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Il tempo è un dio breve

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7 cose su di te?

1. Ho un'alta e forte tenuta alcolica;
2. Il mio guardaroba è costruito come le variazioni Goldberg: capi uguali ma tinte varie;
3. Sono rigorosamente monoteista, credente e praticante: credo in Bach;
4. Coloro per ore mandala;
5. Oltrepasso - nuotando - molti limiti;
6. I desideri incendiano la mia mente;
7. Leggo quasi esclusivamente poesie.

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Com'è possibile creare una casa accogliente? Quali oggetti renderebbero una stanza più confortevole?

Sono l'assenza di oggetti e la presenza del bianco a rendere - a mio avviso - accogliente una casa.
Liked by: Alex P.

Che oggetti ti mancano ma che vorresti avere a casa tua? 🏘

Stasera avevo voglia di pizza e birra, dunque ho ordinato una pizza al prosciutto crudo e carciofi e una bottiglia di birra Moretti fredda da 66cl.
Quando ho aperto il cassetto delle posate, però, ho realizzato che non ho un apribottiglie.
Ho richiamato la pizzeria perché mi venissero consegnatae due lattine invece della bottiglia e ho spiegato il mio problema.
Sorpresa!
La cameriera mi ha detto di non preoccuparmi perché mi avrebbe mandato un apribottiglie in "comodato d'uso gratuito".
E stasera su La7 trasmettono Inferno di cristallo.
Questa è un'ottima serata di agosto.

C'è qualche recente novità nella tua vita?

Nessuna novità recente. Solo vecchie novità, per me!

Se dico "fantasia" cosa ti viene per primo in mente?

Ma bohème
Me ne andavo, i pugni nelle tasche sfondate;
E anche il mio cappotto diventava ideale;
Andavo sotto il cielo, Musa! ed ero il tuo fedele;
Oh! quanti amori splendidi ho sognato!

I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull'Orsa Maggiore.
- Nel cielo le mie stelle facevano un dolce fru-fru

Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade
In quelle belle sere di settembre in cui sentivo gocce
Di rugiada sulla fronte, come un vino di vigore;

Oppure, rimando in mezzo a fantastiche ombre,
Come lire tiravo gli elastici
Delle mie scarpe ferite, un piede vicino al cuore!
Arthur Rimbaud

Se potessi esprimere un desiderio, cosa chiederesti?

Desiderio di cose leggere
Giuncheto lieve biondo
come un campo di spighe
presso il lago celeste
e le case di un’isola lontana
color di vela
pronte a salpare –
Desiderio di cose leggere
nel cuore che pesa
come pietra
dentro una barca –
Ma giungerà una sera
a queste rive
l’anima liberata:
senza piegare i giunchi
senza muovere l’acqua o l’aria
salperà – con le case
dell’isola lontana,
per un’alta scogliera
di stelle –
1° febbraio 1934
Antonia Pozzi
La poetessa Antonia Pozzi è morta a ventisei anni, il 3 dicembre 1938.
Il suo sguardo che si era allargato per cogliere la vastità del mondo si spegne tra ombre viola, lontana dalle sue amate Grigne che spesso aveva scalato e che ora - rovesciate in lei - si innalzano verso nuovi cieli.

Una poesia che esprima il senso d'inferiorità nei confronti di qualcuno? E una nei confronti della vita in generale?

