1- La parola 'zinne' è ridicola. Cioè proprio non si può sentire. Chiamamele 'tette', per piacere. 2- Non sono a punta. Non capisco nemmeno che intendi con 'a punta', non dirmelo, non voglio saperlo. 3- Adesso vado al pub e mi ubriaco. Ma mi ubriaco proprio peso.
Posto quella che ho nell'icon perché non ho voglia di sceglierne altre. Ho un profilo Instagram: http://instagram.com/jadevong/ Lì potrai vederne altre.
Mmm. Devo essere sincera, non mi piace fare smorfie nelle foto, perché sono molto autocritica nei miei confronti e tengo molto al mio aspetto fisico. Comunque in questa foto sono venuta con una faccia veramente a culo. Inquieta. Ma va be. (Sono quella a sinistra). Goditela, io mi sotterro.
Come sarebbe bello dire "per caso"... tu credi davvero che ci sia qualcosa che succede "per caso"? Se sì racconta qualche episodio/evento successo "per caso" nella tua vita. Se no, rispondi solo alla prima domanda. Ossequi.
Oddio. Sono sempre stata incerta sul credere o meno nel caso. Ma più vado avanti, più mi stanno accadendo fatti ed avvenimenti che mi portano a pensare che il 'per caso', non sia mai poi così tanto 'per caso'. Quindi, ora come ora mi sento di rispondere di no. Non credo che succeda mai niente 'per caso'.
no perché mi odi...ma se un giorno ti becco ti offro qualcosina
Non è vero che ti odio. Al momento non odio nessuno.
si fa mezzo pezzo in due
Ci sto. Ma dovresti togliere l'anonimo!
Leggendo un libro mi sono imbattuta in questa domanda: "Dove si trova la bellezza? Nelle grandi cose che, come le altre, sono destinate a morire oppure nelle piccole che, senza nessuna pretesa, sanno incastonare nell'attimo una gemma di infinito?" Provate a dare un'interpretazione personale.
Servono entrambe. Abbiamo bisogno sia delle grandi che delle piccole cose. Abbiamo bisogno di sentire la mancanza delle grandi cose per accorgerci della bellezza nelle piccole.
BAMBA
Portamela.
Nella scena di un'anime che ho visto, viene chiesto che forma ha la "felicità" ed è stato risposto che potrebbe assomigliare ad un oggetto di vetro... E voi, che forma le dareste? Possono essere forme geometriche, oggetti etc. Spiegate anche il perchè (se possibile). **
Ho un concetto di felicità al quanto particolare. Credo che in questa vita sia impossibile provare la felicità assoluta. Quindi non posso darle una forma né posso paragonarla a un oggetto.
Se ci pensate bene, per ottenere qualcosa che non abbiamo mai avuto dobbiamo essere pronti a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto prima. Ora vi voglio chiedere: cosa volete ottenere e cosa siete pronti a fare per raggiungere la vostra meta? Sono curioso di leggervi =)
Voglio ottenere il mio futuro. Voglio che sia come piace a me. Voglio arrivare dove dico io. Voglio raggiungere la mia vetta. Credo che il sacrificio maggiore che qualcuno possa fare sia lottare, e assolutamente sì, sono pronta.
3°domanda (ultima per ora): C'è un alimento/prodotto/profumo insomma cose che usate abitualmente che acquistate sempre e solo della stessa marca, perchè vi trovate bene solo con essa? Se sì di cosa si tratta? *pubblicità occulta time* xD
Umm, no. O magari sì, ma in questo momento non mi viene in mente niente.
2°domanda: Avete una fissazione per qualcosa in particolare? Ad esempio che un oggetto si deve trovare sempre in un certo posto, oppure che scegliete sempre numeri pari o dispari, insomma fissazioni di questo tipo. Voglio sapere se son solo io la matta che ci pensa. xD
Solitamente ho la fissazione di posizionare qualsiasi oggetto in modo tale che lo trovi in armonia con il resto. Cioè, per farti capire meglio, ad esempio in camera mia decido accuratamente come posizionare soprammobili, libri, scarpe, vestiti, fogli, oppure quando mangio decido come posizionare il cibo nel piatto, o quando faccio il bagno voglio che sul bordo della vasca ci siano oggetti che mi trasmettano sensazioni positive. Fondamentalmente non sono una maniaca dell'ordine, anzi se entri in camera mia c'è la confusione più totale! Ma anche nel trasando gli oggetti devono essere in una posizione 'giusta' per me. Non so come spiegartelo. Sembro pazza! Comunque guai a chi ostacola la predisposizione dei miei oggetti.
