http://ask.fm/JacobKramer/answer/53918242483 - Domanda per te -
Le toccò la guancia, e delicatamente quasi a sfiorarla faceva correre le sue dita verso le sue labbra.
Si fermò e gliele pizzicò dolcemente avvicinando i suoi polpastrelli.
Rimase immobile per qualche secondo e la guardò negli occhi, poi le spostò i capelli dietro le orecchie.
Lei sorrise. Un sorriso muto, di vergogna, chiaro, lento, immobile, che non cambia nel tempo.
Lui ricambiò.
Lei appoggiò il suo leggero viso sulla sua spalla e pronunciò "Devi per forza?"
"Mi hanno convocato Ania, non l'ho deciso io."
"Posso venirti a trovare."
"Mai. E' troppo pericoloso."
"E quando tornerai?"
"Tornerò?"
Lei sospirò, ed una lacrima attraversò la sua guancia per metà. Lui la bloccò e l'assaporò.
"Mi fai sentire vivo, Ania."
"E come pretendi di vivere una volta lontano da me? Fuggiamo via, scappiamo, via, da soli, io e te, lontani da tutti e da tutto. Pensa ad una nuova vita, la nostra casa, la nostra famiglia, la nostra vita, il nostro amore. Oh George, promettimelo. Promettimi che domani non partirai. Scappiamo insieme, questa notte."
"Smettila! Non vedi? E' impossibile, un amore proibito il nostro."
"La guerra non può dividerci."
E caddero delle lacrime, pesanti, stanche, piene di rabbia.
"Va bene, proviamoci."
E si lasciarono andare nell'alta erba, nel grande caldo di luglio. La quiete.
Avevano una piccola speranza, l'ultimo appiglio di vita.
Sentirsi così vivi prima della morte, prima dell'incertezza?
Si fermò e gliele pizzicò dolcemente avvicinando i suoi polpastrelli.
Rimase immobile per qualche secondo e la guardò negli occhi, poi le spostò i capelli dietro le orecchie.
Lei sorrise. Un sorriso muto, di vergogna, chiaro, lento, immobile, che non cambia nel tempo.
Lui ricambiò.
Lei appoggiò il suo leggero viso sulla sua spalla e pronunciò "Devi per forza?"
"Mi hanno convocato Ania, non l'ho deciso io."
"Posso venirti a trovare."
"Mai. E' troppo pericoloso."
"E quando tornerai?"
"Tornerò?"
Lei sospirò, ed una lacrima attraversò la sua guancia per metà. Lui la bloccò e l'assaporò.
"Mi fai sentire vivo, Ania."
"E come pretendi di vivere una volta lontano da me? Fuggiamo via, scappiamo, via, da soli, io e te, lontani da tutti e da tutto. Pensa ad una nuova vita, la nostra casa, la nostra famiglia, la nostra vita, il nostro amore. Oh George, promettimelo. Promettimi che domani non partirai. Scappiamo insieme, questa notte."
"Smettila! Non vedi? E' impossibile, un amore proibito il nostro."
"La guerra non può dividerci."
E caddero delle lacrime, pesanti, stanche, piene di rabbia.
"Va bene, proviamoci."
E si lasciarono andare nell'alta erba, nel grande caldo di luglio. La quiete.
Avevano una piccola speranza, l'ultimo appiglio di vita.
Sentirsi così vivi prima della morte, prima dell'incertezza?