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@camryn_evans 3

Né tu né il padre, né la madre, nessuno ha potere di far virare il destino di James, sarà lui a dover lottare per decidere se liberarsi di questo male definitivamente o se accoglierlo. Oh beh se non si fosse capito, quell’amore era ovviamente rivolto a te, ed ecco spiegato il bene che James prova nei tuoi confronti, fa parte del padre e…”
Mi ritrovai finalmente di nuovo nel pieno controllo del mio corpo e dei pensieri, ma avevo rimosso quanto appena accaduto. Afferrai la sabbia a piene mani, poi mi appoggiai sul terreno per cercare di risalire in piedi; al momento ero appoggiato a terra, sulle ginocchia. “Anche io ti voglio bene Cupido, ma ti ho chiesto di farmi una promessa. Sarai tu a colpirmi con una freccia se ce ne sarà bisogno”

@camryn_evans 2

Non ero più io al comando. Le parole uscivano dalle labbra con sicurezza, come se non potesse esserci altro che una verità assoluta dietro ognuna di esse.
“ Cupido, se il tuo è il potere di una Dea inesperta, non posso immaginare cosa comporterebbe utilizzarlo nel pieno della sua forza. C’è chi ha visto quella storia nel suo insieme, e se dall’esterno pareva lo slancio di un padre amorevole, disposto a rinunciare a tutto pur di far nascere il figlio, Cassandra aveva intuito che poteva trattarsi di un tentativo di Ade di sfuggire al proprio destino, qualcosa legato al proprio orgoglio, alla volontà di prendersi una rivincita sulla vita e sulla morte. Non sarebbe bastato questo per creare una vita dagli inferi, no di certo. E’ indubbio che ciascuno dei fratelli abbia rinunciato ad una parte del potere per dominare il proprio regno, così come ogni divinità rinuncia ad una parte di sé per poter svolgere al meglio il ruolo che la natura ha deciso di assegnargli. Questo vi rende incompleti, in modo da non poter prevalere. Zeus è in grado di controllare chiunque, tranne sé stesso, Poseidone ha bisogno di rimanere immerso per giorni prima di poter tornare sulla terra ferma. Così Ade non può amare, né avere figli, né conoscere infedeltà. Ma le leggi, persino quelle della natura, sono fatte per essere violate, e la natura stessa è fatta per porre rimedio a queste violazioni. Ade ha rinunciato a tutto non per James, ma perché il suo inconscio credeva di poter eludere i patti: rinunciando a sé stesso avrebbe potuto finalmente esprimere ciò che per natura reprimeva, l’amore, un’amore sbagliato, infedele e peccaminoso. Ci sarebbero voluti anni in realtà per raggiungere l’obiettivo, visto che i suoi piani non andarono a buon fine. Ciò che siamo e ciò che proviamo vanno di pari passo, quindi nel dissolvere la propria divinità, anche il suo amore latente fu temporaneamente perso.
Sarebbe meglio dire, l’amore che venne incanalato nell’incantesimo. Non voglio tediarti, sono sicuro che puoi capire come il contatto tra il sentimento ed una forza canalizzatrice come la tua abbiano permesso di stabilizzare un’entità puramente malvagia come quel bambino. Il tuo successivo dono mi ha permesso di vivere in James e di sigillare la sua parte oscura, che altrimenti avrebbe finito per divorarlo. Lui è un vampiro per gran parte, e come tale la vita non può scorrere completamente nel suo corpo, senza di te avrebbe rigettato l’amore donato dal padre e chissà cosa sarebbe potuto accadere: non parlo di qualche scenata da adolescente, avrebbe causato un pandemonio. Speravo di trovarmi di fronte la versione completa dell’Eros, ma ahimè ti sei scissa, e di certo nemmeno ricordi di aver dato una forma vera e propria all’amore a cui hai destinato questo ragazzo. Una forma persino senziente, simpatica e decisamente cool. Non ho molto tempo, è un vero toro, si sta agitando parecchio.

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@camryn_evans

Avevo ascoltato con attenzione le parole della Dea, rendendomi conto del fatto che fosse stata abile a sviare da quelle che erano state le mie richieste. Non era sufficiente tirare in ballo Jamie, né darmi spiegazioni sul sentimento che provavo per mia moglie. Ero stato esplicito e non mi sarei accontentato del suo sorriso amaro. Ero sul punto di ripeterle quanto richiesto, e mi allungai verso di lei per prenderle la mano, ma quando toccai le sue dita sentii la testa farsi leggera,, fu come un riflesso inconscio, una scarica che aveva portato alla mente sensazioni antiche, le prime con le quali ero venuto al mondo. Faticavo a rimanere appeso alla realtà, ma riuscivo a non far trasparire nulla. Improvvisamente i miei pensieri cambiarono direzione, proprio verso quei ricordi.
“ Cupido. Forse a te è sufficiente svolazzartene tra i boschi per fingere e dimenticare, ma per me è impensabile farlo, non dopo aver passato la vita a non sapere. Non mi è stato risparmiato un singolo istante di quella che fu la mia esistenza, fin dal principio. Grazie a Cassandra io ho messo le mani su ricordi che nemmeno mi sarebbero dovuti appartenere: so che non sarei mai dovuto nascere, so come sono nato, so che devo a mio padre ogni respiro che il mio cuore morto mi permette di esalare, così come lo devo a mia madre, e a te. Voi quella notte avete deciso di giocare con il destino, sfidando le Moire, mi avete dato una vita che non ho chiesto mettendo in pericolo il mondo. E per quanto tu possa essere ancora giovane ed inesperta, so che eri a conoscenza dei limiti dell’Oltretomba, che già allora potevi vedere la vacuità dei suoi sentimenti per mamma, mio padre era impossibilitato ad amare. Cassandra era rassegnata all’idea che io non potessi far parte di questo mondo, e quando sentì la conferma dalle tue labbra, così come la notizia del fatto di portare un mostro in grembo, non le fu difficile capire quale fosse la soluzione; e non provare a rincuorarmi con il tuo buonismo, ho potuto vivere tutto attraverso la sua mente, so bene di che parlo. Fu Ade a costringermi a venire al mondo rinunciando a sé stesso, al potere, ad ogni frammento di divinità. Solo che… Adesso tutto ha un senso. Forse non dovrei dirtelo, ma voglio farlo, perché che sia tu o sia Anteros a custodire certe memorie, è giusto che sappiate la verità che persino papà ha dimenticato. Sai che il suo gesto d’amore non era per me, né per mamma, giusto?” Cercai una risposta nei suoi occhi ed in quelle labbra silenziose, senza trovarla. Anzi trovai un certo spaesamento, che non riuscì in ogni caso a chiarirmi se potesse conoscere o meno l’aneddoto, così come la risoluzione finale. Ed io davvero la conoscevo? Perché credevo di possedere certezze? E perché avevo scelto di impantanarmi in quel discorso?
Il mio corpo fu travolto nuovamente da quella scossa e mi ritrovai come quel giorno al campetto, a lottare per mantenere il controllo, incapace di liberarmi dalla bolla dalla quale mi sentivo avvolto.

