Ho visto una storia tra un migliore amico e una migliore amica ma non mi piaceva molto te ne sapresti una?
Sai ci ho pensato un pò prima che mi venisse in mente, ma eccoti la storia di un'amicizia tra ragazzo e ragazza ☺ Storia pt. 1 spero ti piaccia.
"Conobbi il mio migliore amico quando eravamo abbastanza piccoli, la tipica amicizia nata tra i banchi di scuola. Da allora avevamo condiviso tutto. Quando eravamo piccoli era sempre lui ad affrettarsi a mettermi un cerotto sui graffi che mi procuravo cadendo e mi consolata facendomi ridere anche quando non volevo. Quando doventammo piú grandi ed io piangevo per un ragazzo c'era ancora lui che mi abbracciava, dandomi un colpetto sul naso e mi sorrideva mentre mi asciugava le lacrime, come se fossi ancora una bambina piccola. Lui invece non piangeva mai, non amava mostrarsi debole, ma spesso assumeva quell'aria malinconica che solo io ero in grado di riconoscere. Una notte d'autunno ricevetti una sua chiamata, era tardissimo ma sapevo che mi avrebbe voluto raccontare com'era andato l'appuntamento con la sua ragazza. Risposi.
"- Ciao, credevo ti fossi addormentata... "
C'era qualcosa di poco convincente nella sua voce, una sfumatura di gelo, che mi colpí come se qualcuno mi avesse gettato un secchio di acqua addosso.
"-Hey, che ti prende? È successo qualcosa? La tua ragazza? "
Mi era presa il panico, non sentendo la sua voce rispondere, ma poi lo sentí prendere un profondo respiro e parlare come se quelle parole li facessero male.
" - Lei se ne andata due ore fa e io sono ancora al parco... "
" - Che?? Sei impazzito?! Fa un freddo cane fuori. Rimani dove sei, ti raggiungo subito! "
Ero consapevole di aver alzato la voce, ma cosa avrei potuto fare? Avevo paura per lui e sentivo le lacrime bruciarmi in fondo alla gola. Non avevo avuto il coraggio di chiudere la conversazione cosí la lasciai aperta tutto il tempo, persino quando mi infilai quello che capitava addosso, e anche quando correvo per strada per raggiungerlo, cercando di confortarlo, quando invece quella che aveva piú bisogno di essere calmata ero io. - A
"Conobbi il mio migliore amico quando eravamo abbastanza piccoli, la tipica amicizia nata tra i banchi di scuola. Da allora avevamo condiviso tutto. Quando eravamo piccoli era sempre lui ad affrettarsi a mettermi un cerotto sui graffi che mi procuravo cadendo e mi consolata facendomi ridere anche quando non volevo. Quando doventammo piú grandi ed io piangevo per un ragazzo c'era ancora lui che mi abbracciava, dandomi un colpetto sul naso e mi sorrideva mentre mi asciugava le lacrime, come se fossi ancora una bambina piccola. Lui invece non piangeva mai, non amava mostrarsi debole, ma spesso assumeva quell'aria malinconica che solo io ero in grado di riconoscere. Una notte d'autunno ricevetti una sua chiamata, era tardissimo ma sapevo che mi avrebbe voluto raccontare com'era andato l'appuntamento con la sua ragazza. Risposi.
"- Ciao, credevo ti fossi addormentata... "
C'era qualcosa di poco convincente nella sua voce, una sfumatura di gelo, che mi colpí come se qualcuno mi avesse gettato un secchio di acqua addosso.
"-Hey, che ti prende? È successo qualcosa? La tua ragazza? "
Mi era presa il panico, non sentendo la sua voce rispondere, ma poi lo sentí prendere un profondo respiro e parlare come se quelle parole li facessero male.
" - Lei se ne andata due ore fa e io sono ancora al parco... "
" - Che?? Sei impazzito?! Fa un freddo cane fuori. Rimani dove sei, ti raggiungo subito! "
Ero consapevole di aver alzato la voce, ma cosa avrei potuto fare? Avevo paura per lui e sentivo le lacrime bruciarmi in fondo alla gola. Non avevo avuto il coraggio di chiudere la conversazione cosí la lasciai aperta tutto il tempo, persino quando mi infilai quello che capitava addosso, e anche quando correvo per strada per raggiungerlo, cercando di confortarlo, quando invece quella che aveva piú bisogno di essere calmata ero io. - A