http://ask.fm/swagbabeswag/answer/134170880621 ecco a voi la domanda di oggi. Vi auguro una buona giornata :)
L'epoca in cui mi sarebbe piaciuto vivere è quella che va dal quattrocento al seicento circa. Sono legata a questo periodo storico per svariate ragioni, il risorgere dell'arte (dopo un lungo periodo di stilizzazione spirituale) e l'occulto, la magia, il continuo confondersi tra bene e male. La stregoneria, le esecuzioni in piazza, insomma per quanto macabra possa sembrare la mia idea di "vita", avrei voluto quel brivido sulla mia pelle.
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È la fine del XV secolo quando i vicoli francesi si mostrano agli occhi del mondo più bui di qualsiasi notte senza stelle, né Luna a dissiparne le ombre. Sembra che Dio si sia dimenticato di quei posti, lasciando che le tenebre li avvolgano fino ad inghiottirli completamente, trascinandosi dietro chiunque provi a disubbidire al suo volere.
"Libero arbitrio" pensa, con blasfemo sarcasmo, scuotendo il capo e digrignando i denti. Nella strada buia l'unico rumore udibile è lo scalpiccio dei suoi passi che calpestano la terra sudicia, la testa china sui suoi piedi è nascosta sotto all'ampio cappuccio del mantello nero che gli scivola attorno alle spalle, facendolo sembrare un prolungamento della notte stessa. Il tessuto grezzo della casacca che indossa pizzica e graffia la sua pelle ma in quel momento non se ne cura.
Il cielo è ancora nero sopra alla sua testa, l'aria gelida e il vento che soffia a tradimento sembra un coltello traditore che lo trafigge in più parti del corpo, allo stesso tempo. Così ironicamente crudele, se ci pensa.
Quella è stata una notte dura per lui e per gli altri della cerchia, teme di poter confermare le voci che gli sono arrivare all'orecchio.
Se quelle voci fosse vere, dovrebbe subito allertare gli altri e chiedere loro di disperdersi, andare via di lì il prima possibile.
Il silenzio del vicolo ad ogni passo è riempito da urla di orrore e di incitamento, i polmoni assorbono presto i fumi dell'ennesima esecuzione mentre un mendicante prova ad afferrargli una caviglia in cerca di un soldo.
Quando Louis arriva nella piazza, gremita di gente che ha lasciato la propria mansione per assistere all'evento, le sue iridi blu come il cielo subito dopo la morte del Sole, si riempiono di sfumature rosse sanguinolente, lingue di fuoco che danzando tra di loro baciano lascivamente la sua anima. È l'alba di una nuova Domenica che si è appena lasciata alle spalle una notte intensa, fatta di riti di iniziazione e nuovi patti infrangibili. Sente un'insana adrenalina scorrergli nelle vene, la lingua guizza fuori in un movimento serpentino per lambire le labbra screpolate dal vento di Gennaio. Sembra un'ombra, nessuno si accorge della sua presenza mentre si incastra sinuosamente, come un serpente, nel groviglio di corpi accalcati attorno a quel rogo, per ritagliarsi un posto dove poter constatare con i suoi stessi occhi che ciò che gli hanno riferito poche ore prima non sia vero. Ha giusto il tempo di inspirare prima di accorgersi, purtroppo, che non c'era menzogna nelle parole che ha udito.
(continua)
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È la fine del XV secolo quando i vicoli francesi si mostrano agli occhi del mondo più bui di qualsiasi notte senza stelle, né Luna a dissiparne le ombre. Sembra che Dio si sia dimenticato di quei posti, lasciando che le tenebre li avvolgano fino ad inghiottirli completamente, trascinandosi dietro chiunque provi a disubbidire al suo volere.
"Libero arbitrio" pensa, con blasfemo sarcasmo, scuotendo il capo e digrignando i denti. Nella strada buia l'unico rumore udibile è lo scalpiccio dei suoi passi che calpestano la terra sudicia, la testa china sui suoi piedi è nascosta sotto all'ampio cappuccio del mantello nero che gli scivola attorno alle spalle, facendolo sembrare un prolungamento della notte stessa. Il tessuto grezzo della casacca che indossa pizzica e graffia la sua pelle ma in quel momento non se ne cura.
Il cielo è ancora nero sopra alla sua testa, l'aria gelida e il vento che soffia a tradimento sembra un coltello traditore che lo trafigge in più parti del corpo, allo stesso tempo. Così ironicamente crudele, se ci pensa.
Quella è stata una notte dura per lui e per gli altri della cerchia, teme di poter confermare le voci che gli sono arrivare all'orecchio.
Se quelle voci fosse vere, dovrebbe subito allertare gli altri e chiedere loro di disperdersi, andare via di lì il prima possibile.
Il silenzio del vicolo ad ogni passo è riempito da urla di orrore e di incitamento, i polmoni assorbono presto i fumi dell'ennesima esecuzione mentre un mendicante prova ad afferrargli una caviglia in cerca di un soldo.
Quando Louis arriva nella piazza, gremita di gente che ha lasciato la propria mansione per assistere all'evento, le sue iridi blu come il cielo subito dopo la morte del Sole, si riempiono di sfumature rosse sanguinolente, lingue di fuoco che danzando tra di loro baciano lascivamente la sua anima. È l'alba di una nuova Domenica che si è appena lasciata alle spalle una notte intensa, fatta di riti di iniziazione e nuovi patti infrangibili. Sente un'insana adrenalina scorrergli nelle vene, la lingua guizza fuori in un movimento serpentino per lambire le labbra screpolate dal vento di Gennaio. Sembra un'ombra, nessuno si accorge della sua presenza mentre si incastra sinuosamente, come un serpente, nel groviglio di corpi accalcati attorno a quel rogo, per ritagliarsi un posto dove poter constatare con i suoi stessi occhi che ciò che gli hanno riferito poche ore prima non sia vero. Ha giusto il tempo di inspirare prima di accorgersi, purtroppo, che non c'era menzogna nelle parole che ha udito.
(continua)
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