State indossando un abito fatto dei vostri pensieri. Vorrei che mi diceste di che stoffa è fatto, la sua consistenza, il suo colore, i suoi dettagli, tutto quello che vi viene in mente e che quindi riveste il vostro corpo.
Un abito nero, che poggia appena sulle ginocchia, estremamente sobrio e con una eleganza austera, almeno in apparenza. Mi fascia in maniera aderente, sembra mi sia stato dipinto addosso con estrema minuzia, come se il sarto ci avesse messo pura rabbia oltre che alla passione. Così aderente che pare voglia rendere visibile a chiunque, attraverso la sua stoffa, la mia stessa anima. Ha lo scollo rotondo, a girocollo che non lascia scoperto neppure un centimetro di pelle sulla parte anteriore, visibile a tutti, del mio corpo. La vera sorpresa si trova alle mie spalle, il punto che chiunque ama colpire a tradimento perché affrontare le mie idee o i miei pensieri fissandomi negli occhi a quanto pare è pressoché impossibile. Quel punto sulla mia schiena, meta di abili lame e vigliacchi coltelli, sembra essere un'insenatura tra due montagne, una specie di crepaccio che solo a guardarlo dà le vertigini; è lì che la stoffa nera, dall'apparenza setosa come un pantano di petrolio, si apre in uno scollo che sembra incitare chiunque a fissare la parte più fragile e d'un tempo forte del mio corpo. Un tacito e fiero invito a colpire, insomma, quei pensieri che non perderanno mai la loro sublime e sincera eleganza.
E per rimarcare il concetto, rispondo con un elegante ritardo di una settimana ♡
E per rimarcare il concetto, rispondo con un elegante ritardo di una settimana ♡