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Naeran Vamoira

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http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137353085004

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
La mia mano si avvolse d'un calore improvviso quando fu avvolta da quelle di Xavier. Il suo calore corporeo non si avvicinava minimamente a quello di un qualsiasi essere con il quale ero venuto in contatto nell'arco della mia vita e ciò comprendeva soltanto umani ed elfi ed io, un mezzelfo.
Al suo contrario, ero un pezzo di ghiaccio che congelava nel bel mezzo di una tempesta che voleva evitare ma che al tempo stesso non riusciva ad allontanare perché, come un bambino al luna park per la prima volta, ero rapito dalla figura di quel ragazzo, ed il bambino invece era rapito dalla giostra più fantomatica del parco: le montagne russe più alte del sudetto.
Mi sentivo così, un bambino, meditabondo, lunatico e testardo: avrei fatto qualsiasi cosa pur di tornarmene a casa e fare una doccia calda, cercando di ignorare le urla di risentimento nei miei confronti di mio zio, ma ora volevo soltanto vedere quel ragazzo desistere dalla sua folle idea.
-Per quanto io ne sappia...Non sei immortale.
L'immortalità è stata negata a noi elfi, noi eravamo spiriti, una sorta di divinità della Natura, per un capriccio ci hanno dannati ed eravamo supremi in ciò.
Non voglio arricchirmi di parole, dopotutto sarei rimasto un bastardello mortale per sempre, no?
Non so cosa mi faccia parlare esattamente, Xavier.
Forse il fatto di non essere l'unico essere vivente nel raggio di qualche chilometro ad avere sangue non umano mi ha risollevato l'umore; un umore rimasto a terra per mesi e la mia mente è costernata di orrore.
La tua presenza è stato un briciolo d'allegria nel mio animo e non potrebbe interessarti di me, ma allora perché prendermi la mano, stringerla e raccomandarmi di andartene, dicendo l'ovvietà della mia prsunta morte?
Desisti, licantropo, la rabbia è troppo forte nell'aria.-
Furono le mie parole prima di ritrarre la mano e stringermi entrambe le braccia al petto, tremante e ancora un po' sanguinante, ma determinato in un qualcosa che non aveva il minimo senso da un lato razionale, mentre l'irrazionalità era presente ed era l'unica cosa che avesse mai partorito la mia mente.

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http://ask.fm/agnese_tsukumi/answer/137983103813 http://ask.fm/agnese_tsukumi/answer/138025504069

agnese_tsukumi’s Profile Photoagnese tsukumi
Lesto mi allontanai dalla finestra, avvicinandomi al letto dove stava la ragazza, troppo timoroso e all'erta peró per mettermi seduto.
-Come fai a dirmi di non preoccuparmi? Dannazione. Come puoi essere certa di queste cose?-Sussurrai, non volevo farmi udire nemmeno minimamente.
La prima volta avevo avuto fortuna, ma quella volta non sarei stato così tsnto facilmente agevolato dall'ambiente circostante.
Inoltre, lei era ferita, era in via di guarigione certo, ma fino a prova contraria le bende s'insozzavano ancora del suo sangue: aveva bisogno di me e non potevo lasciare che se ne andasse a zonzo ancora barcollante.
Con uno scatto fulmineo mi avvicinai alla finestra e la chiusi, per poi abbassare delicatamente le tapparelle, senza causare rumore, almeno non acuto, pianissimo, basso, appena percettibile.
Chiusi anche le tendine color porpora per sicurezza, volevo essere sommerso interamente dal buio: vedevo, ma egli non vedeva me e questo mi bastava a rendermi ancora più tranquillo.
Per quanto fosse utile, mi sedetti sul letto, incrociando le gambe.

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http://ask.fm/Alyssa_Role/answer/137032207682

Quel vicolo aveva un odore peggiore di quel che avevo immaginato.
Fortinatamente dall'altezza della mia finestra non si sentiva e non avevo la minima intenzione di acuminare l'olfatto quando stavo lì.
Fui costretto a tapparmi naso e bocca con le mani e a procedere a ritroso, nell'oscurità, pregando di non svenire per la puzza.
-Ei! Ragazzo...Hai del whiskey per un povero barbone?-
Mi ero dimenticato della solita affluenza di meschinità e frivolezza antiquata che governava il bassofondo della mia camera da letto.
Passai affianco a quell'uomo miserabile, colpito dalle angherie della vita, con dolore, ignorandolo, io non potevo fare niente per aiutarlo e di certo l'alcool non sarebbe stato la sua risposta ai suoi problemi.
-Ei, bastardo! Parlavo con te!-Sbotto egli, cercando di alzarsi, aiutandosi poggianfosi con la schiena contro il muro dietro di sé, ma non appena mise entrambi i piedi in posizione, cadde nuovamente a terra, imprecando a gran voce.
Era ubriaco fradicio, la puzza non mentiva al mio naso.
Torno ad ignorarmi e comincio a prendersela con l'asfalto odorsnte di piscio e feci.
Una volta fuori dal vicolo tirai una boccata d'aria fresca e semi-pulita, non era quella di casa ma era di certo migliore di quello spazio angusto che avrei volentieri murato.
Ed ora...Da che parte?
La notte in quella nuova sistemazione serbava per me un sacco di misteri che mai avrei compreso ed anche...Un sacco di apparizioni surreali.
C'era qualcosa nell'aria, qualcosa di mutevole e di ingannevole, qualcosa da non sottovalutare.
Digrignai i denti, all'erta, la guardia alta ed il profilo basso per passare inosservato.

