Che rapporti hai con lo scrivere? È qualcosa che riesce a vuotare la tua anima o qualcosa di stressante? Quando andavi a scuola, che rapporti avevi con la lingua italiana e con i temi? C'è un qualche genere che apprezzi più o meno?
Fino a qualche anno fa, scrivevo quasi ogni giorno. E' sempre stato un modo alternativo per esprimermi, soprattutto quando ero più piccola ed ero troppo timida per intervenire nei discorsi e prendere parte a discussioni importanti. Volevo poter ricordare quei giorni e soprattutto mi permetteva di capire in che modo fossi cambiata e migliorata col passare del tempo. Ho iniziato a tenere diari e raccolte dei miei pensieri appena ho imparato a scrivere e li ho ancora tutti con me. Ogni tanto li tiro fuori dal cassetto, li leggo e mi accorgo di quanto passi veloce il tempo e di quanto io sia realmente cambiata in tutti questi anni. E scrivevo bene, dannatamente bene. Ora, purtroppo, non ne sono più capace, ho perso la naturalezza e l'inventiva con cui scrivevo quello che mi passava di mente.
Quando andavo al liceo o anche alle medie e alle elementari, ho sempre apprezzato e ammirato la lingua italiana. Amavo scrivere temi, amavo concluderli con una frase d'effetto e amavo che qualcuno potesse leggere e condividere insieme a me i miei pensieri e i miei racconti. Ho sempre avuto una strana fissazione verso la grammatica italiana, l'analisi logica, i tempi verbali. Insomma, l'italiano corretto. E questa fissazione la possiedo tutt'ora e risulta essere molto irritante per alcune persone che spesso correggo.
Ma quello che ricorderò sempre sarà il giorno dell'orale all'esame di Stato e quello che i professori mi dissero riguardo ai temi che avevo scritto. La mia professoressa di italiano ha sempre apprezzato i temi che scrivevo, nonostante non mi impegnassi più di tanto. E, come ogni volta, mi fece i complimenti. Ma quello che mi stupì di più, fu che il professore esterno di scienze sociali mi disse che aveva apprezzato moltissimo le parti critiche dei temi che avevo scritto e che era stato un piacere leggerli. Insomma, è stato bello.
Quando andavo al liceo o anche alle medie e alle elementari, ho sempre apprezzato e ammirato la lingua italiana. Amavo scrivere temi, amavo concluderli con una frase d'effetto e amavo che qualcuno potesse leggere e condividere insieme a me i miei pensieri e i miei racconti. Ho sempre avuto una strana fissazione verso la grammatica italiana, l'analisi logica, i tempi verbali. Insomma, l'italiano corretto. E questa fissazione la possiedo tutt'ora e risulta essere molto irritante per alcune persone che spesso correggo.
Ma quello che ricorderò sempre sarà il giorno dell'orale all'esame di Stato e quello che i professori mi dissero riguardo ai temi che avevo scritto. La mia professoressa di italiano ha sempre apprezzato i temi che scrivevo, nonostante non mi impegnassi più di tanto. E, come ogni volta, mi fece i complimenti. Ma quello che mi stupì di più, fu che il professore esterno di scienze sociali mi disse che aveva apprezzato moltissimo le parti critiche dei temi che avevo scritto e che era stato un piacere leggerli. Insomma, è stato bello.