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"Voi siete amanti dei dolci? Vi fermate mai a guardare le vetrine o entrate speso nelle pasticcerie per prenderne un po' da portare a casa o da offrire a qualche amica/o? Avete mai sperimentato a casa qualche ricetta dolciosa, così da potervi aggiudicare la fama di "spacciatrice di dolci"(??)? Se sì, l'esperimento è andato a buon fine? Ne fate ancora? Qual'è il vostro dolce preferito e quale invece vi riesce meglio cucinare?
Se invece siete come me, che non amate i dolci (anche se io li so cucinare, visto che ho fatto un corso di pasticceria e ho lavorato in laboratorio -il senso lo devo ancora trovare anch'io, vbb-), c'è un motivo particolare? Un episodio che vi ha spinto a non apprezzarli o magari semplicemente la sensazione che vi lascia, perché non la gradite?
Bonus: Per chi ha cucinato o cucina, postate una foto di un dolce fatto da voi *--*"

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Altra domanda che casca perfettamente! Amo i dolci - per quanto preferisca il salato, ma... HEY, CIBO - e mi piace moltissimo prepararne. Mi riescono anche piuttosto bene, sicuramente piú di un primo piatto o un "secondo". Mi piace sperimentare e inventare ricette, ho un libretto di cucina personale con le mie modifiche di ricette preesistenti o pastrocchi originali. Sono celebre (?) per i miei cupcakes! <3
Giá in Italia ero sempre la deputata delle torte per le feste in famiglia, ma da quando vivo in UK mi sono procurata millemila libretti sul tema e ne faccio piú spesso; le ricette che preparo piú di frequente sono il banana bread e la fruit loaf, buonissimi col burro a colazione e un buon thé.
Ho un vero e proprio debole per la pâtisserie francese e la viennoiserie, se dovessi scegliere un solo alimento di cui nutrirmi per sempre sarebbe indubbiamente un croissant.
Posto la prima fotina capitatami sottomano. Se a qualcuno dovesse interessare, qui https://www.facebook.com/photo.php?fbid=181045858772059&l=8e9a1b5cec c'é pure la ricetta!

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"La casa è un luogo sacro per tutti. Noi quando diciamo casa vogliamo intendere quel posto speciale: quello dove quando arriviamo ci togliamo le scarpe, reggiseni(!!) (chi li porta), i vestiti tutti carini che indossiamo per uscire; per metterci in pigiama o in tute giganti e super comode. Un luogo dove a volte ci è concesso girare anche nudi senza troppi problemi (nakeeeeed). Purtroppo però non sempre le aspettative corrispondo alla realtà e alla fine ci ritroviamo a vivere in un luogo che si chiamiamo casa, ma non è come quella casa che vorremmo tanto.
Descrivi il luogo dove abiti, cosa ti piace di esso, se ti sei trasferito (come me) e sei un universitario vagante (LOL) com'è la casa dove stai ora: meglio o peggio della precedente e, perché?
Cosa cambieresti della tua attuale abitazione? Ma soprattutto in un futuro lontano/vicino (o quello che sarà per ognuno di voi), dove ti piacerebbe abitare?
Non importa che parliate delle persone che abitano con voi o problemi vari, ma del luogo in sé e quanto esso riesce a darvi l'idea di pace, tranquillità e intimità: con o senza persone (genitori/parenti etc) che possono disturbare o meno la quiete. Ovviamente chi vuole può parlare anche di questo, but non è obbligatorio C: .
BONUS PLUS(?): postate una foto della stanza che amate e/o frequentate di più."

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La mia casa attuale é un appartamento a Londra in cui abito col mio fidanzato (alternativamente con la casa dei suoi genitori, fuori Londra). Prima di lui, ho fatto house-sharing in questo stesso luogo con un'amica... Che lasciamo perdere. Prima ancora, stavo in una stanza sempre a Londra, ma piú distante dal centro, sempre con lei. E prima ancora, in una stanza con degli sconosciuti. ...Prima ancora, con una prozia in una casetta di campagna.
Prima-prima ancora, ero in Italia coi miei, in un totale di... Circa sette case diverse. Ho perso il conto.
Questo per lasciar intendere che il termine "casa" sia piuttosto vuoto, per me, e significhi piú che altro un tetto qualsiasi sulla testa. Pensa che, quando torno in Italia, nemmeno mi ricordo la planimetria della loro casa e mi perdo per le stanze. La "mia" stanza non é piú mia, é piú un deposito contenente le mie cose vecchie. Mi sento un'estranea ovunque, persino in queste quattro mura affittate che presto o tardi dovró lasciare. Heh... Non era la migliore domanda da pormi, scusa per la nenia.
Viaggio spessissimo, non ho radici.
La casa che probabilmente possiederó a un certo punto - se la fortuna mi assisterá - sará un villino qui a Londra, un paio di piani con giardino. Peró io bramo un appartamento in un grattacielo in metropoli, da qualche parte dove la vita sia frenetica e non si dorma mai. Chissá come andrá a finire?