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http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137331215436 // I'm so sorry per il ritardo, ma ieri il mal di testa si è fatto più forte e son stato costretto a spegnere il pc. Stupido cervello... //

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
-Se questo é ció che desideri.-Mi scostai, indicandogli con un gesto del braccio destro la via per poter uscire dal parco e dirigersi verso un'agonia che forse non avrebbe nemmeno scalfito la sua pelle dura.
Mi misi dietro di sé e constatai solo allora che gli arrivavo giusto alle spalle: mi faceva sentire così piccolo ed insignificante.
-Se permetti mi uniró a te.
La Natura puó far male, sai?-
La pioggia nel frattempo aveva soltanto massimizzato la sua potenza, avrebbe continuato così addirittura per tutta la notte, se non fino al mattino. Non me ne sarei affatto sorpreso.
Chissà cosa combinava la mia famiglia umana, coloro che dovevo abituarmi a figurare con quel nome, dal momento che la mia famiglia ed il mio posto dove stare non erano qui.
Fui colto da uno sbuffo e presi a fissare la figura di Xavier per distrarmi, per far scorrere altre immagini dinnanzi i miei occhi, sostituendo ricordi che sembravano lontani secoli, anziché quale mese.
-Xavier...Un bel nome.-
Il suo corpo aveva molti più muscoli del mio, non che fosse difficile, avevo un corpo asciutto e snello, ideale per correre tra gli alberi, silenzioso e muoversi nell'ombra, agile.
Lui era un combattente, saltava subito ai miei occhi, uno scontro diretto con lui sarebbe stato fatale.
-Non farmi male, licantropo, mi piace sedermi sugli alberi, vorresti davvero privare una creatura dei boschi da ció?
Anche i lupi sono creature dei boschi, no?-
Dissi, mentre i capelli mi ricadevano davanti gli occhi, pizzicandoli dolorosamente, dal momento che erano bagnati.
-Verró con te a vedere la Madre sfogarsi sull'umanità.-

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httpaskfmXavierwwanswers137331215436  Im so sorry per il ritardo ma ieri il mal

http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137325505356

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
Rimasi momentaneamente paralizzato, incredulo dinnanzi il suo gesto. In breve, il dolore cominció a diradarsi, a trasferirsi in lui. Riuscivo a sentirlo, scorreva nel suo corpo, pulsando sotto la pelle.
Quando ebbe finito mi sentii ridollevato, sebbene pulsasse ancora un po', era sopportabile rispetto a prima e non ero più costretto a fingere che non facesse male.
Il sangue aveva smesso di fluire dalle mie feritr, ancora aperte, ma con le emorragie bloccate.
-G-grazie.-Dissi, con un filo di voce, ancora intontito.
-Non ho mai visto niente del genere. Nemmeno gli Elfi Alti della mia patria riuscivano a fare queste cose.-Continuai, svelando più del dovuto su di me, ma oramai non contava più.
-Qual é il tuo nome, Ragazzo Dell'Organo? Non posso continiare a chianarti così, anche se é molto melodico nella mia testa, perché risuona quella splendida melodia chebhai suonato qualche ora fa.
Io sono Naeran, é un onore essere al cospetto di una creatura ove ho solo sentito storie al riguardo.-
Mi inchinai, dolcemente e lievemente, mostrando la mia ammirazione..Non riuscivo a crederci, esistevano davvero ed uno di loro era al mio cospetto, veramente splendido.
Era così affascinante, non riuscivo a toglierli gli occhi di dosso.
Ma lo feci quando fui colto da tre starnuti.
-Ah, dannazione...
Sai, gli elfi non si ammalano, ma io sono un bastardo in verità. Un mezzelfo.-Spiegai.
-Sei ancora intenzionato con il tornado, vero?-
Un secondo fulmine ruppe lo scrosciare monotono della pioggia, facendomi sussultare per la sorpresa.
-Ti prego, non farlo...-

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http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137313158476

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
Sul mio viso spuntó un'espressione stupita ed in un lampo i miei occhi tornarono al loro colore originale: chiari, quasi trasparenti, ma sempre più adatti dei Dannati.
Piegai leggermentr il capo, cercando di carpire meglio ció che avevo udito: un ringhio.
Un essere umano non sarebbe mai stato in grado di ringhiare all'eguaglianza di un animale e quel bagliore vermiglio specchiato nel mio ne era una seconda prova.
Oramai non potevo nascondermi più.
Ecco perché non si preoccupava di alcunché attorno a lui: non ne aveva il minimo bisogno, era protetto dalla sua stesss figura, quasi imbattibile.
Ma dentro egli c'era qualcosa di così misterioso ed agonizzante che mi faceva desistere dall'abbandonarlo.
Rimasi a terra e con la mano sinistra scostsi i capelli dal rispettivo orecchio, rivelando ch'era più lungo di un orecchio umano, non arrontondato sulla cima ma quasi a punta, di un colore roseo acceso e violaceo, che si sfumava verso il lobo, fino a camuffarsi col pallore della pelle. Scoprii anche l'altro orecchio, uguale e poi le ricoprii, risistemandomi i capelli.
-É questo che desideri, no?-Mi alzai in piedi, facendo leva sulle gambe ancora un po' doloranti, ma non ci badai e posai le dita sul maglione oramai fradicio ed aderente al mio corpo e lo sollevai fino a scoprire il petto: su di esso stagliava un pentacolo dai medesimi colori delle punte delle orecchie; esso era unito alla carne e stava a simboleggiare la mia natura bastarda.
Ritirai giù l'indumento, coprendo quel simbolo una volta per tutte.
Mi avvicinai di più poi, mosttandogli per bene la base dei capelli. -Io non ho i capelli neri in realtà, ma bianchi, questa é solamente una tinta per coprirli.
Sei soddisfatto, adesso?-Domandai, incrociando le braccia al petto, imbarazzato e un po' irritato. Ero venuto meno alla promessa fatta allo zio. Peró nemmeno lui era un umano, non avevo di che preoccuparmi dunque, no?
O forse era peggio di quel che sembrava.
La sua aurea pericolosa. -Non farmi del male, licantropo

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httpaskfmXavierwwanswers137313158476

http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137308313932 // http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137312381772

