@dfmyt

Liam "white devil" Allen

*parte due* @katherineisabeljane

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JJ: kakaka!! Mi spiace di aver creato tutto questo trambusto nonnino, ma era indispensabile per esorcizzare zia Kathe, e per permettere a te di guardare in fondo al tuo cuore-
-Ma di cosa state parlando?-
J: prenditi cura di mia figlia, e dille che a tempo debito, passeremo a trovarla. Rendila felice Liam-
JJ: si sì nonnino, rendila felice..altrimenti verrò a trovarti-
- .... -
M: siete tutti maledettamente noiosi. Me ne vado!-]
Ma una cosa la so, questa ragazza, divenuta ora una giovane donna, forse sarà davvero guarita dall'ossessione per suo padre, forse ora ha un terreno fertile nel cuore per essere seminata d'amore, e forse questo amore deve ancora arrivare, o forse no..forse è già qui. Non so cosa vedrò in fondo al mio cuore, io..che ho fatto della freddezza e del menefreghismo i miei punti di forza, io che non ho mai amato nemmeno me stesso, e ora mi ritrovo qui, ad abbracciare, a stringere a me questa giovane donna, sentendo vibrazioni che nemmeno pensavo potessero esistere. Erano carezze, al cuore, all'anima. Era l'alba del giorno nuovo, erano acque cristalline, era..si, era semplicemente l'effetto Katherine.
-Non pensare a ciò che hai fatto, il passato è passato, abbiamo tutti le nostre colpe. Ora sei qui Katherine, vivi, vivi la tua vita, pensa al tuo presente, e sogna il tuo futuro-
Vivi il tuo futuro sulla scia del tuo presente.
-Permettimi di farne parte, di starti accanto-
Permettimi di vivere, e di viverti.
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katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
La vita, il più grande dei misteri mai svelati, più del mondo, più dell'universo, un mistero avvolto da leggi, da regole, da anarchia. Una vita che per quanto vissuta non sarà mai perfetta, ci sarà sempre un punto di vista errato in ciò che uno fa, in ciò che uno dice, persino i silenzi talvolta sono sbagliati, e nei miei silenzi, avevo commesso forse il più grande degli errori. Ma per chi era l'errore? Per me? Per la giovane Kathe? Per l'ego? Per la morale? Da quando la lussuria era qualcosa di sbagliato? Da quando l'immoralità era un qualcosa di errato? Non era di certo un vanto poter dire di aver le giovani carni di una poco più che adolescente, di aver peccato con lei, per lei, in lei, ma sicuramente mai avevo go.duto e amato esser travolto così intensamente.
Forse fu un errore rilassarmi troppo, forse fu un errore crederla appagata, forse su un errore sottovalutarla, o forse, fu la cosa migliore che potessi fare.
-Si Katherine, sei stata una perfetta gattina, monella ma pur sempre gattina-
Ma in quella che sembrava dover essere una serata tranquilla, illuminata dal bagliore della luce soffusa della stanza, illuminando quel giovane e perfetto corpo di donna, quasi a voler risvegliare passioni mai assopite, quasi a voler stuzzicare, provocarmi nuovamente per quanto la giovane nel letto stava facendo, un invito a lasciarsi andare a quegli istinti naturali, animali, primitivi, e quando Kathe, con dolci sussurri volle assolutamente richiamar la mia attenzione, capii che c'era ben poco che avrei potuto fare, se non arrendermi in un ennesimo atto non programmato, ma decisamente voluto. La carne è debole e il desiderio acceca, e se così doveva essere..così sarebbe stato.
Una serata lunga una vita. La demone aprì le danze prendendo il pieno possesso di me, della situazione, dei ritmi, mentre la mia mano si adagiò sul suo viso, accarezzandole le gote, scendendo poi su quelle carnosi labbra, suoi suoi formosi se.ni stringendoli con forza, questa sera danzeremo all'inferno, un ultimo ballo per poi dirsi addio, che poi ultimo non è, e nemmeno addio.
Avevo fame della sua bocca, quelle labbra carnose e dolci come frutti esotici, assaporate e rese migliori dai nostri corpi che danzavano violenti, che si intrecciavano tra loro, baci intensi e prolungati, labbra morse e risucchiate nella foga di bramarsi e di concedersi, un ballo a due, una lotta a chi si sarebbe stancato prima, ma quella insana voglia, quella fame di peccato non avrebbe avuto vinti ma solo vincitori.
Ancora una volta l'eros ci guidò in una danza primordiale, e ahimè faticai per tenere i suoi ritmi, il suo essere così dannatamente donna indemoniata. L'apice giunse, per lei prima, per me poi, e mentre esalavo l'ultimo or.ga.smo, mi accasciai sfinito e appagato accanto a lei.
-Demone-
Ogni parola è superflua, quando il corpo, quando gli occhi dicono tutto. Ho sempre vinto al gioco del se.sso, ma perdere con lei, è stata la mia più grande vittoria.
-Non gongolare troppo gattina-

