@FloraCarrow1

ℱℓorα ℭαrroω.

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FloraCarrow1’s Profile Photoℱℓorα ℭαrroω.
|| Salve piccoli boccioli, perdonate il ritardo per cause di studio matto e disperatissimo che mi hanno reso impossibilitata a informarmi del mio ritorno.
Ebbene sì, riattivo questa tagliente serpe a sonagli e cercherò di recuperarne il carattere al piú presto. Avviso che sono un po' arrugginita, per quanto abbia continuato a ruolare in altre piattaforme, dato che è da settembre che non scrivo qualcosa di veramente serio se non in ambito giornalistico e spero che questo splendido ambiente mi faccia recuperare al meglio. Detto ció sono alla ricerca di roles, chiunque voglia intramarsi con la mia piccina mi scriva pure~

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La bionda e la mora, inseparabili, erano sedute imperiose, brandendo calici bronzei come vittoriosamente. Mostrai come di consueto la mia faccia tosta, mentre i due piccioncini erano rimasti indietro. ‹ Chi si rivede › Esclamai divertito , ordinando subito del Whisky Incendiario, preso posto.

The_proudGryffindor’s Profile PhotoDavid C. Nolton ♖
Una gelida espressione impadronì d'impeto il minuto visetto dai perlacei toni della giovane suddetta maga; lo sguardo assottiglió maggiormente il suo femminil taglio, adornato d'una semplice sinuosa linea color carbone dagli eleganti tratti, all'udire quell'indesiderato saluto sfuggire dalle sottili labbra del Grifone.
« Oh, quale immensa sfortuna mia cara e dolce Isabelle. Abbiamo avuto il triste onore d'incrociare il nostro cammino con questi fenomeni da baraccone. » sputó velenosamente a denti stretti la fanciulla, ignorando palesemente il ragazzo poco a loro dinanzi.

Protese maggiomente lo sguardo verso io fondo della stanza, roteando nel contemplo quelle ambree iridi all'intravedere con immesa ironica allegria la rossa degli Weasley in compagnia di quel dannato Tassomoscio di Stebbins.
« Potrei vomitare. »

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http://ask.fm/The_proudGryffindor/answers/137493968366

The_proudGryffindor’s Profile PhotoDavid C. Nolton ♖
La mitiga brezza di quella tranquilla piccola località greca, dal fascino artistico a dir poco incomparabile a chissà quali altri luoghi di villeggiatura dai mediterranei tratti, pareva soffiare quiete in quella limpida nottata tempestata di piccoli corpi celesti dai briosi quanto tenui bagliori; accarezzava con grazia i leggiadri viali pullulanti di giovani vispi ragazzuoli dalle vivaci movenze e spensierati pensieri, regalando un'atmosfera a dir poco leggiadra quanto intrisa di magiche sensazioni.
Piccole e insignificanti emozioni che, a dire il vero, parevano stonare rigidamente con l'espressione alquanto imbronciata della giovane Slytherin dai lunghi boccoli cioccolato, la quale sostava agraziata su uno dei tanti divanetti dai scarlatti toni sorreggendo con noncuranza un succulento cocktail dai sgargianti colori.
Uno sbuffo volontariamente malcelato prese a trascicare profondo da quelle carnose labbra a cuore tinte di vermigli pigmenti, talmente irritato da richiamare l'attenzione della sua storica e leggendaria compare d'avventure e mille peripezie, Isabelle Green, le quali iridi dalle bluacee sfumarure presero a scrutarla con una certa attenzione.
« Che serata priva d'appagante divertimento, non trovi mia cara? » borbottó con fare annoiato la fanciulla dai regali quanto nobili portamenti, sorseggiando di poco la dociastra sostanza contenuta in quel calice di cristallo. Rigiró tra le dita a fuso il sottile manico dai smeraldi toni, portando distrattamente l'attenzione all'entrata del locale, assottigliando nel contemplo quello sguardo dal taglio felino nell'intravedere delle figure dai familiari lineamenti addentrarsi in quel rumoroso locale.
Un conato di vomito prese a farsi strada lungo la gola, ancor bruciante per via del forte alcolico tramugiato, all'incrociare lo sguardo di due pidocchiosi Grifoni di sua sfortunata conoscenza.
« Per Salazar, ci mancava solo questa. » ringhió.

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Non ti manca Stebbins?

« Potreste spiegare la vostra continua ossessione per quel moccioso dalla costante lagna espressa in volto? Ogni qual volta che mi assento per un periodo prolungato, questa domanda ritorna tassativamente come l'orripilante tanfo di Gazza che si percepisce a ogni inizio settimana.
Ad ogni modo penso la risposta sia piuttosto palese visto il nostro reciproco odio e desiderio di morte, non trovi? »
Non ti manca Stebbins