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@camryn_evans 1

Il mio animo si era frammentato in minuscole accozzaglie di sentimenti che lottavano nel tentativo di trovare un possibile vincitore, senza raggiungere però il risultato sperato. Ero basito da ciò che avevo appena sentito, e penso che chiunque sarebbe riuscito a comprendere il mio stato d’animo. Ci volle tutto lo sforzo mentale del mondo per potermi aprire a Cupido, una parte di me avrebbe voluto urlarle contro ciò che sentivo, nel bene e nel male, un’altra parte sarebbe rimasta volentieri in silenzio. Non nego che la ragione delle mie parole sia una contaminazione di ciò che mi passava per la testa sul momento e ciò che avevo sentito per mesi, o forse ancora più a lungo in precedenza, ma il mio inconscio decise che era il momento di sfogarmi davvero con qualcuno che potesse comprendere fino in fondo le mie ragioni. Non che Camryn fosse una figura da meno, figuriamoci, avevo sfogato spesso le mie frustrazioni con lei, ma la Dea che avevo di fronte aveva piena consapevolezza del nostro mondo e dei problemi che lo attanagliano.
“ Ti prego di ascoltarmi in silenzio zia, mi risponderai non appena avrò finito, ma ora parlo io. Nei miei ricordi più vivi, quelli che non ho recuperato, ma che sento di aver vissuto, sono stato uomo dal principio. Un uomo nato in una società fondata da uomini, che è cresciuto tra psicologi, dottori e ragazzi considerati problematici. Il concetto di famiglia e quello di genitori per me neppure esisteva, e ho cercato di sopperire a questa mancanza affidandomi a chiunque provasse ad essere per me un mentore, a chi per un motivo o per l’altro ha deciso di avvicinarsi per tracciare la via. Credevo di poter tracciare la mia di strada, avevo bisogno di credere di essere libero, perché la libertà era l’unica qualità che riusciva a distinguermi dagli altri ragazzi, speravo che fosse quello il dono che qualche entità aveva deciso di farmi nello spedirmi in un mondo tanto incasinato. Era l’unico dono a cui potevo aggrapparmi, e l’ho sempre fatto usando tutta la mia forza, urlando contro chi voleva portarmela via o chi insinuava che si trattava di qualcosa di falso. Non nego di essermi sentito io stesso un Dio nell’esercitarla, nel fare del male alle persone solo per il gusto di farlo, nel violare le regole per vedere fino a dove potevo spingermi. Ho portato parecchie anime tra le braccia di mio padre, se contassimo anche quelle che ci sono finite indirettamente credo che inorridiresti nei miei confronti. E non possiamo sempre cavarcela con la scusa della mia natura, perché come ti ho già detto, io sono un uomo cresciuto tra gli uomini, e se ho scelto allora di abbracciare il male, di combattere, sparare, ed inondare le strade di ogni genere di sostanza, lo devo a me e non a mia madre, benché meno a mio padre.
Ma c’è qualcosa che mi ha impedito di dare ascolto a quella libertà, che mi ha convinto fin da subito a non slacciare completamente la cintura, e tanto più io tendevo al male,

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@camryn_evans 2

Forse erano state proprio quelle accuse a tenerci distanti dopo il mio ritorno, a convincerla che non fosse una buona idea avvicinarsi a me dopo quanto successo. Per me fino a qualche mese fa si trattava di una delle tante dee, la sorella della nuova moglie di mio padre, ma ora l’indifferenza si era trasformata in curiosità, e mai avevo avuto l’occasione di parlarle di tutto questo. Non avevo ben capito quanto di lei vi fosse in Anteros, quanto questa Cupido fosse la vecchia Cupido, se avesse con sé tutte le memorie, ma volevo fare un tentativo.
“Ehi fratello lasciala in pace, non vedi che è commossa? Si è fatta preparare quell’intruglio rosa, che credo sia pure analcolico, e non ha smesso di piangere un secondo. Ehi, ma è la sorella di tua madre? Cioè di Anti? Sono identiche!” Robert non aveva proprio nulla a che fare con Cupido, e forse era meglio che proprio non si conoscessero, era un caso troppo disperato persino per lei, nemmeno tremila frecce l’avrebbero potuto curare. Lei aveva finalmente sollevato la testa, scacciando con le dita le ultime lacrime dal proprio volto, sapevo che non sopportava di farsi vedere in quello stato. “ Non so di che parla, si è inventato tutto, io ero qui solo per darmi una sistemata. A me i drink piacciono moltissimo, potrei stare a berli tutto il giorno. Non è solo Anteros quella divertente della famiglia ok? Solo che li preferisco senza alcol, a volte, perché mi fanno uno strano effetto. E poi tu non dovresti fare la spia, non te l’hanno insegnato? Che ne dici di andare a vedere come sta la tua dolce metà invece di fare il cascamorto” Era così divertente vederla arrampicare sugli specchi, come poteva gestire l’amore del mondo un’entità tanto sensibile? Prima o poi avrei chiesto alle due sorelle di spiegarmi come facevano, forse si dividevano le pene a metà? Con un gesto aveva spinto Robert ad allontanarsi, correndo da Rachel, lasciandoci soli. Ora non importava, dovevo essere diretto, sfruttare la mia occasione.
“Io ti ho sempre trovato grande. Sei stata un idolo dell’infanzia, davvero, e a tal proposito, non so se qualcuno è mai venuto a dirti scusa per quello che è successo… Non so neppure se ti ricordi di me, così bene come un tempo. Faccio così tanta confusione per quello che ti è successo e… Grazie. Non mi sono buttato in quel fiume a causa tua, ma dovevo comunque sapere com’è il mondo qui fuori. Grazie per i racconti, per le storie, per le caramelle, per avermi cercato. E scusa se l’ho fatto e ti ho messo nei guai, scusa se mi sono comportato male con Camryn, scusa. E’ merito tuo se ora siamo qui, giusto?” Non potevo resistere e l’abbracciai stretta a me, o era il piccolo James che lo stava facendo ora? Dove finiva lui, dove iniziava l’adolescente ribelle e dove ero io in mezzo a tutto questo? Sentivo di poter essere compreso da chi questa separazione l’aveva sperimentata sul proprio corpo, e sperai che davvero si ricordasse del nostro rapporto.

