Amber Young.

pareva quasi che Bash si fosse recato li soltanto per ammirare lo spettacolo che si protraeva nella piscina soltanto da lontano, mentre invece stava semplicemente selezionando la vittima seguente che meritasse di essere definita colei che spiccava in confronto alle altre, da perfetto predatore qual era. Un sorriso che, tuttavia, lasciava trapelare facilmente quanto in realtà fosse consenziente andò ad incrinargli le labbra, esortandolo dunque a proferire il seguito dei vocaboli proferiti poco prima. « Nonostante ciò, non posso permettermi il lusso di negare che la tua proposta non sia ugualmente allettante. » 】
☾ ☾ ☾
Non appena avvertì una variazione dell'argomento in discussione, incedendo sul suo corpo, Amber riuscì a deglutire del cinismo che stava emergendo dal proprio animo: per quanto le riguardava, tale soggetto di conversazione era ritenuto intangibile anche solamente mediante il pensiero. «Al mondo ci sono milioni di ragazze in bikini, non vedo perché una in meno dovrebbe non essere di tuo gusto» ribatté, adoperando poderosa risolutezza, accompagnando tale periodo con una vena d'asprezza all'interno della tonalità vocale. Tuttavia, si rivelarono bastanti pochi istanti affinché riacquistasse l'antecedente imperturbabilità, per poi procedere nell'azione di versare, entro due bicchieri di contenute dimensioni, del liquido di grado palesemente alcolico. «A te» decretò, porgendogli il contenitore in sua direzione.
[ Fa abbastanza pena, ma prima il telefono ha sclerato e mi ha cancellato quello che avevo scritto, quindi ho riscritto tutto presa male, malissimo. ]

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Per l'occasione, ella aveva deciso di acquistare appositamente un vestito dalle tonalità del rosa pastello, abbinato in contrasto ad un bikini dai cupi toni, che tuttavia non avrebbe sfoggiato data la sua completa repulsione nei confronti dell'acqua. Fece il suo ingresso alla festa appena pochi minuti dopo l'orario prestabilito. L'assordante musica era già partita da tempo e sulla pista da ballo si potevano già intravedere alcuni studenti che, nel tentativo di ballare, somigliavano a qualche animale con seri problemi di spasticismo, a detta sua. Le iridi di Lily erano puntate in direzione d'un tavolo colmo di bevande, perlopiù alcoliche. Un sorriso malandrino s'andò ad insinuare tra le labbra della fanciulla, nel mentre questa accorciava sempre di più la distanza tra esso e la sua slanciata figura. Prese un bicchiere contenente una bevanda palesemente alcolica e s'accomodò su una sedia, di fianco ad una giovane dai capelli scarlatti. Dopo che quest'ultima la notò e proferì un periodo dal tono sarcastico, il sorriso di Lily s'ampliò. ‹ Direi che l'idea di nuotare assieme a dei perfetti sconosciuti non m'attira più di tanto. › 】
☾ ☾ ☾
Un cenno del capo denotò la momentanea atmosfera, andata a originarsi mediante l'esordio di una conversazione effettuato da Amber, rivolto alla studentessa posizionata accanto alla sua figura. Per qualche istante, la fanciulla analizzò le parvenze che la novella interlocutrice possedeva: corvini crini, caratterizzati da un tenue modulo di onde, con opachi riflessi guarnivano l'ovale del suo volto, la cui pelle appariva tempestata da lentiggini d'ambra, dipingendo un palese contrasto con la carnagione delle goti, e illuminato da un paio d'iridi di zaffiro, parenti quasi una tempesta mentre aveva proferito il responso alla pacata constatazione di Amber. ‹Spero solo che non ci buttino in piscina, perché se ci entro, lo faccio di mia spontanea volontà. Ma, sinceramente, preferisco bere› commentò, con mera schiettezza, il periodo della studentessa.

