sfacciata sfaccettatura

Il fatto che tu lo chieda proprio a me, in questo momentaccio che mi fa sentire meno di zero in fatto di scrittura, non so... mi scinde in due parti: mi viene da abbracciarti e picchiarti al tempo stesso ♡
Comunque! Non lo so... Penso che l'unico consiglio che valga davvero è quello di mettere se stessi, sempre, in ciò che si scrive anche se la trama del racconto è lontano dalla nostra realtà. Metti sempre qualcosa di te nei personaggi, nei luoghi che descrivi, anche se sono posti fantastici che nella realtà non esistono, ispirati ai luoghi che hai vissuto e magari prova ad arricchirli con la fantasia. Ma, ti ripeto, secondo me il "successo" di una storia è in ciò che l'autore decide (con consapevolezza o inconsciamente) di lasciare fluire nella storia attingendo direttamente dalla sua esperienza. Descrivi dialoghi che hai avuto davvero, incontri che hai fatto, romanza gli eventi e solo così renderai "veri" tutti i tuoi personaggi pur essendo un frutto della tua immaginazione ♡
Osa!

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Mi hanno domandato tempo fa se avessi letto 'We come in pieces' ma nessuno mi ha mai chiesto di lei in particolare. Mi piace un casino la personalità di S, davvero un sacco. Nelle sue storie si percepisce che comunque sia c'è sempre tanto di lei e, niente, mi piace proprio il suo stile, la grammatica (e be'!) sebbene il linguaggio a volte mi sia sembrato "troppo". Nel senso, non sono mica santarellina o schizzinosa (lungi da me esserlo) ma, e sarà che quando scrivo mi piace usare un determinato linguaggio per certe scene, a volte ho trovato il suo troppo... non so come definirlo e non ne faccio neppure una critica, alla fine fa parte proprio del suo stile di scrittura, quindi, a me piace troppo IN GENERALE per dare poi tanto peso a questo dettaglio.

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Mi piacciono le sue storie perché in ognuna c'è sempre qualcosa di fortemente estremo, dal carattere di un personaggio o ad una scena in particolare. Ogni racconto ha quel qualcosa che mi spinge ad amare incondizionatamente un personaggio e, al tempo stesso, anche ad odiarlo visceralmente; perciò trovo che sia sempre intensa, non so come spiegarlo a parole, probabilmente se dovessi rappresentare cosa mi trasmette il suo modo di scrivere lo farei servendomi di una parete bianca, quindi un odio abbagliante che d'improvviso colpirei con una frustata di nero.
La sua 'Haiku' me la porterò sempre nel cuore, anche 'Nothing to write home about' e 'Six Degrees'. Inutile menzionare la raccolta 'Di ceramica e sperma'.

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P.S. 'We come in pieces' la detesto profondamente e penso che se potesse incarnarsi o prendere le sembianze di qualcosa possibile da colpire e distruggere, lo farei sicuramente. A furia di sprangate hahaha.

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Harry si morde un labbro per non sorridere in maniera troppo ampia quando si spinge fino al banco di Louis Tomlinson e «Come credi stia procedendo il tuo lavoro?» domanda con finto disinteresse, in quello che all'altro deve sembrare poco più di un bisbiglio all'orecchio. Il ragazzo pare imporre alle proprie dita di non fermarsi e Harry si scopre ammaliato dal modo in cui quelle si muovono, affusolate e delicate, attorno alla creta.

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«Le maschere non sono il mio forte» risponde il ragazzo, facendo appena spallucce. Il tema di quella lezione sono proprio le maschere; Harry lo ha scelto perché troppo curioso di vedere che cosa, stavolta, il ragazzo dagli occhi blu si inventerà.Harry intreccia le dita delle proprie mani dietro alla schiena e chinandosi, chiede: «E quale credi sia il tuo forte?»

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È una domanda allusiva tanto che Louis pare proprio essere stato colto in flagrante perché ci mette un po' a rispondere, lasciando che il suo corpo parli per lui. Infatti la testa si affossa appena nelle spalle, le guance si accendono di un tenue rosso, i denti mordono una guancia e le mani smettono di muoversi attorno a quella che pare solo lontanamente una maschera i cui tratti somatici sembrano ricordare vagamente un fallo. Harry non aveva dubbi e si costringe a non ridere, specialmente quando nota come il naso di quella maschera pare essere proprio un pene cadente la cui base è composta da quelli che dovrebbero essere degli occhi e che invece, essendo dei grossi bulbi oculari sporgenti, sembrano essere...