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A turno fummo entrambi rapiti dai famigliari e dagli amici, quella del possibile cambio di residenza era una notizia troppo importante, da discutere con ognuno dei presenti. Chissà quanti lo sapevano fin da prima, e chissà se davvero tutti avevano saputo tenersi il segreto, dalla reazione di mia moglie avrei sicuramente detto di sì. Le chiacchiere, il taglio della torta, altre chiacchiere: mi potevo incontrare con la mia sposa solamente per qualche minuto, e poi inevitabilmente finivamo con l’essere allontanati, sembravano esserci più impegni in quella giornata che in quelle precedenti, fatti urgenti da discutere, gente che doveva andare via in anticipo… Ogni sorta di movimento, eppure nulla di tutto ciò riusciva a destabilizzare l’atmosfera. Mi ritrovai al bar, non sapendo forse neppure come ci fossi finito, l’adrenalina mandava avanti il tutto in maniera quasi automatica, c’era spazio anche per le foto. Proprio non mi aspettavo di trovare lì quelle due persone, forse le due che meno mi sarei atteso di trovare tanto vicine. “Zia Cu, non ti facevo una tipa da bar. Pensavo che i drink fossero una passione unicamente della moglie di mio padre. Deve essere un vizio di famiglia.” Non saprei descrivere il mio rapporto con Cupido, ed ovviamente parlo di lei in veste di persona, di parente e non di Dea dell’amore. Con il ritorno della maggior parte dei miei ricordi avevo acquisito dei sentimenti che mi avevano prima abbandonato, a causa del mio bagno nell’Oblio. Ricordavo le caramelle che mi allungava di nascosto durante le visite a mio padre, al tempo era lo zio figo che tutti noi abbiamo, ma trasmutato in donna. Quello che ha vissuto decine di esperienze, che viene dall’estero e ti parla di mondi lontani, cose che tu non hai mai visto e che ritrovi nei tuoi sogni. E così era lei, sapeva sempre tirare fuori una nuova storia sulle ninfe dei fiumi, sui boschi, sul Sole e le stelle, Apollo, Zeus, Poseidone e tutti gli altri. Volevo bene ai miei genitori, fin da allora, tanto, ma essere rinchiuso era un peso enorme, sapere di essere destinato a vedere quella luce solamente una volta più grande, per poco tempo, era insopportabile. Mamma voleva bene a Cupido, erano buone amiche, avevano salvato persino papà assieme in un’occasione, ma già allora sentivo che c’era qualcosa di strano in quei rapporti, qualcosa che aveva richiesto secoli per uscire, persino la divisione di quella che una volta era un’unica entità. Cassandra aveva provato ad allontanarmi da lei, in più occasioni quelle caramelle erano state sequestrate, mi era stato detto di fare attenzione al mondo esterno, perché Zeus era cattivo e voleva farmi del male. Chissà che cosa doveva aver passato la povera Dea dopo che io avevo deciso di saltare in quel fiume, era stata proprio Cassandra a raccontarmi l’odio che aveva saputo riservare verso di lei, accusata di avermi messo strane idee in testa.

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Volevo farti un regalo che potesse valere più di ogni altro per il nostro matrimonio." Scesi dalla sedia e recuperai dalle tasche un pacchettino.
"Quando torneremo dal viaggio di nozze, avremo a disposizione due biglietti aerei, due chiavi di casa, e potremo decidere quale sarà il punto di partenza della nostra nuova vita. Ho organizzato tutto per darti una piena libertà, puoi chiedere conferma alla tua ex insegnante di ballo. Quando le ho chiesto se fosse disposta ad assumerti nel caso di un ritorno l'ho sentita urlare dalla gioia. Voglio vederti felice, e non posso più aspettare." I presenti applaudirono, il gruppo dei ragazzi gridava "Los Angeles", incitato ovviamente da Robert, mentre il povero Jamie non aveva realizzato che cosa stesse succedendo.
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Mi sentivo felice, la discussione con Hayden era stata accantonata, ed ora potevo concentrarmi su ciò che davvero importava. I miei parenti fino ad ora erano stati perfetti, avevano persino fatto lo sforzo di mangiare, e contando che una buona fetta di loro si nutriva esclusivamente di sangue, ad eccezione di un paio di volte l’anno, ero davvero grato per il loro comportamento. Sapevo che in qualche modo ci fosse una certa attesa per vedere come li avrei ripagati per il comportamento che avevano saputo tenere nel corso della celebrazione, ed avevo intuito quale fosse la loro speranza. Ne avevamo parlato più volte, ed io avevo escluso la possibilità sin dal principio; non avrei portato Cam e Jamie da loro, e non ero disposto a ripetere il tutto seguendo i loro riti, così come avevo già detto di no a mio padre per il ripetere la celebrazione nell’Oltretomba. Il nostro posto era lì, dove ero cresciuto, l’unico luogo che mi sentivo appartenere veramente, non importa che si trattasse di Los Angeles, di Miami, degli Stati Uniti, ma io mi sentivo prima di tutto umano, e non avrei permesso tanto facilmente che la famiglia venisse coinvolta in situazioni fuori da quel limite. Jamie sarebbe cresciuto come un ragazzo normale della sua età, prima o poi gli avrei svelato i segreti sulle nostre origini, ma sarebbe andato a scuola, avrebbe imparato un mestiere e si sarebbe concentrato unicamente sulle questioni umane. Cam avrebbe visto il figlio crescere senza il bisogno di preoccuparsi per guerre tra clan o scontri divini, ed in tutto questo io sarei rimasto accanto a loro, al costo di vedere il pianeta sgretolarsi dietro la mia testardaggine. Ora ero pronto.
“Scusatemi, ma è arrivato il momento.” Me ne tornai al mio posto, salii sopra la sedia ed attirai l’attenzione di tutti sbattendo una forchetta sul bicchiere che tenevo tra le mani. “Per favore datemi solamente un attimo. Voglio ringraziarvi di essere qua, so che in molti avete fatto diversi sacrifici per poter assistere alla cerimonia, qualcuno è venuto dall’altra parte del mondo fino a qui, solamente per noi. Vi ringrazio anche per la generosità, per tutto, davvero. Quando ho fatto la proposta di matrimonio a Camryn ho avvertito un senso di insicurezza, sentivo che c’era qualcosa fuori posto, e nel formulare la lista degli invitati ho trovato la conferma a quei dubbi. No non avevo dubbi sul matrimonio, su quello non ne ho mai avuti, ma mi sono fermato a riflettere più che altro sul futuro. Quando ci siamo trasferiti a Miami avevamo delle necessità, dovevamo arrivare in fondo, imparare a viverci, senza l’intervento degli altri. Amore mio, è vero che tu hai accettato con la consapevolezza di cosa significasse venire a vivere qui, come è altrettanto vero che Jamie conosce unicamente questa casa, ma non puoi nascondere la malinconia e non ti ho mai vista tanto felice come lo sei stata in queste giornate passate in compagnia degli amici più cari, della famiglia, degli affetti.

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@camryn_evans 2

Ce n’era già abbastanza con un solo James, figurarsi con due, inoltre Camryn non era mai stata troppo convinta di partecipare in un thr.eeso.me. “Perché non chiedi a me pidocchietto? Ho fatto una cosa che tu non dovrai mai fare, mi capisci? Sai quelle sigarette che ti ho detto tante volte che fanno male? Ho soffiato forte, e adesso c’è tutta questa puzza. E prima che tu mi chieda come al solito perché, beh volevo provare a vedere se faceva male, e proprio per questo posso dirti che non dovrai mai avvicinarti, fanno proprio schifo. Bleah! Perché non vai a vedere se lo zio Liam ha avanzato qualche patatina per te?” Jamie era piuttosto indeciso se accettare o meno la mia spiegazione, ma dopo la proposta non esitò ad allontanarsi dal tavolo per dirigersi verso la possibilità di un’altra patatina. Non avrei dovuto incoraggiarlo con il cibo spazzatura, ma era pur sempre un bambino no? Ora avevo occhi solo per la mia sposa, ed ero pronto a sentire anche la sua opinione a riguardo. Abbassai la voce, ed avevo allontanato il piccolo per un motivo. “Ehi, scommetto che sentire di nuovo quell’odore ti ha fatto un certo effetto, oppure mi sbaglio, Camryn Evans.” Le sussurrai sporgendomi leggermente. Non potevo resistere a comportarmi da str.onzo.

