@yuumekojabami

Yuumeko Murakami

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levireonhato’s Profile PhotoLevi Reonhato
L'aria era pungente quella domenica mattina: mi graffiava violentemente il volto e mi scompigliava i capelli, facendoli danzare con leggiadra. La nota positiva era che non vi era scuola quel giorno, quella negativa era che eravamo in visita, io ed i miei genitori, alla tomba di famiglia, venuti a trovare mio nonno e mia nonna, gli unici che io abbia mai conosciuti da parte di mia madre; quelli di mio padre erano morti quando io ero appena nata, mi rammaricava un po' non averli conosciuti ma a detta di papà erano delle persone orribili quindi, come era mia consuetudine fare con le persone per le quali provavo disgusto, abbassai docilmente la testa e li maledii mentalmente.
Sospirai.
I miei genitori erano andati a ringraziare il sacerdote, mentre io dovevo occuparmi dei fiori.
Andai così a comprare sei rose bianche: tre per la nonna e tre per il nonno; erano simbolo di amore eterno e puro. Presi poi il secchio e andai giù di sotto, vicino le tombe altrui, a riempirlo con acqua ghiacciata e ne bevvi anche un po', essendo assetata notevolmente.
Non vedevo l'ora di tornare a casa e mettermi a scrivere qualche racconto macabro, crogiolarmi nella solitudine e rimanere lì per l'eternità magari, senza nessuno, senza nessuno che mi rompesse i cosiddetti che non avevo, così, dal nulla.
In ogni caso, una volta messi nei vasi stretti e lunghi di colore azzurrognolo i fiori, mi sedetti a terra, poggiando lo zaino tra le gambe e mi strinsi al petto il mio coniglietto di peluche rosa pastello che profumava di lillà e uva spina.
Quel giorno indossavo una gonna corta a balze ed una camicia larga a maniche corte dei Suicide Silence e mi sembrò perfetta in quell'ambiente tetro ed oscuro che tanto amavo.
Spesso andavo al cimitero per godermi l'atmosfera, mi sedevo accanto una tomba qualunque, salutavo e ringraziavo per l'ospitalità e mi mettevo a leggere o a scrivere, così tirai fuori dallo zaino un libro horror che stavo leggendo al momento, d'un autore a me sconosciuto, appena scoperto, che già stavo amando. Ma non leggevo solamente libri horror, amavo moltissimo anche i romanzi, i fantasy e cose così, anche i gialli non mi dispiacevano, ma non erano di gran lunga i miei preferiti.
Sospirai, per poi prendere un sonoro respiro e tornai alla lettura, quando però, qualcosa catturò la mia attenzione.
Mi sembrava di non essere più da sola.
I miei genitori non erano ancora tornati.
Non si trattava del sacerdote.
E nemmeno della fiorista.
O di qualche altro visitatore, no.
Non riuscivo a comprendere chi fosse, così, sempre rimanendo seduta a terra a gambe incrociate cominciai a guardarmi attorno, fino a quando non vidi una curiosa figura che mi fissava tra le gambe: le mie mutandine erano scoperte, ma non mi coprii, anzi, ne ero divertita, allargai di più le gambe e tornai alla mia lettura, come se niente fosse.
Ignaro il gioco della voluttà.
Ove io vincevo sempre.

