Il centro cittadino vantada d'una vasta gamma di locali ed attrazioni che avrebbero aiutato chiunque a trascorrere il tempo libero nella totale leggerezza di quelle giornate; fra alcol, buon cibo ed il Luna Park, quel College poteva dirsi fortunato di non distrae chissà quanto tempo da questi. ➢
Per tale ragione, spesso, gli studenti si trovavano a vagare fra quelle vie e nessuna eccezione era stata fatta per Zayd, il quale per una scusa o per un'altra, aveva avuto o meglio s'era auto-regalato, la possibilità di districarsi fra i vari locali; avendo, dalla sua parte, il lavoro all'interno della Sala Giochi che sì, era piuttosto vicina. Così, avendo dovuto svolgere il turno pomeridiano, una volta essersi liberato, aveva coscientemente preso la decisione di concedersi a qualche drink prima di fare rientro al College. E così fece: si diresse al pub “La Llorona”, ove l'alcol non era niente male ed una volta aver fatto il suo ingresso si accomodò al bancone per portare a termine la propria ordinazione, fintantoché la cameriera a servirlo fu proprio una sua vecchia ma piacevole conoscenza. ‹‹ Ecco chi è la cameriera di cui tutti parlano che per inciso è anche la ballerina; da quanto tempo lavori qui? ››
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Quel giorno il locale è pieno, come un bicchiere di tequila che, nei bar del Messico, gli uomini riempiono fino all'orlo; ad Angel rimane poco tempo per ancheggiare tra un tavolo e l'altro, a ritmo di musica reggaeton, figurarsi per intrattenersi con qualche cliente. Eppure c'è chi ci prova, a scambiare quattro chiacchiere con lei; sfuggente come sapone, dispensa sorrisi e negazioni col capo a destra e a manca, crogiolandosi comunque in quel senso di desiderio che avvolge le intenzioni altrui. Si ritrova poco dopo al bancone, non appena Laura l'ha pregata di prendere il suo posto perché ha troppi tavoli da servire; s'affretta a prendere l'ordine del primo cliente, ed è allora che si trova dinnanzi ad una persona che, sotto certi punti di vista, conosce fin troppo bene. ‹‹ Buenas noches, cariño. ›› piega il capo di lato Angel, salutandolo con un sorriso compiaciuto in volto. ‹‹ Sono proprio io, sei un uomo fortunato. Lavoro qui da quando mi sono iscritta al college; si può dire che, più che lavorarci, ci vivo. O poco ci manca. Tu sai già cosa ordinare, o vuoi che ripassi più tardi? ››
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Quel giorno il locale è pieno, come un bicchiere di tequila che, nei bar del Messico, gli uomini riempiono fino all'orlo; ad Angel rimane poco tempo per ancheggiare tra un tavolo e l'altro, a ritmo di musica reggaeton, figurarsi per intrattenersi con qualche cliente. Eppure c'è chi ci prova, a scambiare quattro chiacchiere con lei; sfuggente come sapone, dispensa sorrisi e negazioni col capo a destra e a manca, crogiolandosi comunque in quel senso di desiderio che avvolge le intenzioni altrui. Si ritrova poco dopo al bancone, non appena Laura l'ha pregata di prendere il suo posto perché ha troppi tavoli da servire; s'affretta a prendere l'ordine del primo cliente, ed è allora che si trova dinnanzi ad una persona che, sotto certi punti di vista, conosce fin troppo bene. ‹‹ Buenas noches, cariño. ›› piega il capo di lato Angel, salutandolo con un sorriso compiaciuto in volto. ‹‹ Sono proprio io, sei un uomo fortunato. Lavoro qui da quando mi sono iscritta al college; si può dire che, più che lavorarci, ci vivo. O poco ci manca. Tu sai già cosa ordinare, o vuoi che ripassi più tardi? ››
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zayd.
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