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@camryn_evans

Mio padre aveva finito con il fare lo scemo come al suo solito, invocando a ripetizione il bacio, come se ce ne fosse poi bisogno. Non appena aveva capito che Camryn fosse poco avvezza all’attenzione del pubblico durante i nostri scambi amorosi, non aveva saputo resistere, aggiungendo a più riprese la richiesta che questo fosse fatto con la lingua. C’è da dire che questo momentaneamente aveva spento il bollore della situazione, io avevo cercato di dimenticare quanto successo e lo stesso aveva fatto Cam, ripeto, per il momento, rimandando eventuali discussioni riguardanti la mia migliore amica. “Bleah puzza.” Si lamentò Jamie dopo essersi avvicinato ed aver sentito l’odore del fumo addosso ai miei vestiti e dalle mie labbra. Era venuto per una coccola e con la stessa velocità era corso indietro dalla madre alla ricerca dello stesso, sapendo di poter trovare un buon odore. “Non mi è piaciuto proprio mami, che cos’è quello?” Mi indicò, e sapevo che questa sarebbe stata l’occasione giusta per farla sfogare nei miei confronti. Riportai alla mente tutti i momenti passati in cui aveva provato a farmi smettere in ogni modo, implorandomi persino per la mia salute. Ricordai anche il momento in cui il medico mi aveva annunciato di dover smettere per sempre, l’unico scherzo di Robert che avesse sortito un effetto benefico nel corso della sua vita. L’odore di fumo mi aveva accompagnato praticamente da sempre, da quando ne avessi un ricordo, e se n’era andato in fretta non appena mi ero costretto a smettere. Rispetto ad un normale essere umano non ho mai sofferto di astinenza, né di dipendenza, il che rende ancora più evidente il mio capriccio a riguardo. Persino nel periodo di transizione in cui ogni sostanza aveva smesso di avere qualsiasi tipo di effetto, non avevo smesso di fumare. Serviva a darmi un tono, come avrebbe potuto farlo una camicia di marca, o persino l’abito che indossavo in questo momento. Era un mio segno distintivo, e se avessi confessato a Castro ed agli altri di aver smesso di certo mi avrebbero guardato in modo ancora più strano rispetto a quando avevo annunciato di essere diventato padre e loro avevano visto Jamie. Sarebbe ingenuo credere che la stessa sorte fosse toccata alla mia parte più oscura, o che fosse facile staccarsene, no lei era ancora dentro di me, di tanto in tanto faceva la sua uscita, richiedeva il controllo. A ben pensarci non riuscivo a ricordare perfettamente il momento in cui avevo accettato di prendere quella sigaretta tra le dita e fumarla, era successo e basta, come era capitato nei giorni scorsi che altri fatti accadessero e basta. Prendiamo per esempio la spallata a Liam durante la partita di pallacanestro, o altri eventi simili. No! Cacciai il pensiero dalla testa, io ero unico e non potevo imputare i miei errori ad altri, o le mie scelte, ero stato io ad accettare di fumare e a colpire Liam per la rabbia, punto e basta.

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@camryn_evans 3

“Hayden se n’è andata. A quanto pare Natalie non è l’unica ad aver avuto una cotta per me e diciamo che non le è ancora passata del tutto. Non guardarmi con quella faccia, io proprio non ne avevo idea… Ma lascia perdere, di sicuro si darà una calmata, magari tornerà perfino prima del dessert. Tu non ti preoccupare d’accordo?” Non volevo far agitare Camryn, e parlarle con serenità era l’unico modo per sdrammatizzare l’accaduto.
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Sei diventato quel ragazzo che aspiravi ad essere, non quello che si vantava con gli altri di essere il più figo, il bullo. No James. So che ricordi le nostre conversazioni, la tua fissazione per voler essere riconosciuto come buono, per trovare in te la purezza. E so che ricordi anche le ultime parole che ci siamo rivolti quando mi hanno portata via, quando ti ho confessato che tu in realtà non eri grigio, ma bianco, di una luce purissima. Sappiamo entrambi che non ero sincera, ma oggi… Ti guardavo, accanto a tua moglie, a tuo figlio, agli altri invitati. Non so se hai terminato il tuo percorso, ma al momento brilli davvero tanto, ed io non posso che augurarti il meglio in questa vita. Hai trovato ciò che cercavi, e sei sulla via giusta. Quando hai rifiutato quella sigaretta l’ultima volta, ho compreso che persino James Hallow può acquisire una morale, allora direi che c’è speranza per tutti nel mondo no?” Odiavo quella conversazione, avrei preferito mille volte il silenzio piuttosto che stare a sentire quelle parole, perché sapevo che significavano un addio. La comprendevo, anche io avevo provato a distanziarmi da Cam quando credevo di non poter più vincere il suo amore, dopo aver preso consapevolezza di tutto il male che le avevo fatto. Ma lei non lo stava facendo per amore, quello era egoismo. Sparire nuovamente serviva solamente a mettere una toppa, e se solo avesse provato a comprendere che la sua fosse una stupida infatuazione… La abbracciai, perché non sapevo che altro fare, avrei voluto gridarle in faccia ma non sarebbe servito a nulla, avrei chiesto volentieri a Cupido una delle sue freccie, perché preferivo che mi odiasse piuttosto che mi amasse. La solita egocentrica, aveva aspettato tutto questo tempo per dirmelo, ed aveva voluto rubare la scena anche nel giorno del mio matrimonio. “Non dovresti andartene Hayden, non così. Non mi prendere per il cu.lo, ritira tutto quello che hai detto e vieni a mangiare, tu non puoi farmi questo. Davvero non puoi”
Ed invece l’aveva fatto, ed io avevo fumato l’ultima sigaretta con lei, questa volta avevo accettato. Se doveva essere un addio andava sigillato in qualche modo, e se lei non era in grado di prendersi le proprie responsabilità, avrei pensato io a compiere il gesto simbolico che avrebbe separato le nostre strade. Non sarebbe stato per sempre, questo ancora non lo sapevo. Fumammo come ai vecchi tempi, due sigarette, passandocele per evitare di finirle subito. Sapevo di essere in colpevole ritardo per l’inizio del servizio, quindi dopo averla salutata, infilai il mozzicone ormai spento nel taschino dei pantaloni e mi avviai verso la zona del pranzo. Riuscii a risparmiarmi una bella ramanzina da parte dei presenti, rifugiandomi nel tavolo assieme a Cam, cercai di spiegarle alla bene e meglio ciò che era accaduto poco prima, con la promessa di approfondire eventualmente in un secondo momento. Sfoggiai il mio miglior sorriso, perché ero deciso a godermi il mio matrimonio.