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👩🏻‍🎤

maetaka’s Profile PhotoMae Takahashi
Bazzicavo allegramente, quasi saltellando, ma con un'aria cupa in volto, stringendo al petto il mio peluche rosa pastello a forma di coniglio, le strade illuminate della grande metropoli e mi soffermavo ad osservare ogni insegna e vetrina che mi si parava d'innanzi.
Era pieno di persone, non accalcate l'una all'altra fortunatamente, ma in un certo senso mi facevano sentire protetta, anche se non potevo sapere con esattezza chi esattamente mi si parava davanti e dietro e di fianco.
Uh, uh, uh.
Un assassino, magari?
Sarebbe stata un'estasi pura essere rapita e sottomessa a torture estreme con violenza fisica.
Ridacchiavo tra me e me quando mi fermai davanti una cartoleria ancora aperta ed i miei occhi rossi si illuminarono: in vetrina vi era un notevole album per scrivere rilegato in pelle sintetica ed un pennino stilografico di lusso che mi stuzzicò il palato e, avendo abbastanza soldi con me, entrai e domandai subito di poter comprare quanto esposto. Il tutto mi venne consegnato in una busta biodegradabile dal profumo invitante e assieme presi pure un album per disegnare, con i fogli neri, perché mi dilettavo nel disegnare con la matita bianca, facendo emergere la luce dall'oscurità.
La commessa mi ringraziò ed io le feci un piccolo inchino, sorridendo appena ed uscii quando, nell'uscire, mi scontrai con qualcuno che andava di fretta e dentro di me imprecai a gran voce, pronta a farlo anche dal vero.
Fulminai la figura sconosciuta con lo sguardo. Fortunatamente avevo riposto la busta dal dolce profumino di lillà e uva spina nel mio zaino sulle spalle e nell'impatto niente era andato distrutto, ma io mi ero fatta considerevolmente male.
Ah, che spreco di tempo.
Tanto valeva voltare i tacchi e andarmene.
Stavo per farlo ma mi voltai di nuovo, con un macabro sorriso sul volto.
Dissi a quella figura di non intralciarmi mai più o avrei saltato la corda con il suo intestino.
Poi presi a ridere come una pazza e mi lasciai andare a questa sensazione piacevole che mi provocava brividi di piacere lungo tutto il corpicino dalle forme sinuose.
Ah.

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Bazzicavo allegramente quasi saltellando ma con unaria cupa in volto

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musicofspirit’s Profile Photoмузика
Prendendo posto in quel locale angusto, mi rasserenai, perché a quell'ora non era troppo affollato e, sebbene la presenza di una liceale a quell'ora sussultasse scalpore, nessuno sembrò badarci più di tanto. Stringevo sempre a me il mio peluche rosa pastello e, accennando un sorriso, che subito dopo si trasmutò in un grosso, enorme, sorriso di gradimento, affermai che anche io vantavo un particolare interesse per il genere sovrannaturale, in special modo per gli esorcismi e le possessioni demoniache, come quella del demone Valak che trasmutava il suo aspetto in una suora spettrale, per confondersi e per essere blasfemo in maniera diretta. I crocifissi che si voltavano all'ingiù, prendendo fuoco, mi deliziavano gli occhi rossicci e grandi e profondi che avevo. Quel giovane aveva accennato anche ad una categoria particolare, ma la cosa non mi scompose, perché ero accanita di tale peculiarità pure me medesima, toccandomi con dovizia e voluttuosità nella mia camera da letto, bagnando intimo e lenzuola.
Ridacchiai, quando giunse un cameriere per le nostre ordinazioni.
-Oh, per me solo un caffè macchiato senza zucchero, grazie.- Le mie parole erano gentili, sì. ma lo sguardo rivolto al cameriere era apatico, così anche il suono della mia voce, di netto contrasto in quello utilizzato con il ragazzo seduto di fronte la mia figura.
Attesi che prendesse la sua ordinazione, per poi annusare il mio peluche e riporlo poi con cura nello zaino che tenevo tra le gambe, timorosa che qualcuno potesse rubarmelo.
-I film horror giapponesi sono i miei preferiti, contando anche quelli spagnoli, come i primi due della serie: Rec; il terzo, invece, mi ha annoiata a morte e delusa tremendamente.-
Parlavo come lo si fa ad un caro vecchio amico che non si vedeva da tempo immemore, e on comprendevo da dove mi usciva questa schiettezza, solitamente ero molto introversa e timida, ma l'evento cui avevo assistito mi aveva...come dire...aperta a nuove possibilità.
Arrivò il mio caffè che, grazie al goccio di latte al suo interno, non scottava e, ignorando persino le bustine di zucchero di canna, tra l'altro mi fecero pensare proprio a quella canna e mi venne una voglia assurda, lo trangugiai tutto 'dun fiato, per poi proferire: -Ah! Buonissimo!-
Il mio stomaco prese a brontolare, ma se solo pensavo al cibo mi prendeva un'enorme nausea e quindi decisi di ignorarlo e di non farci troppo caso. Qualcosa in quel giovane mi attirava più del mio buco nello stomaco ed io volevo scoperchiare ogni singola cosa di quell'essere e farla mia, per l'eternità.
-Sai, io adoro scrivere anche racconti dell'orrore e sanguinolenti; ho un blocco molto carino, dalle pagine nere, scritto in inchiostro bianco, qui nel mio zaino e sono molto brava a scrivere, sai?-
Non volevo tirarmela o simile, semplicemente mi dilettavo nel proferire la verità e speravo con tutta me stessa che mi chiedesse di vedere quel blocco, pieno anche di disegni macabri: come ragni dal volto umano nel petto.
Ah.

