Non so cosa fare. Scrivete qualcosa, qualsiasi cosa. Un pensiero, una parte di una vostra fanfic, una riflessione, ciò che volete. Ho voglia di leggervi, stasera.
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Questo l'ha scritto un'amica su di me prima che mi trasferissi. Ultimamente lo rileggo spesso, lo lascio anche a te.
"Ascoltavamo i Radiohead, mentre tu guardavi fuori dal finestrino.
E i lunghi capelli erano al vento.
Sorridevi, felice. L'estate era arrivata e tu non ci credevi.
Te ne saresti andata quell'anno, e già lo sentivi nell'aria.
Già partita per un posto che nessuno conoscerà mai. Nessuno entrerà mai.
Nessuno. Mai.
E guardavi il paesaggio mutare, e mi raccontavi degli esami e della famiglia che non ti sarebbe mancata.
Dicevi che c'era tanto da vedere, tanto da ascoltare, da vedere, incontrare. Volevi conoscere tutto, ogni cosa. Ma i professori non ti avevano mai insegnato nulla.
(Ti hanno solo rubato l'anima.)
E ogni giorno ti alzavi con un anno in meno.
Che ti stavano facendo quelli?
Ma ora stiamo ascoltando i Radiohead e tu guardi fuori. Già persa chissà dove.
Sarai mai di qualcuno?
No, come l'aria passerai da un posto all'altro. Come me, te, non apparterrai mai.
E capirai.
E capirò.
Che niente ci viene insegnato dagli altri. È la natura che stupisce.
Gli umani... oh, gli umani. Sono solo una delusione continua. L'hai già capito, vero?
Si vede dagli occhi.
Perciò partirai quest'anno e già lo si avverte nell'aria.
Che mancherai.
Mi mancherai.
Andiamo. Vivi e vedi ciò che devi.
Liberati dalle catene.
Che lo farò anche io.
La vita: è come il vento. Non la tieni tra le mani, ma la avverti tra le cellule del tuo corpo."
Me lo scrisse prima della mia partenza e mi commossi molto, perché aveva capito molto di me senza che le rivelassi più di tanto.
Così la rileggo e una di quelle frasi in questi giorni mi sta veramente scuotendo.
"Sarai mai di qualcuno?"
Già: sarò mai di qualcuno? Anche io spesso temo che non apparterrò mai.
A nessuno... mai.
(E fa male.)
"Ascoltavamo i Radiohead, mentre tu guardavi fuori dal finestrino.
E i lunghi capelli erano al vento.
Sorridevi, felice. L'estate era arrivata e tu non ci credevi.
Te ne saresti andata quell'anno, e già lo sentivi nell'aria.
Già partita per un posto che nessuno conoscerà mai. Nessuno entrerà mai.
Nessuno. Mai.
E guardavi il paesaggio mutare, e mi raccontavi degli esami e della famiglia che non ti sarebbe mancata.
Dicevi che c'era tanto da vedere, tanto da ascoltare, da vedere, incontrare. Volevi conoscere tutto, ogni cosa. Ma i professori non ti avevano mai insegnato nulla.
(Ti hanno solo rubato l'anima.)
E ogni giorno ti alzavi con un anno in meno.
Che ti stavano facendo quelli?
Ma ora stiamo ascoltando i Radiohead e tu guardi fuori. Già persa chissà dove.
Sarai mai di qualcuno?
No, come l'aria passerai da un posto all'altro. Come me, te, non apparterrai mai.
E capirai.
E capirò.
Che niente ci viene insegnato dagli altri. È la natura che stupisce.
Gli umani... oh, gli umani. Sono solo una delusione continua. L'hai già capito, vero?
Si vede dagli occhi.
Perciò partirai quest'anno e già lo si avverte nell'aria.
Che mancherai.
Mi mancherai.
Andiamo. Vivi e vedi ciò che devi.
Liberati dalle catene.
Che lo farò anche io.
La vita: è come il vento. Non la tieni tra le mani, ma la avverti tra le cellule del tuo corpo."
Me lo scrisse prima della mia partenza e mi commossi molto, perché aveva capito molto di me senza che le rivelassi più di tanto.
Così la rileggo e una di quelle frasi in questi giorni mi sta veramente scuotendo.
"Sarai mai di qualcuno?"
Già: sarò mai di qualcuno? Anche io spesso temo che non apparterrò mai.
A nessuno... mai.
(E fa male.)
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Oswin