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
Non riuscivo a capire cosa mai volasse per la mentr fi quel ragazzo, era del tutto folle e spaesato con le circostante, non vi erano dubbi.
Insomma, un albero lo aveva appena trafitto mortalmente e lui se ne stava ttanquillo come se niente fosse e la sua più grande prroccupazione era quella stupida maglietta! Ed il più grande desiderio un tornado, quel dannato tornado che avrebbe potuto spazzarci via in un baleno come fossimo degli steli d'erba staccati da qualche bambino sfrontato ed annoiato che voleva divertirsi in un modo del tutto sadico. -Ma le schegge sono penetrate nel cuore...Nei polmoni...C-come puoi non preoccupartene?-Non avevo parole, non sapevo che dirgli né come comportarmi. Sapevo solo che non volevo andarmene, non potevo, non sarei rimasto tranquillo a saperlo in giro con quel tempaccio.-Le mie ferite sono soltanto dei graffietti. Non sono nulla.-Commentai, per poi distogliere lo sguardo e posarlo a terra, dove si era creato del pantano. In realtà, facevano molto male, bruciavano e pulsavano e la pioggia non le ripuliva affatto, quell'acqua sporca peggiorava soltanto le cose. Non me ne importava. Al diavolo la mia figura.Il Ragazzo Dell'Organo era diverso da quella mattina, aveva assunto una personalità che non mi faceva di certo pensare allo stesso ragazzo che stava suonando in una Chiesa adornata, anzi, ma era comunque lui: enigmatico. Questo era affascinante, ho sempre avuto un debole per le cose che non capivo e lui ne faceva parte in forma eterea.
-Perché fai così?-Il mio tono di voce era basso, pacato, quasi disperso nell'aria elettrificata attorno a noi.
-Ho maledetto un albero della Terra per salvarti e non me lo perdoneró mai.-Caddi in ginocchio, sporcandomi più di quel che ero in realtà.
-Ma non mi interessa dell'albero, oh, Madre perdonami! Mi interessa di te, della tua vita e non so nemmeno il perché.Vuoi andare dentro il tornado?Beh, sappi che niente mi farà desistere dal seguirti.-Alzai lo sguardo, rivelando due occhi cremisi.

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httpaskfmXavierwwanswers137308313932  httpaskfmXavierwwanswers137312381772

http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137258274380

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
Accadde tutto in un attimo. Non ebbi nemmeno il tempo per urlare o arrestare le intenzioni del ragazzo che mi ritrovai inerme, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, con ancora addosso il terrore del frastuono precedente, che mi aveva colto di sorpresa, una sorpresa spiacevole, le odiavo.
Il terrore, tuttavia, non fece che intensificarsi alla vista mortifera ed agonizzante del Ragazzo Dell'Organo dinnanzi i miei occhi.
Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quel grosso ramo conficcato nelle sue carni, dal suo sangue che zampillava come una fontana e non sembrava volesse arrestarsi, dal dolore che provava e che provavo anche io.
-S-sento il tuo dolore...-Sussurrai, con il medesimo fiato mozzato.
Dovevo fare qualcosa, mi sentivo responsabile, lui se ne stava andando dal parco, no? Stava andando via! Ed io l'ho trattenuto perché temevo per la sua vita ed ora ero stato io stesso l'artefice di un'azione mortale dovuta alla Natura che, a quanto sembrava, aveva deciso di punirmi con castighi e fustigazioni oltre la norma.
Dovevo fare qualcosa. Quell'albero era ormai morto, ma forse...Forse aveva ancora un briciolo di linfa vitale dentro di sè, gli ultimi istanti prima di accasciarsi al suolo e morire in un boato di malinconia.
-Tieni duro, ti prego! Stringi i denti quando te lo dico!-
Mi avvicinai all'albero, poggiandovi sopra i palmi per sentirlo al meglio e chiusi gli occhi: in un attimo vidi l'intera sua esistenza; era un albero centenario, molto robusto, ma non abbastanza, gli essere umani, con le loro decorazioni in cemento attorno al ceppo, ne avevano usurato lo spazio e le radici s'erano incrinate, sarebbe caduto ugualmente da un momento all'altro, ma il fulmine gli aveva conferito forza ulteriore.
-Adesso! Stringili adesso!-Afferrando il grosso ramo con le mani, ignorando le piccole schegge che mi si conficcavano sottopelle, cominciai a tirare, sussurrando le parole del rituale contro le angherie della Natura che mia madre aveva insistito tanto per insegnarmi, dicendo che prima o poi, avrei dovuto fare qualcosa contro ciò che amavo di più al mondo.
-Perdonami, Madre...-Gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma non volevo lasciarle andare, così mi offuscarono la vista, nell'esatto istante in cui il ramo cominciò a gretolarsi e fui costretto a tirare, per non rischiare che ulteriori schegge danneggiassero l'interno di quel ragazzo e per poco non caddi una terza volta, strusciandomi contro il tronco, ancora appoggiato alla figura del Ragazzo Dell'Organo.
-Devi toglierti di qui! Devi farti togliere le schegge che ti sono entrate, per favore, lascia che ti aiuti, voglio rimediare al mio sbaglio, non me lo perdonerei mai altrimenti!-
I palmi delle mie mani sanguinavano, le schegge erano veramente taglienti e la pioggia faceva pizzicare quei taglietti aperti, non osavo nemmeno immaginare il dolore del ragazzo...Anzi, lo sentivo e volevo che cessasse.

