https://m.ask.fm/DavideBenesch/answers/132890145478 a te
La mia concezione di horror sfocia sempre nel psicologico. Spero vada bene ma l'ho scritto di getto, avrei voluto dilungarmi ma sarebbe stato un casino qui su ask.
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"Ciao Annie17, sono Frankie ed è buffo che sia stata proprio tu a contattarmi..."
"Perché?"
"Ti sembrerò matta ma il 17 è il mio numero. Il giorno della mia nascita, il numero civico del mio primo appartamento, insomma, è un numero che mi segue da sempre".
Fissai il display del mio cellulare sperando che la chat non mi facesse bloccare la pagina, almeno non prima di ricevere una risposta. Non attesi molto perché...
"Credi sia un caso?"
"Che cosa?" domandai, un piglio tra le sopracciglia scure.
"Il mio nickname" rispose la sconosciuta.
A quel punto alzai un sopracciglio e "Sinceramente?" domandai.
La sconosciuta, manco mi conoscesse da sempre, digitò in fretta una risposta che mi fece schiudere le labbra per lo stupore.
"Come se potessi mentirmi".
Uno strano brivido mi attraversò la schiena, un cigolio lontano, da qualche parte in casa, mi fece viltare il capo in cerca della fonte di quel rumore. Quando altre parole apparvero sul display, tuttavia, la mia attenzione fu totalmente rapita da esse.
"Sai, è da molto tempo che mi eviti e, a dirla tutta, all'inizio la tua indifferenza mi eccitava. Quando ho capito che quella merda che ti hanno detto di prendere stava portandoti lentamente via da me, be' ho pensato di dover fare subito qualcosa".
Mi si strinse un nodo alla gola e, contro la mia volontà, un tremore iniziò ad attraversarmi il corpo, dapprima con finta gentilezza poi con spietato moto ferino, incontrollabile.
"Se è uno scherzo non è divertente..." scrissi, per poi inviare subito dopo.
"Nessuno scherzo. Ricordi l'anno scorso, quando la rabbia ti saturò a tal punto che quelle strane idee iniziarono a volteggiarti nella testa, volevi così tanto farlo... eri quasi riuscita a farcela ma qualcuno ti fermò prima che potessi usare quel coltello".
Solo allora tutto mi fu chiaro. Spaventosamente chiaro. Gettai il cellulare sul letto, lontano da me, mi accartocciai su me stessa per proteggermi. Tremavo di angoscia ma il mio masochismo mi indusse a digitare una domanda che grattava con troppa forza nel retro della mia mente.
"Cosa significa il tuo nick?"
"Lo sai, ti piace giocare con le parole e non serve che sia io a dirti che ci siamo conosciute per la prima volta quando avevi 17 anni e..."
"e...?" digitai ancora, il cuore a battermi nel petto per un'emozione insana.
"...e voglio incontrarti. Di nuovo. Io e te, da sole, possiamo fare grandi cose".
Quando lessi la sua volontà di incontrarmi fu come se mi sentissi strappa dall'interno, all'altezza dell'ombelico. Annui anche se lei non poteva vedermi, o forse sì, e "In che modo?" le scrissi.
(continua...)
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"Ciao Annie17, sono Frankie ed è buffo che sia stata proprio tu a contattarmi..."
"Perché?"
"Ti sembrerò matta ma il 17 è il mio numero. Il giorno della mia nascita, il numero civico del mio primo appartamento, insomma, è un numero che mi segue da sempre".
Fissai il display del mio cellulare sperando che la chat non mi facesse bloccare la pagina, almeno non prima di ricevere una risposta. Non attesi molto perché...
"Credi sia un caso?"
"Che cosa?" domandai, un piglio tra le sopracciglia scure.
"Il mio nickname" rispose la sconosciuta.
A quel punto alzai un sopracciglio e "Sinceramente?" domandai.
La sconosciuta, manco mi conoscesse da sempre, digitò in fretta una risposta che mi fece schiudere le labbra per lo stupore.
"Come se potessi mentirmi".
Uno strano brivido mi attraversò la schiena, un cigolio lontano, da qualche parte in casa, mi fece viltare il capo in cerca della fonte di quel rumore. Quando altre parole apparvero sul display, tuttavia, la mia attenzione fu totalmente rapita da esse.
"Sai, è da molto tempo che mi eviti e, a dirla tutta, all'inizio la tua indifferenza mi eccitava. Quando ho capito che quella merda che ti hanno detto di prendere stava portandoti lentamente via da me, be' ho pensato di dover fare subito qualcosa".
Mi si strinse un nodo alla gola e, contro la mia volontà, un tremore iniziò ad attraversarmi il corpo, dapprima con finta gentilezza poi con spietato moto ferino, incontrollabile.
"Se è uno scherzo non è divertente..." scrissi, per poi inviare subito dopo.
"Nessuno scherzo. Ricordi l'anno scorso, quando la rabbia ti saturò a tal punto che quelle strane idee iniziarono a volteggiarti nella testa, volevi così tanto farlo... eri quasi riuscita a farcela ma qualcuno ti fermò prima che potessi usare quel coltello".
Solo allora tutto mi fu chiaro. Spaventosamente chiaro. Gettai il cellulare sul letto, lontano da me, mi accartocciai su me stessa per proteggermi. Tremavo di angoscia ma il mio masochismo mi indusse a digitare una domanda che grattava con troppa forza nel retro della mia mente.
"Cosa significa il tuo nick?"
"Lo sai, ti piace giocare con le parole e non serve che sia io a dirti che ci siamo conosciute per la prima volta quando avevi 17 anni e..."
"e...?" digitai ancora, il cuore a battermi nel petto per un'emozione insana.
"...e voglio incontrarti. Di nuovo. Io e te, da sole, possiamo fare grandi cose".
Quando lessi la sua volontà di incontrarmi fu come se mi sentissi strappa dall'interno, all'altezza dell'ombelico. Annui anche se lei non poteva vedermi, o forse sì, e "In che modo?" le scrissi.
(continua...)
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