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Una gelida quanto pungente brezza autunnale soffiava lieta tra gli ampi porticati in pietra degli esterni, illuminati da lievi quanto deboli raggi dell’astro che risplendeva tra le plumbee sfocature del firmamento, come a volere sigillare quel delizioso e dolce tocco di silenziosa solitudine calare in essi. Per molto tempo le aule, ancor impolverate di qualche leggero velo di polvere magica e ricche di tomi in disuso, erano state private dalla quotidiana quanto viva routine che aleggiava nei mesi che davano da Settembre a Giugno, invaghite delle continue chiacchiere e risate di numerosi classi di studenti alternate da noiose illustrazioni e spiegazioni di vari docenti che ruotavano nel corso della tipica giornata scolastica. Il periodo estivo non aveva portato altro che il tipico quanto palese abbandono di numerose –per alcuni- amicizie instaurate all'interno delle fredde quattro mura scozzesi, ma per altri non fu altro che una lodata ancora di salvezza e di distacco da quella che era la raccapricciante atmosfera di pura fraternità e spensieratezza, elementi da far incentivare maggiormente le visite ai servizi e il disgustoso tanfo del rigetto della cena dell’altra sera presente nell’aria. Per Flora Carrow, Slytherin giunta attualmente all’ultimo anno dei suoi studi a Hogwarts, i giorni trascorsi nelle ultime intense settimane non furono altro dedite alla resettazione di qualsiasi problematica che potesse mai balenare senza preavviso nella sua mente, indesiderate vecchie conoscenze incluse con tanto di genitori lasciati ai loro vani tentativi di programmazioni di vari matrimoni combinati di famiglia. Ella si era data al ritorno al Manor della famiglia da parte del padre, venendo ben accolta dalle affettuose braccia della nonna Elizabeth, forse uno dei pochi parenti per la quale la giovane dalle agghiaccianti iridi ambrate portava realmente nel proprio cuore impietrito dalla tetra freddezza del suo animo, e di rado dal cugino Newt, nonché coetaneo d’età e compagno d’avventure che aveva accompagnato la sua infanzia e, a quel tempo, anche della piccola Arncliffe, alla quale in passato era letteralmente legata per mezzo del lavoro comune di ambe i padri e l’abitazione di quest’ultima che destava ben poco dalla villa dei Carrow Senior. Poter rivedere nuovamente quei volti invecchiati e cresciuti nel tempo aveva portato una lieve diminuzione di nota d’acidità nel tono della boriosa fanciulla, presto ben riacquistato con il ripristino della scolastica routine per gli affollati corridoi del castello. Difatti, se per gli esterni non circolava una singola anima, gli interni potevano definirsi totalmente il contrario, in primis in quel preciso lasso di tempo reduce dal suono della campana a segnalare il termine della terza ora di studio e l’inizio dell’ultima pomeridiana.
[...]
http://ask.fm/FloraCarrow1/answer/131098205908

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✒ ℭan I just sit ℎℯrℯ? ❥ ℛℯpℓy tℴ ℐsabℯℓℓℯ Grℯℯn, sℯcℴnd part.

[...]
Facendosi largo –ovviamente con i graziati mali modi che con i quali era solita trattare ciò che sotto il suo attento quanto trasparente sguardo si accalappiava il sinonimo di feccia- tra un’assalto d’appiccicosi studenti dalle cravatte dorate imporporate di scarlatto e altre macchiare dal carbone, la maggiore delle gemelle Carrow raggiunse, sicuramente per ausilio di qualche grazia divina inviatole da Salazar, l’aula di Trasfigurazione dove, a tenere lezione, l’aspettava la gattara di turno invaghita di quel maledetti pargoli di Godric. Un sonoro sbuffo si fece presto largo tra le rosee labbra dalla tinta rossastra, i pieni boccoli cioccolato dondolarle lungo le spalle passo dopo passo, sotto lo sguardo sorpreso della docente nel vedere la giovane Slytherin stranamente in orario, nel mentre si dirigeva in direzione del banchetto in comune con la sua cara biondina preferita, forse l’unica e sola presenza di Hogwarts di cui abbia patito una leggera mancanza.
« Tu guarda chi si rivede. » abbozzò la Carrow schioccando la lingua contro il palato, nel mentre poggiava a terra la cartella colma di tomi e pagine di pergamena, mantenendo un’espressione ghignante in volto in direzione della sua leggendaria amicizia, nonché Isabelle Green.
{ Chiedo venia per il possibile schifo ma sono arrugginita dopo due mesi, gne. }

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∫ Keep a secret ∫ https://m.ask.fm/gossipskeeter/answers/131569563055

gossipskeeter’s Profile PhotoR i t a
╳ Nome completo:
❀ Flora Madison Carrow.
╳ Età:
❀ Diciassette
╳ Casata:
❀ Serpeverde, nauralmente.
╳ Stato di Famiglia?
❀ Purosangue, palese.
╳ Fratelli/Sorelle?
❀ Quell'insopportabile impiastro di Hestia, per mia grande sfortuna.
╳ Bevanda preferita?
❀ Fire whisky e del prelibato vino elfico.
╳ Patronus?
❀ Pantera.
╳ Vorresti diventare Animagus?
❀ Sono allergica all'odore di cane bagnato.
╳ Com'è fatta la tua bacchetta?
❀ Lunghezza: 10 pollici e tre quarti.
❀ Legno: Pioppo bianco.
❀ Nucleo: Unicorno.
❀ Flessibilità: Ragionevolmente flessibile.
╳ Locanda preferita?
❀ Tre Manici di Scopa, anche se casa Green rimarrà sempre al primo posto.
╳ Primo amore?
❀ Penso di essere ancora fin troppo sana di mente da ridicolizzarmi con tali frivolezze.
╳ Una persona che ammiri:
❀ Me stessa.
╳ Una persona che detesti:
❀ Stebbins in primis, a seguire Nolton e tutto il resto dell'umanità.
╳ Prima volta?
❀ -
╳ Primo bacio?
❀ Non voglio lasciare dichiarazioni.
╳ Prima/o ragazza/o?
❀ -
╳ Sei innamorato?
❀ Neanche per idea.
╳ Persona a cui tieni di più?
❀ Isabelle, assolutamente. In cuor mio sento però d'includere la Arncliffe per i nostri passati trascorsi.
╳ Qualcuno con cui passeresti il resto della tua vita?
❀ Trovo la solitudine così affascinante.
╳ Qualcosa che ti piace di te:
❀ Quel magnifico dono di poter far retrocedere, di qualche passo, le fecce che mi gironzola attorno.
╳ Una frase che dici spesso:
❀ Stebbins, seiil peggior rifiuto dell'umanità che mi si potesse trovarmi difronte.
╳ Un tuo pregio e un tuo difetto?
❀ Detesto elencare caratteristiche del mio ego.
╳ Uno scoop per la cara zia Skeeter:
❀ Qualche tempo addietro, la grande quanto goffa ameba dei Tassorosso è stata scoperta girovagare negli spogliatoi delle Slytherin. Palese che si sia ritrovata alla gola la punta della mia bacchetta e che se ne sia sgattaiolata via piangendo. Oltretutto penso che presto a Hogwart si svolgerà un funerale in onore di Nolton e di quella pidocchiosa della Vanity, vista la loro costante quanto meravigliosa mancanza alle lezioni. Potrei organizzare un festino per celebrare il tutto.