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httpaskfmXavierwwanswers137258274380

http://ask.fm/agnese_tsukumi/answers/137921222725

agnese_tsukumi’s Profile Photoagnese tsukumi
Non dovevi riassorbirlo il sangue allora se era stato infettato.
Non é di aiuto né per te né per me.
Hai aggravato la tua situazione e reso in enorme parte inutili le cure mediche naturali che ti ho somministrato; e le lenzuola ed il muro dell'appartamento potevo tranquillamente ripulirli io stesso, come avevo già deciso in precedenza.-
Sbottai, piuttosto infastidito dal suo gesto.
Ora non farmi beccare dalla zia o dallo zio o da mio cugino sarrbbe stato ancors più complicato, perché lei aveva bisogno di cure ed i suoi atti da volermi essere d'aiuto non avevano fatto altro che complicare le cose ad entrambi.
-Non posso occultare un cadavere.
Chi lo ha ridotto così e stava per ridurre nelle medesimi condizioni anche te va fermato ed occultare una prova non é soltanto rendersi complici di quel demonio, ma mettersi nei guai con la legge uman-ehm, con la legge.-Conclusi frettolosamente.
Avevo bisogno di restare nascosto.
Lo zio si sarebbe infuriato se qualcuno avesse scoperto che rappresento la parte stramba della famiglia, non potevo rischiarr, in nessun modo.
Non sapevo cosa fare, se aiutarla con il corpo o andare dritto alla polizia; ma cosa poteva fare la polizia con un non-umano? Assolutamente nulla.
-Per caso...Il cadavere é stato utilizzato come trappola per adescarti?
Se voleva solamente questo...Ei non che non me ne importi eh, altrimenti non ti avrri salvato, invece l'ho fatto...Potresti occultare il tuo aspetto.-
Io stesso ero stato costretto a farlo.
Anche se in minima parte, con la tinta per capelli, gli abiti non appartenenti alle mie origini, il soffocare alcuni comportamenti mal visti dagli umani, tutto per restarmene nascosto e poter vivere "da persona", come direbbe lo zio.
Lo stesso poteva fare lei, cambiare il suo aspetto, trasferirsi, come avevo fatto anche io.
Tuttavia, non ero mai stato contento riguardo ció, ma i miei genitori lo hanno fatto per salvarmi la vita e questa era un po' la medesima situazione, più o meno.

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httpaskfmagnesetsukumianswers137921222725

http://ask.fm/kristopher001/answer/136580246605

kristopher001’s Profile PhotoKristopher Callagan
Aiutai il ragazzo ad alzarsi, prendendolo per un polso. Non appena fu in piedi notai che anche sui suoi indumenti si era appiccicato del terriccio e dei fili d'erba.
-Ho notato che balbetti piuttosto spesso, beh, ti chiederei di non farlo da qui in poi. Perlomeno cerca di trattenerti, sei insicuro, hai paura, è comprensibile, ma controllati. Il più piccolo errore manda a monte anche le menti più brillanti ed i migliori strateghi, sai?-Gli dissi, con tono pacato e gentile, per poi voltargli le spalle, incamminandomi lungo il perimetro del Palazzo D'Arte, rimanendo dall'altra parte della strada però, così dal non attirare occhi indiscreti sulle nostre figure.
Mi ero già intrufolato in luoghi nei quali non avevo libero accesso in passato e non mi ero mai fatto beccare, ma ero da solo, non avevo mai lavorato con qualcuno; la sua presenza mi metteva una leggera pressione addosso, dovevo pensare per due, il doppio, fare ancora più attenzione al minimo passo o gesto o anche singolo pensiero.
Feci per attraversare la strada, ma mi bloccai e con il braccio sinistro bloccai la strada anche al ragazzo ch'era con me, impedendogli di proseguire il cammino.
-Vedi? Lassù, sulla porta sul retro? Se aguzzi la vista si riesce a vedere una piccola luce lampeggiante, quasi trasparente. La telecamera è ben nascosta, ma la sua spia è ben visibile.-Ammutolii improvvisamente: io riuscivo a vedere quella luce invisibile agli occhi umani per il semplice motivo che non ero un umano, mentre lui, non sarebbe riuscito a vederla. Decisi di cambiare discorso, per non farmi scoprire.
-Come ti chiami, allora? Potremmo finire in galera assieme e non so nemmeno il tuo nome, che ne dici di dirmelo, futuro compagno di cella?-Scherzai, sorridendogli di rimando.
Rimasi deluso nel vedere il retro del Palazzo D'Arte così spoglio di decorazioni rispetto alla facciata principale; la differenza dopotutto stava proprio in ciò, non era di rilevanza, ma quel lato era veramente inguardabile. Gli esseri umani erano davvero pigri. Avevano ottimo gusto estetico, ma non lo sfruttavano a dovere e questo lasciava la loro specie con un vuoto sempre più grande ed incolmabile.

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http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137249180748

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
Quel ragazzo era uscito senz'ombra di dubbio di senno, tutta quella pioggia gli aveva certamente dato alla testa ed ora blaterava sentenze prive di alcun senso.
Non appena mi diede dimostrazione che credeva realmente alle sue parole e che fosse intenzionato a proseguire fino in fondo in quell'assurda ricerca, lo afferrai per un braccio, stringendo le mie dita al tessuto dell'indumento completamente bagnato ed aderente al suo corpo, quasi fuso del tutto con esso.
-Non puoi andare! Rischieresti di farti seriamente male!
Guarda me per esempio! Sono semplicemente scivolato, la prima per evitare un'automobile e la seconda per colpa di tutta quest'acqua!-
Non so perché fossi così preoccupato per Il Ragazzo Dell'Organo, lui era psemplicemente uno sconosciuto per me, come io lo ero per lui, nient'a ltro ci accomunava se non l'essere in balia di un temporale che, a detta di lui non era nemmeno nel suo massimo splendore.
Non mi piaceva affatto tutto ció, volevo solo mi ascoltasse ma la sua testardaggine ed il suo orgoglio erano fin troppo tangibili per i miei sensi andati, almeno non a questa piccolissima distanza tra me e lui.
-Devi tornare a casa! Essere in un luogo asciutto e ben riparato! Di norma sarei stato come te, in balia della pioggia ma la civiltà umana ha reso tutto quanto più pericoloso e mortale, non puoi farlo!-
La pioggia marcava le mie guance solcandole, carezzando la lunga ferita del viso, come se cercaase di ripulirla e medicarla, ma la faceva solamente bruciare come un'anima in pena spedita dritta all'Inferno per volere di qualcuno di superiore ad essa.
Non mi interessava delle ferite, erano niente in confronto a quel che sarebbe potuto accadere se quel ragazzo si fosse ostentato ancor di più oltre al limite, in rimostranza di qualcosa che non riuscivo a comprendere, benché ci stessi provando con tutte le mie forze, era indecifrabile; affascinante.

