaria quando te la senti, anziché “fare l’atto” prova a fare un po’ di flessioni e appena ti metti a letto concentrati sul respiro.

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Quando sono triste non cerco un modo per sfuggire alla tristezza, non mi viene neanche da pormi la domanda: Cosa potrei fare per stare meglio?
No, se sono triste un motivo c'è e io voglio capirlo, fortunatamente la musica è la prima cosa che corre in mio soccorso o a cui io mi rivolgo per affrontarla nel migliore dei modi. Sembrerà strano ma io non ci vedo nulla di male a rimanere spenti per un pò, a ricoprirsi gli occhi di malinconia per un pomeriggio, a me piace che ogni tanto la tristezza-il dolore venga a bussare alla mia porta. Certo, non sempre mi avverte, a volte mi spiazza, e in quei casi è più difficile però lo accetto. Io vivo a pieno ogni emozione, non mi lascio sfuggire un suo insegnamento, mi piace sapere perchè in quel momento-perchè quella cosa in questo la caso la tristezza mi abita dentro, una volta mi è stato detto: " tutto serve nella vita", e quella persona aveva ragione. Durante le giornate fredde-pesanti dal punto di vista morali, come piace chiamarle a me di "svuotamento" non mi levo le cuffie dalle orecchie forse per ore perchè mi piace ascoltarmi, dedicarmi del tempo, mi immergo completamento con l'aiuto di una musica che in quel momento parli la mia stessa lingua. La musica salva le persone, nello stesso tempo in cui ci ascolta, ci aiuta a metabolizzare, a buttare fuori. Ovviamente ci sono tristezze che derivano da dolori passati, che conosco a memoria, non mi chiedo più il perchè, so che vivono dentro di me, a volte necessitano di uscire, comunque non scappo neanche lì.

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Che suscita meraviglia, e spesso anche un senso di stupore, per le sue qualità, per i modi in cui si manifesta, perché strano, sorprendente, straordinario.

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Piuttosto che dirlo a modo mio ho preferito allegarti direttamente la definizione del dizionario (so pigro, che vuoi farci). Se tutti sono meravigliosi, per definizione, non lo è nessuno. Se lo sono tutti, non c'è più la meraviglia, nessun senso di stupore, se tutti sono meravigliosi non è più strano, sorprendente e soprattutto straordinario. Cortesemente, smettetela di usare le parole in modo casuale, anche perché, che parola userete quando capiterete davanti a qualcosa che meraviglioso lo è veramente? L'avrete già utilizzato per definire degli sconosciuti che non hanno nulla di diverso gli uni dagli altri. Un giorno potreste avere la fortuna di guardare il tramonto su New York dall'Empire State Building e non avere nessuna parola per definirlo.

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Mi sono già capitate altre tue domande simili, mi sono sempre trattenuto, ma a questa non ce l'ho fatta.

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Ciao! É un momento molto strano: pochi giorni fa ho ricevuto una brutta notizia su uno dei miei più cari amici, ma gli ultimi aggiornamenti lasciano ben sperare, almeno io e gli altri del gruppo possiamo tirare un sospiro di sollievo. Anche sul lavoro non sono troppo tranquillo ahimè, fra arrivi e partenze ho il presentimento che andremo verso un periodo piuttosto impegnativo, ma è nell'ordine delle cose che ci siano dei cambiamenti di tanto in tanto.. e questo sotto sotto mi incuriosisce. Oltretutto sono vicino a prendere una decisione che sono convinto potrebbe darmi un obiettivo veramente appagante, e questo mi entusiasma.
Tu invece hai più cambiato lavoro? E, cosa più importante, ti sei rimessa? L'ultima volta ricordo che non stavi benissimo.. comunque ti ringrazio della tua domanda, apprezzo molto il tuo interessamento, gentile davvero!

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Integrato? Io non sono mai stato integrato in niente. Fino a 11 anni ho studiato con mia madre e dato esami da privatista, perché seguivamo mio padre nel suo lavoro. Quando ad 11 anni sono stato lasciato da mia nonna e finalmente entrato in una scuola, ero chiaramente quello diverso e mi ci sentivo in modo radicale. Quando venivo in Italia dai nonni, avevo un modo di fare, di agire e di pensare che era visto come "strano", soprattutto su cose che qui sembrano fondamentali, ad esempio il concetto di maschile, femminile, interazioni di base, ecc. Ancora oggi ogni tanto mi sento dare del gay! Non che mi senta offeso, ma qui la situazione è per certi aspetti "drammatica", di un'arretratezza che lascia basiti. D'altronde però, con una metà italiana che amo profondamente, non mi sono mai sentito bene neanche a casa mia, in mezzo a persone senza il minimo legame famigliare e con un concetto di coppia a dir poco aperto. Dubito che arriverà mai il giorno in cui mi sentirò integrato in qualcosa.

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