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[ http://ask.fm/TheodoreNott_Gdr/answer/128532479525 ]

TheodoreNott_Gdr’s Profile PhotoNott.
« Come se queste improvvise tue premure, Nott, mi siano di necessaria importanza. Di certo, mi ritengo bastante superiore, in quanto difesa, rispetto a una di quelle mocciosette dal fragile animo di cui questo castello stregato ne è fin troppo abissato. » sibilò la giovane Carrow con tono bastante acerbo, acido, arricciando al contemplo –e con egregia nausea- il piccolo naso a causa dell’eccessiva vicinanza del moro soggetto rispetto alla sua figura.
Difatti egli -sottolineando seppur con ironia forse l’apparente essere esile della fanciulla, nonchè caratteristica prettamente associata a un corpo femminile- non aveva fatto altro che incentivare il rapimento di quelle ambrate, solitamente glaciali e taglienti, pozze di profonda ambizione da parte di un’accesa maschera folgorante di concorrenza. Il solo pensiero di essere posta in comparazione a una disgraziata docile creatura, aveva letteralmente ravvivato quell’ira repressa che da fin troppo tempo pareva non dimostrarsi presente in quel visetto nutrito di saccente indifferenza, di ideali di menefreghismo e altrettanta disumanità. Le rossastre labbra dalla tinta color ciliegia, simili a un piccolo bocciolo di rosa, presero a incresparsi d’impeto in una sfacciata smorfia di superba superiorità, nel mentre i tenui quanto eleganti lineamenti del roseo volto presero la briga di rompere l’armonia che suggellava l’apparenza di un rilassato volto, scatenando l’irruzione di una irrequieta espressione di rabbia funesta.
« Oltretutto, non sono di certo io lo sfidante che è stato sfortunatamente scaraventato a terra nell’ultimo scontro d’incantesimi a lezione, o forse sono in madornale errore? » aggiunse poco dopo con ghignante ironia la ragazza dalle ancor umide ciocche cioccolato, nel mentre pareva ridestare con marcata nota di divertimento accentuata in viso, a quel mattiniero episodio datato qualche giorno a ritroso. La scena non poteva che dirsi da premio Nobel, in primis l’indimenticabile espressione del giovane, forse resosi conto di no aver ascoltato con attenzione il segnale d’inizio battaglia da parte del docente. Non appena il ricordo di quella breve esibizione d’alta maestria si diede, a poco a poco, ad assopirsi, la maggiore delle gemelle pose accuratamente l’inutile asciugamano color lavanda all’interno della sacca colma di volumi, scostandosi dopodiché di qualche passo in avanti, superando la figura del compagno di Casata, classificato sin da fin troppi semestri uno dei tanti cagnolini presi sotto guinzaglio dal viziato rampollo dei Malfoy, famiglia con la quale la sua ne era in perenne concorrenza per motivazioni che, miei cari lettori, non starò qui a elencarvi a causa della fin troppa complicità.
« La mia meta, molto prevedibile a dire il vero, non sono altro che le mie stanze del dormitorio, con il fine di poter concedermi una doccia calda e, naturalmente, il tuo possibile auto-invito alla mia compagnia non è chiaramente ben accetto. »

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httpaskfmTheodoreNottGdranswer128532479525

✒ Just a ℓittℓℯ cℴnsidℯratiℴn. ❥ ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint, first part.