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*parte tre* @katherineisabeljane

dfmyt’s Profile PhotoLiam "white devil" Allen
..lo fagocitò così veracemente da sorprendermi, lasciandomi scappare un sussulto istintivo di piacere. Lei ghignò, io pure. Poi smisi, lei pure. La cravatta tesa, obbligò lei a non poter scappare, mentre l'altra mia mano libera afferrò un suo fianco, e con tutta la forza esercitata dalla mia massa muscolare, presi a permeare ripetutamente, con virulenza e intensità il suo caldo fiore bagnato, e più sentivo il suono umido del scivolar in lei, del martellare ripetuto del mio ventre contro il suo posteriore, più udivo i suoi respiri strozzati, alternati ai mu/gugni, verseggi di go/duria, e più mi sentivo ardere, pervaso da una carica mai provata in tutta la mia vita. Ero fuori controllo. Forse l'avrei spaccata, distrutta, marchiata di lividi, ma in quell'istante non mi importava, volevo se/ssu/almente mieterla e morire con lei, e lo avrei fatto.
-Oh piccola mia..gødî!!-
Impattavo con sempre più forza, tale che non mi resi conto di quanta pressione stessi esercitando sulla mano che impugnava la cravatta tesa, e idem sulla mano che ormai non solo teneva saldo il suo fianco,ma fu come un marchiare a fuoco i miei polpastrelli sulla sua candida pelle, così come i suoi glutei, tempestati di colori rossastri e bluastri. Era una passionale cattiveria che si scagliava contro di lei, fino a quando non la sentii strillare, mentre il suo fiore inondava il mio scettro, calda melodia biologica. Sussultai, verseggiando il mio piacere, la mia soddisfazione, ma non il mio appagamento. Lasciai la presa su di lei, ma non la cravatta, ed esercitando una nuova pressione portai il suo gattonare a voltarsi verso di me. Affannava, col viso arrossato, gli occhi appena umidi, affannava ma ancora ringhiava. Dio mio, quanta meraviglia sei mia giovane pantera.
Tirai con forza la cravatta, obbligandola ad impattare contro il mio scettro.
-Adesso..te lo puoi guastare-
E afferrandolo, portai il grande gonfiore sulle sue labbra, mentre con la mano afferrai la sua nuca, tenendo la sua folta chioma nel mio palmo e tra le mie dita.
-Suc/chialo Katherine!-

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*parte due* @katherineisabeljane