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Da differenti dì, voci di corridoio avevano proferito o, meglio, annunciato un'imminente festa in piscina, per la quale forse ne era stata allestita una appositamente, per celebrare probabilmente il termine delle lezioni e delle sessioni di esami. Effettivamente, per una volta, tali mormorii si erano rivelati veritieri, in quanto era stato persino affisso un avviso riguardante l'evento. Dal canto suo, Amber era stata attirata dalla vasta gamma di alcolici che avrebbe presenziato all'interno della festa, in realtà unico motivo che l'aveva spinta ad assentire.
Aveva atteso il rintocco delle sei all'interno della camera ove alloggiava, le braccia sovrapposte tra loro con l'intenzione di formare un incrocio, e l'arco sopracciliare sinistro che costantemente descriveva una curva entro la fronte. Un vestito dalla fantasia floreale, il cui tessuto s'interrompeva poco prima d'incontrare un paio di ginocchia, fasciava le curve del corpo, mentre un bikini dalla tonalità leggermente più intense dell'indaco. Una volta avvertito le lancette scagliarsi contro il materiale dell'orologio, un sospiro lacerò la silente atmosfera, l'opposto di quella che avrebbe regnato fra qualche minuto, tuttavia avviando il tragitto che avrebbe dovuto affrontare, vale a dire una semplice biforcazione del corridoio, dopo essere giunta al piano terra.
Il rumore della musica cominciò ad essere chiaramente captato dai padiglioni auricolari di Amber, nel contempo che la sua avanzata prevedeva un inferiore numero di passi, riconoscendo una canzone di Guetta. Entro l'incavo delle goti andò a spaziarsi un sorriso alquanto sornione poiché pervenuta all'ingresso della festa. Ad ampie falcate, percorse lo spazio, che constatò gremito di persone, separante il tavolo ricolmo di bevande dalla figura della fanciulla dalla scarlatta chioma, in quel momento tenuta sciolta. Sebbene il percorso si profilasse arduo, con tenacia superò gli studenti che con assidua alternanza si tuffavano entro le acque della piscina, azione che momentaneamente non attirava Amber. Mentre si destreggiava nell'arte di evitare il più possibile scontri contro i suoi compagni d'istituto, il suo campo visivo individuò una chioma di corvini crini, lievemente arruffati, collocandola sotto il nominativo di Bash French. I due giovani, benché avessero interloquito durante la permanenza all'interno del College, non potevano affermare una reciproca conoscenza, per palesi motivazioni. Tuttavia, il mero impulso la indirizzò verso la persona del figlio di Belle, che apparentemente oziava, nei dintorni della postazione stipata di alcol.
‹Chissà perché c'incontriamo sempre in posti dove c'è alcol› schioccò la lingua al palato, elaborando tale esordio di una conversazione, che avrebbe dovuto essere interpretato come un saluto. ‹Mi concedi l'onore di uno shottino con te? Non mi fa impazzire l'idea di mettermi in costume e nuotare come una stupida.›

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Da differenti dì, voci di corridoio avevano proferito o, meglio, annunciato un'imminente festa in piscina, per la quale forse ne era stata allestita una appositamente, per celebrare probabilmente il termine delle lezioni e delle sessioni di esami. Effettivamente, per una volta, tali mormorii si erano rivelati veritieri, in quanto era stato persino affisso un avviso riguardante l'evento. Dal canto suo, Amber era stata attirata dalla vasta gamma di alcolici che avrebbe presenziato all'interno della festa, in realtà unico motivo che l'aveva spinta ad assentire.
Aveva atteso il rintocco delle sei all'interno della camera ove alloggiava, le braccia sovrapposte tra loro con l'intenzione di formare un incrocio, e l'arco sopracciliare sinistro che costantemente descriveva una curva entro la fronte. Un vestito dalla fantasia floreale, il cui tessuto s'interrompeva poco prima d'incontrare un paio di ginocchia, fasciava le curve del corpo, mentre un bikini dalla tonalità leggermente più intense dell'indaco. Una volta avvertito le lancette scagliarsi contro il materiale dell'orologio, un sospiro lacerò la silente atmosfera, l'opposto di quella che avrebbe regnato fra qualche minuto, tuttavia avviando il tragitto che avrebbe dovuto affrontare, vale a dire una semplice biforcazione del corridoio, dopo essere giunta al piano terra.
Il rumore della musica cominciò ad essere chiaramente captato dai padiglioni auricolari di Amber, nel contempo che la sua avanzata prevedeva un inferiore numero di passi, riconoscendo una canzone di Guetta. Entro l'incavo delle goti andò a spaziarsi un sorriso alquanto sornione poiché pervenuta all'ingresso della festa. Ad ampie falcate, percorse lo spazio, che constatò gremito di persone, separante il tavolo ricolmo di bevande dalla figura della fanciulla dalla scarlatta chioma, in quel momento tenuta sciolta. Sebbene il percorso si profilasse arduo, con tenacia superò gli studenti che con assidua alternanza si tuffavano entro le acque della piscina, azione che momentaneamente non attirava Amber. Accomodatasi su una delle sedie, poco presenti invero, un'affermazione sarcastica non poté non schiudere le sue labbra, notando una persona che riversava nelle medesima situazione. ‹A quanto vedo, non sono l'unica a preferire l'alcol al bagno in piscina.›
[ Anche se non mi sono contenuta bene, sarebbe uno start per condurre una mini—role. ]