« Perchè, d’altra parte, tu dovresti reputarti altrettanto superiore nel sprecare il prezioso e irrecuperabile tempo ad argomentare critiche su tutti coloro che intralciano o si aggirino, ovviamente per sbaglio, attorno al tuo solitario ego, come se esso potesse inculcare la silenziosa e insicura figura di un’anima vagante, persa in quel crudele limbo a cui sono destinati a marcire i dannati dall’indetificato destino, se non vuoto e privo di senso. Oserei –forse- aggiungere che codesta povera bestia, in un certo senso, sia condannata a osservare il progredire dell’umanità senza interferirvi, per quanto essa ne sia talmente affascinata di raggiungerla o, per lo meno, di divenirne egocentricamente parte. » controbattè la giovane poco dopo, nel mentre riconduceva lo sguardo delle proprie pozze mielate su uno di quei tanti paragrafetti, stilati con distinta quanto elegante calligrafia dalla tinta color cremisi, che si estendevano lungo le pagine di pergamena del volumetto a ella sottomano. Successivamente, con lieve noia, la giovane iniziò a tamburellare le docili e affusolate dita, del color della porcellana, al disopra della liscia superficie di quel dannato banchetto della discordia, pescando fortunatamente l’attenzione della bionda amica chiamata in causa a pochi posti di distanza dalla sua figura, accennando in sua direzione un cenno di capo seguito da una intensa occhiata fulminea. Dal canto suo, la Green, apprese all’istante ciò che si gelava dietro a quel volto, ricambiando l’espressione con un sospiro, simile a uno sbuffo. Nuove novità aleggiavano lieti e dispettose negli alti stanzoni del Manor di casa, tra cui un ulteriore invito d’incontro, spediti quel giorno stesso a ambe due le figliolette, al quale era richiesta la forzata presenza del completo rango familiare. Per quanto potesse apparire, a tutti gli occhi di quei futili plebei, un’innocua cena in famiglia, la piccola Flora sapeva bene a cosa stava nuovamente andando in contro, se non oltre a un possibile quanto inevitabile scontro con il suddetto genitore. Con la raggiunta della maggiore età, nelle Casate di un certo calibro di ricchezza e potenza, al compimento della maggiore età delle proprie figlie il padre coglieva l’occasione di donarle a qualche futuro e possibile genero sparso qua e là, di alta importanza, ed essendo la fanciulla la primogenita tra le due sorelle, ella non era altro che il primo bersaglio da ponere prontamente dietro le sbarre di un maledetto fidanzamento con qualche pidocchioso sconosciuto che, sicuramente, non sarebbe mai riuscito a garbare il suo interesse. Vantando di un carattere ribelle, cocciuto ma allo stesso tempo fine quanto astuto, la ragazza non avrebbe certamente reagito con devota sottomissione al dovere del padre, accettando il destino da egli disegnatole sin dall’emesso del suo primo respiro in quel grigio universo di lacrime amare.
[...]
http://ask.fm/FloraCarrow1/answer/128471792852

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✒ Just a ℓittℓℯ cℴnsidℯratiℴn. ❥ ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint, sℯcℴnd part.

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Egli aveva dato origine, come il grande scienziato di cui scrive la Shelley, a un mostro combattivo, forte. La mora non era di certo la tipologia di soggetto che rinunciava alla propria e ben amata libertà per soddisfare il piacere d’una figura genitoriale che, oltretutto, ha imparato col tempo a disprezzare come tale. Tutt’altre ambizioni circolavano di sinapsi in sinapsi nella complicata mentalità della giovane e, certamente, un matrimonio combinato non poteva far altro che nuocere il germoglio di quell’acerbo frutto.
« Ad ogni modo. » emise in un sussurro la Slytherin a seguito d’una manciata di minuti, prendendo a giocherellare al contemplo con uno dei tanti boccoletti color cioccolato, avvolti da una fresca aroma di menta piperita quale era il delizioso profumo del balsamo solitamente da lei utilizzato.
« Riferendomi alla tua cara e dolce élite, tutti coloro che sono inseriti in questa cerchia di ricche persone -ma spesso non molto colte, tante ragazze in primis se si bada a quella testa vuota di Troll della Vanity oppure della leccapiedi di Malfoy, la Parkinson- vi sono all’interno solo per nome. Deducendo che sia io che la tua egocentrica persona ne facciamo parte, ti pongo una domanda piuttosto lecita. Cosa abbiamo fatto noi, soli diciassettenni, di così alto da venirne a far parte? Il nulla vista la nostra giovane e innocente età e veniamo addirittura ostacolati dal seguire le nostre alti ambizioni. Viviamo superbamente sulle spalle delle gesta dei nostri antenati senza dare una svolta, senza sfondar successo, eppure siamo accerchiati da mille riverenze. »
Fece una pausa, schiarendosi la voce.
« Le aspettative, di cui tanto sembra che tun sia innamorato, non sono altro che astratte forma di pensiero che affiorano nella nostra mente per colmare l’ignoranza che si possiede –con amarezza- d’una qualsiasi persona, o un luogo, o chi per esso. Definiscilo come una appunto indiscreto, stilato in matita, da affiancare a un punto interrogativo. Esse non sono altro che argomentazioni instabili perciò, deluderle o meno, non mi causano molte differenze. » continuò con disinvoltura, destando solo allora le iridi in direzione del giovane dalla massiccia corporatura.
« D’altra parte mi sorge il fantomatico dubbio che queste ideologie non siano altro che una remota forma di desiderio di conoscenza di una persona, o forse mi trovo in errore? D’altro canto come si dipinge uno dei tanti eroi della letteratura greco-occidentale, quale era Odisseo, la curiosità è umana, se non una debol forma di tramutatile debolezza sotto il mio punto di vista. » proferì con grazia, poggiando il capo in un palmo della mano.
« Allora Flint, almeno questa dovrebbe essere la tua famiglia d’appartenenza a giudicare dall’incisione del quaderno alla tua sinistra, ti reputi vincitore sulla curiosità o sei come i tanti pesciolini insicuri che boccheggiano all’interno di quest’aula, talmente debole di cuore da far schiantare il veliero contro gli scogli delle sirene? »

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✒ Tℎis wℴman's tℴnℊuℯ waℊs ℓikℯ a snakℯ's taiℓ. ❥ ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint, first part.