dfmyt’s Profile PhotoLiam "white devil" Allen
E così si facendo, presi il fallo austero nella mia mano, passandone la punta come se fosse un pennello, prima sulle sue gote, lentamente andando a scendere sulle sue carnose labbra, ma quand'ella aprì le fauci, tirai la cravatta esercitando una certa pressione, come il guinzaglio di un cane.
-Non ti ho detto che puoi gustarlo!-
Sorrisi, e la mia voce uscì calda, pacata, ma lo scintillio nei miei occhi molto probabilmente svelò più di quanto volessi far trapelare.
Esercitando una nuova pressione sulla cravatta, costrinsi la ragazza ad impattare col viso sul mio ventre, le sue mani istintivamente si adagiarono sui miei fianchi, e fu in quell'istante che, chinandomi appena su di lei, feci scivolare il mio braccio possente sotto il suo, percorrendo la zona lombare e, giunto ai suoi glutei, afferrai con forza quel suo sodo cu/letto, e con un gesto deciso, tirai su la ragazza portandomela in braccio. Le sue gambe a cingermi la vita, le sue braccia sopra le mie spalle, mentre le sue mani stazionavano tra il mio collo e i miei capelli.
I suoi occhi scintillavano nei miei, mentre un ghigno divertito andò a disegnare le sue labbra, che non persi tempo a divorare a suon di baci. E laggiù? La piccola affamata non perse tempo, prendendo a strofinare con insistenza il suo caldo fiore sullo scettro del piacere, sempre più caldo e gonfio.
-Lo desideri, vero?-
No, non ancora pantera.
La scaraventai sul letto e, ponendomi sopra di lei la voltai di scatto, ponendola a pancia in giù, andai poi a lambire con la mia umida lingua la sua pelle, martoriandole il collo, le spalle, le orecchie, mentre ero io ora a lisciare tra i suoi glutei il mio scettro. Fremi pantera, ancora non è il momento.
Sceso con le lapppate, marcando tutta la sua pelle lungo la schiena, fino alla zona lombare, e giunto lì, sollevai per i fianchi la mia pantera portandola a carponi e prendendomi due, tre secondi di totale ammirazione, restando fermo ad ammirare. J'adore.
Presi quindi ad accarezzare quei promontori così tondi, sodi e al contempo morbidi e vellutati, proprio come delle pesche mature. E schiaffeggiai, una, due, tre volte. Sussulta pantera, soffia, ringhia e ora agitati, mentre con irruenza mi accingo a divorare il suo fiore, nettare idilliaco, passione afrodisiaca. Lappate virulenti, intense, profonde. Ne assaporo il gusto, di quella figura di donna così troppo matura e vissuta per la sua giovane età, eppure, ancora così giovanile, fresca, candida, tanto da sembrare un fiore mai colto. Non ci vollero molti minuti. I suoi spasmi non più contenuti, furono il preludio a quell'improvvisa poggia calda, spruzzata sulle mie labbra e sul mio viso. Molto più che un semplice org/asmo.
Alzandomi appena, afferrai nuovamente la cravatta e, tirando verso di me, feci impattare il suo posteriore contro il mio basso ventre, ma non ebbi alcun controllo. Era come se il suo fiore esercitasse una volontà propria, che rissucchiò all'istante e per intero tutto il mio scettro..
Pt 2

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katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
Ho sempre vissuto da dominante. Sin dalla tenera età, non mi sono mai fatto mettere i piedi in testa. Le davo e le prendevo. Cadevo e mi rialzavo. Vincevo e perdevo. Nella vita, nelle sfide, negli affari, e anche nel copulare. Ho sempre dominato anche nelle mie sconfitte. Non penso di essere un uomo vissuto, nella vita non si smette mai di imparare, e nel mio caso, sono più che certo che la vita, sino all'esalar del mio ultimo respiro, mi regalerà sorprese.
Katherine era una sorpresa. Sin dal nostro primo incontro c'è sempre stato qualcosa di sorprendente in lei, e nell'ultimo periodo, sorpresa e stupore andavano di pari passo, in un crescendo che aumentava in maniera inesorabile.
-Potrei non stancarmi di volerlo fare con te-
Una sfida? Una richiesta?
Non ho mai ben compreso il mondo delle donne. E non importa la loro età. Sono un uomo senza ritegno ne morale. Faccio se/sso con le diciottenni tanto quanto con le cinquantenni, che male c'è? La chiamano evoluzione, emancipazione, più diritti alle donne, più indipendenza, più libertà. Parità dei sessi, uguaglianza. Ma arriva all'alba dei quarant'anni, frequenta una diciottenne, e tutto improvvisamente decade. Che mondo ipocrita.
Ma il mondo ora, è fuori da queste mura, qui ci siamo solo noi. Due esseri desiderosi di scoprirsi, di donarsi e di prendere tutto ciò che sia umanamente /e non/ possibile. E allora giochiamo mia piccola pantera, che lesta e furtiva avanzi, mostrando i denti e gli artigli. Ma sei davvero una pantera, o usi solo un gioco d'ombre per celare il tuo essere una piccola gatta morta?
È divertente però, quindi la lascia agire.
-Sei intraprendente Katherine, mi piace-
E mi piaci. Dio, che meravigliosa figura di donna che sei, così giovane eppure così ben proporzionata, delineata. La guardavo ammiccare, giocare, ne scrutavo i dettagli, i lineamenti, e mi convincevo, anzi no, prendevo consapevolezza del fatto che un corpo così, io ancora non lo avevo posseduto.
Come le foglie d'autunno, le nostre vesta caddero, lasciando spogli i nostri corpi. La tastavo, la studiavo, oh..e quanta beatitudine al tatto. Una pelle così vellutata, calda. Linee sottili che andavano in netto contrasto con la durezza di quei gonfi e sodi se/ni, dai ca/pe/zzoli già così turgidi. Che magnifica scultura sei.
Mi alzai dal letto, lasciando cadere le stoffe inferiori, mostrandomi ella in tutta la mia fastosità. Non per vanto, ma avevo una figura tonica, massiccia, ogni muscolo del mio corpo sembrava scolpita da un maître dell'arte.
Ignudo, guardai la mia pantera che /mi/ ammirava, apprezzava, miagolava e gongolava. Presi quindi la mia cravatta e, usandola come se fosse un lazo, la lanciai verso il suo capo e, esercitando un preciso colpo di polso le guinzagliai il collo. Presa!
La tirai a me, e gattonando come una pantera si avvicinò al mio basso ventre, leccandosi le labbra, immaginando già in quale azione si sarebbe imbattuta.
Pt 1

