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Erica G. (Echoes)

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Domenica, 15 settembre 2013!

AlexyaII’s Profile PhotoDiario.
Ricominciare. Da capo. Con uno che non sa niente di me, che non capisce la lingua di coppia che con Rhys ho parlato così a lungo. Qualcun altro saprà mai così tante cose di me, e io di lui? Troverò qualcuno che le voglia scoprire? Immagino un bigino su Rachel Woodford. O una pagina di Wikipedia, piena di dichiarazioni di Rhys seguite dalla dicitura [citazione priva di fonti].
Dunque è proprio questa la triste verità, che tutti i migliori sono già stati presi? Come se le anime gemelle fossero i saldi di inizio gennaio: per fare buoni affari, ti devi alzare presto, prima di tutte le altre. Se compri la cosa sbagliata, devi tornare indietro a cambiarla, e alla fine non ti resta che scegliere tra quelle che nessun altro voleva. È il tipo di pensieri per i quali prendevo in giro mia madre, ma lo facevo mentre ero al sicuro, impegnata in una relazione. Ora che ci sono dentro, sono molto meno convinta.
- Mhairi McFarlane, Dal primo istante.

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Scava, scava a fondo con pale e picconi. Scava nella memoria e porta in superficie il ricordo più bello. Quello più profondo, più felice. Quello che in Harry Potter useresti per evocare il tuo Patronus, insomma. Parlamene, e fammi capire perché è lui "il ricordo."

TheDaylighter’s Profile PhotoNora.
Era il 12 maggio 2012. Giornata di sole, sabato molto intenso, l'interrogazione di filosofia alla prima ora, i pensieri rivolti a un sogno che stavo realizzando e ancora non ci riuscivo a credere: la presentazione del mio libro.
Passai due ore in ansia perché ciò che avevo deciso di indossare non riuscivo a trovarlo e quindi dovevo ripiegare su qualcos'altro ma non sapevo cosa. Cominciai persino a piangere, in quel primo pomeriggio, turbata da come sarebbe andata.
Ero molto, molto in ansia.
Venne a prendermi alle cinque e dieci Stefano, il mio chitarrista, che si era detto disponibile per portarmi un'ora e mezza prima dall'inizio della presentazione. Prima di arrivare nella sala dove avrei dovuto mettere a nudo parte della mia anima, si fermò in un supermercato a comprarmi dei cioccolatini.
Arrivai, mi sistemai, ascoltai le disposizioni che avevano deciso di utilizzare e cercai di calmarmi, seduta al centro di quella stanza con centinaia di posti a sedere, in quel momento vuoti. Credo rimasi lì, in silenzio, dimentica del via vai di gente che mi circondava, per cercare di tranquillizzarmi. Invano.
Scappai fuori, rincorsa da Stefano, e cominciai a chiedergli di portarmi a casa. "Di' che mi sono sentita male," gli dissi, "e parli tu al mio posto, tanto tu sai tutto." Lui continuò a camminarmi accanto mentre disegnavo cerchi a terra continuando a girare in tondo, e poi cominciò ad arrivare la gente, che mi salutava, mi augurava buona fortuna, mi dava bacini sulla guancia. Persone conosciute e sconosciute. Persone che non vedevo da anni e persone di tutti i giorni. Lì. Per me.
Sono contenta di non essere svenuta, ma ero anche molto patetica perché continuavo a ripetere di voler tornare a casa. Se ci ripenso mi viene un sorriso enorme.
La presentazione è stata bellissima, io sono riuscita a sentirmi a mio agio dopo poco, anche se avevo un po' paura di dire qualcosa di sbagliato o poco opportuno. Poi al momento delle domande mi chiesero la mia opinione su diversi autori/fenomeni letterari e sono orgogliosissima della mia invettiva contro Twilight, ha fatto ridere un sacco di gente.
Ma la cosa più bella è che verso la fine, la mia migliore amica si è alzata e ha cominciato a dire una serie di cose di me. Di cosa significasse essere mia amica. Una serie che cominciava con: "Essere amica di Erica significa ricevere messaggi di buonanotte con allegate citazioni di libri. Essere amica di Erica significa dover stare sempre attenti a scrivere in italiano corretto," e si concludeva con: "Essere amica di Erica significa imparare a sognare."
Ricevetti alla fine un mazzo di fiori - girasoli - dalla mia professoressa di lettere delle scuole medie, che aveva le lacrime agli occhi per me. Erano presenti anche le mie maestre delle elementari.
Io avevo le lacrime agli occhi dalla gioia, davvero; le persone mi abbracciavano e mi chiedevano dediche sul libro, per cui impiegavo un sacco di tempo.
Quello è il Ricordo, perché quello è Il Sogno, ciò per cui vivo.