Come docili goccioline di rugiada, uniche superstiti a seguito di una umida notte di luna piena, accarezzano con dolce tocco i bordi d’alcuni petali di boccioli in fioritura, le parole dell’egocentrico soggetto che vi sedeva accanto –nonché stesso compagno di Casata dall’altrettanta velenosa lingua biforcuta- scivolarono vuote e solitarie lungo le gelide e biancastre goti della giovane fanciulla, assopendosi -a poco a poco- al loro tocco al suolo. Nel mentre quest’ultima, nuovamente, si ritrovava a velare i tenui lineamenti del volto sotto una tagliente maschera d’indifferenza che andava a sfumare -di tanto in tanto- in minacciose espressioni, le rossastre labbra, precedentemente serrate, presero a schiudersi in uno di quei tanti divertenti ghigni dall’amaro retrogusto che, sin dalla nascita, ciascun allievo di Salazar imparava a destreggiare con grazie e orgoglio. Le ambrate iridi, giusto poco prima rivolte in direzione delle sottili venature pullulanti si quel banchetto in legno antico, sviarono fulminee alla ricerca del sfacciato interlocutore, incontrando d’impeto due profonde pozze d’acqua smeraldina dalla putrida prepotenza e qualità. Un ragazzo dalla sconosciuta identità –della quale ella preferiva quanto meno non venirle a conoscenza per motivo di disinteresse e inutilità- pareva dipingere fin troppo presto un’acerba quanto prematura espressione vittoriosa in volto -oltretutto dinnanzi a colei che, parlando di frecciatine e provocazioni, ne aveva decisamente udite di maggiormente originali quanto peggiori-, il tutto accompagnato dalla solita noiosa aria di superbia superiorità che pareva sprizzare viva e vegeta in ogni qualsiasi prototipo di Slytherin che solitamente s’imbatteva a conversare, invero a provocare con certo diletto.
« Beneficenza, come fosse un sostantivo che vi si addica a pennello alla mia persona. La robbaccia presentatami antecedentemente, su piatto d’argento per giunta, l’ho ottenuta per caso. Anzi, potrei dire che sia stato quasi una sorta d’improvvisata coincidenza. » sogghignò appena la ragazza, ripensando a quei luridi mezzosangue, nonché studenti di Tosca Tassorosso, momentaneamente appesi a testa in giù in uno dei tanti rami del platano picchiatore che cresceva lieto, rigoglioso e intricato nei pressi del castello.
« Per quanto desideri poter udire il melodioso suono delle fragili ossicine di tutti i Nati Babbani spezzarsi a una Cruciatus dopo l’altra, devo dire che si dimostrano piuttosto bravini nel procurarmi nuovi passatempi da sperimentare. Oltre che torturarli naturalmente. » proferì poco dopo la ragazza, notando il comando prevedibilmente trasgredito da parte del giovane.
[...]
http://ask.fm/FloraCarrow1/answer/128444278228

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✒ Tℎis wℴman's tℴnℊuℯ waℊs ℓikℯ a snakℯ's taiℓ. ❥ ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint, sℯcℴnd part.

[...]
« Ad ogni modo considero la nicotina una delle tante forme d’innocuo masochismo che amo sperimentare se mi si presenti l’occasione ma, d'altronde, mi chiedo cosa potrebbe capirne un individuo così apparentemente amorfo come mi si presenta la tua scarsa persona. » aggiunse la mora, impugnando un’appuntita stilografica che sostava ignara sulla propria zona, per poi puntarla contro il collo del ragazzo.
« Non ti avevo forse detto di startene all'indietro della suddetta linea di confine, o forse il messaggio ti deve essere maggiormente impresso in quella piccola testolina pacata? » soffiò in un sussurro la ragazza dalle brillanti iridi color miele, nel mentre iniziava a graffiare –come una sorta di dispettosa punizione- la candida carnagione del Slytherin saccente.
« Non si dovrebbe giocare con il fuoco, solitamente si finisce per bruciarsi. »

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Tℎis wℴmans tℴnℊuℯ waℊs ℓikℯ a snakℯs taiℓ  ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint sℯcℴnd part
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✒ ℋℯy swℯℯtiℯ, ℓistℯn mℯ. ❥ ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint, first part.

Varie colorazioni aranciate iniziavano a tingere le bluacee sfumature del firmamento estivo nel mentre giungeva, con impeccabile eleganza, il cupo imbrunire della sera. Il crepuscolo, nonchè breve intervallo di tempo che separava il dì e la notte, aveva nuovamente abbracciato la rigogliosa natura dei giardini di Hogwarts i quali, con delicata armonia, si ripopolavano d’un tratto di pacate creature della notte. Il civettare d’alcuni gufi parevano donare un’atmosfera talmente pacifica d’apparire sinistra, disumana, sopratutto se il territorio preso in considerazione era sorretto d’ammassi d’arbusti dalla sfoltita chioma, il tronco opaco –ruvido- dalle venature profonde. Alcune bestioline dalle docili ali color pece erano coinvolte in leggere danze di voli e planaggi in direzione delle grigiastre nubi che solcavano la notte mentre al suolo, come vigeva il classico copione estivo, era animato con la melodiosa sinfonia di un’orchestra di cicale e grilli.Una giovane bruna Slytherin -al suo ultimo anno di studi- affacciata su uno dei tanti porticati degli esterni, posò le ambrate iridi dalla spenta espressività in direzione d’uno stralcio di pergamena arrivatole, per mezzo della magia, dalla stretta amica Isabelle, mentre penzolava solitaria, fra le sottili labbra rossastre, uno di quegli strani bastoncini biancastri che solitamente la ragazza riusciva a rubare dal borsone di qualche studente del quinto anno dalla cravatta rosso-oro o giallo-nero. La sacca colma di tomi di Trasfigurazione e Pozioni se ne stava accasciata al suolo con netta noncuranza, puramente abbandonata a sè stessa. Qualche appunto sparso a fungerle da decoroso portacenere o, nel miglior dei casi, stracciati al suolo da qualche incantesimo per pura noia. Era da tempo che la maggiore delle Carrow, per quanto la bionda compagna le rammendasse di pensare al suo futuro, si dilettava a saltare le lezioni che lei stessa attribuiva l’aggettivo come inutile quanto insensato, azione principalmente alimentata sia dal minimo interesse allo studio di materie illustrate dalla professoressa gattara o del tontolone Lumacorno, sia dal costante e persistente problema -che non s’accennava ad assopirsi- in sospeso con la propria famiglia di dittatori.
❝ Senti stronzetta, alza quel dannato culo dal muretto e vieni a lezione o ti ci porto a calci. ❞
Rigirando fra le affusolate dita il messaggio dall’elegante calligrafia, il cenno d’un lieve ghigno apparì d’un tratto nel volto della giovane Flora, la quale cacciò successivamente a terra il mozzicone di quella schifezza che poco prima reggeva a penzoloni fra le labbra serrate.
« Cara e dolce Green, non sia mai che la tua finezza non addolcisca così immensamente il mio pover cuore. » sussurrò ironicamente la brunetta, cogliendo da terra i suoi averi per dirigersi lungo il sentiero che portava verso l’aula di Trasfigurazione.
[...]
http://ask.fm/FloraCarrow1/answer/128413532372