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*parte due* @katherineisabeljane

dfmyt’s Profile PhotoLiam "white devil" Allen
Esattamente come per la prima volta, sentii una morsa al petto, allo stomaco. Un battito perso, un respiro rubato. Possibile che un suo sfiorarmi le labbra abbia potuto smuovere così tanto?
Il tempo con lei passava in fretta. Il tempo qualche volta opera miracoli, o forse la vita stessa è un miracolo. Era la frase, che più si addiceva a quello che provavo. Il tempo, si era aggiunto al tempo, ed ormai era lì da più di due anni. Katherine, era al mio fianco, e noi ora eravamo molto più vicini, ma in realtà non sapevo neanche come ci fossimo avvicinati così tanto, era avvenuto così, in modo semplice, giorno dopo giorno, a piccoli passi. Ma ora io, finalmente avevo trovato il mio posto. Chissà se anche per lei sarebbe stato lo stesso.
Non avevo perso l’abitudine di guardare “fuori”, e ancora spesso mi perdo nei miei pensieri, e anche i miei pensieri non avevano perso l’abitudine di aggrovigliarsi tutti nella mia mente, ma qualcosa era cambiato..perché fra tanti grovigli e pensieri, dubbi e domande, lei, era un satellite a parte che ruotava attorno alla mia mente, in maniera indipendente e indispensabile. Era la costante della mia vita.
-Grazie a te Katherine, di non aver reso vana la mia attesa-
E tirandola a me, adagia le mie labbra sulle sue, un leggero batitto d'ali di una farfalla, un respiro rubato, poi, osai di più. E non per vanità, non per peccato di gola, non per mancanza di rispetto. La baciai, con ardore e passione, con coinvolgimento e tenerezza. La baciai, perché altro non volevo fare, se non perdere tutti i respiri del mondo, per vivere di tutti i respiri che avrei condiviso con lei.

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parte due katherineisabeljane

