Ho la tendenza a guardare verso il basso quando cammino. Sarà sintomo di insicurezza, ma è come se provassi la forte necessità di guardarmi la punta delle scarpe ogni volta che vado avanti. Per fare un passo si deve necessariamente perdere l'equilibrio per qualche impercettibile istante, infatti, mentre camminiamo, c'è un momento in cui il minimo sbilanciamento ci porterebbe inevitabilmente a cadere. Forse è questo che mi spaventa tanto, mi preoccupa tanto dove mettere i piedi che non mi godo il viaggio, e mi perdo la bellezza delle piccole e grandi cose che mi circondano. Ho deciso di impormi a cambiare, ho iniziato a guardare il cielo. All'inizio con la sicurezza di entrambi i piedi ben ancorati a terra, ma una volta scoperta la bellezza che prima di allora mi ero perso, non mi è più bastato guardarla da fermo, con il tempo è diventato un riflesso incondizionato camminare guardando verso l'intenso blu del cielo, verso la nuvola più lontana, verso il tramonto più pittoresco. Ora ho capito che non si è fragili quando si è senza equilibrio, ma quando non si rischia. Ora, con meno paura, camminare è un po' come volare.

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