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httpaskfmXavierwwanswers137249180748

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Le stelle quella notte mi stavano offrendo uno spettacolo che avrei senz'ombra di dubbio definito fuori dal normale.
Il motivo era semplice e scontsto per qualcuno che viveva lontano dai boschi da qualche mese oramai: la loro visibilità.
I lampioni di tutto il quartiere erano saltati ed anche la luce elettrica delle case e le luci lungo le rampe dei garage e dentro di essi: avevo imparato che la notte almeno una di essere rimaneva accesa, per quale motivo non lo sapevo, forse per darmi semplicemente fastidio e farmi imprecare a bassa voce per non essere udito.
Solamente qualche candela s'intravedeva fuori dalla mia finestra alla quale ero poggiato con i gomiti, dopo una breve occhiata a ció che mi circondava tornai con il nasocper aria, a scrutare quelle masse gassose e luminose far breccia per la primissima volta su uno sfondo nero urbano che per quella notte potevano tornare ad appropriare come loro.
Non le vedevo in modo così nitido da troppo tempo, non era la stessa cosa della mia vecchia casa che mi mancava ogni singolo giorno ma era il più bel regalo che potessi ricevere da parte di questa sanguinolenta civiltà che tappa le ali persino a ció che appartiene al passato e che regna sul modo da molto più tempo degli esseri umani e delle creature come me.
Sospirai, staccandomi poi dalla finestra.
Avevo bisogno di farlo o mi sarei intristito fin troppo e volevo decidermi sul da farsi.
Notte fonda e nessuna voglia di dormire o semplicemente stendersi sul letto a riposare per non rischiare una botta di sonno ed improvvisa caduta nel regno degli incubi. Nessuna luce e nessuna candela con me. Non avevo idee. Di norma mi sarei messo fuori ad osservare le stelle ed era quello cge stavo facendo, ma non da una finestra, ma dal ramo di un albero. Ora che ci pensavo, sotto la mia finestra vi era un vicolo che sbucava dritto in una piccola piazza ove vi era qualche grosso albero; in poco tempo sgattaiolai fuori dalla finestra e mi ritrovai all'aperto, in un vicolo nauseante.

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Le stelle quella notte mi stavano offrendo uno spettacolo che avrei senzombra

http://ask.fm/Iamdead__/answer/136944118558

Iamdead__’s Profile PhotoKeiji Naito
Il mio sguardo malevolo nei suoi confronti si fece più accentuato e cominciai a domandarmi con più serietà se mi stesse prendendo in giro facendolo apposta o se soffrisse di perdita di memoria a breve termine.
-Mi pare ovvio quale sia il posto: il bar a pochi metri alla mia destra di questo vicolo.-Rivangai, sempre con tono piatto, con una nota di fastidio. Non vedevo l'ora che questa giornata irritante finisse al più presto.
Mi staccai dal muro del vicolo, per poi avviarmi verso la sua uscita, sprofondando nuovamente in mezzo alla folla, sul marciapiede trafficato, ove spi rischiava d'essere presi a spallate se non s'aveva un'ottima accortezza.
La fortuna quella volta dettava regole con una sfumatura diversa peró: la pioggia aveva lasciato quel marciapiede, di norma affollato, sgombro, umido e scivoloso.
Ripresi ad incamminarmi verso quel bar, oramai incurante di bagnarmi, essendo già zuppo, non potevo certo peggiorare, a meno che non mi beccassi un raffreddore, cosa più che propabile in verità, dannazione.
Odiavo il raffreddore, rammento di quando ero un bambino, come cercavo inutilmente di stapparmi il naso ventiquattr'ore su ventiquattr'ore, tirando su con il naso fino a farmi venire il mal di testa, soffiandomi il naso, respirare ed espirare con il naso, mettere una pomata per aiutare la respirazione sotto di esso, sul torace e successivamente sulla schiena con l'aiuto della mamma, ma era tutto inutile. Esso pretendeva di durare minimo una settimana prima di lasciarmi in pace.
Si trattava di una vera e propria Odissea che ben presto avrei rivissuto, questa volta peró senza l'aiuto della mamma...
Scossi la testa, scacciando quelle memorie pulsanti di dolore, cariche di pugnali pronti a scoccare e trafiggermi e svoltai a sinistra, entrando nel bar dal quale fui cacciato qualche istante prima. Notai il proprietario ancora fermo dietro il bancone pronto ad infuriare nuovamente contro la mia figura, ma fui più rapido, comunicandogli che volevo ordinare qualcosa.