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Liked by: Nora. cinnamaldehyde

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Che strumenti servono per liberarti? (un ringraziamento speciale a M. Buonarroti, mio caro amico, che in un blocco di marmo vede già l'opera d'arte a cui dar vita)

Per liberarmi servono semplicemente i libri.
I libri mi liberano ogni volta, la fantasia dell'inchiostro su pagine bianche, il mondo che si sprigiona tra quelle pagine.
Se devo liberarmi da sola, poi, sono io a scrivere quegli stessi racconti che mi liberano tra i cieli più alti.

"a scrivere sui muri che mi pensi raramente" e voi, invece che cosa scrivereste su un muro? e perché?

ccuore’s Profile PhotoGiulia.
Scriverei di quanto vorrei essere di qualcuno, ma non sono mai di nessuno.
Scriverei di quanti sogni oltrepassano la mente e quanto li inseguirò con fedeltà costante.
Scriverei di una famiglia persa (o mai avuta?) e della speranza di venir da qualcun riconosciuta.
Scriverei queste cose, perché sono ciò che più mi rappresentano. I tre punti della mia vita.
L'amore incostante e infedele, che mi ha voltato le spalle a più riprese; il mio sogno da bambina che mi ha fatta crescere e per il quale mai mi troverò a desistere; la famiglia che mi è mancata, da dimenticare, e il mio sogno di costruirne una in cui ci si possa amare.
Cose indelebili, cose inafferrabili, cose che continuano ad allietare il mio cuore, cose che parlano d'amore.
Sono semplicemente tutto ciò per cui è bello vivere, tutto ciò per cui ogni giorno mi ritrovo a combattere.

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Liked by: Giulia.

Sabato, 14 settembre 2013!

AlexyaII’s Profile PhotoDiario.
C'è sempre un ragazzo che ti prende. E non parlo del fratello della tua migliore amica che ti prende la testa quasi strozzandoti, come se foste su un ring di wrestling. O del bambino a cui fai da babysitter che ti prende, ti si attacca alla gamba e non ti molla più.
Parlo di uno che ti prende e ti butta in una favola. Indimenticabile. Della serie «non mangio più, non dormo più, non studio più, non riesco a smettere di ridere, ho in mente solo il suo sorriso». Quel genere di presa. A livello di Wesley e Bottondoro. Di Harry e Sally. Di Elizabeth Bennet e Mr Darcy. Il tipo di stretta fatale delle canzoni simbolo degli anni Ottanta. Quella di It must have been love, di Take my breath away, di Eternal flame, delle hit che canti a squarciagola usando il phon come microfono con i tuoi migliori amici, il sabato sera. [...]
L'amore è così, è superviscido. Ti si avvinghia addosso appena ti volti a guardare come ti fasciano bene i jeans nuovi. O nell'attimo in cui sei concentrata su chi ha baciato chi alla festa della tua migliore amica o quando stai pensando al test di ammissione al College, o alla parte principale della recita che non ti hanno dato (ti odio, Maggie Elliot) e ora ti tocca fare Cenerentola - un ruolo che, lo sanno tutti, non c'entra niente con quello della strega, di gran lunga migliore. [...]
E non c'è niente di «elettrizzante» nell'innamorarsi. Ma proprio niente. Alla fine quello che succede è che ti ritrovi a stare sempre da cani, più fuori che mai, devastata dalla paura che finisca male e che la tua vita ne esca rovinata per sempre. E indovinate un po'? È proprio così che va.
Sì, certo, lui ha un profumo da paura. E tu ti sciogli quando ti manda un sms per augurarti la buonanotte e sì, d'accordo, i suoi occhi sono troooppo azzurri. E sì, vi tenete per mano mentre andate a geometria e lui conosce tutti i tuoi inconfessabili segreti e ti fa ridere così tanto che poi gli sputi la gazzosa in faccia ma non te ne importa un tubo, anche se è la cosa più imbarazzante del mondo. E sì, quando ti bacia il resto del mondo scompare, la tua mente si spegne e tu senti solo le sue labbra e non c'è nient'altro che conti.
E lui ti dice che sei bella e tutt'a un tratto lo sei.
Ma ho una notizia da darvi: è un gran casino, in realtà, un gigantesco incubo che vi esploderà in mano. Non avete idea del pasticcio in cui vi siete ficcate. L'amore non è un gioco. Le persone ci si tagliano le orecchie. Ci si buttano dalla Torre Eiffel, oppure vendono tutto quello che hanno per trasferirsi tipo in Alaska e vivere con gli orsi grizzly, e poi finiscono sbranate e nessuno le sente urlare aiuto. Ecco com'è: innamorarsi è più o meno come essere divorati da un grizzly.
E credetemi, io lo so.
Perché, non ve l'ho detto? A me è successo. Cioè, non sono stata sbranata da un grizzly. Mi è andata molto, molto peggio.
- Jess Rothenberg, Storia catastrofica di te e di me.

