Racconti qualcosa di inquietante?
Era una mattina assolata quando, camminando per le bancarelle di un mercatino delle pulci, lo vide e qualcosa nel suo petto esplose. Era piccolo, di bronzo, uno scrigno intarsiato che il tempo aveva reso incapace di brillare alla luce del sole. In cuor suo già sapeva essere vuoto ma lei lo desiderava ardentemente, non importava se non celava alcun segreto perché a quelli ci avrebbe pensato lei. Ritornò a casa accompagnata da quel grazioso porta gioie che era riuscito a conquistarla a prima occhiata. Trascorsero tredici giorni, era la notte tra il sabato e la domenica quando si svegliò senza alcun motivo. Aprì solamente gli occhi e la sentì, quella voce.
"Ora mi ascolterai sempre, vero?" disse quello che le parve essere un bambino. Un brivido di freddo la attraversò, fu un attimo prima che la sensazione mutasse in caldo opprimente. Le sembrò che un incendio le fosse esploso nella parte più profonda dell'anima mentre senza alcuna razionale volontà annuiva, le unghie a grattare via le fiamme dalle braccia, dalla pelle, sino a lasciare segni rossi nella carne.
"Per primo viene il fuoco, il sangue per secondo.
Terza è la tempesta, che al quarto annega il mondo.
Al cinque c'è la rabbia, al sei l'odio abissale.
Settima è la paura, ottavo il più gran male.
Il nove è la tristezza, e dieci fa il dolore.
All'undici la morte, poi il dodici, l'amore...
Tredici passi alla porta del Diavolo.
Dall'Uomo Nero non si torna, non si torna davvero".
"Ora mi ascolterai sempre, vero?" disse quello che le parve essere un bambino. Un brivido di freddo la attraversò, fu un attimo prima che la sensazione mutasse in caldo opprimente. Le sembrò che un incendio le fosse esploso nella parte più profonda dell'anima mentre senza alcuna razionale volontà annuiva, le unghie a grattare via le fiamme dalle braccia, dalla pelle, sino a lasciare segni rossi nella carne.
"Per primo viene il fuoco, il sangue per secondo.
Terza è la tempesta, che al quarto annega il mondo.
Al cinque c'è la rabbia, al sei l'odio abissale.
Settima è la paura, ottavo il più gran male.
Il nove è la tristezza, e dieci fa il dolore.
All'undici la morte, poi il dodici, l'amore...
Tredici passi alla porta del Diavolo.
Dall'Uomo Nero non si torna, non si torna davvero".