@AndreaCaretti

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Cosa pensi del valore del denaro nella società contemporanea? Dipendiamo molto dai soldi? Stiamo diventando persone che tengono molto alle cose materiali e quindi superficiali? (Ti faccio questa domanda perchè penso che tu possa darmi una tua soddisfacente riflessione.)

Non so se riuscirò, precisamente, a rispondere alla tua domanda, ma posso dirti che l'uomo di oggi è più propenso a riconoscere nel denaro una "finalità" che un "mezzo". Anzi, per molti individui il raggiungimento del denaro è diventato oramai una ragione di vita. Il grande denaro e la grande cifra sono entrati a far parte del nostro immaginario più del "denaro sufficiente".
Direi che attualmente prevalga il piacere del possesso del denaro su quello che un tempo era procurato dall'uso della moneta.
Nella nostra società l’uomo si identifica ancora più per ciò che è che per ciò che possiede. E’ pur vero che attualmente il valore dell’apparenza, con cui si misura appunto un "apparente" benessere, è più spostato verso i "segni" dei "simboli" del benessere materiale, verso i cosiddetti simboli di stato, gli status symbol. L'automobile ne è un esempio emblematico e lampante.
Karl Marx, neanche tanto metaforicamente, aveva ipotizzato ne "Il capitale" che fossero le merci a condurre i proprietari al mercato, e non viceversa. Se questo è vero, è nondimeno accertato che più il mercato accresce la sua forza, sempre meno l’uomo avrà la possibilità, non soltanto di fare vedere ciò che è, ma di essere ciò che è. L'uomo non potrà più trattenere a sé il mondo delle "apparenze", perché sotto verrà a mancare la "sostanza" rappresentata dai "valori", dagli elementi del "benessere", di "verità" e di "spiritualità".
L’uomo non potrà più "immaginare" di essere qualcosa che non è, proprio perché sarà il mercato a privarlo di questa facoltà.
Spero di essere stato soddisfacente!

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Liked by: Chiara Gione Dinkh.

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Un gay va in macelleria e chiede un salame. Il macellaio chiede: "quale vuoi? quello più lungo, quello medio o quello piccolo?" lui risponde: "ovvio, quello più lungo!" il macellaio: "lo taglio a fette o lo lascio intero?" lui: "lo lasci intero, mica c'ho il culo a salvadanaio".

Queste pseudo battute alquanto divertenti andavano di moda quando Carlo Conti non sapeva cosa fosse un Solarium. Fatti due conti.

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