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Nel contempo in cui Amber si accingeva a porgere ulteriormente le scarlatte labbra sulla superficie opaca del bicchiere, una voce echeggiò entro i suoi padiglioni auricolari. In un primo momento, emise un sospiro di tedio, forse scomodata dalla pronuncia del suo nominativo a mo' saluto, mentre successivamente ruotò il busto, assieme alla parte restante del corpo, andando a inquadrare il novello interlocutore: Bash French. I suoi occhi, composti da due gemme di smeraldi che guarnivano quel volto dai pienamente prettamente dell'est, analizzarono le sembianze del giovane in quel momento innanzi a sé: crini d'ebano, portati leggermente arruffati, un paio di enigmatiche iridi della medesima tonalità della chioma precedentemente nominata che osservavano la figura dalla capigliatura di tiziano di Amber. Come una sorta d'impulso, dettato dall'abitudine, l'arco del sopracciglio cominciò a delineare una curva, dopo aver udito la domanda, piuttosto ricolma di mera formalità, posta dallo studente, dopodiché la labbra si schiusero, pronunciando un ‹la stessa cosa che porta te: alcool, il tabaccaio più vicino. Vuoi unirti, per caso?›.

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☾1st — ha una vasta collezione di film, che ripone entro gli scaffali di una delle due librerie di casa. I generi, così come il periodo, che si possono trovare sono diversi: dal dramma al demenziale, dal thriller all'animazione.
☾2nd — ha scelto la facoltà di Psicologia perché, non essendo riuscita a entrare in quella di Medicina, è sempre stata attratta dalla mente umana e dai suoi misteri, persino dai piccoli gesti.
☾3rd — benché non sia una persona dai modi molto nobili, la sua carriera ideale sarebbe quella di criminologa. Per l'appunto, una volta ottenuta la laurea, ha intenzione d'impegnarsi per ottenere il lavoro dei suoi sogni.
☾4th — la sua più grande paura è quella dei clown, manifestatasi quando era piccola. Sebbene abbia tentato più volte di risolvere questa situazione, non c'è mai riuscita.
☾5th — è molto lunatica, forse troppo: se prima è Sole, improvvisamente diventa Luna. È capace di sorridere o quantomeno di dimostrarsi allegra e nell'istante dopo di apparire disperata.
☾6th — le conversazioni intelligenti sono il suo pane quotidiano. Ama interloquire con qualcuno intelligente o, almeno, astuto nella capacità di parola. Cerca sempre qualcosa di stimolante nella noia di tutti i giorni.
☾7th — solitamente è una persona lucida che sa contenere la rabbia, ma se c'è una cosa che riesce a farle saltare i nervi sono la gente che fa rumore mentre mastica e chi alza la voce.
☾8th — sebbene sia stata viziata a dovere dai suoi genitori come figlia unica, ha sempre desiderato un fratello maggiore o una sorella minore, insomma, una spalla nei momenti di crisi.
☾9th — nonostante abbia una pelle sensibile, se non di più, e molto diafana, le piace trascorrere alcune ore sotto i raggi del Sole, anche talvolta prendendo le sembianze di un gamberetto.
☾10th — non ha mai avuto una storia seria con qualcuno perché si vergogna di se stessa e principalmente del suo corpo: se potesse, lo cambierebbe senza alcun problema. Inoltre, detesta la cicatrice sul fianco sinistro che si è procurata per colpa di un'operazione.

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-- chiedendosi se gli fosse capitato di scorgerla almeno una volta per i corridoi. ‹ Sei una nuova studentessa? › 】
☾ ☾ ☾
Osservò le movenze del giovane dinanzi a sé, che in quel momento le porse pacatamente il pacchetto, azione innescata dal quesito posto in precedenza. Un arco entro i lembi delle scarlatte labbra andò a originarsi per mera cortesia, restituendo l'oggetto affidatole momentaneamente. Mediante un movimento del capo, pronunciò silenziosamente un assenso, per poi completare con un ‹sì›. Analizzò con attenzione le parvenze dello studente, individuando una chioma d'ambra e un paio d'iridi di acquamarina, prima di prendere nuovamente il controllo del discorso. ‹Che corso frequenti?› sebbene, di per sé, Amber fosse dotata di egoismo, d'interessò dei riguardi dell'interlocutore, per comprendere meglio chi aveva innanzi.

