Cosa ne pensi di Millie Brown, l'artista che colora la tela vomitando? Ne avevi mai sentito parlare?
Sì, ne ho sentito parlare. Penso che sono emetofobica e che non potrei/vorrei mai, e dico MAI, vederla all'opera (né osservare da vicino una sua tela).
Le sue opere non hanno nulla di speciale. Sì, lo dico tranquillamente. Non hanno nulla, se non il fatto di essere state realizzate attraverso conati di vomito. Non la voglio giudicare, sono affari suoi se vuole fare arte in tal modo, semplicemente non mi entusiasma. La sua fama nel campo artistico è legata solamente al suo modus operandi. E questo, a parer mio, è davvero una cosa triste. È triste perché io, in quanto artista, vorrei essere ricordata, vorrei far parlare di me per quello che trasmettono le mie opere, ciò che raffiguro, che creo... Non per come lo faccio. Se esponi opere della Brown affiancandole ad altri astratti di artisti contemporanei, senza specificare che si trattano di opere sue ("Oh, questa l'ha fatta la tipa che vomita!") vedrai che nessuno proverà trasporto emotivo per le sue tele; questo perché le sue opere, se non conosci il M.O, non trasmettono nulla se non la classica fascinazione per i colori gettati contro una superficie in maniera splatter, un po' alla Pollock. Il concetto di volersi fondere con la pittura, ingerendola per poi vomitarla, mi fa ridere perché è una cazzata. La pittura per sentirla tua, dentro di te, non devi accoglierla dentro di te e poi espellerla in maniera tanto rude (perché la trovo una cosa rozza, davvero); la pittura fa parte di te quando lasci che ti sporchi le dita, le mani, il viso e tu sei troppo preso a dipingere con le dita e i pennelli per curartene. È allora che la tua pelle beve e si nutre della pittura inglobandola dentro di te e lenendo come un balsamo tutte le tue sofferenze interiori. Quella è arte. Quella è la vera fusione, quando ti si secca addosso e la pelle diventa come creta fragile.
Scusa lo sproloquio.
Le sue opere non hanno nulla di speciale. Sì, lo dico tranquillamente. Non hanno nulla, se non il fatto di essere state realizzate attraverso conati di vomito. Non la voglio giudicare, sono affari suoi se vuole fare arte in tal modo, semplicemente non mi entusiasma. La sua fama nel campo artistico è legata solamente al suo modus operandi. E questo, a parer mio, è davvero una cosa triste. È triste perché io, in quanto artista, vorrei essere ricordata, vorrei far parlare di me per quello che trasmettono le mie opere, ciò che raffiguro, che creo... Non per come lo faccio. Se esponi opere della Brown affiancandole ad altri astratti di artisti contemporanei, senza specificare che si trattano di opere sue ("Oh, questa l'ha fatta la tipa che vomita!") vedrai che nessuno proverà trasporto emotivo per le sue tele; questo perché le sue opere, se non conosci il M.O, non trasmettono nulla se non la classica fascinazione per i colori gettati contro una superficie in maniera splatter, un po' alla Pollock. Il concetto di volersi fondere con la pittura, ingerendola per poi vomitarla, mi fa ridere perché è una cazzata. La pittura per sentirla tua, dentro di te, non devi accoglierla dentro di te e poi espellerla in maniera tanto rude (perché la trovo una cosa rozza, davvero); la pittura fa parte di te quando lasci che ti sporchi le dita, le mani, il viso e tu sei troppo preso a dipingere con le dita e i pennelli per curartene. È allora che la tua pelle beve e si nutre della pittura inglobandola dentro di te e lenendo come un balsamo tutte le tue sofferenze interiori. Quella è arte. Quella è la vera fusione, quando ti si secca addosso e la pelle diventa come creta fragile.
Scusa lo sproloquio.
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Madda
ℓuccicanzα✨