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«Sinceramente non lo so» risponde Louis, interrompendo la sua riflessione. «Non so neanche se eccello davvero in qualcosa ma mi piace mettermi alla prova ».

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Harry è stranamente intenerito da quella spontanea confessione, e anche parecchio incuriosito, a tal punto che annuisce e «Posso chiederti di restare dopo la lezione?» domanda. Il ragazzo sgrana appena gli occhi e il rosso sulle sue guance diventa ancora più vivido, in netta contraddizione con il sorriso sfacciato che gli piega le labbra sottili.
«Per parlare del tuo lavoro, intendo» chiarisce subito Harry, indicando la maschera adagiata sul supporto e sentendosi, per la prima volta, in imbarazzo davanti a quello sguardo tanto carico di sottintesi.

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Quando dopo la lezione restano soli, Harry capisce che è vero: la creatività non è propriamente il forte di Louis ma qualcosa in cui eccelle c'è eccome. Le sue mani sanno come muoversi, toccare, le sue dita sanno come plasmare e dare vita; e sebbene quella manualità con la creta c'entri poco, Harry di quella dote sfoggiata con sorprendente disinvoltura dal suo allievo spera di poterne godere quanto più a lungo possibile.

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Perdona gli eventuali errori di battitura ma come sai scrivo di getto e grazie per inviarmi sempre questi piccoli prompt che nonostante sia in blocco mi permettono sempremdi scribacchiare qualcosa ♡

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Lo sta fissando da circa quindici minuti, facendolo roteare tra le dita lunghe ancora cosparse di creta secca. Ha una forma alquanto ambigua ma non è quella che gli ha fatto spuntare una ruga tra le sopracciglia, un piglio che gli conferisce un'espressione che sembra essere perplessa e concentrata al tempo stesso. Quello che sta osservando con estrema minuzia, seduto sul banco nell'aula dove tiene il suo corso, è l'ennesimo lavoro che Louis Tomlinson, a fine lezione, gli ha lasciato prima di andare via.

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Quel ragazzo non ha proprio talento e Harry non lo pensa soltanto per via della sua scarsa propensione nel lavorare la creta, o perché le sue creazioni hanno sempre una forma vagamente fallica. Lo ha capito dalla prima lezione che a quel ragazzo non piace disegnare, che Louis Tomlinson sembra disprezzare ogni attività creativa ma nonostante questo, per un qualche motivo che Harry pensa di aver afferrato, si ostina a frequentare il suo corso.
Harry, dal canto suo, è quel tipo di persona estremamente intuitiva che per cogliere certi messaggi ci mette davvero poco, e per questo non ha faticato a carpire ciò che si nasconde dietro al silenzio del suo allievo e alle creazioni che con un sorriso sibillino, quasi orgoglioso, gli lascia prima di sparire dalla sua vista.

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Louis oltre ad essere una specie di contraddizione vivente è anche un ragazzo silenzioso, assurdamente riservato, a tratti timido, e pare proprio di aver trovato il giusto modo di comunicare con lui. Harry ha capito tutte queste cose perché, oltre ad essere intuitivo, è anche parecchio affascinato dalla sua personalità schiva ma al tempo stesso magnetica; perciò tra una lezione e l'altra non si è mai lasciato sfuggire le sue occhiate, quelle parole, sottintesi ben incastrati nelle ombre e nelle luci delle sue iridi cerulee e intriganti.

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È sicuro che il suo interesse sia pienamente corrisposto e per questo che, stufo di aspettare in maniera passiva che l'altro faccia concretamente la prima mossa, Harry inizia ad aggirarsi tra i banchi per osservare il lavoro dei suoi allievi. Finge di interessarsi alla maschera graziosa realizzata da una ragazza, dispensa consigli a destra e manca su come modellare le labbra ma il suo vero obiettivo, ora, ha le guance rossissime e la lingua tra i denti, gli occhi di quel blu elettrico che pare riuscire a fulminarlo con un solo sguardo.
Quello che il ragazzo alza su di lui manco avesse sentito i suoi occhi verdi puntarsi sulla pelle.

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(continua)

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Inutile dire quanto sia triste questa censura... Per questo riprovo ad inviarla sperando che stavolta, senza foto, possa andare bene (foto che, a parer mio, non aveva nulla di osceno).