Eccoti la voce di Amelia Rosselli che vorrebbe essere come gli altri e grida la sua disperata diversità, avvertita come inferiorità, e la sua straziante ricerca di riconoscimento e amore.
Una diversità che la porta - sembra di avvertire il suo corpo tremante - a chiedere perdono agli altri.
Perdono da per - donum: donatemi il dono del riconoscimento del mio volto e del mio essere.
Perdonatemi, perdonatemi, perdonatemi
Perdonatemi perdonatemi perdonatemi
vi amo, vi avrei amato, vi amo
ho per voi amore più sorpreso
più sorpreso che si possa immaginare.
Vi amo vi venero e vi riverisco
vi ricerco in tutte le pinete
vi ritrovo in ogni cantuccio
ed è vostra le vita che ho perso.
Perdendola vi ho compreso perdendola
vi ho sorpresi perdendola vi
ritrovo! L'altro lato della pineta
era così buio! solitario! rovinoso!
Essere come voi non è così facile;
sembra ma non lo è sembra
cosa tanto facile essere con voi ma
cosa tanto facile non è.
Vi amo vi amo vi amo
sono caduta nella rete del male
ho le mani sporcate di inchiostro
per amarvi nel male.
Cristo non ebbe così facile disegno
nella mente tesa al disinganno
Cristo ebbe con sé la spada e la guaina
io non ebbi alcuna sorpresa.
Candore non è nei vostri occhi
benevolenza era tanto rara
scambiando pugni col mio maestr
ma vi avrei trovati.
Vi amo? Vi amerei? Tante cose
nel cielo e nel prato ricordano
amore che fugge, che scappa
dietro le case.
Dietro ogni facciata vedere quel
che mai avrei voluto sapere; dietro
ogni facciata vedere
quel che oggi non è.
Amelia Rosselli
Un'altra voce femminile, quella di Lucinda: una vecchia che rievoca la sua vita e la celebra perché vissuta con pienezza, coraggio e sguardo alto; danzando, amando un uomo, i suoi figli e sentendo in sé la forza misteriosa della Vita.
Una donna non risparmiata dal dolore e dalla fatica? No! Una donna che non si è sottratta al dolore e alla fatica.
Lucinda Matlock
Andavo a ballare a Chandlerville,
e giocavo a carte a Winchester.
Una volta cambiammo compagni
ritornando in carrozza sotto la luna di giugno,
e così conobbi Davis.
Ci sposammo e vivemmo insieme settant’anni,
stando allegri, lavorando, allevando i dodici figli,
otto dei quali ci morirono
prima che avessi a sessantanni.
Filavo, tessevo, curavo la casa, vegliavo i malati,
coltivavo il giardino e, la festa,
andavo a spasso per i campi dove cantano le allodole,
e lungo lo Spoon raccogliendo tante conchiglie,
e tanti fiori e tante erbe medicinali –
gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
e passai a un dolce riposo.
Cos’è questa storia di dolori e stanchezza,
e ira, scontento e speranze fallite?
Figli e figlie degeneri,
la Vita è troppo forte per voi –
ci vuole vita per amare la Vita
E.L.Masters

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Se ti dovessi dire: descrivimi con una poesia per esprimere cosa è la solitudine, quale sceglieresti? E per esprimere chi sei? E per esprimere la speranza?

Eccoti la voce di E.L. Masters per la solitudine; la voce di Giuseppe Ungaretti e quella di Emily Dickinson per la speranza e la voce di Maria Luisa Spaziani che disegna il mio incedere debole.
I tuoi fiori rossi tra le foglie verdi
van cadendo, o geranio!
ma tu non chiedi acqua.
Tu non puoi parlare! Non hai bisogno di parlare
tutti sanno che tu stai morendo di sete,
eppure non ti danno dell’acqua!
Passan oltre, dicendo:
«Il geranio ha bisogno d’acqua».
E io, che avevo felicità da condividere
e volevo condividere la tua;
io che ti amavo, Spoon River,
e anelavo al tuo amore,
ti appassii sotto gli occhi, Spoon River
assetata, assetata,
resa muta dal pudore dell’anima di chiedere amore
a te, che sapevi e mi vedevi morire a te innanzi,
come questo geranio che qualcuno piantò su di me,
e lo lascia morire.
E.L.Masters
Tornano in alto ad ardere le favole.
Cadranno colle foglie al primo vento.
Ma venga un altro soffio,
ritornerà scintillamento
Giuseppe Ungaretti
Se io potrò impedire
a un cuore di spezzarsi
non avrò vissuto invano –
Se allevierò il dolore di una vita
o guarirò una pena –
o aiuterò un pettirosso caduto
a rientrare nel nido
non avrò vissuto invano
Emily Dickinson
Io cammino pestando la mia ombra,
non ne uscirò nemmeno per un metro,
ho paura di perdere me stessa
o mi spaventa l’orizzonte
vorrei vederla sciogliersi, dissolversi,
questa sagoma nera, emblema del mio peso.
So di essere altro: un puro spirito,
attenta a inciampare
Maria Luisa Spaziani

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Per cosa NON sei grato? 👽🍻

So che si può vivere
non esistendo,
emersi da una quinta, da un fondale,
da un fuori che non c’è se mai nessuno
l’ha veduto.
So che si può esistere
non vivendo,
con radici strappate da ogni vento
se anche non muove foglia e non un soffio increspa
l’acqua su cui s’affaccia il tuo salone…
So che mai ti sei posta
il come – il dove – il perché,
pigramente indisposta
al disponibile,
distratta rassegnata al non importa,
al non so quando o quanto, assorta in un oscuro
germinale di larve e arborescenze…
Eugenio Montale, da Satura
Non sono grata a me stessa per la capacità che ho di vivere per sottrazione, nel silenzio dell'indifferenza e nel vuoto di slanci, in un' inerzia di stampo senile, distratta e rassegnata, pavida e distaccata.