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✒ ℋℯy swℯℯtiℯ, ℓistℯn mℯ. ❥ ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint, sℯcℴnd part.

[...]
Forse, per un giorno, avrebbe potuto dilettare quella racchia della McGranitt con la sua insopportabile quanto cinica presenza, punzecchiando allo stesso tempo quel Tassomoscio di un Stebbins dal scarso quoziente intellettivo. Percorrendo i deserti corridoi con nonchalance sino a giungere all’aula desiderata, la ragazza aprì con indifferenza la spessa porta in castagno, incrociando lo sguardo sorpreso –e allo stesso tempo adirato- d’una professoressa ch'era intenta nell’illustrare la sua lezione.
« Alla buona ora, Carrow. Dove diavolo ti eri cacciata? L’ora è iniziata da almeno venti minuti. » sibilò la donna, assottigliando le plumbee quanto argentee iridi.
« Di ciò che faccio in sua assenza, professoressa, non dovrebbe minimamente interessarle. » borbottò con tono superiore la ragazza, posando la cartella a un posto vuoto d’uno dei tanti banchi da due presenti in sala, accanto a uno dei tanti studenti della sua stessa Casata, per poi sedersi con delicatezza sulla libera seggiola.
« Cerchiamo di mantenere dei toni educati ragazzina. Ad ogni modo, estrai il volume a pagina duecento e cerca di seguire la spiegazione. Oggi affrontiamo un ripasso generale in vista dei MAGO. »
Alzando gli occhi al cielo per trattenersi dall’attaccar briga con la docente, la ragazza posò noncurante il materiale sulla fredda superficie del tavolino da lavoro, sfogliando le varie pagine color avorio, raggiungendo il punto indicato. Strappando da un quaderno qualsiasi uno stralcio di pergamena e armandosi, allo stesso tempo, di piuma e inchiostro con il fine di scrivere un biglietto di risposta all’amica –seduta qualche banco più in avanti del suo-, la Carrow stava per incidere l’inchiostro smeraldino quando, a bloccarla, non fu l’allungamento del gomito lungo la sua zona del banchetto da parte del ragazzo alla sua sinistra.
« Senti dolcezza, cerca di rientrare entro i tuoi confini. » disse la giovane dalle ambrate iridi, tracciando con l’ausilio dell’indice un’immaginaria linea lungo la metà del tavolo da lavoro.
« Altrimenti potrei prontamente spostare il tuo braccio a suon di Stupeficium, se preferisci. »

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ℋℯy swℯℯtiℯ ℓistℯn mℯ  ℛℯpℓy tℴ ℳarcus ℱℓint sℯcℴnd part
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TheodoreNott_Gdr’s Profile PhotoNott.
Tenui sfumature tendenti al rosato, di carattere prettamente serale, colorivano con leggerezza il delizioso firmamento in netto cambiamento, solcato da possenti nubi di cotone macchiato che s’incupivano di gradazioni tendenti al violaceo a ogni fremito di tuono che rimbombava nell’aria, nel mentre alzavano le loro robuste ali in volo –come volessero proteggere ciò che vi si presentava al suolo- i rapaci della notte. Calando a picco con estrema goffaggine verso l’orizzonte, gli ancor tiepidi raggi del Sole donavano quella pacifica atmosfera -che solitamente precedeva lo schiudersi di una catastrofica bufera- alla natura morta in fase di fioritura, appena accarezzata dalle fresche goccioline di rugiada sopravvissute al mattino precedente. Sotto l’accurata attenzione delle numerose civette appollaiate sui robusti rami di abeti e querce ricchi di fogliame, una brunetta dai rilassati lineamenti giaceva quiete in prossimità delle sponde del Lago Nero, silenziosa, con le turbolenti iridi color ambra serrate, l’esile schiena contro uno dei tanti tronchi rugosi e cullata allo stesso tempo dalla dolce brezza estiva che, oramai, si era schiusa da tempo prima fra le magiche mura di quel castello letteralmente incantato. Vi si poteva presentare come una lieta scena. Inusuale se la si attribuiva all’irrequieto animo della Slytherin presa in questione, avrebbero affermato in molti, se non tutti coloro che abbondavano di molteplici pregiudizi e sentimenti di egocentrismo di Casata nel loro –anche se pur spesso povero e ingenuo- ego. Forse Dio solo sa quanto tempo ancora gli studenti che solcano, di semestre in semestre, il suolo di Hogwarts dovranno convivere all’incondizionato sentimento d’orgoglio e competizione che impedisce loro di cooperare, di divenire parte di un istituto forte e unito. Sembra quasi, si sussurra in giro, che la scuola abbia preso un qualche maleficio ancor secoli orsono, una sorta di cattiva stregoneria dalla quale non vi è cura. Non che, d’altro canto, la ragazza in apparente riposo, rappresenti l’eccezione a questa sorta di incantesimo; difatti, la sua presenza è tutto fuorché non programmata. Sebbene fosse ancora orario di lezione, l’ultima ora più precisamente, la maggiore delle gemelle Carrow aveva optato nel vagabondare nei vari luoghi del scozzese castello piuttosto che incrociare lo sguardo di quella pidocchiosa gattara sostenitrice degli allievi rosso-oro, in primis per giovare alla sua salute –che, conoscendosi, sarebbe caduta nuovamente in preda a una crisi di nervi incontenibili- e di allentare di poco l’impulso omicida che quella donna suscitava in lei.
Com'era strano, pensava, poter provare una sensazione di pacata calma quando ad attorniare il suo cuore non vi erano altro che una molteplicità di problemi che nemmeno le nottate di chiacchiere e sfoghi con Isabelle potevano bastare a oscurare, seppur per poco tempo.
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http://ask.fm/FloraCarrow1/answer/128293913812