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katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
Guardavo fuori dalla finestra, ma non vedevo nulla. Chissà perché facevo sempre così? Era una sorta di riflesso incondizionato. Se c’era un problema, un pensiero, o anche un momento di noia, giravo lo sguardo e guardavo fuori. Quasi la risposta fosse fuori. Ed invece tante volte la risposta era dentro, non fuori. Fuori, c’erano solo i muri delle case, e il vecchio lampione, mezzo diroccato. Anche lui ne aveva visti di giorni migliori. Forse fuori, c’era anche qualche passante frettoloso, ma sicuramente, non la risposta ad una domanda, che perfino avevo paura di formulare.
Era strano, le idee le avevo tutte in mente, in una specie di chiara confusione, che quasi somigliava ad un gomitolo, eppure non un solo filo mi riusciva di isolare, non un solo pensiero logico mi si affacciava alla mente.
Ancora mi capita di pensare come ci siamo arrivati fin qui, o meglio, io come ci sono arrivato fin qui. Ho deciso di aiutare un amico, e senza rendermene conto, mi sono ritrovato dall'essere l'aiuto al dover chiedere aiuto. Cosa ne so io di come si ami? Di come funzioni un rapporto intimo che non preveda un mio tornaconto? Non ho mai avuto storie serie, non ho mai avuto nemmeno storie fasulle. Sono un uomo d'affari /loschi/, un cacciatore di spiriti. Solletico i miei appetiti, i miei istinti. Uccido la noia per passatempo, tutto qui.
E allora, ancora una volta, come ci sono finito qui?
Era ora, dovevo voltare pagina. Era quello il problema, era quello il bandolo della matassa, forse, la chiave per dare un senso a tutta la mia confusione. Sì ma come si faceva a cambiare pagina? Non era facile dare un taglio alla propria vita, cancellare tutto, e riprendere in un’altra direzione. Chiusi gli occhi, respirando molto a fondo, quasi fosse una competizioni di apnea. Quando li riaprii, avevo preso la mia decisione. La confusione che avevo in testa non mi era passata, né adesso sapevo come cambiare pagina, l’unica cosa, è che volevo provare a muovere un primo passo, verso una nuova direzione, e la direzione era tanto semplice quanto ovvia.
-Katherine, io non so se posso insegnarti a vivere, o ad amare, o entrambi-
La mia non è una vita, è più una sopravvivenza. Vivo costantemente con un bersaglio sul petto, che modo di vivere sarebbe da insegnare ad una poco più che adolescente?
-Ma posso giurarti che non ti lascerò mai, e che insieme, potremmo imparare a vivere, e chissà, forse anche ad amare-
Una giovane ragazza di vent'anni, che forse, visto i fardelli che ha portato fino ad oggi, ha da insegnare più di me, e sicuramente, la mia vita tutto sommato, è più vita di quanto non abbia mai realmente vissuto lei fino ad oggi, figlia di entità sovrannaturali, entità sovrannaturale anch'ella.
Sorrisi ai suoi tocchi, era così dolce, delicata, era infantile e amorevole al contempo, e io, mi sentivo un po' vecchio e un po' uomo, un po' grande e un po' maturo. Io per la prima volta, mi sentivo.
Pt 1

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katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
E se davvero tu, vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante, cancella col coraggio quella supplica dagli occhi. Troppo spesso la saggezza, è solamente la prudenza più stagnante, e quasi sempre dietro la collina è il sole ad alimentare la vita più sprizzante.
Ma perché tu non ti vuoi azzurra e lucente? Ma perché tu non vuoi spaziare con me? Volando intorno, la tradizione come un colombo intorno a un pallone frenato, e con un colpo di becco bene aggiustato, forarlo e lui giù, giù, giù. E noi ancora, ancor più su, planando sopra boschi di braccia tese un sorriso che non ha, né più un volto, né più un'età.
E respirando brezze che dilagano su terre, senza limiti né confini, ci allontaniamo e poi, ci ritroviamo più vicini. E più in alto e più in là, se chiudi gli occhi un istante noi vedrai, ora figli dell'immensità.
Se segui la mia mente, se la stringi dolcemente, abbandonerai facilmente le antiche gelosie, ma non ti accorgi che è solo la paura che ti inquina? E uccide i sentimenti, e le possibilità, e la vita stessa, e la tua stessa vita.
Le anime non hanno sesso, né sono mie, non temere, no, tu non sarai preda dei venti, stringimi la mano, affrontando i tuoi tormenti supereremmo tutti gli eventi. Stringimi la mano, potremmo correre sulla collina, tra i campi di grano, e tra i ciliegi veder la mattina, e il giorno, un tiepido crepuscolo, e poi la sera. E dando un calcio ad un sasso, residuo d'inferno, e farlo rotolar giù, giù, giù. E noi ancora, ancor più su, planando sopra boschi di braccia tese, un sorriso che non ha né più un volto né più un'età.
E respirando brezze, che dilagano su terre, senza limiti né confini, ci allontaniamo e poi ci ritroviamo più vicini.
E più in alto, e più in là, ora noi figli dell'immensità.
-Ora sei al sicuro-
Adagiata sul caldo ed accogliente letto della mia camera, dove il tempo sembrava essersi fermato, dove le spighe di grano, in campi dorati, sembravano riflettere il sole per trattenere tutto il tepore intorno a lei. Dove lungo i viali, i ciliegi piovevano petali silenziosi, che dolcemente si adagiavano per carezzarne il suo triste e dolce viso.
I venti dell'est, portavano profumi d'oriente, affinché ella potesse inebriarsene e rilassarsi.
Non capirò mai cosa esattamente sia accaduto, né il perché.
/flashback/
[Katherine era sul punto di uccidermi, non sarei morto da eroe, e nemmeno da codardo, sarei semplicemente morto, e allora, concedetemi un ultimo desiderio. Strinsi a me la minore e la baciai. La baciai come un uomo bacia una donna, come la rugiada bacia le foglie, come il sole bacia la Terra, e accadde qualcosa di strano. Dal petto della minore, fuoriuscì un denso fumo nero pece, che dissolvendosi nell'aria lasciò spazio ad un raggio di luce bianca, tenue, calda, che circondò il corpo di ella per poi esserne assorbito, a quel punto Katherine perse i sensi e, subito dopo tutto tornò alla normalità.
J: ero certo amico mio, che tu fossi il destino di mia figlia-
-Che..cosa?-
Pt 1

