DAY 7: Lascia parlare questa fottutissima emozione... RABBIA
Nel parcheggio dietro casa dello stronzo non vi erano persone e il rischio che arrivasse lui era abbastanza basso poiché sapeva che l'idiota fosse al lavoro. Scese dalla sua auto e, con la freddezza e la follia lucida di un serial killer, afferrò la mazza da baseball dal posto del passeggiero e si guardò intorno. Quella che stringeva nella mano sinistra non era una mazza qualunque, quella era la mazza preferita del coglione, quella con cui aveva vinto la sua prima partita al collage. Gliel'aveva regalata, che tenero, come una sorta di pegno del suo amore. Louise aveva pensato bene che fosse giunto il momento di restituirgliela. Magari conficcandola direttamente in un finestrino. Adocchiata la gip da lella frustrata del suo ex fidanzato (perché quella gip era davvero da lesbica stereotipata), quella che aveva comprato in vacanza con i suoi amici, quella vacanza che era stata il movente della fine decisiva del loro rapporto, che già da tempo si apprestava a morire, non ci pensò su due volte e...
Un colpo per tutte le bugie. Un altro per i litigi di cui alla fine era riuscito pure a farla sentire in colpa, come se lei ne fosse la vera e unica responsabile. Peccato fosse esile e avesse le braccia poco forti, sennò era sicura sarebbe riuscita a fare di meglio. La prima crepa ad apparire nel vetro del finestrino. Voleva così tanto urlare ma già temeva di aver attirato l'attenzione di qualcuno, quindi si limitò solo ad assestare l'ennesimo colpo. Un altro colpo, per tutte quelle volte che l'aveva toccata e non nei più gentili dei modi. Per ogni bacio preso con la forza. Un altro per il dolore, un altro ancora per i silenzi, per le notti passate a piangere, per non averle mai appoggiata nessuna delle sue passioni. Un calcio, seguito da una fitta alla caviglia, per averle macchiato l'emotività e per essere quasi riuscito a rovinarle la vita. Un secondo calcio per quei "ti giuro che sono cambiato" ogni volta che lo perdonava e che alla fine si rivelavano essere l'ennesima cazzata.
«Ehi brutta stronza! Cosa stai facendo alla mia auto?»
La voce di una ragazza le arrivò alle spalle, leggera come un'eco.
Non ci badò minimamente, continuando a martoriare la vettura davanti ai suoi occhi.
«Se non la smetti immediatamente giuro che chiamo la polizia!»
Solo a quel punto Louise parve destarsi da quello stato di apparente trance, in cui era caduta, e mettere a fuoco l'intera situazione.
Merda. Oh... merda. C'era senz'ombra di dubbio qualcosa che non andava, in tutto quello.
La ragazza stava avanzando a grandi falcate verso di lei, aveva i capelli castani e ondulati legati in una coda con una bandana, gli occhi verdi e luccicanti come smeraldi. Louise iniziò a sospettare il peggio.
«Ti rendi conto del danno che mi hai fatto? Hai distrutto il finestrino, quasi per intero!»
(continua)
Un colpo per tutte le bugie. Un altro per i litigi di cui alla fine era riuscito pure a farla sentire in colpa, come se lei ne fosse la vera e unica responsabile. Peccato fosse esile e avesse le braccia poco forti, sennò era sicura sarebbe riuscita a fare di meglio. La prima crepa ad apparire nel vetro del finestrino. Voleva così tanto urlare ma già temeva di aver attirato l'attenzione di qualcuno, quindi si limitò solo ad assestare l'ennesimo colpo. Un altro colpo, per tutte quelle volte che l'aveva toccata e non nei più gentili dei modi. Per ogni bacio preso con la forza. Un altro per il dolore, un altro ancora per i silenzi, per le notti passate a piangere, per non averle mai appoggiata nessuna delle sue passioni. Un calcio, seguito da una fitta alla caviglia, per averle macchiato l'emotività e per essere quasi riuscito a rovinarle la vita. Un secondo calcio per quei "ti giuro che sono cambiato" ogni volta che lo perdonava e che alla fine si rivelavano essere l'ennesima cazzata.
«Ehi brutta stronza! Cosa stai facendo alla mia auto?»
La voce di una ragazza le arrivò alle spalle, leggera come un'eco.
Non ci badò minimamente, continuando a martoriare la vettura davanti ai suoi occhi.
«Se non la smetti immediatamente giuro che chiamo la polizia!»
Solo a quel punto Louise parve destarsi da quello stato di apparente trance, in cui era caduta, e mettere a fuoco l'intera situazione.
Merda. Oh... merda. C'era senz'ombra di dubbio qualcosa che non andava, in tutto quello.
La ragazza stava avanzando a grandi falcate verso di lei, aveva i capelli castani e ondulati legati in una coda con una bandana, gli occhi verdi e luccicanti come smeraldi. Louise iniziò a sospettare il peggio.
«Ti rendi conto del danno che mi hai fatto? Hai distrutto il finestrino, quasi per intero!»
(continua)
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Zia Lella
yelloweyes