Per cosa sei grato?

Nella moltitudine
Sono quella che sono.
Un caso inconcepibile
come ogni caso.
In fondo avrei potuto avere
altri antenati;
e così avrei preso il volo
da un altro nido;
così da sotto un altro tronco
sarei strisciata fuori in squame.
Nel guardaroba della natura
c’è un mucchio di costumi:
di ragno, gabbiano, topo campagnolo.
Ognuno calza subito a pennello
e docilmente è indossato
finché non si consuma.
Anch’io non ho scelto,
ma non mi lamento.
Potevo essere qualcuno
molto meno a parte.
Qualcuno d’un formicaio, banco, sciame ronzante,
una scheggia di paesaggio sbattuta dal vento.
Qualcuno molto meno fortunato,
allevato per farne una pelliccia,
per il pranzo della festa,
qualcosa che nuota sotto un vetrino.
Un albero conficcato nella terra,
a cui si avvicina un incendio.
Un filo d’erba calpestato
dal corso di incomprensibili eventi.
Uno nato sotto una cattiva stella,
buona per altri.
E se nella gente destassi spavento,
o solo avversione,
o solo pietà?
Se al mondo fossi venuta
nella tribù sbagliata
e avessi tutte le strade precluse?
La sorte, finora,
mi è stata benigna.
Poteva non essermi dato
il ricordo dei momenti lieti.
Poteva essermi tolta
l’inclinazione a confrontare.
Potevo essere me stessa – ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire
qualcuno di totalmente diverso.
W. Szymborska
Sono grata per tutto questo e per il reticolo geografico in cui sono nata, per questo istante che sa di tè, per la luce grigio perla nella stanza, per la trafittura della nostalgia che si fa più lieve, per il ricordo sempre più vivo di una risata, per i sogni slacciati, per l'amarezza al profumo di mandorle, per il distacco lento come il ritrarsi della marea.
E per l'inclinazione a comparare pagine, righe e sillabe.

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Se sapessi che entro un anno morirai all’improvviso, cambieresti qualcosa nel modo in cui stai vivendo?Perché?

Risposta nobile: cercherei di riparare i torti commessi e di ricucire le lacerazioni provocate; sanerei i miei rapporti interpersonali.
Risposta roboante: cercherei di lasciare un monumento di me stessa, un ricordo esemplare che fosse di stimolo all'altrui virtù e di modello di coraggio.
Risposta sfrontata: cercherei di gustare, delibare e celebrare ogni piacere dei sensi.
Risposta letteraria: Don Fabrizio Salina diceva che finché c'è morte c'è speranza. Cercherei di recuperare la mia di speranza.
Risposta mistica: cercherei di vivere spogliandomi di ogni cura mondana, assetata di Assoluto e di esso ebbra.
Risposta amara: Ungaretti diceva che la morte si sconta vivendo ed io cercherei di vivere.
Risposta affannosa con tocco mitologico : cercherei di sfuggire alle Parche e di vincere il Fato.
Risposta affannosa pura e semplice: fuga, fuga, fuga precipitosa.
Verso il niente.
Risposta disperata: cercherei di lascermi morire di inedia e di solitudine.
Risposta volitiva: contattarei la clinica H. per cercare di anticipare - a suon di migliaia di euro - la fine.
Risposta sincera: cercherei di fare tutte queste cose in modo confuso, incoerente e irrazionale, colma di paura e di desiderio di ribellione, di rabbia e di bisogno di amare, di tensione verso la Giustizia, il Bene, la Rettitudine e di acquiescenza al male.

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[Day 4: Cose che non hai detto] Perdonate se salto qualcuno ogni volta, ma non avendo una lista vado un po' ammuzzo, a caso.

RadiantSunrise’s Profile PhotoBendy
Ciao, Bendy.
Una parola vale una moneta, ma il silenzio ne vale due.
Così recita la saggezza antica e sempre nuova del Talmud.
Io ho detto molte parole, troppe parole, un profluvio di parole e - ahimè - spesso nel momento sbagliato, nel modo sbagliato, con il tono sbagliato e alle persone sbagliate.
Un crescendo rossiniano di spropositi, e in più detti con grande convinzione e sicumera; venite a me, genti afflitte e disperate, e avrete Verità e Consolazione.
Sono stata anche specialista in istruzioni per l'uso dell'anima e - per quanto doloroso è necessario dirlo - ho divulgato un compendio in stile ciceroniano sulle massime virtù.
Devo molto a quanti mi hanno ascoltata impassibili e a quanti - misericordiosi- hanno compiuto il pietoso ufficio di inumare le mie parole.
Pertanto c'è ben poco che io non abbia detto - celebri i miei brevi cenni sull'universo e le mie promesse di rapidità e concisione che tramortivano gli astanti.
Tento - da tempo - la strada del silenzio, sebbene la tentazione di un epinicio per la mia vittoria sulla mia verbosità e sulla mia ridondante prolissità sia sempre in agguato.