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httpaskfmIamdeadanswer136944118558

http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137199240780

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
Non facevo altro che correre e correre e correre; avevo corso per svariati isolati, senza fermarmi mai, sebbene fossi scivolato un paio di volte ferendomi ulteriormente, aprendomi una nuova ferita, questa volta sul volto: attraversava il mento e la guancia destra, fino al rispettivo sopracciglio.
Il sangue era lavato via dalla pioggia ma non faceva altro che ripresentarsi come un ospite indesiderato piuttosto opprimente e testardo e soffocante.
Quando fui allo stremo, mi fermai, su quel che contavo fosse un marciapiede e non una strada questa volta.
Le gambe bruciavano e pulsavano di dolore, i muscoli erano stati sovraccaricati questa volta e dolevano come non mai in tutta la mia vita.
Solamente ora mi rendevo conto di star andando alla cieca e presi a guardarmi attorno, confuso, spaesato e terrorizzato.
Dovevo tornare a casa, ma da che parte era casa in quell'inferno d'acqua?
Avvicinandomi alla mia sinistra, riconobbi le sbarre di uno dei parchi della città e feci più o meno mente locale: ero lontanissimo.
La mia casa era pressoché dall'altra parte della città ed orientarmi in quel temporale furioso che troneggiava come sovrano era impossibile.
Tuttavia, se perlomeno non ci provavo non andavo da nessuna parte al cento per cento.
Mi inoltrai nel parco, avrei tagliato per esso, risparmiandomi un po' di strada.
Era allagato, la fontana che si trovava al centro di esso, ben decorata e che lo caraterizzava stava straripando manco fosse un fiume in piena pronto ad esondare nella città. Oramai ero talmente fradicio che non capivo più dove iniziava l'acqua e dove iniziava il mio corpo.
Ad un certo punto, nella nebbiolina grigiastra composta dalle gocce d'acqua, vidi la figura di un ragazzo, che divenne sempre più nitida man mano che avanzavo.
Quando fui a pochi passi da lui, lo riconobbi, era Il Ragazzo Dell'Organo.
Una strana coincidenza ritrovarlo dopo un po' di tempo, in una situazione così pericolosa quanto bellissima.
-Che accidenti fai qui fuori?!-Domandai.

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httpaskfmXavierwwanswers137199240780

http://ask.fm/CELESTlALPRINCESS/answer/138613475756

Non appena mi accorsi di essere fissato, mi alzai, continuando a tenere in braccio il piccolo gattino miagolante, stretto tra le mie braccia, che faceva sonoramente le fusa.
Si era aggrappato con le piccole unghiete, timoroso di cadere, aveva arpionato per bene la mia maglietta, tralasciando la pelle sotto di essa; a quanto sembrava, era già in stretto contatto con me.
Questo sì che era un dono.
Non appena fui ad un passo di distanza dalla ragazza, le avvicinai la piccola creatura nera come la fuliggine al viso e lui la guardò con gli occhioni gialli spalancati, per poi miagolare di rimando, come se si stesse domandando cosa diamine stava accadendo.
Continuava a miagolare, sempre più insistentemente del tipo "A me non interessa se non vi conoscete, voglio le coccole, che qualcuno mi accarezzi, adesso!"
-Vuoi tenerlo tu?-
Le domandai, prendendo senza troppi scrupoli posto accanto a lei.
Il silenzio era stato finalmente rotto ulteriormente, da una voce di un essere umano, no, di un mezzo umano, un mezzelfo, la mia, unita a quella del piccolo gattino.
-Non morde, guarda...-
Ma non appena avvicinai le dita alla bocca del piccolo, ne approfittò per mordicchiarle.
-Con quella frase intendevo che non fa male, è un cucciolo, non so quanto abbia, ma è piccolo, così piccolo che non si allontanerebbe mai dalla mamma e non ho mai visto gatti qui in giro.
Tu?-

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agnese_tsukumi’s Profile Photoagnese tsukumi
Quando il sangue si ritrasse in un sol colpo, velocizzandosi man mano che si avvicinava verso la figura della ragazza, per poi svanire nuovamente all'interno del suo corpo, quasi com'era uscito, rimasi sbalordito, con la bocca spalancata, senza parola alcuna.
-Co-come hai...?-
Non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto, non mi venivano le parole, morivano in gola ancor prima d'essere formulate nella mia mente.
In tutta la mia vita ne avvo viste di cose strane, dopotutto non appartenevo alla normale decenza che hanno gli esseri umani per definire la normalità, ignorando le stravaganterie che li circondano e le potenziali azioni che potrebbero fare con la loro forza di spirito, mai avevo visto cose come quel giorno; avevo fatto il pieno di cose bizzarre, lo ammisi.
Fissai poi il detergente ed il panno semi sporco che avevo portato con me e li gettai a terra, scrollando le spalle, erano inutili oramai.
-Er...Po-potresti farlo anche con...?-Con l'indice della mano destra indicai le lenzuola e le coperte a terra inzuppate di sangue rappreso che aveva creato nella stanza un odore stagnante e macabro che mi dava alla testa, stuzzicandomi i sensi.
Avrei sempre potuto mettere il tutto in lavatrice, con un lavaggio veloce ma efficace; ma il rumore di questa avrebbe sen'alcun dubbio attirato la zia che avrebbe cominciato a fare domande sul perché l'avessi azionata e poi sul come si fossero sprocate quelle cose e se mi ero rifatto il letto in modo corretto e avrebbe voluto controllare, no, no, no, non potevo assolutamente rischiare, ma se lei non mi avesse dato mostra di questa sua abilità lo avrei fatto.
Tuttavia, in fondo ero speranzoso.

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kristopher001’s Profile PhotoKristopher Callagan
Scrutai il ragazzo per qualche istante, prima di riscuotermi e rispondere prontamente alle sue richieste.
-Ti guardavo da quela finestra laggiù perché trovo sia uno scempio imperdonabile il non assistere ad una mostra così bella e la mancanza di denaro non è assolutamente una scusa, sai?-Sorrisi appena, inarcando all'insù gli angoli delle labbra rosee e sottili.
Successivamente mi alzai da terra, scrollandomi con le mani il terriccio ed i sottili fili d'erba che si erano attaccati agli indumenti neri.
-Vieni, dai.
La vedrai questa mostra, sebbene io nona mi condividere ciò che preferisco e prediligo con altre persone, mi fai pena.
I Palazzi come questo hanno sempre delle porte sul retro.
Sorvegliate certo, sia da guardie che da telecamere, ma non saranno un problema, a meno che tu non te la faccia sotto, in quel caso non posso aiutarti, non ho dei pannolini con me.
Allora, vieni?-
Gli porsi una mano, per aiutarlo ad alzarsi ed attendevo solo che l'afferrasse, oppure che la spingesse via, in ogni caso, io sarei tornato dentro.