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"Role-playing game(RPG), o in italiano noto come: GDR (gioco di ruolo).
Avete mai fatto parte di una community di player accaniti, dove all'interno di essa si potevano creare personaggi e ruolate interessanti? O se non avete mai fatto parte di una community, avete mai avuto ruolate privatamente solo con alcuni "prescelti" nella vostra cerchia di amici? Come vi siete trovati in questo mondo alternativo inizialmente? E ora ne fate ancora parte?
Ovviamente non tutti prediligono gli stessi generi e non tutti vogliono avere un certo tipo di ruolate, quindi qual'è la vostra preferita e quante invece ne avete sperimentate ma non sono andate in porto?
Il GDR tuttavia, non è solo online, ma ci sono vari giochi da tavolo molto famosi, voi ne avete mai provato uno con qualche amico o conoscente? Se sì, com'è stata quell'esperienza?
Per chi invece non ha mai ruolato, ha mai avuto invece la curiosità di farlo?"

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Ohohoh, questa domanda fa proprio per me.
Alla veneranda etá di 28 anni, posso ormai vantare (?) un'esperienza di circa 16 anni nel mondo del roleplay, avendo iniziato da piccolissima, tra boarding game alla D&D e ruolate a casissimo su pezzi di carta attorno a un tavolo con amici. A quei tempi, puntualmente ero gamemaster, e mi divertivo giá tantissimo. Quando ho scoperto invece il magico mondo di internet e delle comunitá virtuali (suona epico, detto cosí), ho cominciato a intraprendere alcuni giochi di ruolo testuali, di cui ricordo come esempio ExtremeLot. Era divertentissimo e creativo, molto piú del tipico gioco di ruolo con tiro di dado, e ci sono stata su un sacco di tempo. Avevo un mezz'elfo STRAFIGO ;_; Morgan... Morto ammazzato in maniera davvero ignobile. Quando invece ho iniziato a stringere amicizie piú "intime", ho conosciuto il mondo delle role di coppia sia pubblicamente che privatamente. Ho avuto numerosi partner di role e ho scritto moltissime storie, alcune pubblicate e anche decentemente apprezzate. In alcuni fandom, soprattutto dopo la scoperta di Ask, ho avuto gruppetti di role ed é stato davvero divertente (anche se breve). Ricordo con particolare affetto il fandom di SnK... Mi divertivo moltissimo a ruolare Eren!
Ho ruolato ogni sorta di genere e contesto, ma prediligo qualsiasi cosa angst e role fight. Vado poco d'accordo col fluff... A meno che non abbia risvolti angst. /selacercaproprio
Ora non ruolo piú in senso stretto, scrivo longfics e oneshot con partner fissa, sia OC che fanfiction. Credo che é uno di quegli hobby, peró, che non abbandoneró mai davvero, perché scrivere mi piace tantissimo, tanto quanto disegnare, perché é affine alla mia amatissima recitazione: nulla mi prende di piú che immedesimarmi in un personaggio, meglio se completamente diverso da me.

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Rispondere a questa domanda é stato un calvario, cattivo Anon-chan, non si fa.
Ora prendo un respiro profondo e provo disperatamente a essere coerente in ció che scrivo.
[ Giusto in caso, SPOILER ALERT per quanto segue. Si parla di morti, quindi nel dubbio, non leggete... Anche se quasi sempre si tratta di anime vecchi e conclusi da un bel pezzo. ]

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- Sopra ogni cosa, in assoluto, la morte di Shougo Makishima, Psycho-Pass season 1. É stata ingiusta, bastardissima, scorretta e chi piú ne ha piú ne metta. É il motivo vero e proprio per cui non sia mai riuscita a farmi piacere appieno Kougami, che OK voleva vendicare il suo amico, ma porca vacca tu non spari in testa a un genio come Shougo dopo che ti dice una frase del genere, BRUTTO IMBECILLE. ...Si sente il rancore?
- Nine, di Zankyou no Terror (E TWELVE, ma preferendo un pelino in piú Nine, cito lui). C'é stato quel false sense of security durato sí e no 10 minuti nell'ultimo episodio che mi aveva quasi illuso davvero che potesse esserci un happy ending, almeno fittizio, MA NO, OVVIAMENTE NO. La sua morte stile pappagallino "inseparabile" (???) non appena é schiattato Twelve mi ha distrutto irrimediabilmente. É stata bellissima e poetica ma dolorosa, troppo, pure se me l'aspettavo fin dal quinto episodio, quando giá credevo fosse crepato per la bomba nella metropolitana... URGH.
- Envy, di FMA (Brotherhood) #UnpopularOpinions. So che nessuno lo sopporta, che tutti hanno pianto per Hughes, ma io ho frignato come una cretina per Envy, per il monologo che fa quando é ridotto a un mostriciattolo dopo essere stato bruciato da Roy (scena STUPENDA). Mi ha fatto una pena e tenerezza infinita, é solo un homunculus che non conosce sentimento, invidioso - ma va'? -, che non ha mai ricevuto né dato amore, che quando comprende il dramma della propria esistenza vuota, semplicemente si suicida estraendo da sé la pietra filosofale. STO MALE, DEVO RIVEDERE FMA.
- Alois Trancy, di Black Butler II. Idem come sopra, sopportato a stento dai piú, A ME HA FATTO PIANGERE COME UNA FONTANA, É SOLO UN INCOMPRESO CHE VOLEVA AMORE.