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✒ ℒikℯ a caℊℯd ℬird. ❥ ℛℯpℓy tℴ Tℎℯℴdℴrℯ Nℴtt, sℯcℴnd part.

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Eppure lì, nel mentre l’ambiente esterno era in subbuglio, la ragazza poteva sentirsi –forse per la prima volta in prima sua- come un’allodola libera dalla stretta gabbia d’acciaio. Le iridi della ragazza si spalancarono di colpo quando, ad accarezzare il suo viso, non erano altro che le lacrime d’una oscura nube che spinsero, di conseguenza, l’esile corpo della giovane a cercar riparo da quel programmato acquazzone, ovvero nel rientrare al castello. Estraendo con agilità la bacchetta dal stivaletto sinistro, Flora trasfigurò con nonchalance un innocuo asciugamano color lavanda, per poi iniziare a strofinare i boccoli color cioccolato con il morbido tessuto. Impegnata nel tentar di asciugare il più che poteva, non appena la ragazza voltò l’angolo la massiccia corporatura d’un mago le si piazzò improvvisamente dinanzi, spingendo la Carrow a indietreggiare prontamente di qualche passo, evitando anch’ella lo scontro.
« Certo che l’attenzione oramai è solo un lontano quanto amaro miraggio per te, eh Nott? » borbottò con il suo solito tono saccente la mora, sbuffando leggermente con lo sguardo perso nel vuoto terreno che presentava il suolo.

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ℒikℯ a caℊℯd ℬird   ℛℯpℓy tℴ Tℎℯℴdℴrℯ Nℴtt sℯcℴnd part

✒ ℒikℯ tℎℯ first timℯ, dℴ yℴu rℯmℯmbℯr? ❥ ℛℯpℓy tℴ ℐsabℯℓℓℯ Grℯℯn, first part.

Un’energica giornata di lavoro pareva aver nuovamente abbracciato -con tal diletto- quelle tetre e rustiche mura di uno dei locali più frequentati di Hogsmade, The Three Broomsticks, risvegliando magicamente –di punto in bianco- la fresca quanto sprizzante armonia estiva che da fin troppo tempo il locale ne era rimasto privo, se non prosciugato. Con l’avvento della frigida stagione, l’apertura degli istituti di magia e il piovoso clima, la genesi di tutto questo, come dire, assestamento di un particolar tipologia di clientela che favoriva maggior guadagno–ovvero i giovani- non era altro che dovuto ai vari impegni scolastici che a questi venivano brutalmente imposti, oltre che al famoso –illegale- divieto da parte dei docenti che non consentiva agli studenti di oltrepassare le mura del castello per uno di quei soliti e innocui ritrovi sulla falsa riga di quelli estivi, seduti comodamente attorno a un tavolino in mogano, in compagnia di qualche amico e alternando, fra una risata e l’altra, il sorso di una buona burrobirra allo zenzero. Fortunatamente, l’assordante tintinnio del campanello delle ordinazioni aveva ripreso a suonare con costanza, come i camerieri s’erano attrezzati d’un calzante e rapido passo per soddisfare le richieste degli ospiti mentre, quest’ultimi , se ne stavano persi in tante e allegre chiacchierate. Per quanto l’ambiente trasmettesse, in quel momento, una serena atmosfera di pura vitalità, agli occhi della Carrow tutto quell’ammasso di chiassoso trambusto non era visto altro che feccia dinnanzi alle sue iridi dall’ambra incandescente -o per lo meno a ella che era abituata alla tagliente, se non glaciale, tranquillità che soffiava quiete nelle spoglie stanze del Manor- e non faceva altro che risvegliare in sè quella irrequieta necessità di poter sentir, ancora una volta, quella deliziosa –pungente- fragranza d’innocente sangue versato sotto il suo delicato e pallido naso. Per lo meno avrebbe potuto assestare quel disgustoso fetore che emanavano la miriade di nati babbani e mezzosangue che soggiornavano fra quei divanetti di scarsa qualità di pelle di drago.
« Sporchi maghi dal sangue impuro che siedono nella medesima stanza della razza perfetta. Per Salazar, il mondo sta dirottando verso lo scatafascio. » sibila con tono bastante freddo la ragazza, prendendo posto in una delle tante seggiole che attorniavano un tavolino bastante isolato da quella massa d’eretici, per poi sorvolare l’attenzione sul volto dell’amica dai crini color grano che quel pomeriggio s’era unita in sua compagnia, impedendo così che la noia potesse in qualche modo prendere il sopravvento nella mente della bruna.
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http://ask.fm/FloraCarrow1/answer/128253225940