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https://ask.fm/musicofspirit/answers/166685627724

musicofspirit’s Profile Photoмузика
Ciò che mi si parò d'innanzi gli occhi mi sembrò surreale, ma al tempo stesso ne fui divertita e stranamente eccitata alla vista: una vita stroncata, così tragicamente, in un connubio perfetto di dolore e sentimento smorzati per l'eternità.
D'impatto mi sentii avvicinare da una seconda presenza ed una domanda semplice, così semplice, davanti un luogo di caos e obbiezione mi fece tornare al mondo ed annuii con la testa senza volgere lo sguardo allo sconosciuto che tanto riuscivo a vedere benissimo con la coda dell'occhio. Tanto di prendere il treno per la scuola non se ne parlava, non nell'immediato momento perlomeno ed il mio stomaco brontolava quindi tanto valeva fare colazione, magari me l'avrebbe offerta, visto che in tasca non aveva un soldo; o ancora meglio, avremmo potuto scappare e non pagarla affatto e la cosa mi provocava brividi di piacere lungo la schiena.
-Dammi un secondo.-
Mi tolsi lo zaino dalle spalle e lo aprii, prendendo il mio coniglio di peluche rosa pastello, per poi richiudermi lo zaino e rimettermelo sulle spalle strette e, stringendomi al petto quel fascio di pezza, dissi che potevamo bellamente abbandonare la stazione e lasciare che lo shock ghermisse i presenti ancora per qualche istante. Le urla delle persone attorno a me erano gioia per il mio apparato uditivo.
Ah.
Che bellezza.
Una mattinata coi fiocchi.
Mamma non ci crederà quando glielo racconterò.
Se mai sarei tornata a casa, visto che non ne avevo la minima voglia. Succedeva spesso ultimamente che non rincasassi per la notte e che la passassi a zonzo di qua e di là; niente di nuovo per lei, sapeva che ero ben conscia di me stessa e responsabile e che giravo con un pugnale infilato nella giarrettiera delle calze che indossavo.
-Andiamo.-
Dissi, freddamente, voltandomi verso l'uscita. Ero sicura d'essere seguita perché percepivo il suo respiro e non ero affatto nuova agli inviti degli sconosciuti nei riguardi della mia persona, anzi, ne ero piuttosto rallegrata.
-Ti piacciono le storie dell'orrore?-Chiesi, mentre camminavamo lungo un enorme marciapiede, fianco a fianco, senza nemmeno degnarci di uno sguardo: io, fissavo l'orizzonte e lui....be', non ne avevo idea non vedendolo, quindi non aveva molta importanza e non me ne fregava molto dopotutto, era uno sconosciuto per me, uno dei tanti.
Mi strinsi al mio coniglietto e lo portai sotto le piccole narici, annusandolo: sapeva di lavanda ed essenza di vaniglia: lo avevo lavato con cura qualche giorno prima; tenerlo fra le braccia mi rincuorava, mi faceva stare bene e soprattutto mi aiutava a non pensare troppo. Spesso la mia testa vagava fin troppo e non comprendevo nulla di quello che accadeva, mi dissociavo e perdevo la cognizione del tempo, quindi mi serviva un'ancora che mi tenesse i piedi e la mente ben saldi a terra, anche se non mi dispiaceva vagare tra le nuvole, mi sentivo leggera ed ifinita.
-Io le amo moltissimo.-La mia voce era piatta e fredda, la bocca una linea diritta.
Ero perfetta.