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Il problema, ahimè, sono le donne stesse. Ovviamente parlo di quelle che fanno della masturbazione un vero e proprio tabù, quelle che quando si accenna all'argomento sgranano gli occhi lasciando che l'imbarazzo accenda loro le gote. Mi è successo qualche tempo fa, di accennare a questo argomento con la mia solita disinvoltura e in risposta ho ricevuto sorrisi imbarazzati d tanta voglia di eludere dalla circostanza. Essere riservate ci sta, non pretendo si parli della masturbazione come se non fosse un qualcosa di profondamente intimo, ma come si parla dei propri rapporti col proprio partner, non vedo perché si debba fare dell'autoerotismo un segreto indicibile. Vogliamo la parità dei sessi ma, se ci fai caso, in un certo senso siamo noi stesse a ghettizzarci, a volte perché gli uomini, tra di loro e non, non si fanno di certo problemi a parlarne e dovrebbe essere lo stesso per le donne poiché l'autoerotismo è quanto più di naturale possa esserci dal momento che si tratta di approfondire la conoscenza del nostro stesso corpo. Sinceramente non so perché si tende a vedere la masturbazione come un qualcosa di sporco, cosa certa è che gran parte di questa sbagliata convinzione va alla società e ai suoi inutili pregiudizi; diciamocelo, purtroppo ci si lascia trascinare con troppa facilità da ciò che la massa pensa di una determinata cosa e ciò rende, di conseguenza, difficile (a volte impossibile) vivere se stessi e le proprie necessità in maniera spontanea, soprattutto se si parla della masturbazione. Non credo ci sia qualcosa di più intimo e bello di provare ad amare noi stesse, per una volta, concedendoci anima e corpo, sfiorandoci e toccandoci, ad occhi chiusi, rincorrendo un piacere che alla fine arricchirà la nostra essenza a prescindere della presenza o meno di un partner nella nostra vita. Credo non ci sia niente di sbagliato ad imparare ad amare noi stesse, il nostro corpo, a scoprire ogni suo punto nascosto, i punti che ci fanno vibrare, tremare, ansimare perché siamo noi, per una volta, ad apprezzare e ad amare davvero, sinceramente, il nostro corpo.

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Ricordi bene, anon! Queer as Folk col tempo si è rivelato essere tipo la storia della mia vita (pare na cazzata, invece) e ci sono legata davvero un sacco, per troppe ragioni... Innanzitutto devi sapere che quando ho saputo dell'esistenza di questa serie tv andavo ancora al liceo, ero in quinto superiore (ti parlo di sei anni fa e mi viene proprio male hahah) e in quel periodo ero parecchio attiva sui forum, c'era proprio questo boom di forum grafici etc. Ora non so se sai come funzionano i forum ma ogni utente ha la sua firma (una serie di immagini, citazioni o link random) che si trascina dietro in ogni topic. In pratica entrai in un topic e la tipa che aveva scritto prima di me aveva nella sua firma una gif di Brian e Justin che si baciavano nella dark room del Babylon, accerchiati da una splendida luce blu. Ora non voglio spoilerarti la scena, visto che sei all'inizio! E niente, cliccai sulla gif (che di solito nei forum si usano come banner che ti ricollegano ad altri siti) e mi si aprì questo fan video su youtube dedicato a loro due. Fu sul serio amore a prima vista! Personaggi preferiti... Dico immediatamente Emmett, amore mio bello e Debbie, la mamma di quello scassacaxxo di Michael. Ecco, lui non l'ho mai tollerato e anche Ted, mi ha sempre fatta incazzare; lui è quel tipo di personaggio remissivo che accetta passivamente ogni cosa la vita decida di schiaffargli in faccia e questo genere di persona mi urta. Justin mi assomiglia parecchio caratterialmente, a parte la passione per il disegno etc... Proprio il suo approcciarsi al sesso, il suo voler rischiare con una persona parecchio più grande di lui per sentirsi vivo, per sfidare se stesso e inconsciamente per disubbidire anche ai suoi genitori. Poi... Brian è un odio e amore continuo. Secondo me lui è quel tipo di personaggio che non puoi né amare, né odiare: devi vivertelo in un continuo sali e scendi di emozioni contrastanti, proprio come succede a Justin. Manco Brian si ama, se è per questo, ha un rapporto conflittuale con se stesso ma non voglio spoilerarti niente! Quindi ti lascio un regalino e grazie per la domanda!

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