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@camryn_evans

“Si può avere una foto con lo sposo? Hai un minuto?” Non avevo dimenticato Hayden, ma nell’euforia del momento e a causa del ritorno delle mie vecchie conoscenze non avevo avuto un secondo per salutarla. Camryn annuì e mi lasciò andare, dirigendosi nel frattempo verso il tavolo, dove promisi di raggiungerla al più presto. “Pensavi di far finta che non esistessi per tutta la giornata? Sei proprio un gran maleducato, esattamente come ricordavo. Così questo è il grande giorno. Ti devo confessare una cosa James, e tieniti forte, ma per un periodo ho avuto la convinzione che ci saremmo ritrovati qui, questo giorno, ma in vesti diverse. Sentivo il bisogno di dirtelo, in modo che tu capisca perché difficilmente ci vedremo ancora dopo oggi. Possiamo andare in un posto un po’ meno esposto?” Sarei stato a sentirla, ma solo per via della grande amicizia che ci aveva legato in passato, oltre che per un profondo senso di colpa che provavo per non essere riuscito a rintracciarla prima che lo potesse fare lei con me. Quella era la settimana delle rivelazioni, ed io avrei preferito non sentire nulla di tutto ciò. Prima Natalie, ora lei, ed in questo caso sembrava che si trattasse di qualcosa di serio. Avrei preferito che mi avesse detto qualsiasi altra cosa, ma confessarsi adesso… Era sempre stata passiva nei miei confronti, si era aperta solamente per gioco, tutto con lei lo era sempre stato, si riduceva tutto ad inseguire l’eccesso, ed il sentimento più grande che io avessi mai rivolto a lei era stato il sincero affetto. Oh beh, al tempo credevo di poter provare qualcosa di più forte, ma non avevo ancora sperimentato l’amore, ed incontrare Cam era bastato per poter capire di essere stato precipitoso. D’altronde avevo conosciuto Hayden in un momento nel quale faticavo persino a ricordare il mio nome, come avrei potuto comprendere i sentimenti? Ma allora lei… La seguii, in silenzio, provando a rielaborare ciò che mi aveva appena detto, e tentando di darmi una giustificazione, ma era tutto inutile. Infine arrivammo in un lato più nascosto del giardino, lei recuperò una sigaretta, se l’accese, e prese a fumare. “Lo so che è stupido dirtelo ora, so che ami quella ragazza, ma davvero se me lo fossi tenuta dentro ci sarei morta. Ero venuta qua anche per questo, mi è capitato spesso di ripensare alle nostre uscite notturne, a tutte quelle volte in cui mi sono soffermata a guardare il ragazzo che avevo a fianco, pensando a qualcosa in più, che prontamente cercavo di cancellare dalla testa. Volevo capire se fosse la stupida fissazione di una ragazzina, o se potesse esserci di più. Nel caso ero certa di poterti convincere di provare lo stesso James, di poterti far notare di aver commesso un errore… Ma più passavo del tempo con te, più capivo che i tuoi sentimenti fossero sinceri nei confronti di lei, e allo stesso tempo ho compreso che è il caso di dimenticare, perché la tua vicinanza non mi aiuta, anzi.

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@camryn_evans 2

Era la copia sputata di Castro, avevano persino tenuto i suoi capelli corti, con lo stesso taglio del padre, poco dopo avrei scoperto che aveva proprio la stessa età di Jamie, un caso davvero unico. Quest’ultimo trovò il coraggio di fare un passo in avanti per una volta, era stata ovviamente la presenza dell’altro bimbo a spingerlo e lo spettacolo rasserenò persino la madre, che di colpo ci mostrò il proprio lato dolce aprendosi in un sorriso pieno. “Junior” “Jamie” i due si strinsero la mano e si scrutarono cercando di capire non si sa bene che cosa, poi il mio figlioletto, capendo forse i discorsi di poco prima, offrì dalle proprie mani un gamberetto. “Sono buoni questi.” Mormorò cercando di convincerlo, arrivò persino a mangiarne uno e a ruotare il dito attorno alla guancia, proprio come facevamo io e Cam quando tentavamo di corromperlo per mangiare la verdura. Alla fine riuscì nel suo intento e tutti sollevarono in coro un ‘Oh’ di ammirazione. Cercai e trovai la mano di Camryn, era davvero un bel momento, ero certo che internamente lei stesse seppellendo le grida per la tenerezza che ci si era palesata davanti.
“Scusatemi per il nervoso, tendo a parlare in spagnolo quando mi inc.a.zzo, ma quello è un viziatone e fosse per il suo papino dovremmo uscire a comprare del pane con la maionese per sfamarlo in eterno. Meno male che il vostro bambino è una specie di prodigio. Piacere comunque, mi chiamo Aurora Agramonte. So che conoscete il mio fidanzato, noi ci siamo incontrati durante un suo viaggio in Messico e se volete credermi stiamo insieme da quattro anni. Junior è arrivato assieme all’amore, ed ora eccoci qua. Mi ha sempre parlato di questo James, ma di te, cara sposa, non mi ha detto nulla. Se mi avesse detto quanto sei bella, col ca.zzo che avrei accettato di farlo venire, sei davvero un incanto.” Era come ovvio ironica, ma la frecciatina era chiaramente legata alla passione per le donne di Castro, forse non erano bastate le maniere forti né l’avvento del figlio per renderlo un uomo migliore da quel punto di vista. In lontananza vedevo avvicinarsi Natalie e Thomas, accompagnati dai rispettivi fidanzati, non ero certo che questa rimpatriata potesse rivelarsi molto tranquilla, alla luce di tutti i trascorsi, ma pregai che quelli si potessero lasciare indietro i vecchi dissapori. Sam come al solito rimaneva in silenzio, ma osservava i due bambini con attenzione, gli si era persino avvicinato e non avevo idea da dove diavolo fosse riuscito a tirare fuori quella palla con la quale stavano giocando.