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Seguendo a ruota la chiara intenzione della giovane Green nell’ordinare qualcosa di dissetante, Flora disdette improvvisamente la Burrobirra richiesta dalla biondina, chiedendo una bevanda maggiormente forte per i palati, ormai talmente alcolizzati, delle due Slytherin.
« Lascia quella bevanda zuccherata da quattro zerlini ai mocciosetti dei Grifonidioti, questo giro te lo offro io, in ricordo della prima volta che ci siamo imbattute in questo orripilante quanto bizzarro posto. » sussurrò poco dopo che i cameriere, una volta di ritorno, posò sulla superficie color mogano due calici di cristallo contenente del buon vino elfico di prima qualità.
« Dopotutto perchè privarci di questi deliziosi capricci, noi che possiamo usufruire del meglio? »
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✒ ℒℯt's ℊℴ tℴ Tℎℯ Tℎrℯℯ ℬrℴℴmsticks, darℓinℊ. ❥ ℛℯpℓy tℴ ℐsabℯℓℓℯ Grℯℯn, first part.

Poggiando con delicatezza il bicchierino, dal whisky prosciugato, sulla biancastra superficie della toletta da trucco, giusto posta a pochi metri di distanza dalle esili figure delle due ragazze, un piccolo sorrisetto venne presto ad accentuarsi fra le sottili labbra rosee che spiccavano –in particolar modo- da quel pallido volto,incorniciato da lunghi crini color cioccolato, nel mentre le stesse ambrate –spesso fredde, distaccate, se non impassibili- iridi parevano perdersi nell’osservare la leggera nota d’enfasi con la quale la bionda amica stava cercando di strattonare verso di sé il braccio della compagna Slytherin, se non per condurla in una delle loro ulteriori uscite proibite che, solitamente, prendevano la briga di organizzare sotto il naso dei tanti docenti e custodi di guardia notturna al castello, oltre che per concedersi un meritati “stacco di spina” da quel mondo che vigeva d’esser affrontato con le frequenti gelide maschere di ferro, inespressive, le quali parevano non lasciar mai trasparire una sola goccia d’umanità da quei giovani corpi. Per quanto potesse apparire appagante e maggiormente dedito alla suddetta vita alla aristocrazia greca, entrare a far parte di quel fitto e intricato covo di velenose Serpi non era altro visto dagli stessi novellini come un netto tuffo di diretto suicidio dalla più ripida e scivolosa vetta di montagna; oserei dire che appartenere agli Slytherin, a differenza degli ideali e atteggiamenti che caratterizzavano le altre Casate, possa in qualche modo associarsi a una continua e irrequieta lotta alla sopravvivenza, dove i vari nemici che t’attorniano non desiderano altro che il tuo ritiro dalla battaglia per far sì che riescano a esaltare al meglio la propria figura. Era appunto in questo tipo di clima che mandrie di ragazzini del primo anno s’imbucavano di volta in volta, acquistando quell’espressione indifferente e boriosa standard tra tutti i componenti di Casata.
Con il mantello dal pregiato tessuto ad avvolgerle le spalle, il braccio dell’amica stretto al suo e la Mappa del Malandrino segretamente in loro possesso, la maggiore delle Carrow si fece guidare sino ai piedi della malandata statua della Strega Orba per poi oltrepassare, in compagnia della Green, il passaggio che conduceva il castello al negozio di dolciumi di Mielandia. Una botola sollevata, il delizioso profumo dolciastro delle varie leccornie, le vomitevoli risate dei bambini che correvano lungo le corsie. Erano libere.
« Sembra impossibile che ogni qual volta che utilizziamo questo passaggio debba sentirmi disgustata dal vedere tutti questi marmocchi scostarsi a destra e manca. » borbottava la giovane mora, dirigendosi con agile passo in direzione dell’uscita, nonché seguita a ruota dall’amica.
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http://ask.fm/FloraCarrow1/answer/126539121108

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« Ad ogni modo Green, penso che una capatina ai Tre Manici di Scopa debba dirsi d’obbligo. » fece poco dopo, poggiando l’attenzione sulle bluacee iridi dell’intrepida biondina al suo fianco.
« D’altra parte, non era quello il luogo nel quale lavorava la sera quel ragazzo con cui hai conversato alla nostra ultima uscita? Dovresti concedergli almeno un saluto, penso che dopo la delusione per quel dannato Tassomoscio dalla mancata capacità di donnaiolo dovresti puntare ad altri orizzonti. » sussurrò di seguito, strattonando il braccio della biondina verso il sentiero che portava a quell’usuale locale malandato, conosciuto e frequentato da quasi mezza Londra Magica.
« O forse il ricordo di quel biondino è ancora vivo in te? »
Sebbene le due fossero migliori amiche sin dall’alba dei tempi, Isabelle s’era sempre ritenuta piuttosto riservata in tale argomento se non limitata a confidare a Flora il benchè minimo indispensabile sulla sua piccola scorsa storia. L’amica d’altro canto, per quanto conoscesse la biondina come una sorella, difficilmente riusciva ancora a comprendere se il cuore di quella tenace fanciulla fosse ancora lacerato da profonde e apparentemente lievi ferite e, naturalmente, quella possibile incapacità di previsione le faceva letteralmente sprigionare la peggior bestia che si celava in lei, se non la più letale.

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