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Le ultime settimane scolastiche, al termine delle quali avrebbero avuto inizio le attese vacanze estive, scorrevano a rilento. Quel giorno, un caldo Sole illuminava il diafano incarnato di Amber. Benché praticasse l'usanza di trascorrere del tempo sotto i raggi solari, al fine di raggiungere una carnagione olivastra, il bianco latteo predominava sulla sua pelle. Accanto a sé, un tomo di psicologia comportamentale e, entro l'indice e il medio della mano sinistra, una sigaretta accesa, che ritmicamente portava sulle labbra, lasciando successivamente fuoriuscire una nube grigiastra. Lo stress, negli esigui dì antecedenti agli esami della facoltà che frequentava, cominciava a sottomettere i saldi nervi della fanciulla: era apprensiva di deludere se stessa, ambiziosa com'era, e di non riuscire a garantirsi un posto nella vita reale, sebbene possedesse un intelletto ben sviluppato.
Inaspettatamente colta dall'ombra sul suo capo, Amber si diresse verso un muretto, il quale era sufficientemente rischiarato dalla luce. Non era un'azione salutare, per quanto riguardava l'eccessiva esposizione a tali raggi e l'umidità che percuoteva le membra degli studenti. Accanto a sé, vi era qualcuno, benché poco distinto: era troppo impegnata a sfogliare le stantie pagine del volume, prelevato in Biblioteca.

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Le pupille di Amber si assottigliarono, benché soggette a un'esigua dilatazione, così come il resto dei componenti dell'organo visivo, sorpresa dal periodo pronunciato dallo studente, sebbene rimembrante un cliché. Nell'intento di analizzare qualsivoglia azione dell'interlocutore, da studentessa nella branca della psicologia, ambe le arcate sopracciliari si aggrottarono: il giovane, dopo aver proferito antecedentemente parola, pareva attendere un atto da parte della fanciulla.
‹Potresti scrivere un libro su come abbordare ragazze› asserì, destreggiandosi nell'abilità del sarcasmo, tuttavia non ricambiando la manifestazione di malizia sul volto dello sconosciuto. Amber Young non poteva vantare di una morale ben assestata ma, nel mezzo dei molteplici difetti e vizi, l'atteggiamento allusivo, quantomeno in tale ambito, non era presente. Afferrò nuovamente entro ambi i palmi delle mani, avendolo distrattamente collocato sopra la superficie del bancone, il boccale di birra, portando il vetro alle labbra e inumidendole mediante il liquido amaro.

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spento, non era riuscito a venirne a conoscenza, almeno non in tempo. ‹ Cameron Frost. › si presentò porgendole una mano, masticando nel frattempo e con gusto una gomma al sapore di lampone, sorridendole per un istante. 】
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‹Amber, Amber Young› rispose, enunciando il suo nominativo, nei pochi istanti successivi, lasciando trapelare una fossetta entro la gota sinistra, conseguenza dell'arco descritto da ambi i lembi delle labbra. Mentalmente, ripeté il nome dello studente, onde assicurarsi di rimembrarlo. Benché possedesse una discreta memoria uditiva, era bene non errare. ‹Ne hai un'altra?› domandò, schioccando lievemente la lingua contro gli incisivi superiore, con l'intenzione d'imitare il suono prodotto dal giovane, non appena la neutralità riprese il controllo sul suo volto. ‹Intendo una gomma› aggiunse, adoperando del mero sarcasmo.

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Da quando il palmo destro delle sue mani stringeva saldamente, come in trappola, il bicchiere contenente liquido alcolico, non aveva badato granché al rintoccare delle lancette dell'orologio. Tuttavia, se la sua mente non errava, dovevano essere trascorsi un paio di minuti.
Sebbene fosse il giorno del suo compleanno, non poteva definire lieto il suo stato umorale, poiché momentaneamente avrebbe preferito trascorrerlo da sé, con la sua unica compagnia. Così, la mano ancora libera, dettata dal suo impulso afferrò il telefono, raggiungendo la funzione dei messaggi, mediante diversi comandi dettati dalle esili dita. Un messaggio conciso fu quello che venne spedito agli studenti del Wonderland College, spinto dall'incontrollabile impulso che condizionava ogni qualsivoglia sua azione. Aveva avvertito di un inaspettato annullamento della festa. L'egoismo aveva prevalso sulla sua capacità di essere socievole.
Nella speranza che tutti avessero ricevuto il messaggio, consapevole dell'inopportuno comportamento a cancellare tutto all'ultimo istante, riprese a sorseggiare il liquido entro il contenitore. Un avvenimento, però, inaspettato venne rappresentato dall'entrata di uno studente, ignaro di tutto.
‹Oh, beh, la tecnologia quando serve non funziona› affermò, adoperando del sarcasmo, tuttavia accompagnando le parole con una sembiante inespressiva, se non indecifrabile.
‹Comunque, salve a te.›
[ Scusa il continuo abbastanza strano, ma ho dovuto adattarlo, dato che alla fine non vi è stata la festa. ❄️ ]

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