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Vi sorprendete quando cadete a testa sopra?

gostinthescell’s Profile PhotoFantastiche avventure
La fiera dei miracoli
Un miracolo comune:
l'accadere di molti miracoli comuni.
Un miracolo normale:
l'abbaiare di cani invisibili
nel silenzio della notte.
Un miracolo fra tanti:
una piccola nuvola svolazzante,
che riesce a nascondere una grande pesante luna.
Più miracoli in uno:
un ontano riflesso sull'acqua
e che sia girato da destra a sinistra,
e che cresca con la chioma in giù,
e non raggiunga affatto il fondo
benché l'acqua sia poco profonda.
Un miracolo all'ordine del giorno:
venti abbastanza deboli e moderati,
impetuosi durante le tempeste.
Un miracolo alla buona:
le mucche sono mucche.
Un altro non peggiore:
proprio questo frutteto
proprio da questo nocciolo.
Un miracolo senza frac nero e cilindro:
bianchi colombi che si alzano in volo.
Un miracolo – e come chiamarlo altrimenti:
oggi il sole è sorto alle 3,14
e tramonterà alle 20.01
Un miracolo che non stupisce quanto dovrebbe:
la mano ha in verità meno di sei dita,
però più di quattro.
Un miracolo, basta guardarsi intorno:
il mondo onnipresente.
Un miracolo supplementare, come ogni cosa:
l'inimmaginabile
è immaginabile.
W. Szymborska
Mi sorprendo sempre quando cado a testa sopra una poesia, quando parole a me note e da me usate mi mostrano una realtà inaspettata.
Mani, sole, colombi, mucche - io vivo in alta Val Seriana e i mandriani conducono le mucche al pascolo passando sotto casa mia - un ontano e il suo riflesso nell'acqua.
Mi sorprendo quando cado a testa sopra questa sfilata di miracoli le cui voci risuonano in me che - silenziosa - guardo e non capisco.
Mi sorprendo quando cado a testa sopra un libro e il libro entra nella mia testa passando per il mio cuore.
E al mattino - quando esco nel buio - le parole della sera prima mi portano a destinazione e sono mani nel buio e nel silenzio.
Mi sorprendo - allora - perché sono caduta a testa sopra e sono in piedi e sono nel cuore di una parola.

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Cos'è che ti piace dell'essere umano? E cosa non ti piace? 👽

Non mi piace l'astuzia interessata, gelosa, obliqua, sottile, capace di insinuarsi in tutti gli anfratti e di farne capolino o di sgusciarne, rivelando fulminei artigli; l'astuzia capace di trarre vantaggio e profitto in ogni dove e in ogni circostanza, guardinga, retrattile e silenziosa.
Non mi piace l'entusiasmo, l'ardore zelante e devoto, pronto sempre a sacrificarsi - e a sacrificare tutto - sull'altare del Bene, del Meglio, dell'Eccellenza; lo zelo appassionato di chi ha una missione da compiere in nome della Giustizia.
Mi piace la capacità immaginativa e creativa che si esplica in tutti gli aspetti della vita di un uomo.
Mi piace il coraggio tenace di chi accetta la propria fragilità e umilmente la abbraccia con un sorriso.

Domandina semplice: cosa ne pensate dei talk show tipo 'C'è posta per te' e di chi vi partecipa? È davvero tutto così finto? Buona giornata ^^

RadiantSunrise’s Profile PhotoBendy
Pecunia non olet, avrebbe risposto l'imperatore Vespasiano al figlio Tito, sdegnato per la tassa sull'urina raccolta nei vespasiani; a suffragare tali parole ci sarebbe stato un gesto: Vespasiano avrebbe gettato alcune monete in un vespasiano e - raccoltane una e annusatala - avrebbe pronunciato la famosa frase.
Oggo mancano gli imperatori e i vespasioni attuali hanno nomi francesi - toilette - e si aprono in scenari molto diversi da quelli della Roma del I d.C.: non siamo nella Suburra né in angiporti, bensì in luccicanti e rutilanti studi televisivi dove altri umori corporei vengono sparsi e raccolti per venire poi diffusi nell'etere, divenuto una sorta di Cloaca Maxima.
Il pubblico partecipa con estetico entusiasmo a questa parata di dolori, disgrazie, ricongiungimenti e vere e proprie agnizioni ma non ne sente l'odore.
Pecunia non olet sed homines olent.