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Sherlock Holmes, nella serie "Sherlock", dice di doversi rifugiare nel suo palazzo mentale per essere libero di pensare. Immaginate che la vostra mente sia un edificio, come sarebbe? Me lo potreste descrivere? Sia com'è fuori, sia come è arredato dentro. Sbizzarritevi, siate originali.

smilinginopenair’s Profile Photohappy? ecstatic.
La mia mente è un edificio di tre piani: il primo piano, il piano terra e un piano sotterraneo.
Il piano sotterraneo sarebbe costituito da molte stanze, tutte nere. Sarebbero le stanze dei ricordi dolorosi, dei traumi che bisogna cercare di superare, delle sensazioni brutte, degli amori perduti. Sarebbe un piano completamente senza riscaldamento, lasciato a congelare. Le stanze all'interno sarebbero decorate alle pareti da quadri commoventi o addirittura tragici: l'arte rappresenterebbe i miei pensieri, in ogni stanza del palazzo.
Il primo piano, invece, sarebbe costituito dalle preoccupazioni di tutti i giorni, quelle che bisogna risolvere nell'immediato; ogni stanza avrebbe un tavolino all'interno con un gioco con cui allenare la mente appoggiato sopra, come cruciverba, sudoku, tabù, indovinelli vari. Questo rappresenterebbe i miei continui tentativi di trovare delle soluzioni alle preoccupazioni delle stanze.
Infine al piano superiore ci sarebbero le stanze dei sogni e delle aspirazioni. Quelli dei progetti che ho in mente, quelle delle persone felici. In ogni stanza ci sarebbe una playlist particolare a ripetizione, di canzoni che adorano e che mi riportano alla mente determinate cose. Album di foto di sorrisi, quadri felici.
Tutti i piani comunque sarebbero costruiti in un corridoio a labirinto, senza un ordine preciso, perché nella mia mente ci si perde, più che ci si trova.
All'esterno sarebbe un edificio blu, abbastanza isolato dalla città. Sarebbe contornato da un giardino abbastanza vasto e la sua entrata sarebbe circondata di edera e altri rampicanti.
Pochi avrebbero la possibilità di entrarvi.

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Avete mai amato la persona sbagliata? Avete mai detto a voi stessi :"No, questo proprio no." E poi lo avete fatto? Siete mai giunti a compromessi pur di avere qualcosa o meglio qualcuno?

Sì, ho detto "no, questo no, non posso," e poi ci sono cascata dentro. Due volte.
Giusto perché si dice che si impara dai propri errori (evidentemente non sono una brava studentessa in materia, ma spero vivamente che la prossima volta mi fermi prima).
A compromessi? Non credo d'essere mai scesa, no. C'ho provato, ahah, ma nemmeno i compromessi sono serviti.
E poi non credo nell'amore a compromessi.
Già è difficile, di questi tempi, credere all'amore in generale. Come posso ritenere reale un sentimento fatto di compromessi?
Io credo che quando arriva l'amore, ami e basta. Nessun compromesso.
Nessuna garanzia, neanche.
Si vive quel che arriva e si deve essere sempre pronti sia a volare tra i cieli più alti che a cadere inesorabilmente verso terra.

