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racconto?

Spero che vi piaccia
C'era una volta una ragazza di 16 anni. Un'età in cui tutto, anche le minime cose sembrano un problema. Si alzava di mattina, si guardava allo specchio e non era mai soddisfatta di quello che era. Mai.
La gente era sempre pronta a puntarle il dito contro, a criticarla. Il sentimento che provava era il vuoto, non sapeva ormai cos'era la felicità, nè cosa significasse essere felici. Aveva lame che la trafiggevano costantemente e la domanda che le frullava nella mente era, ''cos'ho di sbagliato io che gli altri non hanno?''.
Un giorno, dopo ore di pianto si alzò, si asciugò quelle maledette lacrime e decise di uscire a prendere una boccata d'aria. Niente da fare, nemmeno fuori trovava la pace, quei bulli erano sempre pronti a rovinare tutto.
''Che senso ha vivere in un mondo, in cui nessuno ti apprezza per quel che sei?'', si domandò in quel momento, mentre qualcosa di caldo, prese ad offuscarle la vista. Le solite lacrime, pronte ad uscire. Prese a correre senza sosta per la strada, con la mente confusa, la vista annebbiata..ma poi si scontrò contro qualcosa, o meglio contro qualcuno. Converse nere, jeans del medesimo colore, maglietta grigia con il collo a V, muscoli scolpiti che erano visibili da sotto quella maglietta di troppo. Qualcosa in lei si mosse, provò un senso di calore, e la sua attenzione fu catturata da qualcosa di solido e morbido che premeva contro il suo braccio. Era la mano di lui che la stringeva. Alzò gli occhi, vergognandosi di come era ridotta, in confronto a quello che era lui, e quegli occhi..quegli occhi che sarebbe stata in grado di guardare per sempre. Voleva perdersi in quelle iridi di un grigio ghiaccio..e quelle labbra, rosse, perfette. ''Oh, mi dispiace..io..'', scosse la testa non sapendo cosa dire. Era la prima volta che parlava senza la paura di essere giudicata. ''Scusami, davvero'', proseguì, mordendosi il labbro inferiore, portando poi lo sguardo su quei capelli lisci come la seta, tirati in un perfetto ciuffo. Erano castani, quasi biondi, poi sull'orecchio destro un piccolo pearcing nero, brillava alla luce del sole. E quel sorriso che aveva stampato sul volto, le provocò un formicolio poco sopra lo stomaco.
''Tranquilla, ehi, non è nulla'', rispose lui, aumentando la stretta attorno al suo braccio come per assicurarla. Per la prima volta, Kylie, dopo anni, aveva sorriso, non sapeva più come si faceva, ma in quel momento non si preoccupò di nulla, se non quello di perdersi in lui...
Seguitemi per nuove storie/immagini
Buonanotte

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