Hey hey hey, stasera carta bianca, ti chiedo solo di scrivere.
La tua domanda sui soprannomi mi ha fatto venire in mente una leggenda che chi va per mare conosce.
La leggenda dice che mai si può cambiare nome a una barca, perché, se venisse fatto, la sventura si abbatterebbe su quello scafo e sul suo equipaggio e l'ira del mare li travolgerebbe.
La ragione di questa credenza risiede nel fatto che ogni barca, quando viene varata, entra non solo nei flutti marini, ma anche, col proprio nome, nel Registro delle Profondità tenuto da Poseidone, dio degli abissi, che associa in modo indissolubile l'anima della barca a quell'identità.
Nessun velista si azzarderebbe a suscitarne l'ira, perché sa che va rispettosamente temuto.
Ma se proprio dovessi decidere di correre questo rischio, cosa che ti sconsiglio, allora c'è un rituale da compiere affinché il vecchio nome venga cancellato dai registri e dalla memoria di Poseidone.
E dopo aver fatto questo, un altro rito di invocazione deve essere compiuto nei confronti delle divinità dei venti, Borea, Zefiro, Euro e Noto, per ottenerne la benevolenza.
Per brevità non ti racconto l'intera procedura. Sappi che esiste una pratica molto più breve che consiste nell'infilare un biglietto col vecchio nome alla base dell'albero maestro e nel far tagliare la rotta per tre volte da una barca amica, per neutralizzare la malasorte.
Ma non mi fiderei.
Per contro, io cambio sempre nome alle persone. Nel senso che non uso quello dell'anagrafe ma a ciascuno ne do uno di fantasia, a mia scelta. Però esclusivo.
Questa cosa la faccio da sempre e devo averla ereditata dalla mom, solo che lei usa solo nomi propri.
La mia più cara amica, Claire, in realtà si chiama Bianca, ma da quando aveva due anni per la mom è Claire. Perchè non Blanche? tu mi chiederai. Non lo so, però lei stessa spesso si firma Claire e ci si sente bene.
La leggenda dice che mai si può cambiare nome a una barca, perché, se venisse fatto, la sventura si abbatterebbe su quello scafo e sul suo equipaggio e l'ira del mare li travolgerebbe.
La ragione di questa credenza risiede nel fatto che ogni barca, quando viene varata, entra non solo nei flutti marini, ma anche, col proprio nome, nel Registro delle Profondità tenuto da Poseidone, dio degli abissi, che associa in modo indissolubile l'anima della barca a quell'identità.
Nessun velista si azzarderebbe a suscitarne l'ira, perché sa che va rispettosamente temuto.
Ma se proprio dovessi decidere di correre questo rischio, cosa che ti sconsiglio, allora c'è un rituale da compiere affinché il vecchio nome venga cancellato dai registri e dalla memoria di Poseidone.
E dopo aver fatto questo, un altro rito di invocazione deve essere compiuto nei confronti delle divinità dei venti, Borea, Zefiro, Euro e Noto, per ottenerne la benevolenza.
Per brevità non ti racconto l'intera procedura. Sappi che esiste una pratica molto più breve che consiste nell'infilare un biglietto col vecchio nome alla base dell'albero maestro e nel far tagliare la rotta per tre volte da una barca amica, per neutralizzare la malasorte.
Ma non mi fiderei.
Per contro, io cambio sempre nome alle persone. Nel senso che non uso quello dell'anagrafe ma a ciascuno ne do uno di fantasia, a mia scelta. Però esclusivo.
Questa cosa la faccio da sempre e devo averla ereditata dalla mom, solo che lei usa solo nomi propri.
La mia più cara amica, Claire, in realtà si chiama Bianca, ma da quando aveva due anni per la mom è Claire. Perchè non Blanche? tu mi chiederai. Non lo so, però lei stessa spesso si firma Claire e ci si sente bene.