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Castro, Victoria e Sam. Ancora faticavo a crederci, i ricordi si accavallavano uno sull’altro, quei loro faccioni non erano cambiati poi troppo col tempo, ma c’erano diversi dettagli di cui non ero a conoscenza, a partire da quello che avrei scoperto da lì a poco. Jamie avanzava verso di noi tenendo la mano della madre, sembrava assorbito dall’atmosfera e saltellava felice senza dare alcun segno di noia o stanchezza. “Ma sei tu ca.zzo, è identico James. Quando farete una bambina vedete di impegnarvi e di farla bella come la madre. E che lui cresca come lei.” Victoria non aveva mezzi termini, non c’è stato mai alcun timore nei suoi confronti che potesse sparlare alle spalle, ma sapevo riconoscere l’ironia dai commenti più sinceri. “Oi questa es pura locura, vamos Jamitooo. Io sono lo zio Castro, e tu sei proprio un gran figo, qua la mano papito.” Jamie con la solita educazione allungò la mano come richiesto, rimanendo però accanto la madre, ed anzi mettendosi tra le cosce di Camryn, attento a cercare di capire che cosa quello strano uomo gli avesse detto. Dopo la stretta sfuggì alle spalle e si strinse con più forza a lei, era una scena che avevo visto tante volte e solitamente durava davvero poco, era timido all’inizio, ma bastava poco a farlo uscire allo scoperto.
“Oi papi, quanto aspetti per presentare la tua famiglia? Sguardo in alto e niente sbirciatina o finisci a sfamare i maiali. Patti chiari amicizia lunga.” Lo schiaffo sul collo rimbombò davvero bene, e di certo non era il primo avvertimento nei confronti del poveretto; ero riuscito a farmi un’immagine piuttosto chiara di come potesse essere l’eventuale fidanzata del mio ex migliore amico, i tratti erano scuri ed evidentemente latini, così come il temperamento. “Junior non vuole mangiare, è viziato come il suo papito. Attento Miguel Ángel Cadaval Rafael Roman Fidel Castro Junior, se tu non vuoi finire fuori dalla finestra come il papà dovrai imparare a comportarti bene, porque si no te va comer, non ti mangi il panino stasera. Assaggia qui avanti, dai Castro mi amor aiutami.” Nessuno mi aveva parlato di un figlio, e credo che lo stesso valesse per Camryn vista la sua reazione confusa, pure allo stesso tempo curiosa. Non volevo farmi cattivi pensieri, visto che ero il primo ad irritarsi quando ricevevo lo sguardo pietoso da parte di chi vedeva dei genitori tanto giovani, però ricordavo bene le parole che ci eravamo detti al tempo, quando sia Sam che Castro mi avevano guardato come un mostro quando avevo detto che mi sarebbe piaciuto diventare padre prima o poi, loro si erano dati la mano giurando di rimanere single e senza alcun marmocchio tra i piedi per l’intera vita.
“Dai vieni qui Junior, vedi questo è il signore che ti dicevo, lo zio James. E quello lì è Jamie, mentre la sua mamma si chiama Camryn. Guarda che se non mangi le pappe loro si arrabbiano, anche più della mamma, capisci?” Strinsi la mano a Junior; meno male che ero io quello identico al figlio.

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in America e ancora parla come uno di quelli che frequenta i peggiori bar di Caracas, oh beh dovevi vedere la faccia di quella ragazza James: io non potevo certo perdermi il tuo matrimonio e sono tornata a Los Angeles qualche giorno fa, per poi spostarmi con gli altri verso Miami. Ne ho approfittato per organizzare uno spettacolino al locale di Castro, solo che questo idiota non l’aveva avvisata che si trattasse di burlesque. Se n’è accorta quando l’ha trovato a squadrarmi il cu.lo con l’acquolina che gli scendeva dalle labbra… e puoi credermi quando ti dico che il rumore di tutti gli amplificatori non copriva neppure una parola di quelle che lei ha urlato. Secondo me tempo ancora un mesetto e la prossima volta ci ritroviamo tutti assieme al funerale. Ma racconta un po’ bello, quando hai pensato a questa idea di mettere incinta Camryn per costringerla a sposarti? Perdonami, ma quel cantante era un gran pezzo di figo, e tu al tempo eri un avanzo di galera. Hai trovato la lampada magica?” Sì, con loro non ci eravamo salutati nel momento di apice della mia vita. Dopo il rapimento, e dopo il mio finto incidente non avevano ricevuto notizie, se non la lettera con la quale spiegavo il mio coinvolgimento con i servizi segreti e la volontà di tenerli fuori da tutto.
“In realtà è una storia lunga, diciamo che Jamie è arrivato dopo che siamo tornati assieme ed ho messo la testa più o meno al suo posto. Non tocco armi da quando ci siamo visti l’ultima volta e per il resto i miei soldi sono abbastanza puliti. Ma voglio sentire anche le vostre storie.” Come al solito Victoria monopolizzava l’attenzione, e non lasciò agli altri neppure l’onore di parlare per sè stessi. “Mah niente di così eccezionale, io sono finita a fare spettacoli di burlesque a Parigi… Sai era soltanto il mio sogno della vita, insomma nulla di stratosferico, mentre come detto il pagliaccio portoricano si è comprato un locale, e il muto accompagna quelli che prima ha chiamato ricconi, fa l’autista privato. Mentre noi siamo qui, il resto della banda ti sta svaligiando casa, e io credo che mi finanzierò il volo portandomi a casa un paio di portafogli.”
La voce di Camryn sorprese tutti quanti, non contavo di rivederla tanto presto. “Ecco dove eri andato a nasconderti! Ciao ragazzi” Victoria le corse incontro come se fosse la sorella che non vedeva da anni, di ritorno da una qualche guerra, non ricordavo che ci fosse questo grande legame tra le due

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Avrei voluto girare per un altro paio d’ore con mia moglie sulla mia vecchia auto, lasciare tutti in attesa e godermi un po’ di aria fresca sul collo, ma proprio non si poteva. Era dura salutare uno ad uno gli ospiti, per quanto possibile io e Camryn provammo a riservare un piccolo spazio a ciascuno per scambiare anche solamente una parola d’augurio. Mi guardavo attorno alla ricerca di Castro, volevo stringere quella sua testa da imb.ecille fino a farlo svenire, come si era permesso di non anticiparmi nulla sul suo arrivo? Mi scusai con Cam per allontanarmi un minuto, sapevo che non si sarebbe avvicinato in mezzo a tutta quella ressa, non per il momento quantomeno. “Psst.” Sentii chiamare da dietro uno dei cespuglio; perché si doveva comportare così? Che fosse rimasto il solito id.iota? Girai l’angolo col cuore in gola, quasi stessi per sposarmi una seconda volta, e venni travolto da un abbraccio di gruppo. Proprio non mi aspettavo di trovarmi tra le braccia di quei tre, era stato uno strano scherzo del destino che uno degli ultimi pensieri prima di salire sull’altare fosse stato rivolto a loro. Sam, Victoria e Castro, un gruppo piuttosto strano che si era riunito tutto assieme in occasioni più uniche che rare. Non volevo commuovermi, non era il caso, considerando anche chi mi trovavo davanti. In un primo momento non ci fu neppure bisogno di spiaccicare una parola, bastava lo sguardo per dirsi ciò che tenevamo nascosto nell’animo. Il primo a parlare fu probabilmente quello che meno mi aspettavo di sentire, Samwell, l’ascoltatore, soprannominato da molti ‘Il muto’, mentre oggi aveva deciso di rompere il ghiaccio. “Sei diventato uno di quei ba.stardi con la puzza sotto il naso. O magari ti è solo andata bene, hai fatto una rapina per organizzare tutto questo? Scommetto che se vado al c.esso ci trovo la vostra m.erda da ricconi dorata. Vecchio bast.ardo, potevi fare un pensierino ai tuoi amici, che so magari un diecimila a testa per averti parato il culo tutte quelle volte. Uhm aspetta… In effetti l’avevi fatto, ma con i tuoi soldi mi ci pulisco il cu.lo “ Sapevo che stesse scherzando, sapevo leggere il suo viso come le mie tasche, e non era poi un grande attore. Forse era lui quello sul punto di piangere, ed anche questo non l’avrebbe mai ammesso. Lo strinsi forte a me, stava proprio bene in quelle vesti tanto eleganti, era la prima volta che lo vedevo così. Effettivamente come detto aveva ricevuto un compenso, una sorta di risarcimento per il casino in cui li avevo fatti cacciare. “Samuelito, callate. Se ti sente la mia chica mi toglie i pochi capelli che ho in testa e mi spedisce fuori di casa. Quella è loca, se scopre che cosa ho fatto… Preferisco il carcere.” Non avevo mai sentito Castro tanto spaventato, figurarsi per una ragazza, era un gradasso di prima categoria, questo significava che finalmente aveva trovato pane per i suoi denti. Victoria lo colpì con uno schiaffo sul collo, e scoppiò a ridere a suo modo. “Ormai quarant’anni in America

