Ora però una domanda seria, "amore e psiche" di Canova, il Laocoonte o "Apollo e Dafne" del Bernini? E soprattutto, perché?
Assolutamente Apollo e Dafne del Bernini.
Lis, per vendicarmi di questa domanda te ne sparerò una tanto forte che... Vedrai hahah.
Apollo e Dafne perché non solo sono il mio mito preferito... Il modo in cui lo scultore è riuscito a cavare dal marmo la scena lo trovo semplicemente sublime. Ma sublime nel vero senso del termine: osservare quell'opera ti terrorizza a tal punto, tanto è reale la situazione, ma al tempo stesso ti tiene inchiodato lì davanti ad osservare con impeto emotivo ogni curva, ogni minima ombra sui corpi dei due personaggi. La storia di Apollo e Dafne la conosci, ne sono certa. Devi sapere che la cosa che mi sconvolge dell'opera è la scelta dello scultore di dare vita proprio a quel momento. Il fatto che Bernini abbia scelto di raffigurare Dafne che per disperazione si lascia tramutare da suo padre in un albero... Mi sconvolge. Io sto rispondendoti e sto tremolando tanto l'argomento mi scuote dentro. Lei è libertà, è una ninfa, non vuole catene intorno a lei e le braccia superbe di Apollo, in quell'istante, sono proprio le catene che lei teme; quelle catene che vogliono legarla per sempre. Mi destabilizza profondamente la parte superiore della scultura, dove le dita di Dafne si accingono a mutare lentamente in rami. Il suo sguardo che elude quello del dio che tanto ha corso per acciuffarla per poi ritrovarsi tra le mani solo un pugno di alloro. Oh, amo quell'opera.
Lis, per vendicarmi di questa domanda te ne sparerò una tanto forte che... Vedrai hahah.
Apollo e Dafne perché non solo sono il mio mito preferito... Il modo in cui lo scultore è riuscito a cavare dal marmo la scena lo trovo semplicemente sublime. Ma sublime nel vero senso del termine: osservare quell'opera ti terrorizza a tal punto, tanto è reale la situazione, ma al tempo stesso ti tiene inchiodato lì davanti ad osservare con impeto emotivo ogni curva, ogni minima ombra sui corpi dei due personaggi. La storia di Apollo e Dafne la conosci, ne sono certa. Devi sapere che la cosa che mi sconvolge dell'opera è la scelta dello scultore di dare vita proprio a quel momento. Il fatto che Bernini abbia scelto di raffigurare Dafne che per disperazione si lascia tramutare da suo padre in un albero... Mi sconvolge. Io sto rispondendoti e sto tremolando tanto l'argomento mi scuote dentro. Lei è libertà, è una ninfa, non vuole catene intorno a lei e le braccia superbe di Apollo, in quell'istante, sono proprio le catene che lei teme; quelle catene che vogliono legarla per sempre. Mi destabilizza profondamente la parte superiore della scultura, dove le dita di Dafne si accingono a mutare lentamente in rami. Il suo sguardo che elude quello del dio che tanto ha corso per acciuffarla per poi ritrovarsi tra le mani solo un pugno di alloro. Oh, amo quell'opera.
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Chesire