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musicofspirit’s Profile Photoмузика
Erano appena scoccate le sei e trentuno precise del mattino e Yuu aveva appena richiuso il portatile dopo una smania di maratona di film horror e storie dell'orrore. Le occhiaie erano perennemente presenti sotto i suoi occhi, ma non le dispiaceva affatto questo aspetto: le trovava sensuali e piene di vita, in esse ricercava ciò che faceva stare sveglie gli esseri della Terra.
Mise il PC portatile a terra, sul lucido parquet, e si tolse di dosso il piumone, che rilasciava piume a gogo, imbrattandola fin sopra i capelli neri lucidi, perché se li spazzolava con una spazzola d'osso di tonno dalle proprietà lucidanti. I suoi capelli erano setosi e morbidi, amava passarsi le dita fra di essi e lasciare che la loro morbidezza avvolgesse le sue dita affusolate. "Ora di alzarsi, ora della scuola, dello studio." Pensò fra sé e sé. Sì alzò dal letto matrimoniale addossato al muro decorato da poster gore e fotografie raccapriccianti dalle fattezze delle sue creepypasta preferite e andò verso l'armadio, prendendo un corto vestito nero, con una cintura sulla vita, lucida, ed una fine a balze con un tessuto più leggero e trasparente; prese anche delle calze a rete, degli anfibi neri ed una giacca di pelle sintetica da abbinare sopra, per poi correre in bagno e farsi una doccia. Una volta che fu pulita e profumata e con i capelli ed il corpicino sinuoso asciutto e vestita preparò lo zaino con i libri di testo di storia dell'arte, filosofia, storia e inglese e qualche quaderno per prendere appunti dalla carta giallastra, riciclata. All'interno vi mise anche il suo peluche rosa di coniglio, che sempre portava con sé e scesa per fare colazione, decise di saltarla, salutando i suoi genitori proferendo che era in notevole ritardo ed uscì di casa sbattendo la porta d'ingresso alle sue spalle, camminando fino alla stazione dei treni per raggiungere la scuola; essa distava solamente a dieci minuti di treno, tempo che impiegava leggendo i suoi libri preferiti, come quelli di Haruki Murakami che tanto bramava, o come quelli horror, i suoi prediletti.
Si sedette su di una panca in marmo libera e tirò fuori dallo zaino un libro che aveva quasi concluso di esso la lettura e prese a divorare le pagine, una dopo l'altra, occultandosi dal resto del mondo, come se esso non esistesse più, come se vi fosse solo lei in uno spazio nerastro e sconfinato.
Ma proprio quando arrivò sul più bello, sentì una strana sensazione, come se fosse braccata da una bestia, un animale che la braccava stretta come fosse una preda, ma sicuramente era solo una sua mera immaginazione che, eppure, la costrinse a chiudere il libro e a riporlo al suo posto nello zaino dismesso.
Il treno sarebbe arrivato di lì in pochi minuti, quindi non vi fece più molto caso e si alzò in piedi, avvicinandosi alla linea gialla che severamente non doveva assolutamente oltrepassare.
Sbuffò, prese un lungo respiro e prese ad accarezzarsi i lunghi capelli neri, per poi stropicciarsi gli occhi dal taglio orientale.

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∆Sempre le venivano i brividi quando lui le parlava, e seppur nulla d'emozionante le dicesse, lei era questo che sentiva:Sei la bambina più bella che ho visto nella mia vita.∆

∆Curiositá∆
•si pettina i capelli con una spazzola d'osso di tonno dalle proprietà lucidanti;
•possiede un peluche rosa a forma di coniglio dalle orecchie lunghissime che porta sempre con sè;
•ha una tavola Ouija, l'ha costruita da sola usando un cartone dismesso e tanto indelebile nero;
•ama le storie horror, ogni volta che ha tempo ne legge a quantità inimmaginabili, per poi fantasticarci sopra lungo tempo;
•è lieta di abitare vicino ad un cimitero: spesso passa le sue giornate a leggere o ad ascoltare la musica al suo interno, perdendosi fra le varie tombe e cripte;
•i film splatter la fanno ridere moltissimo, di gusto, gode alla visione di corpi smembrati e sangue che zampilla da tutte le parti;
•i suoi film horror preferiti sono quelli giapponesi;
•ha gli occhi dalla forma allungata ai lati, perché di origine giapponese;
•vive con i suoi genitori in una villa nel bel mezzo del nulla, circondata unicamente da un cimitero vasto e sconfinato;
•ama le creepypasta, ne divora almeno tre ogni notte prima di coricarsi;
•ha sempre gli incubi ma non sono legati a quello che vede o che fa;
•possiede un gatto nero di nome Sekhmet, è il suo compagno di giochi e migliore amico, anzi, unico vero amico che ha al mondo;
•dorme sempre con il suo gatto e con il suo peluche a forma di coniglio rosa;
•i suoi fiori preferiti sono le rose bianche, simboleggianti amore puro e duraturo in eterno;