Allora o ti sei ritrovata 5 domande uguali (e quindi chiedo venia) o per riuscire a farti questa domanda ho semplicemente dovuto aggiornare la pagina 6 volte di seguito: http://ask.fm/SaraGhiraSaida/answer/60712642033

Devi aver aggiornato la pagina sei volte, perché non mi erano arrivate sei domande uguali, per fortuna. :)
Comunque scusa se ci metto un po' a rispondere ogni tanto, ma non voglio essere sbrigativa e mi piace pensare un po' ad alcune risposte che devo dare.
Io credo che, innanzitutto, sia possibilissimo mostrarsi come si è. Io mi rendo conto, per esempio, che quando sono triste non ho voglia di truccarmi né di mettere le lenti a contatto, e giro sempre con gli occhiali, più trasandata del solito; invece, quando mi sveglio col sorriso o quando sento che comunque sto bene, spontaneamente mi curo di più, scelgo cosa indossare con più attenzione e lo stesso valgasi per il trucco et similia. Anche nei gesti: quando sono abbattuta, è raro che io riesca a dispensare sorrisi a sconosciuti; invece quando sono a mio agio sorrido spesso, sorrido sempre, soprattutto ai bambini più piccoli. Se si vuole mascherare come si è veramente, basta volerlo. L'apparenza dice molto di una persona, a parer mio, quindi nel curare l'apparenza di può facilmente modellare a nostro piacimento ciò che qualcuno di esterno vede di noi. Se io sono una persona molto timida, per apparire estroversa posso cambiare i miei vestiti, il mio modo di parlare, la mia gestualità, i posti che frequento. L'esterno fa parte di noi e rende quindi più evidente un nostro stato d'animo/un nostro modo di essere, anche se spesso diciamo che non è affatto così.
Per quanto riguarda l'esprimere a parole le nostre sensazioni, invece, quelle vere... dubito fortemente che si possa fare. Le parole possono dare il meglio di sé ed essere ben curate, ma risulteranno sempre un po' distanti dalla realtà. Alla fine la vera essenza non si può scoprire mai, credo, perché è personale e intrinseca. Si tratta di qualcosa che hai ma non ti è concesso donare. Puoi descriverlo, mostrarlo, cercare di farlo uscire, ma rimarrà sempre dietro a una spessa teca di vetro per chi non è te.
L'essenza e l'apparenza non credo che si potranno mai unire, neanche debolmente, neanche per sbaglio. Si possono avvicinare fino a ridurre la distanza tra loro quasi effimera, ma non ritengo possibile un'apparenza che rispecchi completamente l'essenza.

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Ritorno con la domanda audio-riflessiva http://www.youtube.com/watch?v=_e2cKBj6EqM Senza osservare il video, chiudi gli occhi: In quale luogo vieni trasportato/a? quale storia appare ai tuoi occhi?

Mi sento rinchiusa, dentro a una grotta, senza via d'uscita e improvvisamente sento una voce proveniente dall'esterno che mi chiama, che si ricorda di me e mi dice di uscire.
Allora comincio a scavare nella roccia, con le mie mani, graffiandomi, spezzandomi unghie e disperandomi. Fino a quando rinuncio, inevitabilmente, e m'accascio seduta sulla parete, dopo aver capito di non aver speranza di poter tornare alla luce.
E mentre mi siedo, lì, all'improvviso la voce smette di parlare e la grotta comincia a tremare, fino a sgretolarsi completamente sotto ai miei occhi e riportarmi finalmente alla luce.
Davanti a me, all'uscita, c'è solo una bambina, con i capelli biondi e gli occhi verdi, con un sorriso, che mi tende la mano.

http://ask.fm/ImapandaH447/answer/69818485613 Specchio dell'anima [12/09/13]

ImapandaH447’s Profile Photochibimuff
http://www.youtube.com/watch?v=MYzT36DA0Rkechidiechi’s Video 69996088844 MYzT36DA0Rkechidiechi’s Video 69996088844 MYzT36DA0Rk
Scelgo questa canzone, perché invita a mostrare agli altri la vera anima e a non badare ai pregiudizi di chi, di te, ha visto solo la pelle, perché "You are not your skin".
Mi sembra che questa canzone incoraggi a mostrare lo specchio dell'anima, ciò che siamo realmente, e che dia un messaggio anche molto bello: sei più di ciò che credi.