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che volevano, le feci fare un casquet e quindi le lasciai un bacio da mozzare il fiato, di quelli che solitamente ci riserviamo tra le coperte in circostanze ben diverse. Ci fu un lungo applauso ed una breve pausa dal lancio del riso, che ci permise di sgattaiolare lungo le scale - sempre tenendo conto del vestito di Cam - e di raggiungere la macchina. Anche in questo caso si trattava di una sorpresa, ovviamente credevo che avremmo trovato come preventivato la Bentley che avevamo avuto modo di vedere assieme dal concessionario, ma alla vista di quella vecchia Rolls Royce mi venne da commuovermi. La riconobbi subito, senza bisogno di introduzioni, d'altronde era stata la compagna d'avventure per l'inizio della mia vita. Aveva subito un bel restyling, la vernice sembrava applicata da un paio di giorni, risplendeva alla luce del sole ed era scintillante. Sapevo a chi dover dare il merito di tutto questo; avevo lasciato l'auto a Castro prima che decidessimo di separare le nostre strade, era l'unico che avrebbe potuto custodirla senza farmi finire nei casini per il furto. Ci eravamo separati perché essere seguito costantemente dai servizi segreti significava metterlo in pericolo, eppure lui non mi aveva dimenticato. Lui sapeva tutto, era il mio migliore amico, sarebbe dovuto essere accanto a me su quell'altare… Prima di commuovermi definitivamente tornai con la testa al presente e mi riscoprii ancora estasiato. Saltai dentro l'abitacolo, le chiavi erano già inserite. Cam si affrettò a seguirmi, non avevamo ancora detto una parola. "So che sei stata tu ad organizzare tutto questo. Ti amo da impazzire, grazie davvero." La strinsi in un abbraccio e le lasciai addosso un altro bacio, ero felice, troppo felice. "Che gioiello ca.zzo amore, la facciamo rombare un pochino questa bambina?" Girai la chiave, convinto di risentire quel rombo che mi aveva accompagnato nelle attività più malfamate della mia vita, ma quello che udii era ancora meglio. Castro doveva aver montato un nuovo motore, forse aveva bucato la marmitta e chissà cos'altro, fatto sta che faceva un casino che si sarebbe sentito fino alle colline di Hollywood. "Senti come ruggisce amore, ti conviene tenerti bella forte" lei si voltò verso di me con aria abbastanza preoccupata, di certo non era stata avvisata di tutto. Partii a tutto gas, ed era una vera e propria scheggia.

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Mi pareva di aver scalato l'Everest, di aver completato l'ascesa e di poter finalmente piazzare la bandierina in cima. In me non c'era alcun tipo di fatica, ma solo una gioia piena che mi travolgeva lungo tutto il corpo, a partire dal cuore. Quel bacio era stato sospirato a lungo, un bacio che sanciva l'inizio di un nuovo percorso che sarebbe stato affrontato assieme, con l'aiuto di tutta la famiglia. Jamie era felice quanto noi, saltellava in giro ed era parecchio esagitato, doveva essere stato contagiato dall'atmosfera di festa che aveva circondato la cerimonia. Tirai un bel sospiro di sollievo dopo aver firmato ufficialmente i documenti per il matrimonio, per ora era andato tutto alla grande.
L'unico dispiacere era stato non avere lì in mezzo Erebo e Kimera, ma capivo le motivazioni di Ade ed Anteros, sarebbe stato complicato gestirli. Credo che nemmeno Cupido si fosse fatta accompagnare dalla piccola Hope, e chissà, magari avevano lasciato i figli a giocare assieme sotto la sorveglianza di qualche anima, o magari ne avevano approfittato per far visitate il bosco di Cupido ai miei fratelli. Di certo Erebo non avrebbe avuto problemi ad ambientarsi, bastava nominare la cugina e lui si scioglieva in un brodo di giuggiole, sembrava l'unica in grado di distrarlo dalla magia e dalla passione per la distruzione.
Tornando a noi, Cam aveva un'espressione che era tutto un programma, sembrava sapere qualcosa che io non sapevo, non smetteva di sorridere e di guardarsi attorno. Evitai di interrogarla, tanto prima o poi avrei capito il motivo di tanta agitazione; le presi la mano e ci avviammo all'uscita, mentre Jamie rimase per il momento in compagnia della madre di Cam, che sapeva cosa ci avrebbe aspettato all'uscita. I due sarebbero passati per la via secondaria, in modo da godersi comunque lo spettacolo, mentre noi ci avviammo con la consapevolezza di correre incontro a diversi soggetti piuttosto esaltati, che non si sarebbero certo limitati a lanciare il riso, ma che l'avrebbero gettato con tutta la loro forza.
" Ti amo piccola" le sussurrai prima di spalancare la porta principale. Fummo accolti da un boato di gioia, diverse grida che ripetevano alternativamente "Viva gli sposi" oppure " bacio bacio bacio" e altri cori un po' più espliciti. Come previsto nessuno di loro fu buono con noi, Robert e gli altri ospiti che si erano trattenuti a casa non potevano non essere in prima linea, e nel nugolo bianco che arrivava verso di noi faticavo a distinguere le altre facce. Provai a fare scudo a Cam con il braccio, ma non era molto efficace, lei prese perfino a gridare per fare un po' di scena. "Allora sto besito? Gringooo montalaaa" Avrei potuto riconoscere quella voce tra mille e certo non mi aspettavo di poterla sentire in questo giorno, dopo aver pensato a lui proprio poco prima. Anche Cam lo aveva sentito ed ora rideva come una scema, era ovvio che fosse stata lei ad organizzare tutto, maledetta non mi aveva neppure avvisato. Diedi a tutti ciò

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Il Signore onnipotente e misericordioso confermi il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e vi ricolmi della sua benedizione. L'uomo non osi separare ciò che Dio unisce"
Era ormai giunto il momento degli anelli, ed io stavo ancora cercando di riprendermi dall'ansia di poco prima. Chissà cosa pensavano di me i presenti. Chissà se fossi stato all'altezza dell'amore, mi piaceva credere di aver sbalordito anche la Dea, ma la cosa più importante era che Camryn avesse potuto credere a ciò che le avevo promesso. E a proposito di anelli, che lotta! Era stato complicato scegliere: Ade aveva spinto affinché fosse Efesto a provvedere in gran segreto alla creazione di essi, avrebbe provveduto a realizzare un capolavoro infuso dalle sue mani esperte. I genitori di Camryn avrebbero trovato grande gioia se lei avesse potuto utilizzare gli anelli della nonna, scomparsa prima che noi due ci conoscessimo. "Scommetto che verrà a vedervi da lassù, e le farebbe un immenso piacere" aveva detto la signora Evans nel tentativo di convincere principalmente me. Infine mia madre, che non era propriamente d'accordo con lo svolgere il matrimonio in una chiesa, aveva provato a convincermi a riutilizzare il suo anello e quello di mio padre, ma non mi pareva proprio il caso e questa era stata l'opzione che avevamo scartato fin da subito. Avevo lasciato che questa scelta ricadesse su Camryn, e lei era arrivata ad un buon compromesso tra le parti.