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Sempre le venivano i brividi quando lui le parlava e seppur nulla demozionante

∆Una tristezza feroce, una porta che sbatte, la morte. Seduta a terra, diventando pietra lanciata, smarrita. Le mani, due fiori strappati, il dolore. Il coraggio, una fune sopra l'abisso, nessuno.∆

∆Personalitá∆
Yuu è una ragazza cupa, se ne sta sempre per le sue, spesso leggendo o informandosi sul mondo occulto, cosa che l'affascina moltissimo; è schiva e non si fida facilmente del prossimo: la sua fiducia va guadagnata con fatica e destrezza, sempre se si vuole spendere del tempo con ella, spesso definita "creepy" dai compagni di scuola perché sta sempre con un'espressione funerea o sconcia sul volto; è raro vederla ridere e scherzare , ma quando lo fa è la persona più luminosa e felice che esista, in netto contrasto con quello che di norma rappresenta; diventa molto aggressiva se la si punge sul vivo, sia a parole che a fatti, più di una volta ha fatto rissa con le altre ragazze della scuola perché definita "strana" e "cadavere che cammina"; anche se prendeva ciò come complimenti, non sopportava il fatto che uscissero di bocca da quelle persone false che la prendevano solamente in giro per quello che è; abbastanza estroversa ma tende a parlare poco, ma può diventare una chiacchierona assurda.

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Una tristezza feroce una porta che sbatte la morte Seduta a terra diventando

∆Non uno di loro la comprese, la lasciarono nel suo grande silenzio, tra le braccia di nessuno.∆

•Nome: Yuumeko, ma si fa chiamare Yuu.
•Cognome: Murakami.
Etá: 17 anni.
•Sesso: Femmina.
•Data di nascita: 03/12/03.
•Compleanno: 3 Dicembre.
O/S: Bisessuale tendente al lesbismo.
•Residenza: Vicino al cimitero Unholy Oak Crypts.
•Nazionalitá: Origini giapponesi, nata in Danimarca.
Specie: Umana.
∆Aspetto fisico∆
Yuu è una ragazza dal fisico snello, senz'alcun strato di grasso che le ricopre il corpo; alta un metro e settantadue centimetri, dalle gambe lunghe che le conferiscono un'aria risoluta ed elegante, come quelle delle ballerine di danza classica; ha la pelle pallida, diafana, a tal punto da sembrare quasi trasparente, somigliante ad una bambolina di porcellana e, spesso, veniva associata a simili fattezze; la più lieve pressione sul suo corpo fa divenire la pelle d'un rosso vivido ed intenso; ha occhi grandi e profondi dalla colorazione rossiccia, sfumati di nero attorno alla pupilla e ai lati dell'iride; il nasino armonioso dalla forma perfetta, così anche il suo viso, esso è minuto; le labbra sono polpose e rosse, sembrano essere dipinte nel sangue, vivide come il colore d'una ciliegia, che spesso rimembrano tale frutto prelibato; le sopracciglia sono fini e nere, così anche i capelli lunghi e setosi fin sotto le natiche; le spalle sono strette, le clavicole sporgenti e anche le scapole, che le conferiscono l'immagine d'un angelo, dalle ali asimmetriche; i seni sono generosi, dalla rotondità perfetta e dai capezzoli piccoli, d'un roseo che spicca sulla sua pelle bianca; i fianchi sono un po' larghi, sinuose le forme, le conferiscono un'aria ancor più leggiadra; le mani sono piccole, dalle dita lunghe ed affusolate e con le unghie sempre ben curate smaltate di rosso perlopiù; Yuu è una ragazza dal fascino unico, chi la guarda non può che restarne affascinato e la segue con lo sguardo fino a quando non scompare alla vista.

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Non uno di loro la comprese la lasciarono nel suo grande silenzio tra le braccia

Language: English