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agnese_tsukumi’s Profile Photoagnese tsukumi
Sospirai, osservando la ragazza inerme sul mio letto, sopra le coperte.
Non ci avevo pensato a questo, e se avesse freddo?
Naturalmente aveva freddo.
Aveva perso molto sangue e aveva la febbre, i tremori si riversavano su tutto il suo corpo ed io ero stato così stupido e disattento dal non averle dato nemmeno una coperta con cui ripararsi.
-Io adesso devo pulire il sangue, se ti senti stanca puoi tranquillamente dormire, ma prima dovrai aiutarmi.
Devo togliere le lenzuola sporche di sangue ed anche la coperta, inoltre dovresti darmi anche i tupi vestiti: sono luridi e non appena ti do un'altra coperta la sporcheresti.-
Mi alzai, dirigendomi verso la sedia della scrivania, sulla quale albergava una piccola montagnola di vestiti puliti che non riponevo mai nell'armadio, soprattutto perché non era mai stato nelle mie abitudini.
Presi un paio di pantaloni della tutta ed un maglioncino e glieli lasciai ricadere sul letto, al suo fianco.
-Sono un po' grandini. Sai, questi vestiti non sono miei, ma di mio cugino e, come puoi notare sono abbastanza piccolo e mingherlino, ma sono gli unici vestiti che posso darti.-Le riferii, per poi afferrare un detergente ed un panno per pulire che avevo riportato su dallo stanzino nel sottoscala.
-Con permesso.-Mi inchinai, un inchino breve che comportava il volto e appena il busto e poi svanii dalla finestra, cominciando a ripulire il sangue dal bordo del muro della casa, dove tutta questa tragedia ebbe inizio.
Inoltre così, le davo la giusta privacy per cambiarsi.

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agnese_tsukumi’s Profile Photoagnese tsukumi
-E-ei! Calmati!-Le dissi doveva rimanere tranquilla, le sue ferite non erano ancora del tutto guarite ed erano molto gravi, se si agitava avrebbe solamente ostacolato la guarigione e l'agire delle erbe mediche.
Presi la ciotolina dove avevo impastato per bene le erme mediche e la feci vedere alla ragazza, così dal metterla al corrente su quanto avevo fatto e, magari, si sarebbe tranquillizzata sapendo ogni cosa.
-Ti ho portata qui e ti ho curata con delle erbe mediche particolari, vedi? Le ho masticate e messe in questa ciotola per comprimerle al meglio assieme, poi te le ho messe sulle ferite e le ho fasciate, dovrebbero rimarginarsi entro qualche giorno, ma se ti agiti così mi rendi il tutto solamente più difficile.-
Ero indeciso se riferirle o meno che cosa fosse successo esattamente, non volevo che si agitasse, ma nascondere le cose non era mai un atto caritatevole, quanto un atto di paura incondizioanta e futuri sensi di colpa dell'artefice.
Mi sedetti in fondo al letto, carezzandomi le dita con le risspettive, cercando di mantenere la calma.
-Ti ho vista da questa finestra e quando ho visto quell'uomo, o almeno quel che sembrava, attaccarti, non ci ho pensato su una seconda volta e sono sceso, ma non ho potuto fare niente, anzi, non sapevo nemmeno cosa avrei potuto fare.
Mi sono nascosto e quando se n'è andato ti ho portata qui.
Il sangue fuoriusciva copiosamente ma l'ho fermato, anche se adesso dovrei ripulire tutto quanto, hai lasciato una bella scia.-
Conclusi, fissandola negli occhi, abbozzando un piccolissimo sorriso sul mio volto.
Il sangue era ormai rappreso e l'odore impregnava l'intera camera.
Speravo con tutto me stesso che mia zia non salisse fin quassù o che l zio e mio cugino non tornassero proprio ora, meno gente c'era in casa e meglio era per me, non sapevo proprio come gestire la situazione, non potevo nascondere una ragazza nella mia camera per dei giorni!
-Co-come ti senti ora?-
Ero speranzoso, speravo guarisse in fretta e che sapesse lei come comportarsi, io brancolavo nel buio più totale come un ragazzino sperduto qual'ero.

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Terza parte per:@agnese_tsukumi

halfelfd’s Profile PhotoNaeran Vamoira
{Continuo, terza parte.}
Quando la voce di mia zia ed i suoi passi si intensificarono, alla ricerca di cosa fosse quel rumore di "cosa cui tengo andata in frantumi".
Lei entró nel salotto dalla seconda porta che dava sulla cucina ed io entrai dalla principale, chinato, alla ricerca delle erbe.
Non appena le ebbi individuate dentro il piccolo armadietto e presi i vari barattoli, una ciotolina e qualcosa per spezzettarle bene, risalii le scale, rapido e veloce, per poi chiudere a chiave la porta della mia camera.
-Okay, va bene...Ah, adesso, ora, ci penso io.-Le dissi, sebbene non potesse udirmi.

