BLUE EYES.

La medicina agli inizi, non avendo ovviamente le conoscenze e i mezzi di sintetizzazione chimica che abbiamo oggi, utilizzava prevalentemente rimedi naturali, studiandone gli effetti e cercando di sfruttare al meglio le potenzialità curative di piante/animali o parti di essi, avendo il merito di aver gettato (per quanto deboli) delle basi dalle quali partire. Tuttavia, c'è da dire però che in passato, la medicina dell'epoca ha sempre avuto una forte impronta empirico-filosofica (fatta appunto di credenze strettamente legate all'inesperienza e/o al contesto religioso) che, con i suoi metodi, nella maggior parte dei casi, causava la morte del paziente o attenuava parzialmente alcuni dolori del paziente, lasciandolo comunque al suo inesorabile destino, fallendo nei suoi intenti e non permettendole di progredire correttamente. Bisognerà attendere il Rinascimento, per un maggiore consolidamento del metodo scientifico, con un'attenzione particolare agli studi patologici e di conseguenza un miglioramento crescente nelle cure. "Ma quindi alla fine della lezioncina di storia, ci credi o no?" Se parliamo di contusioni/abrasioni/ustioni/raffreddore/mal di gola/stress si, molte volte non nego che i "rimedi della nonna" o per i new age la tanto decantata "medicina tradizionale orientale" tornino utili, sono pur sempre principi attivi naturali ricreati e utilizzati anche in diverse percentuali nei farmaci da banco. Non sono d'accordo sul suo utilizzo, nel momento in cui il paziente decide di sostituire la medicina scientifica con quella tradizionale, cercando o sperimentando cure assurde ritenute miracolose, prive di qualsiasi fondamento/osservazione sperimentale, facendosi del male e/o assuefacendosi a tali rimedi a tal punto, da dipendere da essi, non accettando altri tipi di cure, creandosi e auto prescrivendosi dei placebo su misura. Quindi li ritengo utili si, ma solo in un gruppo ristretto di casistiche

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buon pomeriggio anche a te. Molte volte alcuni adolescenti (o addirittura bambini) sono costretti o vengono costretti a comportarsi da adulti, a volte perché in condizioni di vita o contesti disagiati e altre volte per le più svariate motivazioni personali. Poi ci sono quelli che, analogamente, si comportano da adulti, ma a differenza dei primi, lo fanno volontariamente, cercando di estraniarsi dai loro coetanei, dandosi un tono o cercando di darselo e cercando di risultare più maturi di quello che realmente dimostrano fisicamente o caratterialmente (perché si, sono in pochi a risultare molto più maturi in entrambi gli aspetti, rispetto alla loro età). Un consiglio? Sembrerà banale, ma se ne avete la possibilità, godetevi o cercate di godervi l'età che avete, con ogni mezzo possibile e nonostante i problemi che caratterizzano quegli anni e se serve chiedete aiuto, sempre e a chiunque.

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Parlare di "possessività" anche con la più buona delle intenzioni, all'interno di qualsiasi rapporto interpersonale è e credo resterà sempre qualcosa di negativo per entrambi i partner (a meno che non si parli di "possessione" in ambito sessuale. li poi dipende tutto dalle intenzioni e dalle volontà). A meno che questi, diretti interessati in una relazione ("possessori" o "posseduti" che siano) ne parlino in modo positivo, allora li dovremmo fare un'altro tipo di discorso. In una relazione, la gelosia (dove e quando c'è) si divide in tre stadi: 1) quando si è poco gelosi e la si prende sul ridere, (amicizie, libertà nelle uscite, ecc, ancora intatte e rapporti facilmente ripristinabili); 2) quando si è mediamente gelosi e ci si confronta più o meno civilmente, sulla causa scatenante la gelosia e sulle motivazioni ad essa legate, che la causano (rapporti leggermente incrinati, ma se risolti, di solito si applicano limitazioni o avvertimenti di vario genere e/o nello specifico, nel non vedere una determinata persona singolarmente o in un determinato contesto); e poi arriviamo all'ultimo stadio, che credo sia il peggiore che si possa auspicare ad una persona 3) Quando la gelosia, giunge al culmine e diventa qualcosa di incontrollabile o di cinicamente controllato, che sa dove e quando colpire che il motivo sia valido o meno o che sia nella ragione o nel torto, sfociando addirittura, in abusi, minacce o violenze fisiche e/o mentali (partner tenuto sotto strettissimo controllo, scarsa o assente libertà di relazionarsi con un individuo/i del quale si potrebbe essere attratti, se non addirittura evitare tutti gli individui del genere di cui si prova o si potrebbe provare attrazione). Ecco, la possessività, si colloca tra gli ultimi due stadi, in molti casi in crescendo, andando dallo stadio di mezzo, all'ultimo. Non escludo che la paura di perdere una persona, possa far nascere atteggiamenti possessivi, ma che questi arrivino all'eccesso e vengano utilizzati come scusante ad un'invasione e/o alla privazione degli spazi e delle libertà personali no. Quindi, non credo riuscirei ad avere una relazione con questo genere di persona. Dirai "ma invec di sfracassarmi le palle, non bastava un semplice no?" forse, ma mi piace dare delle motivazioni alle mie risposte e quindi mi tocca essere prolisso a volte haha.

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