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Altre morti tristi che mi hanno abbattuto per diverso tempo:
- Yoite di Nabari no Ou, SANTO DIO CHE DOLORE, anche se non ho pianto. Mi ha solo lasciato un'immensa malinconia, e a causa sua adesso ho il terrore di andare a preparare il thé per qualcuno (...);
- Il papá di Wolf Children, lí ho effettivamente frignato un bel po' ma poiché non si tratta di un anime vero e proprio, lo cito a parte.
- Light di Death Note, ebbene.

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E ora che ho finito di elencare questi disastri, cito anche un'altra cosa inerente che non é esattamente la morte di un personaggio, ma mi ha fatto frignare ultimamente quasi alla stessa maniera: l'ultimissimo episodio di Death Parade. Santo cielo, in particolare la scena in cui Yousuke riprende a giocare e la sua madre adottiva lo difende nel picchiaduro, l'espressione che lui fa, ECCO STO FRIGNANDO DI NUOVO, FOTTUTO DEATH PARADE

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"Vi siete mai soffermati a osservare la vostra ombra lungo le strade o i muri della città? Le linee, le forme che prende, il modo distorto che assume se siete lontani dalla superficie e la luce è proprio dietro di voi. Oppure quanto diventa grande se vi avvicinate alla luce e quanto diventa più piccola più vi allontanate da essa? Avete mai fatto giochi d'ombra con gli amici o da soli? Se sì, cosa avete fatto e nel caso se avete foto di quel momento, postatele (:"

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Da piccola avevo una sorta di fissazione per le ombre cinesi a causa di un libro bellissimo regalatomi da mio padre, intitolato "Giochi e usanze di ogni Paese". Illustrava, con istruzioni e immagini, come realizzare piccoli oggetti (alcuni complicatissimi, che non sono mai riuscita a creare!) o attuare giochi tradizionali di questo o quel luogo; c'erano un po' di pagine dedicate alle ombre cinesi e le imparai tutte, finendo per giocarci spesso con mio fratello minore. Creavamo proprio piccole storie sul muro.
Quindi sí, direi che mi piacciano parecchio le ombre, le trovo peculiari e affascinanti. Osservo la mia ombra spesso mentre sono per strada, specialmente la porzione delle gambe, che diventa ancora piú lunga e sottile di quanto non sia.
Non ho una foto a portata di mano, anche se mi sto ricordando di una davvero carina che scattai con @Lelechan16 a Lecce (CREDO, sono passati millenni), la classica posa in cui si fa un cuore unendo le mani. Metto un'immagine che riguarda i giochi di luce e che mi piace tanto.

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"Infine, alcuni verbi possono avere l'indicativo o il congiuntivo, con sfumature diverse di significato (su cui cfr. SERIANNI 1989: XIV 51).
ammettere, ind. 'riconoscere': ammisi davanti al professore che non avevo studiato bene; cong. 'supporre, permettere': ammettendo che tu abbia ragione, cosa dovrei fare?;"

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Al di lá del fatto che si tratti di contesto e verbo differenti, ok. Lasciati aiutare:

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1) "AMMISI DAVANTI AL PROFESSORE CHE NON AVEVO STUDIATO BENE."
A me personalmente fa schifo, detto cosí, e lo scrivo "ammisi di non aver studiato bene", al limite, se proprio devo trovare un'alternativa al congiuntivo. Altrimenti preferisco di gran lunga "ammisi che non avessi studiato bene".

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2) "AMMETTENDO CHE TU ABBIA RAGIONE, COSA DOVREI FARE?"
Mi stai dicendo che tu scriveresti "Ammettendo che tu hai ragione, cosa dovrei fare"?
In tal caso, scusa, ma un asino scrive in maniera piú esteticamente piacevole di te, a parere mio.

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E ora, sinceramente, B A S T A.
Se insisterai ancora, non risponderó piú. Parlare con gente cosí é una perdita di tempo.

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