Seconda parte per:@agnese_tsukumi

halfelfd’s Profile PhotoNaeran Vamoira
{Continuo, seconda parte.}
Dovevo spostarla di lì, portarla in ospedale, certo, ma che cosa avrei detto una volta ricoverata? Le forze sovrumane vagano per la città, non sono né un pazzo né un mitomane e queste orecchie sono perfettamente normali!
Come no, non potevo farlo.
La sollevai delicatamente, tenendola stretta a me e poi me la coricai in spalla, portandola nel vicolo.
Non potevo entrate in casa mia dalla porta principale e lasciare delle prove dietro i miei passi, così, facendo attenzione a non farla cadere cominciai ad arrampicarmi, con una mano sola, facendo maggior leva sulle gambe e usando entrambe le mani solo quando era strettamente necessario.
Dietro di me stagliava ed aumentava una scia di sangue e l'odore mi dava alla testa, mi faceva impazzire, ma non potevo perdere il controllo.
Avrei dovuto pulire subito dopo, non lasciare nemmeno una goccia per gli occhi indiscreti dei curiosi e dei portatori di problemi.
Fui grato a me stesso per aver lasciato la finestra ed entrai, per poi adagiare piano la ragazza sul letto, sistemandole il cuscino per bene sotto la testa.
In breve tempo avevo sporcato tutto di sangue: la finestra, il pavimento, il letto, le mie mani ed i miei vestiti.
Feci un respiro profondo e richiusi la finestra, al sangue all'esterno avrei pensato in un secondo momento, ora dovevo occuparmi di lei.
Mi precipitai di sotto, senza far rumore, controllando per bene quale fosse la posizione dei miei zii e del loro figlio: di lui nessuna traccia e nemmeno dello zio, in casa solo la zia, in cucina.
Dannazione!
Era lì che tenevo tutte le erbe curative della mia vecchia casa.
Dovevo creare un diversivo.
Premuto contro la parete, andai in salotto, notai la finestra spalancata e questo andó a mio favore. Presi uno dei piccoli sassi che la zia collezionava, perché li riteneva d'ottima estetica e ne lanciai uno contro un vaso, facendolo cadere a terra in mille pezzi.
-Perdonami, piantina...-Sussurrai.
{Continuo}

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http://ask.fm/agnese_tsukumi/answers/137869668165

agnese_tsukumi’s Profile Photoagnese tsukumi
Mi ero riparato dietro il muro del vicolo che dava sotto la finestra della mia camera, inerme ad assistere a quella brute scena sanguinolenta.
L'aria s'impregnó all'istante dell'odore del sangue e questo non fece altro che riportare alla mente vecchi ricordi sel passato, orripilanti, impossibili da dimenticare; nell'aria vi era anche l'odore della morte, del male, del non umano. Per quanto un essere umano potesse essere spregevole non si poteva certo avvicinare alla creatura che aveva scarnificato quella ragazza.
Che cos'era?
Ed io cosa avrei dovuto fare in proposito?
Ero uscito con una tale foga ed adesso eccomi qui, immobile, al sicuro e protetto, o almeno era ció in cui speravo.
Quell'essere che stanziava a qualche metro da me si voltó di scatto nella mia direzione ed io feci appena in tempo a ripararmi che sentii qualche passo verso di me.
Passi pesanti, si avvicinavano, le sue narici settacciavano la zona, l'aria, in cerca di qualche odore particolare, l'odore di un intruso, il mio odore.
Ero allarmato, ma non apoena buttai uno sguardo in giro per il vicolo mi tranquillizzai un poco, tuttavia mi tenni entrambe le mano sulla bocca e sul naso, così dal respirare più silenziosamente: il vicolo era cosparso di spazzatura, fuoriusciva sia dai cassonetti che dalle buste dove era rinchiusa, odore di urina e feci aleggiavano sovrani ed anche il vomito ed i bisogni di vari animali facevano la loro parte.
Eppure i suoi passi si facevano sempre più vicini e non mi arrischiavo a correre dall'altra parte del vicolo o sarei stato scoperto. D'un tratto peró, si arrestarono e, in brevi istanti, si fecero sempre più sordi e lontani, fino a svanire. Attesi per qualche minuto, così dallo stare tranquillo e, piano, uscii allo scoperto, per poi catapultarmi verso la giovane che sanguinava copiosamente, immersa in un lago di sangue.-E-ei...?-La scrollai piani per le spalle ma non ottenni alcuna risposta. {continua}

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http://ask.fm/Xavier_ww/answers/137127385932

Xavier_ww’s Profile PhotoXavier Dixon
La pioggia era furiosa ed il vento l'aiutava nel suo scrosciare violenta, facendola abbattere violenta su ogni superficie, sugli edifici, sulle automobili, le strade, il loro asfalto non riusciva ad assorbirla come si deve ed era turto già un lungo fiumiciattolo che invadeva ogni cosa.
Sul mio corpo invece, era simile a piccoli bruciori taglienti, pesante, avevo bisogno di un riparo, la mia esile figura era uno svantaggio notevole con un tempo simile ed ero stato uno stolto a rimanervi in mezzo, al centro, lontano da un posto sicuro.
Mi misi a correre, coprendomi il viso con le braccia, cercando di vederci qualcosa da quelle gocce fitte, ma non vedevo ad un palmo dal naso, la mia vista, sebbene fosse fuori dal comune, era stata compromessa dal vento e dall'acqua e ció che vedevo erano al massimo i palmi delle mie mani e luci sfocate in lontananza ed il bianco della cecità creatosi con l'improvviso temporale.
Un'automobile mi passó vicinissima e la schivai per un pelo, gettandomi a terra, grattando con le braccia sull'asfalto, bagnandomi ancora di più. Quando mi rialzai, ai miei piedi scorreva rapida verso un tombino dell'acqua rossa: il mio sangue.
Allarmato mi osservai le braccia, stendendole e questo mi fece gemere dal dolore: dai gomiti fino ai polsi la pelle era scorticata, andata, nello scivolare avevo preso dei vetri di qualche bottiglia rotta in pieno e questo era il risultato.
Dovetti addirittura fare attenzione a come stendevo le braccia, altrimenti quei minuscoli vetrini che avevo sottopelle sarebbero penetrati più a fondo, generando solo ulteriori mali.
Erano troppo piccoli per essere rimossi con le dita, non che fosse un problema per me, ma con questo tempo imprevedibile e pericoloso avevo bisogno di un luogo asciutto, pazienza, attenzione e ottima vista; cosa che avevo, considerando la mia natura, ma ero affine alla mia natura umana in queste condizioni temporalesche.
Facendo più attenzione di prima, e quindi prosefuendo con più lentezza, avanzai.

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