Toy Bonnie ~ Rarity

Diffusi il Chaos ovunque in Equestria, lo diffusi in ogni angolo, ogni pony strabordava di stizza e di ira, ogni minima creatura iniziò a dare il peggio di sé in tutto, dalle più piccole cose al rapporto con coloro che amavano. Distrussi l'amore ed ogni tipo di affezione, poiché "passione" significa proprio ciò e il loro odio divenne la mia più profonda felicità.
In sintesi... Tutto ciò mi portava a ridere di gusto. Sapete, é bello ridere di tanto in tanto, soprattutto ridere da soli in un mondo in cui la materia caotica regna sovrana. Ho sempre amato il sorriso sulle labbra di coloro ai quali tenevo, ed ora -ironia della sorte- amo più di ogni altra cosa al mondo strapparlo infelicemente dalle loro stolte labbra. Già, divertente, non trovate? Ma oramai ben lo sapete, ho davvero uno spiccato senso dell'umorismo, Io.
Tutto andava secondo i piani finché proprio lei, la dolce creatura, tornò da me gemente e piangente per i dolori che stavo procurando. Era cresciuta, erano passati millenni, era davvero bella. Bella come quando l'avevo lasciata.
Mi implorò di porre fine a tale scempio, di azzerare quel frenetico ed incessante delirio.
Tutto ciò che feci fu riderle in faccia freddamente.
La amavo ancora. La amavo realmente. La amavo così tanto che non le avrei mai permesso di avvicinarsi nuovamente a me. Mai.
Disobbedii, distrussi il creato rendendolo il subdolo schiavo della materia oscura, ma la creatura sopravvisse, lei era speciale.
Donò nuovo ordine e compostezza alla sorte, al mondo, alla Vita stessa. Irradiò di luce buona ogni cosa, irradiò con la sua anima perfino me.
Ma ormai non c'era più nulla da fare. Forse perché la mia anima aveva già toccato il massimo della sublime perfezione conoscendo lei, o forse perché aveva realmente affondato le radici nell'immensa e composita oscurità dopo il suo fatale abbandono.
L'unica cosa che so é che quel pony stava rovinando il mio divertimento, e nemmeno questo potevo accettare.
Decisi di porre fine a tutto. Ordine e Chaos, Luce ed Oscurità, Bene e Male. Ci fu una battaglia, gli opposti si scontrarono, ben presto tutto finì.
Il mio amore per lei era davvero troppo forte.
Troppo forte per essere incanalato in un semplice involucro vivente.
Lo liberai, liberai me stesso da Ordine e Chaos. Distrussi tutto, e lei aveva sempre avuto ragione sul mio conto.
Ero davvero la più bella tra creature, ed ero realmente un mostro, il più terribile e riluttante tra tutti gli esseri viventi.
Io ero il Chaos.

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Non osai violenza su di lei, non la forzai a vedere il marcio che regnava in me, le aprii semplicemente il mio cuore mostrandole quanto potesse essere fetida la mia anima e finalmente anche lei riuscì a scrutare nei miei occhi colmi di Chaos, disordine e rancore.
Mi cacciò via. Gridava e piangeva. Era terrificata, tremava.
Avevo fatto il mio dovere, salvare tanta purezza dallo sporco che l'impronta della mia anima avrebbe procurato sulla sua.
Risi tantissimo. Risi di cuore.
-Sei la creatura più spregevole che io abbia mai conosciuto in vita mia, Discord. Sparisci dalla mia vita, per sempre.
Un pugnale infuocato avvolto dal più micidiale dei veleni infilzato alle mie spalle avrebbe fatto meno male, giuro. Ma come darle torto, in fondo?
Da allora mi rifugiai nel Chaos.
Il Chaos é la perfezione. Il Chaos è ciò che di più bello regna e regola questo mondo disordinato, disordinato quanto le emozioni stesse.
Lo praticai per secoli, millenni, e facendo pratica mi perfezionai sempre più. Piccoli Chaos, medi Chaos, enormi ed irreparabili Chaos... Ogni genere e sottogenere contribuiva a portare la pace nel mio cuore distrutto e nella mia testa affollata dal dolore.
Ma sapete qual é il mio tipo di Chaos preferito...?
Il Chaos della Morte.
Il turbine che avvolge i deboli trascinandoli sempre di più nelle sue tetre spire velenifere ed assuefanti. Il mio più puro divertimento, dite? La loro perdizione.
Iniziai a ridere tanto, a ridere da solo. D'altronde, sono sempre stato bravo a far ridere gli altri. Il problema... era divertire me stesso.

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Era la creatura più bella che i miei occhi avessero mai visto. Era davvero bella. E per bella intendo speciale, non solo fisicamente.
Emetteva un'aura di pace e luminosità degna di qual si voglia stella, la sua criniera fluente irradiava ciò che le stava intorno come il più luminoso e potente dei Soli. Aveva occhi silenziosi che in realtà svelavano tutto con niente e il suo manto era bianco come la neve più pura d'inverno.
Come avrebbe mai potuto, ella, amare o solo avvicinarsi ad una creatura di così infimo livello come me? No... Non sarebbe mai accaduto.
Era così bella che la sua beltà mi faceva quasi paura, il suo sguardo nobile aveva la capacità di rasserenare chiunque la guardasse e tutti i suoi sudditi la elogiavano per le meravigliose qualità.
Non so ben dire, oggi, come quel pony sia riuscito ad incantarmi a tal punto, ma ci riuscì. Portò una luce immensa nel cuore di quest'immonda ed abominevole bestia polimorfa liberandolo da quel Chaos in esso regnante sovrano. Spezzò le catene della follia con un sorriso, con una dolce parola.
-Discord.
Mi chiamò, questo bastò per infrangere quello specchio intessuto di infiniti dolori e ricordi.
Nonostante il mio terribile aspetto decise di avvicinarsi... Fu proprio quello l'errore più fatale delle nostre vite, entrambe.
Riempì totalmente il vuoto che l'esistenza stessa aveva instaurato in questa mente pazza, lo colmò fino all'orlo senza lasciar vuoto nemmeno uno spiraglio e sanò le ferite del tempo con un semplice abbraccio.
Io, in cambio, la facevo ridere. Sono sempre stato bravo nel far sorridere gli altri ed ora che avevo lei sentivo l'impellente bisogno di diffondere la felicità che provavo nei cuori di ogni creatura esistente.
Principessa del Sole, principessa della Luce e del Cielo... Così la chiamavano. Per me era solo l'amore, Celestia.
Ma la dolcezza di quella creatura sfumò ben presto in terrore.
Ricordo ancora il fatale momento in cui capì la mia vera natura, il momento in cui il turbine di demoni e Chaos che albergava in me la avvolse violentemente per far luce nella sua soffice anima con il solo scopo di allontanarla. Già. Volevo spaventarla a morte per far sì che fuggisse da me e non tornasse più.
Diceva di amarmi, affermava che fossi la creatura più bella. Sapevo perfettamente che ciò non corrispondeva alla realtà, ero consapevole di essere sbagliato, di essere il male, di essere solo il semplice errore di un destino abbandonato tra le fiamme dell'inferno, lanciato alla deriva tra le infauste onde dell'oscurità più tetra, ma lei continuava a negarlo e la mia mente malata non riusciva ad accettarlo. Come potevo pensare di essere amato da quell'essere tanto perfetto ed idilliaco se io stesso non riuscivo a vedere nulla di buono in me?

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