Venerdì, 13 settembre 2013!

AlexyaII’s Profile PhotoDiario.
Forse è per questo che Dio ci fa prima piccoli e vicini al suolo. Forse è perché sa che dovremo cadere spesso e sanguinare molto prima di imparare quell'unica semplice lezione. Si paga per quel che si ottiene, si ottiene ciò per cui si paga... E prima o poi quel che ti appartiene torna a te.
- Stephen King, It.

Immagina che la tua vita, dal momento della nascita, durasse soltanto un'ora. Per cosa o chi spenderesti i tuoi unici 60 minuti, sapendo di poterli stoppare quando vuoi?

Per mio fratello.
Io spenderei tutta la mia vita per lui; oggi ho sentito la sua voce per un'ora, i suoi improbabili racconti, quasi lacrimavo a sentirlo parlare e a ricordare il suo ultimo abbraccio.
Spenderei un po' di quell'ora anche per un'altra persona altrettanto importante. Ecco, magari, se fossimo tutti e tre assieme io non potrei chiedere altro, sarei veramente contenta.
Io, mio fratello e l'amico più importante che ho. Magari anche a leggere qualcosa di Harry Potter.
Come potrei spendere meglio quei 60 minuti?

Domanda del giorno 7/9/13 (http://ask.fm/CateCuordileone/answer/64305187489)

Io non credo che lo farei mai.
Capisco la volontà della donna di avere sempre con sé il marito, ma l'idea non mi piace affatto. Io credo che un corpo debba essere lasciato com'è e non alterarlo in questo modo.
Un diamante non potrà mai sostituire le sue labbra, le sue mani, il suo volto.
Un diamante sarà solo una mera perla che porterai sempre dietro e che ti farà percepire ancora di più la mancanza di quella persona.
E allora sarai combattuta se cercare di disfartene o tenertelo ancora con te, ben cosciente del male che ogni scelta ti procurerà; credo invece che, se lasciato sepolto, il corpo, per quanto non sia più accanto a te, ti dia la possibilità di averlo sempre (andandolo a trovare regolarmente) senza deturparlo in alcun modo.

La donna/l'uomo che vi piace vi dice che fra 40 anni vorrebbe che foste ancora vivi e che magari steste vicini vicini... Come reagireste?...

QuellacozzadiPandora’s Profile PhotoPandy Pandy Madeficient
Credo che se me lo dicesse... beh, mi farebbe davvero piacere, mi sentirei realmente importante per lui e mi darebbe una qual certa speranza per il futuro.
Sarei un po' imbarazzata nel rispondergli, ma sicuramente non mi negherei un "anch'io", che conterrebbe anche molto più di quel che in realtà dice.

immaginate di poter ridisegnare la bandiera di uno Stato a vostra scelta. Non è necessaria la forma rettangolare, potete farla nel modo che più vi aggrada, potete disegnarla o descriverla, ma deve parlare di quello stato sotto tutti gli aspetti.

smilinginopenair’s Profile Photohappy? ecstatic.
Credo che rifarei la bandiera dell'Italia, perché è lo stato che in qualche modo conosco meglio.
Sarebbe di forma rettangolare ma, anziché lineare, sarebbe seghettata irregolarmente lungo la parte inferiore, a dimostrare come lo Stato Italiano non sia ben definito, ma sia ancora da risistemare, da limare e da perfezionare.
Metterei una frase latina, probabilmente "Virtute duce, comite fortuna". ("Con la virtù come guida e la fortuna come compagna", di Cicerone) a indicare innanzitutto le nostre origini latine (dimentichiamo fin troppo spesso quanto spessore hanno avuto i nostri Avi nella Storia) e poi anche a sottolineare come dovremmo vantarci di virtù e fortuna - anche se non ne abbiamo. Ma diciamo che la speranza è l'ultima a morire e credo che un giorno potremmo ritrovare la nostra virtù e fortuna di cui tanto si vantavano i nostri avi.
Poi credo che manterrei il tricolore, ma anziché farlo "a strisce", lo renderei sfumato, senza confini. Io credo che al nostro Stato, infatti, manchi qualche contorno, sia ancora un po' indefinito. La scritta latina la farei di blu e scritta in piccolo e in corsivo, al centro.
Sarebbe molto semplice, è vero, ma anche più rappresentativa di come lo è ora, secondo me.