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*terza parte* @katherineisabeljane

dfmyt’s Profile PhotoLiam "white devil" Allen
Il mio nome è Liam Allen, e prima di essere un imprenditore e un mafioso, sono un uomo, e non vengo mai meno alla parola data.
-Non mi sono mai interessati i drammi famigliari, e non mi interessano nemmeno ora, ma direi che è ora di darci un taglio. Katherine è stremata e tu stai abusando troppo di lei. Quindi, ora porterò via Kathe con me, in caso contrario, preparati a combattere!-
JJ: kakaka! Finalmente ti sei deciso nonnino-
-Tu, mi irriti davvero!-
Ti salverò Katherine, fosse l'ultima cosa che faccio, ma io ti salverò.
Regalami ancora, un ultimo sorriso, un sorso di vita.
terza parte katherineisabeljane

*seconda parte* @katherineisabeljane

dfmyt’s Profile PhotoLiam "white devil" Allen
Gli bastò un gesto, semplicemente un gesto per stroncare rumorosamente la vita del mio amico Jared. Il super demone, caduto come un bambino colpito da un siluro, e dietro di lui, un giovane apparso da non so dove, alto, cappelli color argento, sguardo spento, privo di vita anch'egli.
JJ: che il padre e il figlio possano riposare in pace! Che la terra cada nel suo oblio!-
Oh cäzzø! E cos'è ora sto cambio di scenario?! Fuoco, poggia cremisi che si abbatte su di noi. Città distrutte, urla di disperazione e paura. Ecco..è giunta la fine del mondo, e perirò nei peggiori dei modi. Signora morte..non erano questi i nostri accordi.
JJ: Jared, Damon e Lain, Jay e Ivy, Aaron Stella e la loro piccolina. Anastasia, Kaede, Illyasviel, Renesmee..sono i primi della tua opera omicida. Sei contenta? Kakaka! Non sei solo l'artefice della loro fine, ma persino della fine dell'umanità! Resterai confinata per l'eternità insieme a tua madre, perché è ciò che meriti Katherine..tu sei solo un mostro che ha rovinato l'esistenza a tutti! Ti sarebbe bastato scioglierti da tuo padre per poter stare tutti bene, tu, tuo padre, tutti! Ma ora è tardi, ora hai mietuto tutti, tutti tranne te e il tuo egoismo!-
Forse ero troppo shockbasito, forse erano davvero al di fuori della mia portata, perché ciò che accadde di lì a poco mi diede il colpo di grazia, a livello emotivo almeno. L'albino, sollevò Kathe da terra con una presa alla gola così forte da poter sentire sulla mia pelle quanto ella stesse soffrendo e søfføcando al contempo, la guardava con aria sadica, quasi divertita..e persino la madre di lei sembrava compiaciuta per quanto stesse accadendo. Ok, ogni famiglia ha i suoi problemi, ogni famiglia è folle e strana a modo proprio, quindi chi sono io per giudicare e metter becco in questioni che non mi riguardano?
JJ: oh zietta non temere, come ti ho detto tu non perirai mai. Piangerai sulle carni morte dei tuoi cari ogni giorno, per ricordarti cosa sei. Ti farò desiderare la fine, affinché la convivenza con tua madre possa dannarti..per sempre! Ti condanno ad essere il male, che ti punirà per l'eternità. "OBLIO"!
E allora perché, perché con un gesto disperato alla suicide squad, mi sciolsi da ogni catena di dubbi e timori, arma alla mano fiondai alle spalle dell'albino lasciando un fendente tale da ferirlo gravemente, portandomi a ridosso di Katherine nascondendola dietro di me. Era esamine, distrugga nello spirito, era ora di chiudere questa frustrazione gratuita.
Io non ero nessuno per lei, e probabilmente non sarei mai stato nessuno, ma non posso negare più, che questi due anni passati con lei non mi abbiano smosso qualcosa dentro. Forse non è nulla, forse è più di quanto immagino, forse..forse..ma di certo, se tanfo era giunta la mia ora, non me ne sarei andato stando a guardare con le mani in mano. Ho promesso a Jared che avrei vegliato su sua figlia, e ho promesso a me stesso che sarei riuscito a regalarle un sorriso.
Pt 2