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Chissá dove arriverà questa domanda

In una piccola stanza, con il pavimento in legno e qualche sconnessura tra le assi, un letto, un armadio, un cassettone e un comodino.
Pareti nude, finestra bianca e porta beige.
È arrivata qui, mentre sullo schermo televisivo scorre il Nilo e le sue potenti cascate - tremende nella loro bellezza - fanno tremare la terra.
Sento nei miei polsi il tremito della terra e i miei pensieri sono nuvole in un grande cielo.
Il mio piccolo guscio di noce è diventato una distesa verde e azzurra, dove il mio respiro incontra quello dell'acqua.
Liked by: Morgana. Bendy

Secondo day: [Cose che hai detto quando eri ubriac*]. 🔔Vi ricordo che se questi days non vi piacciono o non vi interessano potete dirmelo con una domanda, stessa cosa se non ne avete ricevuto uno e lo volete🔔

RadiantSunrise’s Profile PhotoBendy
Ciao, Bendy.
In preda all'ebbrezza, tra ciclamini e nuvole, ho canticchiato questa canzone.
Un passo da swing, il respiro allegro e nel cuore tigli che proteggono alcove di fiori, lucci luccicanti che nuotano nei fiumi e nontiscordardimè sorridenti.
L'ebbrezza della scoperta di un nuovo mondo di carta e inchiostro è travolgente, altro che ebbrezza alcolica.
https://youtu.be/LEsgLzgH_poLitodora’s Video 144327168026 LEsgLzgH_poLitodora’s Video 144327168026 LEsgLzgH_po

Dato l'ottimo feedback ricevuto per questi days partiamo subito col primo. 🔔Vi ricordo che potete rispondere sia con un aneddoto che inventando di sana pianta. Se non vi è chiaro andate a interpretazione, e se non volete questi days scrivetemelo in domanda.🔔 [Cose che hai detto tra i denti]

RadiantSunrise’s Profile PhotoBendy
Ho detto molte sciocchezze tra i denti e tutte dettate dalla mia irascibilità e dalla mia tendenza ad approfittare di una momentanea superiorità.
Tutte dettate da stoltezza e da impennate di orgoglio.
Una mescolanza che mi portata a sibilare parole cattive, stupide e offensive.
Ho visto occhi abbassarsi feriti, fissarsi nei miei con atto di sfida, svuotarsi di espressione, riempirsi di lacrime, scivolare obliqui su pareti.
Sguardi stupiti, indifferenti, appannati, derisori, vendicativi: ecco il mirabile effetto dei miei sibili sgraziati e dissennati.
Mi pento molto di queste parole mozze che - nella loro incompiutezza - hanno però colpito l'interlocutore che non poteva reagire.
Quel sibilo è uno spiffero gelato nel che forma punte di ghiaccio acuminate nel mio cuore.
Non hanno - tali punte - la bellezza insolita e misteriosa di stalattiti e stalagmiti, sono punte storte che mi trafiggono.
Vorrei poter chiedere scusa a chi ho deliberatamente colpito e vorrei poter riconquistare - se non la stima - almeno il rispetto di costoro.
Ecco i miei rimorsi in parata, in alta uniforme e a passo di marcia avanzare sbriciolando con le loro suole le mie parole.
Mi rimangono i denti che stringo, le labbra che tiro per serrarle e la consapevolezza della maestà del silenzio, della sua grazia e quella della potente forza della padronanza di sé.

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Liked by: Bendy

Che cibo bisogna dare ai gatti??

I gatti sono estremamente selettivi in fatto di cibo; se tieni il tuo micetto in casa, cerca di alternare cibo secco - croccantini - a cibo umido come quello inscatolato.
Un po' di tonno, ogni tanto, e del pesciuzzo sono graditi.
I macellai regalano pezzi di polmone che puoi far bollire, condire leggermente con olio e sale, e dare al micetto.
Non dargli il latte, perché potrebbe causargli fastidi all'interno.

Se un alieno ti offrisse un passaggio sul suo UFO al suo pianeta, ci andresti?

Non andrei neanche sulla Luna, a cavallo dell'Ippogrifo e saldamente abbracciata ad Astolfo.

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