Dato che mi inviate/inviano sempre domande troppo complicate, inizio ad aprire il 'festival delle domande del cazzo' (lol) 1°domanda: Quale odore (o puzza) proprio non sopportate, nel senso che vi fa venire la nausea e dovete scappare via? xD Devo sapere se succede anche a qualcun altro. ;_;
Odio l'odore delle mense scolastiche. Non so se hai presente che odore abbia una mensa scolastica. Non saprei identificarlo. Ma mi è rimasto impresso, è dai tempi delle elementari che non mi avvicino a una mensa scolastica, eppure se ci penso riesco ancora a sentirne l'odore. Non saprei, proprio lo odio.
Cosa desideri in questo momento?
Desidero troppo. Desidero più di ciò che posso avere in realtà.
"Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente; si limitano a piangere sulla propria situazione; ma quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose." (cit.) Cosa ne pensate di questa frase? Siete d'accordo? Quando e da dove arriva la spinta di reagire secondo voi?
Secondo me non è del tutto vera. Secondo me quando siamo arrabbiati ci promettiamo di cambiare le cose ma non lo facciamo veramente perché la rabbia passa troppo velocemente, e quando la rabbia finisce noi ci siamo già dimenticati di cambiare le cose, siamo già tornati alla quotidianità. La tristezza invece, quella ti perseguita, quella non passa mai, non finisce fino a quando le situazioni non cambiano, e secondo me è proprio quando siamo tristi, troppo tristi per continuare, che cambiamo le cose. La gente non muore di rabbia, muore di tristezza, fondamentalmente.
Avete presente quei monologhi dei film che ti fanno venire la pelle d'oca per quanto sono belli? Quelle frasi con le parole cosi forti capaci di farti ricordare per sempre quel film? Voglio chiedere a voi che seguo di scrivermi o mettere un video con il monologo migliore di un film che adorate =)
Trovo me stessa ogni qual volta che mi soffermo a pensare, ogni qual volta che prendo una decisione, ogni qual volta che penso al passato e che spero in un futuro. Perché noi siamo fatti di questo. Siamo fatti di ricordi, di speranze, di piani, di idee, di pensieri. Ogni tanto trovo che sia giusto dimenticarsi di chi siamo, ma poi bisogna sempre tornare alle origini, bisogna sempre ritrovarci. Non bisogna mai dimenticare chi siamo.
Oggi farò una cosa che credo sarà la prima e ultima volta (xD): lancio due parole del giorno, essendo ispirata da una canzone che si intitola: ORRORE e PIACERE. Per ognuna di esse scrivete cosa vi viene in mente, postate pensieri, immagini, canzoni, libera interpretazione.
Sono due cose molto personali che, a parere mio, ti fanno capire molto. Quando tu sai cosa provoca orrore e cose provoca piacere a una persona riesci già ad inquadrarla quasi del tutto, proprio perché sono i due opposti. Secondo me, inoltre, sono due emozioni molto legate fra di loro. Spesso ciò che ci fa paura ci incuriosisce, ci piace. Un esempio banale potrebbero essere i film horror, che non ostante ci facciano paura noi ci ostiniamo a guardarli, ci piacciono.
Oggi ho girato per negozi assieme a un amico perchè lui doveva prendere un regalo. Girando sono passato nel reparto di giocattoli e ho ripensato ad alcuni bei ricordi d'infanzia. Sono curioso di domandarvi: qual è il ricordo più bello che avete di quando eravate più piccoli? A cosa giocavate sempre?
Non ho un ricordo bello in particolare della mia infanzia. Magari le vacanze, o la nascita di mio fratello, ma sono tutti ricordi annebbiati. Comunque spesso e volentieri giocavo con le bambole.
Qual'è un lavoro che fareste volentieri e quale invece non fareste mai e poi mai, neanche se vi trovaste a dormire sotto i ponti? Risposte libere e sincere, senza influenzamenti del periodo di crisi ecc.
Mi piacerebbe dedicarmi all'arte, di conseguenza fare un lavoro che la includesse. Purtroppo però deve esserci sempre un punto di partenza per raggiungere i propri obbiettivi, è tutta una scalata, e non sempre la partenza è una passeggiata. Penso che non riuscirei a fare un lavoro che mi renderebbe triste, che mi lascerebbe insoddisfatta, che mi farebbe tornare a casa con la stanchezza di vivere.