"La ragazza aspettava. Chi? Cosa? Perché? Beh, non lo so. Doveva essere sicuramente qualcosa di importante, per indurla a restare in quel preciso punto anche dopo la morte.
Poteva ancora sentire i passi ovattati dei suoi fratelli che si rincorrevano nel soggiorno, il profumo della torta che la mamma stava preparando, l'odore pungente del dopobarba che il padre usava in maniera fin troppo abbondante. Ma loro non c'erano più, erano andati via e l'avevano lasciata sola con mille domande che le vorticavano nella mente.
Perchè? Se ne sono andati? Sono stata cattiva e mi hanno abbandonata? Chi sono queste persone che vivono nella mia casa? Perchè mi ignorano?
Sentiva la rabbia ribollire dentro di lei, non sarebbe riuscita a trattenerla ancora a lungo, soprattutto non dopo aver visto un'altra bambina dormire nel suo letto.
L'aria nella cameretta si fece pesante, fredda, un'odore acre si fece largo insinuandosi nelle narici di Martina che dormiva beata nel suo lettino. Aprì gli occhi svegliandosi di soprassalto, avvertendo una strana presenza nella sua stanza, scrutò l'ambiente circostante senza uscire fuori dalle coperte, usandole quasi come un'armatura; non c'era nessuno, era solo una brutta sensazione. Poi qualcosa cambiò; improvvisamente un cuscino si librò in aria lentamente, Martina sgranò gli occhi e tentò di urlare ma ormai era troppo tardi. Il cuscino calò sul suo viso schiacciandola sul materasso, Martina si dibatteva, tentava di urlare per chiedere aiuto ma le sue invocazioni erano attutite da stoffa e piume d'oca. I polmoni presero a bruciarle con forza, reclamavano aria, ma di aria Martina non ne inalò più. Stremata, si arrese, smise di lottare e attese la morte che non tardò ad arrivare.
La bambina stringeva con forza il cuscino, lottava con tutte le sue forze per tenerlo ben premuto sulla faccia della sconosciuta che le aveva rubato il suo lettino, la sua cameretta, la sua vita. Poi, la ladra smise di lottare, era morta finalmente. La bambina scostò il cuscino, si aspettava di vedere un'espressione folle invece quella stupida usurpatrice sembrava una bambola di porcellana, era bellissima. Era come se non avesse mai smesso di dormire, sembrava quasi che si stesse prendendo gioco di lei. Alzò lo sguardo e sulla testata del letto vide una targa "la principessa dorme qui" Con un pennarello, dopo principessa, qualcuno aveva aggiunto un nome "Martina". Ecco come si chiamava la ladra, Martina. La bambina si sentiva stanca, come se tutta questa situazione le avesse prosciugato tutte le energie vitali.
"ho bisogno di dormire, di dormire nel mio letto" pensò. Si distese accanto al corpo senza vita di Martina e prima di chiudere gli occhi si rivolse al cadavere dicendo "domani i tuoi genitori saranno lassù con te"