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Quelle parole mi avevano trafitto, cominciavo a capire quanto fosse solenne una cerimonia del genere, sapevo che ogni fiato esalato dalle labbra della mia ormai prossima sposa conservava in sé una potenza unica. Non erano gettate al vento, ma promesse per l'eternità, ed io non riuscivo a rimanere impassibile di fronte al suo amore. Avevo visto Cupido di sfuggita, credo che potesse sentire perfettamente il mio imbarazzo e che avesse scelto di mostrarsi per potermi infondere sicurezza. Avevo combattuto contro ogni genere di bestia, tolto vite, rischiato la mia, presieduto perfino un concilio con le creature più potenti dell'intero pianeta, ma di fronte a tutta quella gente non riuscivo a mantenere la calma. Non mi ero mai sentito tanto inadatto ad una situazione, e temevo di poterlo dare a vedere. Tutti si aspettavano da me delle parole all'altezza, ed ora ogni discorso provato nelle notti precedenti sembrava tanto banale. Ripensai allo sguardo della Dea, a quel pugnetto stretto da sotto, come a dirmi vai e spacca tutto. Presi fiato ancora per un attimo e poi alzai lo sguardo verso Camryn. Quanto era bella quel giorno.
"Prometto di amarti, di rinnovare i miei voti ogni giorno, di proteggerti ed esserti fedele, in salute e malattia, in ricchezza e povertà. Quando sarà giunto l'ultimo inverno, prometto di oppormi alla volontà del cielo, ti amerò in questa ed in ogni altra vita, ti darò gioia quando sarai triste e forza quando sarai stanca, finché la vita scorrerà dentro me." Ci fu un altro breve silenzio, come se il sacerdote si aspettasse che io proseguissi, ma il mio discorso aveva avuto ormai fine. Poi lui prese nuovamente l'acqua santa per benedire.
" Signore, benedici questa unione tra due ragazzi così forti nel loro sentimento. Benedici Camryn Evans e James Hallow ed accoglili nella tua casa, loro hanno già avuto modo di sperimentare sulla propria pelle il dono della vita, e prego perché anche il piccolo Jamie sia testimone del vostro sentimento.

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, a scommettere su un eternità assieme. Finché morte non vi separi, avrebbe detto poco più tardi il prete.
Chissà se tutto sarebbe andato liscio come l’olio, tutti avevano il proprio compito da rispettare, e persino quello che era davvero il frutto del nostro amore e della nostra passione non sarebbe stato un comprimario. Ancora ricordo bene la rabbia, quando il prete si era inizialmente lamentato durante i preparativi per il fatto che avessimo concepito un figlio al di fuori del matrimonio. Ero stato sul punto di mandare tutto a monte, e ricordo perfettamente quanto si fosse dovuta impegnare Cam per sistemare la situazione come al solito. “Ormai non c’è più alcun rispetto per le tradizioni, le donne sono diventate lascive.” La soluzione alla fine aveva previsto il cambio di sacerdote, l’alternativa sarebbe stata quella di lasciarmi mettere le mani addosso a quello str.onzo.
Ora Jamie seguiva la madre, lanciava per aria qualche fiore come gli avevano insegnato, e sembrava che quel compito per lui fosse importantissimo, che lo volesse fare al meglio, che volesse contribuire a rendere tutto perfetto. Era un bambino intelligente, probabilmente comprendeva più di quanto potessimo immaginare. Non mi ero mai pentito dell’amore che provavo per Camryn, come non mi ero mai pentito di aver dato alla luce una vita così bella. E sì che quel discorso tornava spesso… Ma pure tornando indietro non avrei ritardato di un giorno la nascita del mio splendido figlio

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Attendevo Camryn all’altare ed avevo dovuto ingoiare tutta l’emozione nel sentire risuonare l’organo. Era arrivata, ed io ancora dovevo vederla, forse dovevo anche realizzare di essere lì, mi pareva tutto avvolto da uno strato di magia che riusciva a rendere l’atmosfera in un certo senso leggera. Faticavo a rientrare nei miei soliti panni decisi, a trovare la sicurezza, e incespicavo nel ripetere mentalmente le promesse di matrimonio che avevo preparato, così come tutte le formule che avrei dovuto utilizzare nel corso della cerimonia. Resisteva una vena polemica, in fondo al cuore mi rendevo conto di quanto fosse ridicolo che io mi presentassi in una chiesa consacrata ad una divinità che non riconoscevo, un essere la cui eventuale esistenza non mi avrebbe cambiato in alcun modo. Non volevo certo rovinare l’atmosfera con discussioni teologiche di bassa lega, non era importante se il rito fosse quello tradizionale cristiano o se ci dovessimo sposare seguendo gli usi vampireschi, o ancora se tutto si fosse dovuto organizzare nelle terre di mio padre, ciò che contava era l’intenzione, ed io ero stato felice di accontentare lei e la famiglia adeguandomi a quel luogo. Ovviamente non mi era completamente estraneo, avevo visitato diverse chiese sia durante i nostri viaggi, sia in un passato più nascosto, ma questa è un’altra storia, che non verrà certo approfondita ora. Per un attimo potevo godere del non avere tutti gli sguardi addosso, era Camryn a dover sopportare quel peso, e sapevo che l’avrebbe fatto con un sorriso ampio e garbato. Attendevo il suo arrivo con la gioia nel cuore, sentivo le note sollevarsi in cielo in una perfetta armonia, e quando finalmente riuscii a scorgere la sua sagoma e quella del padre, mi innamorai una seconda volta. Il cuore batteva all’impazzata, era impossibile fare a meno di amarla, stava venendo verso di me con l’intenzione di passare una vita al mio fianco, ed i nostri momenti bui ora impallidivano di fronte a quella luce. Sperai che l’astinenza non mi tradisse proprio ora, costringendomi a dover nascondere eventuali protuberanze, ma la verità è che per ora proprio non c’era spazio per certi pensieri, era tutto rimandato. Ora trionfava l’amore, anche per uno come me che aveva riservato uno spazio d’onore alla fisicità di quel sentimento. Ora era il momento di unire le anime, non i corpi.
Sembrava infinita quella sua passerella, avevo voglia di stringerla e portarla via con me, ma avrei dovuto trattenere a lungo quel sentimento. Sentivo anche le voci dei presenti, la maggior parte commentava con ammirazione la sposa, qualcuno lanciava commenti invidiosi, e mi chiedevo chi mai sarebbe venuto alla cerimonia per sparlare. Non avevo tempo per dare peso a quelle voci, non c’era tempo per altro se non per Camryn.
Posai lo sguardo sui testimoni, anche loro ammaliati dalla sua bellezza, sarebbero stati loro a suggellare il nostro amore di fronte a tutti, ed io ero pronto, pronto come non mai a mettere la firma su di noi,

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