@zvguelte686

rainbow

Buonasera :) Torno con un’altra domanda non così scontata. Sei una persona felice? Cosa vuol dire per te esserlo? La felicità si trova? Se si, dove o come?

Zanzibar997’s Profile PhotoIdk
Ciao Da :)🌸
Fonti attendibili dicono che sia nata felice, te lo riporto con beneficio del dubbio perché quel giorno ero presente ma non proprio consapevole.
A me non piace questa cosa di spaccarsi la testa cercando di inscatolare emozioni o sensazioni in definizioni: analizzare il percepibile finisce solo per sciuparlo. E lo trovo inutile e pure mutilante perché appunto cerchi di ricondurre nei limiti di un confine rigido e costante un qualcosa che è invece così talmente mutevole, personale e aeriforme da dilatarsi in modo sempre diverso a seconda del diverso contenitore. Un gas perfetto diciamo.
Però provo: io associo alla locuzione "essere felice" il concetto di possedere la gioia. E allora in questo senso sì, la gioia è in me sempre presente, quantomeno come substrato e a prescidere da come mi va la vita.
La felicità si trova?
Maybe. Però chi lo sa, life is unpredictable. Take it easy.
La felicità si cerca?
I think not.
Credo che non sia il modo migliore perché ti faresti delle aspettative suscettibili di delusioni. Su un gas poi. Che potrebbe espandersi ovunque e non dove e come vorresti tu.
Penso che la cosa migliore sia tenere gli occhi aperti. Anche solo Essere "aperti". Anche solo Esser(ci). Perché potrebbe passare proprio di lì.
"Lì dove" però non so. Non è sempre lo stesso posto.
"Lì come" però nemmeno.
A seconda del giorno in cui guardi il cielo, tu sai che non troverai la luna sempre nello stesso punto. Non trovarla non significa che non ci sia e non ce l'ha con te se si sposta. È che cammina, come noi. Nemmeno quando è (luna) nuova e proprio non c'è. Eppure esiste, bisogna darle il tempo di "farsi" e avere fiducia che se ti dicono che arriva, è vero, quindi cercare di esserci sempre, stare all'occhio, come quando aspetti il corriere.
Riguardo al "Come", attenzione alla trappola: quandi ero sotto l'equatore a Natale c'erano tè freddo, gelato di cioccolato e 40°C anziché tè bollente, cioccolata calda e neve. Eppure Babbo Natale è passato puntuale. Vedi?

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Latest answers from rainbow

Nell'amore c'è sempre un po' di follia. Ma della follia c'è sempre un po' di saggezza.

C’è una saggezza che è dolore. Ma c’è un dolore che è follia.
Per un attimo sono stata tentata di scrivere una risposta chilometrica.
Poi mi è venuto in mente un libro.
E allora, ho deciso di giocare a domino.
Your turn 🐳.

Cosa pensi delle persone che per 10 volte di fila non rispondono alle telefonate ?

E di quelle che dopo due volte che non rispondi, continuano a chiamare per altre otto senza capire che magari non puoi?
Ne vogliamo parlare?

Posso scriverti?

Sarò sincera.
I miei tempi di risposta vanno da alcune ore fino a un paio di giorni.
E non tutte le mucose gastriche sono in grado di comprenderlo e gestirlo.
Quindi, se vuoi evitarti una gastrite, te lo sconsiglio vivamente.

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La solitudine in un ambiente naturale ostile rappresenta una sfida alla sopravvivenza, pertanto la selezione naturale ha favorito gli individui che, pur soffrendo della condizione di isolamento, tendono a cercare compagnia e contatto con altri

Non trovo molto logica la consequenzialità contenuta nella dipendente.
Ma ovviamente è solo il mio punto di vista 🎈.

