Start role for me 🌹
Erano appena scoccate le sei e trentuno precise del mattino e Yuu aveva appena richiuso il portatile dopo una smania di maratona di film horror e storie dell'orrore. Le occhiaie erano perennemente presenti sotto i suoi occhi, ma non le dispiaceva affatto questo aspetto: le trovava sensuali e piene di vita, in esse ricercava ciò che faceva stare sveglie gli esseri della Terra.
Mise il PC portatile a terra, sul lucido parquet, e si tolse di dosso il piumone, che rilasciava piume a gogo, imbrattandola fin sopra i capelli neri lucidi, perché se li spazzolava con una spazzola d'osso di tonno dalle proprietà lucidanti. I suoi capelli erano setosi e morbidi, amava passarsi le dita fra di essi e lasciare che la loro morbidezza avvolgesse le sue dita affusolate. "Ora di alzarsi, ora della scuola, dello studio." Pensò fra sé e sé. Sì alzò dal letto matrimoniale addossato al muro decorato da poster gore e fotografie raccapriccianti dalle fattezze delle sue creepypasta preferite e andò verso l'armadio, prendendo un corto vestito nero, con una cintura sulla vita, lucida, ed una fine a balze con un tessuto più leggero e trasparente; prese anche delle calze a rete, degli anfibi neri ed una giacca di pelle sintetica da abbinare sopra, per poi correre in bagno e farsi una doccia. Una volta che fu pulita e profumata e con i capelli ed il corpicino sinuoso asciutto e vestita preparò lo zaino con i libri di testo di storia dell'arte, filosofia, storia e inglese e qualche quaderno per prendere appunti dalla carta giallastra, riciclata. All'interno vi mise anche il suo peluche rosa di coniglio, che sempre portava con sé e scesa per fare colazione, decise di saltarla, salutando i suoi genitori proferendo che era in notevole ritardo ed uscì di casa sbattendo la porta d'ingresso alle sue spalle, camminando fino alla stazione dei treni per raggiungere la scuola; essa distava solamente a dieci minuti di treno, tempo che impiegava leggendo i suoi libri preferiti, come quelli di Haruki Murakami che tanto bramava, o come quelli horror, i suoi prediletti.
Si sedette su di una panca in marmo libera e tirò fuori dallo zaino un libro che aveva quasi concluso di esso la lettura e prese a divorare le pagine, una dopo l'altra, occultandosi dal resto del mondo, come se esso non esistesse più, come se vi fosse solo lei in uno spazio nerastro e sconfinato.
Ma proprio quando arrivò sul più bello, sentì una strana sensazione, come se fosse braccata da una bestia, un animale che la braccava stretta come fosse una preda, ma sicuramente era solo una sua mera immaginazione che, eppure, la costrinse a chiudere il libro e a riporlo al suo posto nello zaino dismesso.
Il treno sarebbe arrivato di lì in pochi minuti, quindi non vi fece più molto caso e si alzò in piedi, avvicinandosi alla linea gialla che severamente non doveva assolutamente oltrepassare.
Sbuffò, prese un lungo respiro e prese ad accarezzarsi i lunghi capelli neri, per poi stropicciarsi gli occhi dal taglio orientale.
Mise il PC portatile a terra, sul lucido parquet, e si tolse di dosso il piumone, che rilasciava piume a gogo, imbrattandola fin sopra i capelli neri lucidi, perché se li spazzolava con una spazzola d'osso di tonno dalle proprietà lucidanti. I suoi capelli erano setosi e morbidi, amava passarsi le dita fra di essi e lasciare che la loro morbidezza avvolgesse le sue dita affusolate. "Ora di alzarsi, ora della scuola, dello studio." Pensò fra sé e sé. Sì alzò dal letto matrimoniale addossato al muro decorato da poster gore e fotografie raccapriccianti dalle fattezze delle sue creepypasta preferite e andò verso l'armadio, prendendo un corto vestito nero, con una cintura sulla vita, lucida, ed una fine a balze con un tessuto più leggero e trasparente; prese anche delle calze a rete, degli anfibi neri ed una giacca di pelle sintetica da abbinare sopra, per poi correre in bagno e farsi una doccia. Una volta che fu pulita e profumata e con i capelli ed il corpicino sinuoso asciutto e vestita preparò lo zaino con i libri di testo di storia dell'arte, filosofia, storia e inglese e qualche quaderno per prendere appunti dalla carta giallastra, riciclata. All'interno vi mise anche il suo peluche rosa di coniglio, che sempre portava con sé e scesa per fare colazione, decise di saltarla, salutando i suoi genitori proferendo che era in notevole ritardo ed uscì di casa sbattendo la porta d'ingresso alle sue spalle, camminando fino alla stazione dei treni per raggiungere la scuola; essa distava solamente a dieci minuti di treno, tempo che impiegava leggendo i suoi libri preferiti, come quelli di Haruki Murakami che tanto bramava, o come quelli horror, i suoi prediletti.
Si sedette su di una panca in marmo libera e tirò fuori dallo zaino un libro che aveva quasi concluso di esso la lettura e prese a divorare le pagine, una dopo l'altra, occultandosi dal resto del mondo, come se esso non esistesse più, come se vi fosse solo lei in uno spazio nerastro e sconfinato.
Ma proprio quando arrivò sul più bello, sentì una strana sensazione, come se fosse braccata da una bestia, un animale che la braccava stretta come fosse una preda, ma sicuramente era solo una sua mera immaginazione che, eppure, la costrinse a chiudere il libro e a riporlo al suo posto nello zaino dismesso.
Il treno sarebbe arrivato di lì in pochi minuti, quindi non vi fece più molto caso e si alzò in piedi, avvicinandosi alla linea gialla che severamente non doveva assolutamente oltrepassare.
Sbuffò, prese un lungo respiro e prese ad accarezzarsi i lunghi capelli neri, per poi stropicciarsi gli occhi dal taglio orientale.