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Liked by: ValentinaL

"Ai miei tempi, invece..." Quanto spesso abbiamo sentito questa frase? Anni fa tutto era migliore, tutto funzionava come doveva, ecc ecc. Ma i vecchi tempi erano davvero migliori di adesso? Che ne pensi?

Io penso che i vecchi tempi appaiano migliori di quelli attuali perché non siamo ben predisposti ad accettare i cambiamenti, o meglio, non siamo capaci ad adeguarci a essi.
Siamo sinceri: il progresso ha reso le cose migliori rispetto a una volta sotto innumerevoli punti di vista, eppure le persone più anziane continuano a proclamare come i vecchi tempi fossero migliori e la maggior parte di esse non si è nemmeno mai avvicinata ai cambiamenti attuali, radicata ancora nella convinzione tradizionalistica. Secondo il mio parere abbiamo una qual sorta di timore nei confronti dei cambiamenti, di ciò che è nuovo e che fino a prima non ci apparteneva, ed è questo che ci fa pensare che il prima fosse migliore - a prescindere dall'effettività della cosa.
Io credo che non ci sia un tempo migliore. Prima le cose erano migliori sotto determinati punti di vista, ora lo sono sotto altri. L'essere umano è in continua evoluzione, possiamo solo sperare che trovi presto il suo equilibrio.

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http://ask.fm/FrankieEternity/answer/66252441235 Domanda. Spero che arrivi <3

Purtroppo ci sono veramente troppi saccenti al mondo, persone convinte di sapere praticamente tutto loro e che la loro idea/opinione sia quella giusta o, peggio, che loro si sarebbero comportati meglio di come hai fatto tu in una determinata situazione. Io cerco di evitarle queste persone, anche se devo dire che a causa della mia indole troppo buona spesso sto zitta e accetto il loro esser "insopportabili so-tutto-io".
Io credo di non sapere, anzi, ne sono proprio convinta: ho lacune da tutte le parti, buchi da dove esce acqua continuamente, perché non so praticamente nulla, in realtà. Ho alcune conoscenze in determinati ambiti, ma sono perfettamente cosciente che, se un argomento di discussione vertesse su qualcosa di estraneo ad essi, potrei rimanere muta a pensare, scoprendo non solo di non avere idea di cosa si stia parlando, ma anche di non riuscire a formulare bene un'opinione in proposito. So di non sapere ed effettivamente non so.
Credo che quella citazione sia una vera perla e la interpreto in questo modo: quando credi di non sapere, sei sempre alla scoperta di qualcosa di nuovo e questo ti permette di utilizzare questa tua curiosità per ascoltare gli altri e venire a conoscenza sempre di più cose; se invece sei convinto di sapere, la tua conoscenza non si potrà mai evolvere perché non ritieni che ci sia qualcosa di nuovo da scoprire. Per quello credere di non sapere - anche quando sai - è la più alta conquista: diventa fonte inesauribile di curiosità e, di conseguenza, di scoperte.

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Liked by: M!k€L@ॐ

http://www.angolotesti.it/E/testi_canzoni_edoardo_bennato_1917/testo_canzone_la_mia_citta_1205344.html potreste descrivermi la vostra città nello stesso modo? Non serve il suo nome. Voglio sapere quello che suscita in voi. Usate, se volete, la stessa struttura della canzone nella descrizione.

smilinginopenair’s Profile Photohappy? ecstatic.
Antica, svogliata, malcurata.
Preziosa, sensibile, bella - per chi si ferma a guardare.
Invidiata, unica, insaziabile.
Volgare, irrispettosa, superficiale.
Ricca, accogliente, sorprendente.
Amata, dimenticata, irrispettata.
Poco guardata da chi l'ha abitata; sempre ammirata da chi l'ha solo sognata.
Liked by: happy? ecstatic.

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