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In questo periodo storico vorresti costruirti un bunker antiatomico? Se ne avessi la possibilità lo faresti?

dogtheblog’s Profile PhotoUn cane di nome Stan
Sincera?
Di un bunker antiatomico non saprei cosa farmene se davvero e sciaguratamente si verificasse la necessità di doverlo usare.
Invece sai cosa farei, in questo periodo storico, e se ne avessi la possibilità?
Vorrei costruirmi una casa off grid sull'Atlantico.
Con abbastanza terra intorno per garantirmi sia l'autosufficienza alimentare, che un'adeguata distanza dal più prossimo dei vicini.
La voce del vento e i gridi di gabbiani a sottofondo di misteriose rispondenze.
Un paio d'alberi secolari e un'amaca sottesa da sottili collegamenti.
La barca in rada.
Un tempo senza orologio.
Il tintinnio della cose.
E una bottiglia di rum.

Usate sandali di vostra spontanea volontà o insistano un po’ i genitori?

Dipende.
Se hai una padre che si chiama Massimo Decimo Meridio,
comandante dell'esercito del Nord,
generale delle legioni Felix,
servo leale dell'unico vero imperatore, Marco Aurelio.
Padre di un figlio assassinato, e marito di una moglie uccisa...
...allora non solo insiste, ma se ti rifiuti di metterli, potresti sentirti dire:
Avrò la mia vendetta... in questa vita o nell'altra!
E lì non so se ti conviene, ecco.

Punti deboli?

Nella tua domanda?
Allora, il primo e più rilevante è che è generica, non è circostanziata.
Se vuoi una risposta che soddisfi un tuo dubbio o desiderio di sapere, devi fare una domanda calzante, precisa.
Pensa bene prima di formularla e modificala ogni volta che ti sembra che possa essere interpretata in modo triplice, duplice o comunque diverso da ciò che intendi.
Tienilo a mente sempre questo, perché vale in qualsiasi contesto e dà proprio una svolta in ogni ambito della comunicazione.
A meno che tu non sia un small talker ecco.
Poi ce ne sono altri di punti deboli.
Ma accontentati di questo.
Vai e applicati.

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Cosa non si dovrebbe mai dire?

SPRENTY1’s Profile Photocioccolata
Le prime tre parole che mi sono venute in mente:
Che schifo - a proposito del cibo o alla vita.
Voglio/Devi - in relazione a ciò che pretendiamo.
Sei stupido/Mi hai deluso - riferito a una persona.
Sono parole gratuitamente giudicanti e colpevolizzanti, presupponenti, con aspettative a senso unico che tendono a scaricare sugli altri la responsabilità di azioni nostre. Sono parole pesanti, tuttavia maneggiate con superficialità e noncuranza riguardo agli effetti collaterali di una "somministrazione" così tranchant.
Poi ti direi anche:
Mai e Sempre.
Non perché non si debbano avere posizioni o convinzioni granitiche, ma perché, siamo (e stiamo) in (un) divenire.
E mi è anche venuto in mente un pensiero nato tempo fa dopo aver letto un libro corto, che in qualche modo c'entra.
Il libro parla di singoli momenti nella vita di alcune donne. Mi ha stupito come, a fronte della profonda dolorosità di quelle parentesi di esistenza, l'autore dedicasse così poche pagine a ciascuna. La prima cosa che ho pensato è che, se la penna fosse stata femminile, sarebbero state minimo il doppio.
Eppure c'era tutto in quelle parole apparentemente scarse. La delicatezza, il rispetto, la discrezione, una verità rivelata. E un tempo accessorio. Quello che mi sono sentita di prendermi fermandomi prima che ogni storia finisse: per metabolizzare, assimilare e poi lasciar decantare i pensieri, constatando errori che io stessa faccio/avrei fatto.
Perché, a comune denominatore di ognuna, il messaggio era che spesso parliamo troppo e inopportunamente e che in certe situazioni, anche una frase corta può aggiungere male al male, poiché, pur con le migliori intenzioni, ragioniamo con nostre supposizioni su ciò che può esser gradito e lo dispensiamo senza metterci nei panni degli altri
Per cui forse, non è solo "cosa" ma "quanto" dire e non essere sovrabbondanti finendo magari per soddisfare un bisogno solo nostro. Anche il gesto, la presenza sono dialogo. E l'ascolto.
Per quanto possa apparire ossimoro

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Oggi allenamento : farò tante flessioni quanto è la tua altezza! Ci stai?

1700 mm.
E quando hai finito avvisa.

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