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seconda parte katherineisabeljane

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katherineisabeljane’s Profile PhotoKatherine I.J. Bailey
Il mio nome è Liam Allen, conosciuto negli ambienti loschi come "White Devil".
Sono un imprenditore newyorkese, 35 anni, presidente e fondatore della "Allen International Bank", capo della "Cosa Nostra" americana. 15 anni fa, ebbi un grave incidente, restai in coma per molti mesi, incontrai la morte più volte, e con ella raggiunsi un accordo: avrebbe ritardato la mia dipartita, in cambio avrei dovuto ripulire il più possibile la mia amata New York dalle creature sovrannaturali. Mi venne consegnata un'arma magica con la quale combatto spiriti, demoni, e tutto ciò che ha a che fare con il sovrannaturale. E fu in uno di questi scontri che conobbi Jared, e con lui una buona parte delle sue storie. Ma quanto sta accadendo oggi d'innanzi ai miei occhi, non solo è lontano anni luce dalla mia comprensione, è lontano anni luce da ogni racconto del corvino sulla sua famiglia, lontano anni luce dalle mie possibilità, insomma, un conto è combattere demoni e fantasmi, ma qui, andiamo al di fuori di ogni "giurisdizione".
Ciò che stavano scatenando quei soggetti, era di un magnetismo e di una potenza tale, che pur restandone isolato e nascosto, venivo letteralmente travolto e investito. L'ira di Katherine mi gelò il sangue nelle vene, mi paralizzò gli arti, e al contempo mi spezzò il cuore. Una ragazzina così giovane, solare, fragile, così piena d'amore per un uomo che ha la sola colpa di essere suo padre..tutto così puro e tutto così sbagliato? Perché? Sono creature..cosa cäzzø gliene frega delle questioni etiche e morali? Ma è solo col sopraggiungere dell'ennesima creatura /complimenti comunque, qui la legge della maniglia ci starebbe tutta/ che forse iniziai a comprendere che quanto stava accadendo, non era un atto rivolto alla separazione amorosa tra i due, in Katherine c'era celato qualcosa di più oscuro, tetro e malato, un qualcosa che probabilmente col tempo avrebbe innescato un'arma di distruzione di massa, spezzare il loro legame era l'equivalente del disinnescare quella bomba. Già, mi chiedo solo se fosse neccessario agire in questo modo.
Ripensandoci, forse agire in questo modo è ancora poco. Tipo idiota, che ne dici di fare qualcosa eh? Perché se tanto mi dà tanto, penso di essere la prima vittima designata dalla dark Kathe, e va bene che prima o poi moriamo tutti, ma non è questa la fine che mi merito.
JJ: zietta, così mi sottovaluti. Pensi davvero che attaccarmi direttamente o, minacciare di distruggere chiunque nel creato possa smuovermi?-
E qui, accadde qualcosa di davvero assurdo. Lo spazio/tempo attorno a noi crollò, era come essere rinchiusi in una stanza con le pareti in continuo movimento e mutazione. Faceva caldo e poi credo, c'era luce e poi buio, c'erano profumi e poi tanfo. E poi, poi improvvisamente l'albino si mosse, afferrando Jared con così tanta leggerezza ed eleganza da non sembrare nemmeno vero.
JJ: eccoti l'apocalisse zietta!-
Pt 1

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